22 agosto 2024

A Quiet Place - Day One

La Settimana Horror

Un terzo capitolo che è un prequel ma che in realtà è uno stand-alone.
Ormai si deve familiarizzare con questi termini, visto che il cinema ricicla, riusa, e raramente genera nuove idee.
E quando lo fa, le sfrutta più che può.
È il caso di questi alieni dall'udito molto sensibile, che scesi sulla Terra distruggono tutto quello che disturba la loro quiete.
John Krasinski ci aveva regalato i brividi di una famiglia che era riuscita a trovare una stabilità, in un mondo ora silenzioso, e ci aveva dato poi un seguito, in cui approfondire il lutto, la ricerca di una soluzione e di una salvezza, per quella famiglia.
Ora si torna, e come non farlo se si hanno dei mostri che creano uno scenario così accattivante in cui muoversi silenziosamente?
Mostri che sono caduti su tutta la Terra, e quindi è logico aspettarsi altri capitoli, altre storie, altri protagonisti chiamati a farcela.
Si parte da New York, la citta che non dorme mai, che come da scritte iniziali ha 90 decibel di base nelle sue giornate rumorose e trafficate.
Un inferno per quei mostri.
Una trappola per chi ci abita.


Lo scenario di una grande città e di una popolazione molto più numerosa, non è la sola variante di questo Giorno Uno.
La protagonista è Sam, seguita dal fido gatto Frodo, ed è una malata terminale di cancro.
I suoi giorni sono contati, il suo dolore costante, e come può combattere per sopravvivere, per sfuggire a questi mostri, chi sa che comunque ha poco ancora da vivere?
Sam, infatti, non cerca la salvezza.
Vuole solo mangiarsi una pizza, vuole solo ritornare in quel posto che per lei era casa, un'ultima volta.
Non sarà facile farlo in una città al collasso, con insidie ad ogni passo e attacchi via via più feroci.
Ma come nei primi capitolo, conta la testa, per farcela.
Conta anche la compagnia con cui farcela, che in questo caso corrisponde al giovane avvocato inglese Eric, che solo non vuole stare, con gli attacchi di panico a metterlo in pericolo.


Frodo diventa anche il suo animale di servizio, in un'aggiunta molto infida degli sceneggiatori che sanno che i gattari di tutto il mondo rimarranno tesi, avvinti, in ansia, per le sorti di un felino silenzioso e calmo come mai se ne sono visti, e come mai ho avuto.
Non me li vedo né Timmy né Polpetta né Norma affrontare quegli alieni, finirebbero per far cadere qualunque oggetto, per soffiare e miagolare e farsi così mangiare.
Frodo no, aiuta, indica, si rende indipendente e sopravvive sott'acqua e circondato dalle fiamme mentre i suoi due curatori stringono un'amicizia speciale fatta di aiuto reciproco.
Anche in questo terzo caso, è il silenzio a rendere tutto più accattivante. Movimenti, gesti, comunicazione non verbale cambiano e devono adattarsi in un franchise che ha capito come emergere dalla massa. Senza urla, affidandosi a una colonna sonora quasi pixariana nei suoi momenti più emozionanti, ad attori più che mai espressivi: lo sguardo fragile e volitivo di Lupita Nyong'o che per il film ha vinto la sua paura per i gatti, e gli occhi sgranati di Joseph Quinn che bastano a caratterizzarlo.


Quello che non ti aspetti da un horror teso, che ti ha visto giudicare le scelte avventate, le soluzioni poco pratiche di questo viaggio nel passato, più che nella salvezza, è di finire in lacrime.
Non sono gli spaventi, gli alieni con i loro attacchi, sono le storie che ci si racconta e i legami che si creano a fare la differenza e a salvare. 
In ogni modo possibile.
Il tocco di Michael Sarnoski, regista di Pig, umano e delicato, si sente anche se a produrre c'è un tipo fracassone come Michael Bay.
Ci saranno quasi sicuramente altri giorni, altri posti tranquilli, ma se questa è la cura, se queste sono le storie che si decide di raccontare, non sarò certo io a lamentarmi e a stancarmi di seguirle.

Grado di paura espresso in Leone Cane Fifone:
3 Leoni su 5

2 commenti:

  1. Lo spunto iniziale è sempre quello, ma come nel primo capitolo ci si concentra sui personaggi e sulle dinamiche, mi piace questa soluzione umanista, mi piace che Michael Sarnoski ne abbia azzeccato un altro dopo lo splendido "Pig", anche questo lo ha fatto uscire al momento giusto, bravo ;-) Cheers

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  2. Ho pianto a singhiozzi. Tutti bravissimi.
    Un film pieno di morti che diventa un inno alla vita.

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