24 agosto 2024

Maxxxine

La Settimana Horror

Che futuro può avere una Final Girl?
Lo scopriamo finalmente con Maxxxine, terzo capitolo della trilogia di Ti West.
Se per X eravamo immersi in uno scenario noto, una casa in mezzo al nulla, giovani e aitanti uccisi uno dopo l'altro da assassini imprevedibili, con il pepe messo dal fatto che quei giovani erano in quella fattoria texana per girare un porno, e se con Pearl eravamo immersi nei pudici anni '40 con i sogni di gloria di chi vive in campagna e la voglia del mondo mentre lì fuori c'è una guerra e un marito che chissà se torna, ora ritroviamo Maxine nei patinati anni '80 in una Los Angeles non certo solare, anzi.
Cupa e sporca come solo sa essere la città dei sogni, ci si aggira pure un serial killer che miete le sue vittime fra le starlette dell'epoca con richiami satanici a condire.
E Maxine? 


Maxine è ancora tormentata dalla scia di sangue che si è lasciata alle spalle, ma è anche forte del fatto di essere sopravvissuta. 
Soprattutto, è pronta per il grande salto, alla soglia dei 30 anni abbandonare il porno che le ha dato fama e denaro a sufficienza, e fare del cinema serio. Horror, per la precisione, in un secondo capitolo di una saga criticata e discussa per i suoi temi blasfemi. Titolo? Puritan.
E non mi stupirei se il signor West non avesse già in mente di farci vedere questi due capitoli a breve...
Tra peep show e videonoleggi, il serial killer sembra prendere di mira Maxine stessa, e cercare di mettersi in mezzo al suo salto di carriera.
Le citazioni, vista l'epoca, si sprecano da Brian De Palma e i thriller erotici, con Psyco che torna a fare capolino e i set di Hollywood che diventano un set, anzi, ancor meglio, la stessa scritta Hollywood fa parte delle location sfruttate a dovere per la gioia dei cinefili.


Meno horror e anche meno ispirata, questa terza parte ha l'atmosfera giusta e la giusta protagonista che permettono al film di brillare comunque. Ormai, il Mia Gogh Show è assicurato e con quella voce da bambina, quello sguardo da assassina, tiene la scena e sa a chi affidarsi per risolvere i suoi problemi, più personali del previsto.
Funzionano meno, come delle macchiette (volute) dell'epoca che fu, Bobby Cannavale e Michelle Monaghan detectives da telefilm, l'onnipresente Giancarlo Esposito manager senza scrupoli, Kevin Bacon investigatore viscido, Lily Collins starlette sacrificabile. Si salva solo Elizabeth Debicki, regista femminista non troppo sui generis per fortuna, in un cast decisamente all star, segno del successo guadagnato.


Lontani dalle campagne texane un po' di magia si perde, ma dentro gli studi cinematografici un po' se ne acquista. 
In una condizione di equilibrio precario in cui anche la regia di West sembra più attenta a omaggiare e copiare uno stile, invece di inseguirne uno proprio.
Di sangue ne scorre meno del previsto, di brividi se ne sentono pochi, ma questa eroina continuerà a farsi ricordare.
Puritana o meno, Maxine ha già la sua stella.

Grado di paura espresso in Leone Cane Fifone:
1 Leone su 5


3 commenti:

  1. L'ho trovato veramente bruttino, questa volta. Concordo sul cast pessimo, tolte Goth e Debicki. Peccato, la serie avrebbe meritato una chiusa migliore.

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  2. Post in rampa di lancio, quindi ti posso leggere tranquillo, io l'ho adorato, ha la sfiga di dover completare la storia, ma è il film pià completo (e stiloso) di Ti West, è nata una stella nel cinema Horror, non so cosa si potrebbe chiedere di più ;-) Cheers

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  3. Anche se un po' meno riuscito degli altri due della trilogia, il Mia Goth Show dalle mie parti è sempre più che gradito :)

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