23 agosto 2024

Alien: Romolus

Andiamo al Cinema

All'idea di un altro capitolo, non ho certo esultato.
Anzi, l'idea di uno spin-off che sembra pure uno stand-alone con protagonisti giovani chiamati a richiamare un pubblico più giovane, mi convinceva poco.
Poi, il trailer decisamente ben confezionato ha fatto capolino in sala, il giovine se l'è visto, io ho chiuso gli occhi per non vedere troppo e si è deciso: si va. Si va poco preparati però, che la maratona Alien era parte della prima Promessa di questo blog e la memoria è quello che è.
Sta fra i primi due Alien?
Fra l'espulsione dell'Alien son of a bitch e l'utilizzo di un esoscheletro elevatore che ora fa un po' ridere?
Ok, mi basta.
Che Prometheus o anche solo la presenza di sintetici chi se li ricorda?


Ma poco importa, perché veniamo catapultati nel poco ospitale colonia di Jackson's Star, che sembra uscito più da Star Wars che dal mondo progettato da Ridley Scott. Poveri cristi sfruttati fino alla morte in miniere in cui morire o in cui ammalarsi, illudendosi di poter ambire a un futuro più solare altrove raggiunte tot ore che, però, cambiano sempre 
Sogna il sole, Rain, lo sogna per lei e per suo fratello Andy, non di sangue. Un sintetico che ha come missione quella  di tenerla al sicuro e al momento bastano battutacce e giochi di parole per farle spuntare il sorriso.
A cambiare tutto, la chiamata degli amici, in cui trovare i tipici giovani sacrificabili uno dopo l'altro del mondo horror: lo stronzo che si fa odiare con poco, la fragile che è pure incinta, suo fratello che è l'interesse amoroso della protagonista, una pilota cazzuta. 
Basta? Basta. 
Per essere carne da macello per quegli Alien che se ne stanno congelati in una nave spaziale abbandonata che fluttua sopra le loro teste e che potrebbe essere la via di fuga che da tanto aspettavano.
Cosa vuoi che sia attraccarci, rimetterla in funzione, prendere il combustibile, addormentarsi poi per 9 anni e risvegliarsi a Yvaga? 


Ovviamente, niente sarà così facile, perché il combustibile che devono rubare è quello che tiene congelati gli Alien, risvegliandoli in pochi minuti, la navicella Romolus diventa un ambiente infernale in cui scappare tra ascensori, scale, porte a chiusura ermetica facendo via via le scelte più sbagliate.
Sono esseri umani, ingiunge Rook a Andy, si fanno prendere dall'emotività e non sanno prendere le decisioni più giuste, anche se difficili. Però qui si eccede nel voler salvare gli altri a tutti i costi, abbandonarli pure, con il sangue ustionante degli Alien a rendersi sempre più pericoloso.
Troppo?
No, perché alla fine anche se si alzano gli occhi al cielo, se si impreca contro l'ennesima presa di posizione assurda da giustificare, c'è di che godere.


Il mondo claustrofobico creato da Fede Alvarez è più affascinante di una sceneggiatura che avanza per scelte risibili. Buio e angosciante, le creature create da H. R. Giger non smettono di mettere i brividi e di affascinare allo stesso tempo, potere del nero lucido, dei loro movimenti, del modo in cui si avvinghiano agli umani o li attaccano.
Il colpo di scena arriva sul finale, proprio mentre si credeva Rain salva e pronta a viaggiare verso Yvaga, ecco una coda finale che inizialmente fa sussultare.
La durata che sfiora le due ore si fa sentire, di un nuovo scontro non si aveva così voglia, in fondo lo ha detto pure Ridley Scott che un taglio lo poteva fare Alvarez. 
Ma basta uno sguardo alla creatura che in modo molto, molto traumatico esce dal corpo di Kay per capire che sarà la sequenza più spaventosa. E così è, anche se come sempre si perde tempo, non si è efficaci prima di sbarazzarsi una volta per tutte di quell'essere mutante che mette i brividi.


Non sarà il copione più efficace per un sequel/stand-alone, ma le dinamiche del gruppo sono tanto basilari quanto sa essere speciale il rapporto tra Rain e Andy, fratelli protettivi, pronti al sacrificio e che si bastano da soli.
Come da copione, è questa eroina in canotta bianca d'ordinanza a essere quella meglio caratterizzata e anche se la lanciatissima Cailee Spaeny è lontana dal fascino di Sigourney Weaver, sembra avere le spalle larghe abbastanza per essere la protagonista di una nuova saga, che andrà avanti, c'è da scommetterci e c'è da sperarci visto il finale ancora aperto e un universo che non smette di affascinare.

Grado di paura espresso in Leone Cane Fifone:
3 Leoni su 5


2 commenti:

  1. Oh, bene, non sono il solo a cui è piaciuto 🤩

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  2. Raramente i "Greatest Hits" sono anche buoni dischi, ma poi basta con 'sta malinconia ricopiona, più letale degli Xenomorfi. Cheers

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