22 ottobre 2024

Seconde Stagioni: Prisma - Tutto Chiede Salvezza

Uno sguardo a due stagioni numero 2 che si portano il peso di essere seconde, per due serie italiane che erano riuscite a convincermi un anno fa:

Prisma - Stagione 2

Eravamo rimasti a bordo di quel bus, con una verità che veniva rivelata e che poteva cambiare tutto.
Ero arrivata tardi a una serie italiana che portava la firma di Ludovico Bessegato, già creatore di Skam Italia con la promessa di recuperarla, quella versione italiana dopo aver amato l'originale norvegese.
Non l'ho ancora fatto e mi sono messa in pari tardi anche con questa seconda stagione pur sapendo che il viaggio di Mattia e Andrea e il loro universo adolescenziale complicato si conclude qui.
Tanto spende PrimeVideo per pubblicizzare e rientrare dei costi di Citadel, tanto lascia andare queste perle nascoste che solo scavando nel suo catalogo si trovano.
Ed è un peccato, nonostante questa seconda stagione non abbia il senso della sorpresa di una storia sfaccettata fatta di accettazione e di confronto fra due gemelli diversi e il loro crescere.


Succede tanto, ma allo stesso tempo succede poco in questi nuovi colori molto più cupi dove si esplora la propria identità, la propria sessualità, e dove prendono spazio anche temi non certo facili come il revenge porn, la fama che arriva dai social e che va gestita.
La regia continua a essere curatissima, ammiccando al mondo americano tra feste e festini e costumi.
La recitazione pure, con Mattia Carrano a infastidire per quanto sa essere timido, spaccone e romantico alternandosi in due personaggi.
E la sceneggiatura, infine, che affronta le luci della ribalta e le proteste a scuola, in un mondo che sembra sì molto vicino ai giovani ma anche un pochino troppo filtrato per i giovani stessi.

C'era però ancora molto da dire, in evoluzioni e in rapporti non certo sani, in coppie che lasciano a desiderare, e invece ci si ferma qui.
Mancherà, questa versione Latina di Euphoria.
 
Voto: ☕☕/5

Tutto Chiede Salvezza - Stagione 2

Avevo salvato la serie Netflix nonostante molte perplessità.
Su una semplice settimana, capace di cambiare la vita e cementare amicizie.
Ma soprattutto su un finale che non poteva essere lieto, perché la salvezza non deve certo appoggiarsi a un amore nato nel peggiore dei momenti, dove a salvarsi ci si dovrebbe pensare da soli e dove una gravidanza non sembrava certo il migliore degli auguri per i protagonisti.
E, come volevasi dimostrare… Se c'è una sola cosa che salvo della seconda stagione è proprio questa: mostrare come non è un amore problematico a poter cambiare, non è una figlia contesa e divisa e pedina di scambio a rendere più equilibrata la vita di due giovani che forse prima di tuffarsi da così in alto, un pensiero dovevano farlo.


Per il resto, si procede per fan-fiction con la produzione Netflix ad aver capito cosa vuole il pubblico e quindi si ritorna lì, lì dove Daniele non dovrebbe mica tornare se il suo percorso di guarigione dovrebbe avere un senso, ma tant'è, è dall'altra parte della stanza, lui che su quei letti ci si è arrovellato per ben 7 giorni!
Ora è in prova, è infermiere, ma alla fine resta ancora un paziente pieno di rabbia contro il sistema, contro Nina che non vuole concedere l'affidamento congiunto e contro la sua situazione.
Sfogandosi con le parole e con i gesti e abusando dei farmaci.
Tutto continua a chiedere salvezza, anche questa seconda stagione costruita in velocità, che racchiude in un episodio una settimana dove pochi sembrano i passi avanti, molti quelli indietro.
Si inserisce un nuovo amore, perché non vuoi mica mettercelo?
Si inserisce un cattivo, che però è ferito peggio di Daniele per la sua storia personale di immigrato.
E orfani di Pennacchi -che però torna, sennò dove sta il bello- si inserisce un nuovo personaggio simbolo, interpretato da Drusilla Foer a furore di popolo, stronza e fragile come richiesto, a cui si delegano monologhi pieni di forza pronti a essere condivisi sui social.
Intanto i "matti", quelli "matti" davvero fanno tenerezza e sembrano i più sinceri in questi casi problematici che passano anche per madri tiranne, miracoli improvvisi e casting in cui dare un cammeo a Paolo Virzì.

Insomma, la spontaneità di un romanzo e di una storia personale si piegano ai voleri del pubblico che avevano premiato una serie pur con i suoi difetti, ma con una sua integrità.
Ora il messaggio qui continua a sfuggire, soprattutto dopo un altro finale più lieto del dovuto.
La salvezza non arriverà certo da questo blog.

Voto: ☕☕/5

1 commento:

  1. Qui solo per non salvare Tutto chiede Salvezza. Hanno dato quello che potevano non riuscendoci mai bene, guardando sempre il dito (le relazioni sentimentali) e non la luna (i disturbi psicologici). Spero che non torni.

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