Entrambe contano un cast di grido dietro e davanti la macchina da presa ma soprattutto due Presidenti alle prese con complotti e crisi da gestire:
I PRESIDENTI
⓿ Anche se il Presidente ha il volto e il pugno di ferro di Angela Bassett, il Presidente a cui prestare attenzione è George Mullen, ex Presidente in realtà, pronto a dare in pasto le sue memorie su un unico mandato che lo ha reso amato bipartisan, ancor più quando ha scelto di non candidarsi per gestire il lutto di famiglia dopo la perdita del figlio. Ora, anziano, in pensione, è chiamato a gestire una task force per ridare stabilità e fiducia agli americani allo sbando. Una situazione non facile, che potrebbe comprometterne l'eredità storica, soprattutto se la memoria lo inganna, se episodi di poca lucidità si fanno sempre più presenti.
👼 Il Presidente ha la presenza aitante e il sorriso a 32 denti bianchissimi di James Marsden, classico rampollo di una famiglia con le mani in pasta ovunque, classico Presidente piacione che però non sembra più vivere nella Casa Bianca pur avendo accesso a tutta la protezione di guardie del corpo armate, che però non lo proteggono a dovere.
Lo ritrovano infatti morto ammazzato nel primo episodio, con segreti di Stato spariti nel nulla e un'indagine che deve partire.
Ma dove siamo, com'è che non siamo a Washington ma in una cittadina idilliaca il cui paradiso sembra ora perduto?
LA CRISI
⓿ Basta 1 minuto, uno solo, e negli Stati Uniti i morti sono quasi 4.000, la paura regna sovrana e i complottisti si scatenano con mille e mille teorie.
Cos'è successo?
Un black out totale, mezzi di trasporto al buio, un Paese alla deriva e l'angoscia che possa succedere ancora.
Basta davvero un solo minuto?
A quanto pare sì e a cercare di capire cos'è successo ci pensa un ex Presidente con la sua ex spalla destra chiamata appositamente dall'ex First Lady, un giovane arrampicatore e uno stuolo di lavoratori per capire se dietro questo attacco ci sono hacker russi, arabi o peggio ancora, estremisti di casa. Quelli che continuano a pungolare Mullen e a minacciarlo, con la sua stessa figlia -senatrice- chiamata a vigilare sull'operato della sua task force.
👼 Con la morte del Presidente in un colpo scena finale decisamente sorprendete, veniamo a sapere che la cittadina in questione è una cittadina nascosta sotto chilometri di montagna dopo che il mondo là fuori non è più abitabile. Lascio all'episodio al cardiopalma The Day (1x07) mostrare il come e il perché. La perfetta armonia di 3 anni sotto una cupola dorata rischiano di mandare la nuova civiltà al collasso anche perché l'agente Collins chiede spiegazioni e chiede vendetta, per una moglie rimasta là fuori e un Presidente che forse non era il vero cattivo della situazione.
LO SVILUPPO
⓿ Si procede per dita puntate, contro i russi, contro gli estremisti, contro presentatori ipocriti e tecnocrati che chiaramente fanno il verso a persone reali.
Si procede per intercettazioni e interrogatori non propriamente ortodossi, mentre la lucidità di Mullen perde colpi e il suo passato non sembra più così cristallino.
Ci sono doppi giochi, ovviamente, ci sono voltafaccia e colpi di scena non troppo sorprendenti in uno sviluppo che procede solido, pur con qualche svolta di troppo, e l'esigenza di sorprendere il pubblico con sparatorie e un nuovo blackout gestito malissimo dalla sicurezza.
👼 Come da copione si va avanti e indietro nel tempo, mostrando un prima e un dopo, un passato recente e uno remoto a spiegare le motivazioni dei vari protagonisti, mentre le indagini cercano di procedere e mentre il genio che tutto questo ha concepito perde man mano il controllo della situazione da lei stessa creata.
Si mettono le basi per un buon thriller, con immancabili storie d'amore piuttosto fragili e figli dimenticati senza troppa convinzione, se non per vedere il fisicaccio di Sterling K. Brown. Peccato allora che la risoluzione del caso d'omicidio sia poco d'effetto e anche mal gestita dentro il racconto, arrivando ad un finale che lascia le porte aperte a una seconda stagione già annunciata.
IL CAST
⓿ È uno dei più di grido su Netflix.
Non solo Robert De Niro che torna grande nei panni di un Presidente amato pur con le sue ombre, ma anche i "giovani" e solidi Jesse Plemons, Lizzy Caplan e il facile da odiare Dan Stevens, con Angela Bassett, Matthew Modine e Connie Britton che in sordina si ritagliano il loro spazio.
Da non dimenticare che tra le firme c'è Eric Newman (Narcos), e alla regia degli episodi Lesli Linka Glatter (Mad Men, Homeland), che ne fanno un prodotto di qualità, finalmente, dentro una piattaforma alla deriva che ogni tanto si ricorda cosa val la pena produrre.
👼 Oltre a un James Marsden che riesce a essere ancora una volta più del suo faccione da tipico bello americano, tiene tutto insieme Sterling K. Brown, padre affettuoso, agente tutto d'un pezzo e pure figlio generoso.
Un ruolo perfetto per lui, e scritto appositamente per lui da Dan Fogelman, che devia dai sentimentalismi di This is Us per l'azione.
Completano il cast la sempre poco simpatica Julianne Nicholson e l'intrigante Sarah Shahi.
FUNZIONA?
⓿ Sì, come un vecchio thriller degli anni '90.
Ed è un complimento perché pur con le tecnologie reali o fittizie in atto, pur parlando per specchi di un oggi dove i complotti sono dietro ogni angolo, Zero Day approfondisce e intrattiene, instilla dubbi e li risolve, dà spazio a grandi attori e anche quando eccede in colpi di scena telefonati o in complotti non così macchinosi, si fa divorare senza problemi.
Voto: ☕☕☕/5
👼 Sì, un po' come guilty pleasure, un po' come serie ben scritta in alcune delle sue parti, meno in altre.
La voglia di proseguire e di dare risposte in fretta non aiuta questa prima stagione, che però conta di buoni momenti e buoni interpreti e di quello che è tra gli episodi migliori a livello di tensione e di scrittura visti finora.
Mettici poi una colonna sonora che prende i classici poco esaltanti del rock anni '80 e ce li ripropone in chiave acustica/intimistica dando un senso alla passione di un Presidente e anche al tema di ogni episodio, con ovviamente la Another Day in Paradise di Phil Collins a farla da padrone.
Ci sarò anche al prossimo giro, per delle risposte che non so se volere e per godermi lo spettacolo.
Voto: ☕☕☕/5
Ho un po' skippato la parte su Zero Day perché devo ancora vederla, mentre su Paradise sono stato meno indulgente, un po' per le aspettative, un po' perché gli "errori" mi sono sembrati troppo grossolani per fargliela passare liscia. Oggi ho letto che potrebbe durare anche tre stagioni, e mi chiedo a cosa si attaccheranno.
RispondiEliminaPer me vince Paradise, capace di dare umanità ai suoi personaggi e di creare un immaginario suo, anche grazie a un buon uso della colonna sonora. In Zero Day mi sembra invece procedere tutto in maniera fredda e impersonale...
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