21 marzo 2025

The Outrun

Andiamo al Cinema a Noleggio

Rona è una studentessa di biologia che vive a Londra.
Rona ha un ragazzo, una propensione alla festa, alle serate fuori, a vivere appieno quella Londra così diversa da dove è cresciuta.
Rona è cresciuta in una piccola isola dell'arcipelago scozzese delle Orcadi. 
Pochi abitanti, tante fattorie, una natura selvaggia, quella in cui i genitori hanno cercato una pace che non hanno trovato.
Un padre bipolare a essere tanto appassionato e amorevole quanto assente, ha portato la madre ad affidarsi ciecamente alla religione e Rona a trovare conforto nell'alcool.
Rona è un'alcolizzata.
Ci vogliono cadute, sbotti d'ira, tentativi di riappacificarsi con un fidanzato che cerca di capire, di aiutarla, di perdonare, e infine tante, troppe, brutte esperienze per capire che il problema è un vero problema e va risolto.
Rona va in rehab, Rona torna a casa, in quella sperduta isola scozzese dove trovarsi ancora più soli, dopo la folla di Londra, con ancora più silenzio, dopo il rumore che è Londra.
Sola, con la famiglia che sa essere un peso come un aiuto, Rona prova a capire chi è e cosa vuole essere, affrontando la sobrietà, la solitudine, la natura.


Rona è una Saoirse Ronan come sempre perfetta.
Qui più del solito.
Persona più che personaggio, la sua Rona è ispirata alla giornalista Amy Liptrot, che ha raccontato la sua vita e la sua dipendenza in un memoir bestseller.
Giovane e già ferita, moderna con quei capelli colorati ma con un'anima antica e gentile che si sposa con quella natura incontaminata che studia, che osserva, che sfida e che invidia, con quegli abitanti segnati dal freddo, dal vento, dalla solitudine, Saoirse come Rona si immerge in acque gelide, fa nascere agnelli, cerca uccelli migratori, si crede un ammiraglio e balla, balla a più non posso cercando il fuoco, in mezzo al gelo, cercando di ricominciare, senza bisogno dell'alcool.
Pulsa di vita, la sua Rona, con i suoi capelli accesi, con la musica sempre nelle cuffie e nella testa, che con i suoi toni da club fa da ulteriore contrasto in quell'isola lontana dai party e dalla frenesia, dove è natura a diventare una musica da dirigere e controllare.


Quello di Nora Fingscheidt è un piccolo film pieno di vita.
Che racconta Rona, le sue dipendenze, le sue cadute, il suo bisogno di ricominciare in modo non lineare, lasciando indizi, soffermandosi su piccoli oggetti, su piccole cicatrici. E allargando poi il campo, come la protagonista stessa, sulla storia di quelle isole selvagge, sulle leggende che le raccontano e sugli animali che le vivono.
Lo schermo si riduce, come a entrare nei pensieri a tratti ossessivi, spesso filosofici, di Rona su animali, mostri e mari.
È così che The Outrun diventa il primo film girato nell'isola di Papa Westray, chiedendo ai suoi abitanti di partecipare alle riprese. 
Coinvolta più che mai, Saoirse il film lo produce con il marito Jack Lowden, in quello che potrebbe diventare il suo ruolo migliore nonostante il silenzio con cui è passato nella stagione dei premi, ma di suo potrà dire di aver fatto nascere 7 agnelli.


Un racconto non lineare, quasi sperimentale per come inserisce i pensieri, le conoscenze, il passato e i sentimenti contrastanti di Rona.
Un lavoro di sottrazione, intimo, che non può che ricordare la vacanza più calda ma non per questo meno dolorosa di Aftersun.
Le registe sembrano avere la mano giusta per raccontare questo tipo di storie, storie di giovani che si perdono e cercano di ritrovarsi, regalando ruoli splendidi e finali perfetti. 

Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. Quanto ho amato questo film!
    Un peccato, e anche un fatto piuttosto incomprensibile, che sia stato quasi del tutto ignorato nella stagione dei premi, a parte qualche nomination ai BAFTA.
    Saoirse Ronan pazzesca. Un brindisi a lei, o forse è meglio di no, che se no ricade nell'alcol :)

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  2. Lo recupero prestissimo. Che peccato non vedere film del genere in sala!

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