11 ottobre 2024

Vortex

Andiamo al Cinema su Mubi

Lui e lei si dividono lo schermo, ma non è una commedia romantica.
Lui e lei si dividono letteralmente lo schermo, a destra uno, a sinistra l'altra, con il loro punto di vista, il loro vivere indaffarato e la vecchiaia che presenta i suoi conti.
Se lui gioca ancora a fare il grande intellettuale impegnato in affari e affaracci, a mentire alla moglie quanto all'amante,  lei inizia a perdersi. La sua testa vaga, i suoi ricordi mancano, la demenza lentamente inizia a farsi sentire.
E a pesare su di lui, che chissà se è in grado di prendersene cura.
Non ne sembra convinto nemmeno un figlio che deve pensare al suo divorzio, a suo figlio e alla sua dipendenza, al cavarsela come può fra conti che non tornano e la paura di perdere una madre sempre più persa nel suo mondo interiore e un padre sempre più arrabbiato, sfinito, incollerito.

Una storia come tante, che non pretende di essere originale e che anzi, ha lasciato agli attori grande margine di improvvisazione nei dialoghi e nei movimenti.
E si sente.
Ma che cerca di essere originale nel modo di raccontarla questa solitudine in un mondo a due, questa alienazione reciproca dividendo, letteralmente, lo schermo.
Scelta artistica e metaforica che non disturba, ma che offre uno sguardo diverso allo schermo, al racconto.
Seguendo quel lui e quella lei che restano senza nome, ampliando lo sguardo a un figlio che si sente perso e che cerca di reagire come può.


Gaspar Noé continua le sue sperimentazioni, ma distante dal POV di Enter the Void, dal porno di Love, dal piano sequenza di Climax, e dalle luci stroboscopiche di Lux Aeterna che non ho ancora avito il coraggio di affrontare, qui non cerca di scandalizzare, non cerca le esagerazioni.
Fa i conti anche lui con la sua vita, con un aneurisma che lo ha colpito in prima persona, cercando di essere umano. Di raccontare la quotidianità, l'amore anche quando manca e il senso di frustrazione grazie all'arte.
La provocazione c'è nella scelta di Dario Argento, a fare il debutto come protagonista alla veneranda età di 80 anni, convinto proprio grazie alla visione di Love. Il suo francese stentato, il suo carattere collerico e la sua aria viscida non lo rendono simpatico, ma ne fanno anche per questo un personaggio ancora più reale.


Dentro la vita di questa coppia, tra libri, film, spese e pasti e bagni da usare, dentro una confusione che offusca e annienta, c'è la vita vera. 
C'è in un fotografia pastosa, in cui i colori si spengono, c'è nella mancanza di una colonna sonora effettiva e c'è quando lo schermo smette di essere diviso. Facendo ancora più male.
Meno diretto e meno esagerato, meno fenomenale e proprio per questo più terreno.

Voto: ☕☕½/5

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