4 marzo 2025

Asura

Mondo Serial

Quattro sorelle molto diverse fra loro scoprono il tradimento di un padre che credevano irreprensibile.
Peggio, scoprono che la madre sa tutto, che in silenzio accetta, che sperava di non dover mai confrontarsi direttamente con questo tradimento.
E loro, sorelle diverse, come possono accettarlo?
La maggiore, Tsunako, in fondo, vedova e con il figlio ormai distante da Tokio è l'amante del suo capo.
Makiko, casalinga che sente di essere simile alla madre, inizia a sospettare che anche il marito possa tradirla.
Takiko è l'irreprensibile pronta a puntare il dito che ha ingaggiato un detective privato per saperne di più per finire per innamorarsene.
E infine c'è Sakiko, la più giovane, che supporta in ogni modo possibile il fidanzato con il sogno del pugilato, mettendosi a dieta con lui, lavorando per lui, passando sopra a tradimenti in vista di una ricchezza da sbattere in faccia agli altri.
Che pietra possono scagliare queste figlie, contro un padre che non è mai mancato a cena, che le ha cresciute e che ora è felice nel passare dei pomeriggi con un'altra donna e suo figlio?


Hirokazu Kore-eda torna su Netflix e torna alla serialità dopo quel gioiellino che è stato Makanai.
Nello stesso anno in cui ha realizzato lo struggente Monster, torna, soprattutto, a raccontare quello che sa raccontare meglio: le famiglie infelici ognuna a modo suo, le relazioni e le dinamiche di una famiglia allargata con il suo stile poetico e preciso, che si intrufola in case ingombre, appartamenti soffocanti e cucine piene di sapori.
Lo fa con un remake, questa volta, di una serie TV giapponese del 1979, Ashura no Gotoku, tratta a sua volta dal romanzo omonimo di Kuniko Mukōda.
Ambientata nel Giappone degli anni '80 ci immerge nella moda, nei costumi, nelle tradizioni in cambiamento che si occidentalizzano e che anche per quel pugilato luccicante e quelle pellicce e quel modo spaccone di un giovane pugile, un po' fanno pensare a Rocky.


I triangoli amorosi, gli imbarazzi e le seduzioni fanno parte di questo quadro, facendo di queste sorelle dei personaggi a tutto tondo, con i loro difetti e le loro ipocrisie.
Inquadrate in case che le rispecchiano, in abiti che fanno trasparire la loro personalità, in una quotidianità fatta di confidenze e sospetti e gelosie.
Il problema è che è difficile provare simpatia per chi cede alla lussuria, per chi tace, per chi ha sempre il broncio e per chi si pavoneggia, è difficile entrare in sintonia con dei personaggi così reali che tra loro si supportano, si danno sui nervi, si giudicano e, in fondo, si vogliono bene.
Gli uomini, d'altro canto, non ne escono certo meglio: insicuri e traditori, bugiardi e sottomessi, osservano e tacciono.
La famiglia Takezawa nel suo essere allargata è una famiglia chiassosa e giudicante, è una famiglia che si spezza e che resiste, che tiene i suoi segreti ben custoditi, per apparenza, per quieto vivere.


Il racconto è così meno accogliente e meno poetico rispetto ai sogni delle geishe e alle insicurezze dell'adolescenza.
Il ritmo è sicuramente diverso dalle solite serie che si trovano su Netflix, ma il quadro di un Giappone in cambiamento, di famiglie diverse, fa procedere un racconto in cui sembra succedere poco, se non la vita, in cui le dinamiche si ripetono, gli anni avanzano e non si sa come cambiare.
Queste sorelle sono divinità che fanno gruppo ognuna a modo suo, virtuose e sprezzanti in una serie che chiede di guardare a un'altra cultura, a un altro racconto, e lo fa con la delicatezza ormai tipica del cinema e della TV dell'impegnatissimo Kore-eda.

Voto: ☕☕/5

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