13 novembre 2021

Anni da Cane

Andiamo al Cinema su PrimeVideo

Sono forse diventata troppo vecchia per apprezzare i teen movie?
Sono forse ormai troppo snob per approcciarmi senza pregiudizi a film che parlano di amore adolescenziale, di paturnie adolescenziali e vivono di scene madri con colonna sonoro ad effetto?
Forse sì.
Forse preferisco chi di adolescenza parla in modo originale (v. l'ultima stagione di Big Mouth) e non chi avanza di cliché in cliché che risulterebbero triti pure in America, dove il genere ha le sue radici.
Ma sono sempre pronta a smentirmi, e così ho visto Anni da Cane.


Il primo film italiano prodotto da Amazon che parte da una buona idea.
Una ragazza che conta i suoi anni come fossero quelli dei cani.
Di anni ne ha 16, che quindi moltiplicati per 7 fanno 112.
Ergo: sta per morire.
Le restano poche settimane di vita e quindi deve correre veloce, creare una lista e spuntarla nei suoi desideri.
Un po' come un Non è mai troppo tardi molto più precoce, un po' come The Never List che ho dovuto fermare dopo 15 minuti di irritazione verso la protagonista e le situazioni raccontate.
Qui, per mia fortuna, le cose sono diverse.


Sì, ok, ci sono le musiche dei gggiovani d'oggi, c'è un'apparizione senza troppo senso di Achille Lauro che aumenta il minutaggio da videoclip, ci sono riferimenti neanche troppo nascosti alla Rue di Euphoria e una sceneggiatura che dimentica presto sia quella lista non così consistente come obiettivi, sia di approfondire amici/spalle con carattere e che cerca di instillare troppo velocemente concetti e inside jokes che perdono così di forza.
Ma, per fortuna, Anni da Cane si fa voler bene.
Merito di Aurora Giovinazzo, che anche se alle prese con un personaggio molto egocentrico e molto stronzo, a volte troppo sopra le righe, funziona.
Merito di una scena flashback che sistema tutto, che fa capire tutto, con un attore che è un sigillo di garanzia.


Forse il problema del film di Fabio Mollo è che come la sua protagonista corre troppo veloce e avrebbe dovuto togliere canzoni e aggiungere qualche approfondimento in più.
Sono gli occhi adulti quelli che parlano, quelli che certi pregiudizi faticano a perderli, ma che alla fine si sono ritrovati a sorridere beati e nostalgici, nonostante tutto.

Voto: ☕☕½/5

In questa settimana ho parlato di gatti, di maiali e di cani. 
Senza volerlo, l'ho fatto in una settimana in cui se n'è andato un Bradipo che aveva fatto tanto per la blogosfera, consigliando film in modo pacato ed appassionato.
E aveva fatto tanto anche per me, che quel gatto rosso che tanto desideravo era arrivato subito dopo un'intervista con lui e lo consideravo la cassa di risonanza del mio desiderio.
Grazie Bradipo, per tutto.

4 commenti:

  1. Un film non perfetto, ma che si fa volere bene e in fondo va bene così. :)

    Così come si faceva voler bene il Bradipo, che mancherà. Oh, se mancherà. :(

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Un film che pur appartenendo a due generi a me avversi, si fa voler bene.
      Potere dei cani.

      Elimina
  2. Confermo che il film è carino ed è meglio di tanta fuffa con gli effettoni speciali. Ne parlerò anche da me.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Verrò a leggerti, il film si fa vedere e lascia un suo segno, le produzioni teen di Netflix hanno ormai molta personalità.

      Elimina