30 agosto 2024

Venezia 81 - Disclaimer

Le serie TV sono ufficialmente sbarcate al cinema.
Un modo per fare cassa, certo, ma anche per elevare un mezzo di racconto in cui si investono sempre più risorse e in cui nomi sempre più importanti vengono coinvolti. E poi, per il pubblico, un modo per goderne sullo schermo più grande, con l'impianto migliore.
Ci si sacrifica volentieri per 7 ore a guardare Cate Blanchett e Kevin Kline fare a gara di bravura, ci si immerge senza problemi in 7 episodi (divisi in due parti) a seguire il passato che tormenta Catherine e il presente in cui tutto sta per distruggersi.


Quello di Cate è il classico personaggio che ci si aspetta da lei: una donna algida e gelida, ricca e impegnata, una produttrice di documentari che riceve l'ennesimo premio importante. Moglie e madre all'apparenza perfetta anche se non condivide la passione per il vino del marito né ha un rapporto profondo con il figlio, che cresciuto nel lusso non è ancora riuscito a trovare la sua strada.
Vent'anni prima, Catherine era una semplice madre, in vacanza da sola a Forte dei Marmi a chiedersi come gestirlo, il figlio.
Quella vacanza è diventata a sua insaputa un libro. Un romanzo di finzione che sta per travolgere la sua vita, perché si racconta della sua relazione con un giovane inglese conosciuto in spiaggia, si racconta delle notti di passione che i due hanno vissuto e si racconta del sacrificio e della morte di quel ragazzo fra le onde del mediterraneo per salvare il figlio di Catherine. Ne esce il ritratto di una donna arrivista, che lascia morire l'amante per non vedere rovinata la sua vita. A scriverlo, questo romanzo, la madre di quel ragazzo, Jonathan. A pubblicarlo, il marito che lo trova nell'armadio ora che vedovo e in pensione forzata decide di architettare la sua vendetta  distruggerla, quella donna che ha lasciato morire il figlio, attaccare anche chi si è salvato e non sembra degno della vita che gli è stata regalata. Sarà facile nel mondo dei social e della cancel culture di oggi, umiliando Cate nei suoi affetti e nel suo lavoro.


La storia, come si vede, è intrigante di per sé.
Fatta di piani ben orchestrati e di un passato bollente che si mostra poco a poco, raccontata da voice over femminili e maschili, ma non onniscienti. Fedeli a quel romanzo e alla realtà che si dispiega, non tengono conto della verità, che cambierà le cose nell'ultimo episodio.
Tratto dal romanzo di successo di Renée Knight, Alfonso Cuaron sceglie un registro diverso dal suo solito ma allo stesso tempo fedele ai suoi primi racconti, in cui mostra come il sesso cambia i rapporti, le dinamiche di coppia e di famiglia.
Il comparto tecnico merita una menzione a Guinness O'Connell per la colonna sonora, ma questo film lungo 7 ore in cui ci si sposta fra l'Italia da cartolina e la Londra più posh, acchiappa e molla solo in un finale in cui un'altra zampata sembrava dietro l'angolo.
Si finisce in un limbo senza volerlo, senza capire se credere o se sentirsi in colpa in quanto non si crede.
Arriverà su Apple TV+ ad ottobre e sono curiosa di sentire gli schieramenti.

2 commenti:

  1. Non sapevo che ora pure le serie TV venissero presentate al Festival del Cinema di Venezia. I tempi cambiano... presto accederanno anche agli Oscar! D'altronde ora la gente guarda solo le serie (o ronfa davanti alle serie)! :--/

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Da qualche anno sono sbarcate a Venezia, anche se quest'anno si sono moltiplicate e sono tra le cose migliori viste. Diciamo che i nomi coinvolti sono quelli del grande cinema, che si prende più tempo. Vederle su grande schermo è decisamente un'altra cosa rispetto al ronfare sul divano :)

      Elimina