22 marzo 2025

La Sera della Prima

#LaPromessa2025

Se continuo a stipulare Promesse con me stessa, è per cercare di trovare spazio a film che non sempre ne hanno. Colpa della mia ossessione per le nuove uscite che non sempre si meriterebbero il mio tempo.
Se continuo a mantenerle le mie Promesse, è perché riescono a colmare lacune di cui spesso mi vergogno e soprattutto mi fanno riaprire gli occhi sul grande cinema, mettendo in prospettiva quei tanti, troppi titoli che escono oggi e che inseguo ciecamente.
Insomma, Prometto per curare la mia ignoranza.
Mai come oggi, mai come questa Promessa, perché John Cassavetes, regista, non lo avevo mai incrociato.


Studiato, quello sì, nei classici corsi di Storia del Cinema che dedicano qualche pagina al cinema indipendente americano.
Sentito, ovvio, nominato da registi giovani o meno giovani come influenza, come faro, come nome a cui aspirare.
Ma visto, con uno dei suoi film, quello no.
Se rimedio oggi, con un ritardo imbarazzante, è merito di Pedro Almodovar ed è purtroppo anche a causa della morte dello scorso agosto di Gena Rowlands, compagna di vita e sul set.
Pedro nella più classica delle domande a quattro risposte di Letterboxd ha citato come uno dei suoi film preferiti La Sera della Prima.
E vedendolo, non ho potuto che pensare che poteva essere diretto proprio da Pedro, e quanto Pedro ci avesse pescato, non solo con una scena che è un omaggio esplicito in Tutto su mia madre, ma anche per lo stile, i colori, la forza delle sue donne protagoniste.


Siamo nella sera della prima di uno spettacolo teatrale, in realtà, siamo in molte prime, e prove, prima della prima a New York, in cui tutto convergerà.
Siamo alla fine dello spettacolo, in cui la star Myrtle Gordon, esausta e assalita dagli ammiratori, assiste alla morte di una di questi.
Una giovane ragazza, così giovane da tormentarla per i giorni seguire. Lei, che si sente invecchiare, che sta interpretando il ruolo di una donna che sta invecchiando, che sta rimettendo in discussione il suo ruolo di amante, moglie ed ex moglie.
Entra ed esce dal personaggio, si crogiola in questo dolore senza nome affogando la sua disperazione nell'alcool e nel fumo, tra visioni e medium, sprofondando e studiando un personaggio che finisce per possederla e mettere così in crisi lo spettacolo intero, con il regista che non sa come gestirla, la sceneggiatrice che cerca di aiutarla, il produttore che sente il pericolo in agguato, e i compagni di scena con cui la sfida è quotidiana, rompendo la quarta parete con il pubblico e cambiando i dialoghi.
Fino ad arrivare alla fatidica sera della prima a New York, quella con il pubblico delle grandi occasioni (tra cui Peter Falk e Peter Bogdanovich), quella in cui tutto rischia di saltare per un sua assenza, un suo ritardo e un suo presentarsi troppo ubriaca per entrare in scena ma ubriaca il giusto per dare il meglio di sé in quel personaggio ormai simile a lei.


Se la trama procede a scavare in un'ossessione non sempre controllata, è come sempre il modo in cui questa trama e il film in sé viene pensato e realizzato a fare la differenza.
Quell'indipendenza, data da attori amici, set poveri, la capacità di gestire tutto da sé di John Cassavetes che entra in scena e che dà vita sul finale a quello che sembra un bellissimo balletto d'amore, un battibecco a scena aperta tra frustrazioni, tenerezza e complicità con una Gena Rowlands enorme in un ruolo non facile negli anni '70, e verrebbe da ricordarlo alle attrici che si accaniscono sulla mancanza di ruoli quando l'età avanza.
Bellissima e con un fascino senza tempo, in un film scritto appositamente per lei e che le dichiara amore ad ogni primo piano, Rowlands tiene il palco e fa diventare La sera della prima un horror ambiguo, in cui le sue visioni, quella colonna sonora di contrappunto, spesso fanno sussultare più di veri e propri jumpscare, senza bisogno di spargere sangue come in quella lotta d'età diverse che è anche The Substance, dove tutto tendeva a un'altra prima sera importante.


È un film quasi metateatrale, di quelli che vedi e non dimentichi più, e che aprono la porta ad altre lacune da colmare.
Se Pedro ringrazia John, io ringrazio Pedro , e anche John, ovviamente.
Ma soprattutto Gena, che senza timori e magnetica da invidia, diventa una Myrtle indimenticabile.
Mantenere le Promesse, per sentirsi meno ignorante, per apprezzare la vera bellezza.

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