16 febbraio 2012

Juno

E' già Ieri. -2007-

Ci vogliono pochi ingredienti per fare di un film, anche il più modesto, un gran film. Una trama originale, degli attori in parte che respirino grazia, idee e sfondi originali che colpiscono a colpo d'occhio (o d'orecchio, se di musica si parla).
Juno riesce a raccogliere in sé questa formula vincente che ha proiettato un piccolo film e tutto il suo cast (compresa l'accoppiata regista-sceneggiatrice Reitman-Cody) alla luce della ribalta.

La storia parte dalla scoperta di Juno, 16enne ribelle e sognatrice, di essere incinta. Da qui inizia il suo personale e sgangherato travaglio che riguarda non solo la gestazione vera e propria ma soprattutto come i rapporti col suo ragazzo, il timido e piuttosto nerd Paulie, con i genitori e con il resto del mondo cambino in proporzione alla crescita della sua pancia. Ma anche di come la scelta di tenere quel bambino ma di donarlo ad un'altra coppia responsabile e desiderosa arricchiscono la sua e la loro vita.
Come detto però, una storia semplice non basta, sono infatti gli attori, su tutti ovviamente Ellen Page, che danno freschezza e gioia a Juno, così come i colori vivaci degli ambienti interni/esterni, gli abiti, gli oggetti (di culto il telefono-hamburger) e la colonna sonora composta da brani originali cantati dagli stessi Page-Cera e da canzoni indie rock godibilissime a rendere la visione un momento commovente e divertente e il film un'oasi da ricordare.



15 febbraio 2012

Hugo Cabret

Andiamo al cinema.



In un mondo cinematografico che vede nel 3D solo un’occasione di guadagno e di stupore, fortunatamente c’è ancora chi si avvicina al mezzo con voglia di emozionare sperimentando tutte le sue potenzialità.
Questo qualcuno in questo caso ha il nome di Martin Scorsese, poliedrico regista che dopo averci inquietato con il thriller psicologico Shutter Island e aver dedicato un sentito documentario omaggio ad Elia Kazan, torna nei cinema per raccontare quella che è a tutti gli effetti una magica e sorprendente favola.

Il protagonista si chiama Hugo Cabret, ha 12 anni e lavora nella Gare de Lyon a Parigi aggiustando e regolando gli orologi della stazione. Questa stazione è diventata la sua casa, rimasto orfano dapprima della madre e poi dell’amato padre, mastro orologiaio, le sue giornate passano osservando il tran tran quotidiano dei lavoratori della stazione e sfuggendo alla temibile guardia Gustav (un quasi irriconoscibile Sacha Baron Cohen, Borat per capirci) che non si fa scrupoli a mandare all’orfanotrofio tutti i bimbi sperduti che trova.
In questo caleidoscopio frenetico e colorato inizia la sua avventura che vede al centro del mistero un automa che il padre cercava di aggiustare e che ora Hugo vuole riuscire a recuperare. Per far questo la sua intelligenza e la sua prodezza di ladro lo fanno scontrare con l’anziano e rigido George, venditore di giocattoli ma soprattutto con la sua figlioccia, Isabelle, divoratrice di libri e amante delle avventure.
Insieme non solo riusciranno a mettere in funzione l’arcaico robot ma scopriranno un segreto che agli appassionati e studiosi si cinema farà brillare gli occhi, perché Hugo Cabret è un omaggio al grande sognatore, al regista di trucchi e magie George Méliès!
Al pari dei Lumière tra i fondatori del cinematografo e che ne ha visto da subito le potenzialità magiche, George merita la visibilità e la stima che in questa colorata e trepidante favola gli viene data.
Candidato a ben 11 Oscar, tra i quali quello per miglior film e già vincitore ai Golden Globes per il miglior regista, il film ha tutte le carte in regola per vincere.
Perché nonostante qualche impaccio in dialoghi e scelte di trama, riscoprire Le voyage dans la lune e gli altri indimenticabili lungometraggi del regista francese, restaurati e resi tridimensionali, provoca un tuffo al cuore senza tempo!

14 febbraio 2012

Muffins al cacao!

Il Fabbricatorte

Visto il grande successo (mio e di chi li ha provati) dei precedenti muffins, ho deciso di rifarmi. Questa ricetta è più cioccolatoso e dedicata a chi preferisce un sapore più deciso nei dolci. Un'idea speciale e veloce perfetta anche per un San Valentino last minute!

INGREDIENTI

370g di farina
200g di zucchero
1 cucchiaino di sale
3 cucchiaini di lievito
1 uovo
300ml di latte
100g di cacao amaro
75ml di olio d'oliva
50g di gocce di cioccolato fondente

PROCEDIMENTO

Mescolare assieme farina, zucchero, sale, lievito e cacao disponendo infine il composto a fontana. A parte sbattere l'uovo assieme al latte e all'olio ed unire poi il tutto mescolando bene. Per ultimo unire il cioccolato fondente (anche questa volta o a gocce o da una barretta di cioccolato spezzettata).

Versare l'impasto negli stampini per muffins precedentemente imburrati e infarinati  (non necessario per quelli in silicone) riempiendoli per 3/4 e mettere in forno per 20-25 minuti a 200° e... Buon Appetito!



9 febbraio 2012

L'amore che Resta

Andiamo al Cinema (un po' in ritardo).


Paragonare L'amore che resta ad Harold & Maude, il piccolo cult del 1972 viene quasi naturale. Inizialmente almeno le cose in comune sono molte: il fascino cupo del protagonista Enoch, la sua tendenza al silenzio rotto solo da paradossali dialoghi con il fantasma di un kamikaze giapponese ma soprattutto il piacere che prova nell'imbucarsi ai funerali altrui. Proprio in uno di questi conosce la sua Maude, che ha però le sembianze giovani e belle di Annabel, una ragazza fragile e sorridente, appassionata naturalista. L'amicizia e l'amore che tra i due nascerà sarà forte e romantico, imparando a conoscersi e a rispettare i propri spazi e i propri traumi vivranno intensamente il tempo a loro concesso riuscendo entrambi, nonostante tutto, a guarirsi.

L'ultimo film di Gus Van Sant ha il sapore retrò e toccante dei tempi di Will Hunting-Genio ribelle, abbandonati gli estetismi di Paranoid Park e la politica di Milk, L'amore che resta rappresenta un piccolo gioiellino, semplice e diretto che emoziona e coinvolge. Il merito va certamente ai giovani attori, l'emergente Mia Wasikowska e il figlio di Dennis Hopper, Henry. Forse declinato più al pubblico femminile, vedi i vestiti splendidi indossati da Annabel e il fascino del protagonista, non lascerà però distanti i maschietti, perché l'amore, con i suoi insegnamenti, è universale!

8 febbraio 2012

American Horror Story

Quando i film si fanno ad episodi.

Il titolo giusto per descrivere bene questo telefilm dovrebbe essere: "Quando i film horror si fanno ad episodi". Sì, perché la nuova invenzione di Murphy e Falchuck, già firme di Nip/Tuck e Glee (due che sanno come conquistare il pubblico quindi) non solo mette ansia e tiene alta la tensione ma sa anche spaventare come si deve riproducendo i canoni classici di un horror puntata dopo puntata. Protagonista è infatti una vecchia casa di inizio '900 a Los Angeles in cui la famiglia Harmon si trasferisce per cercare di rimettere insieme un matrimonio che dopo la perdita di un figlio e il tradimento del marito psicologo scricchiola fin troppo. Ma le stranezze si fanno da subito sentire: una vicina invadente, una cameriera che alla moglie appare come un'anziana signora mentre al marito come una provocante e bella giovane, apparizioni e rumori svelano man mano il vero segreto di questa abitazione: chi ci muore non ci esce. Fantasmi la abitano quindi da anni, e la convivenza sarà tutt'altro che facile per gli Harmon, soprattutto quando la moglie Vivien resterà incinta e tutti nella casa iniziano a desiderare il suo bambino.

Con un finale molto discutibile si è conclusa da poco la prima stagione, ora ci sarà da aspettare la seconda per capire come le vicende potranno evolversi e come riusciranno a tenere testa ad episodi con un tasso d'adrenalina così forte.
Di sicuro la bravura degli attori saprà aiutare, una fra tanti, Jessica Lange alla sua prima volta in TV che nemmeno con l'arrivo dei 70 anni ha visto sfiorire la sua bellezza.


7 febbraio 2012

Non è un Paese per Vecchi

Film da Oscar. -2008-


Premio Oscar per:
  • Miglior film
  • Miglior regia (Ethan e Joel Coen)
  • Miglior attore non protagonista (Javier Bardem)
  • Miglior sceneggiatura non originale
I fratelli Coen, si sa, ci sanno fare. E con Non è un paese per vecchi consacrano finalmente tuta la loro bravura visionaria e ironica che alle spalle ha già successi indimenticabili come Il grande Lebowski o L'uomo che non c'era. Con questo film infatti, non solo conquistano pubblico e critica ma fanno incetta di Oscar, accaparrandosi tutti i premi maggiori ai quali erano candidati.

La storia ambientata in un polveroso e desertico Texas vede protagonista  Llewelyn, spiantato e solitario marito che durante una battuta di caccia trova i cadaveri di una banda messicana e si impossessa di una valigetta colma di denaro proveniente da una partita di droga. La sua fortuna non ha però fatto i conti con Anton, spietato e freddo killer che si mette sulle sue tracce per riprendere i soldi lasciando dietro di sé una sequela infinita di morti e di sangue. A sua volta però, Anton sarà pedinato da Carson, chiamato dal capo a mettere a freno la sua follia omicida che corre ormai per le strade dell'America senza remore o rimorsi.
Ma se nel sangue una cosa è nata, nel sangue essa dovrà finire.
A cercare di capire qualcosa dell'accaduto, oltre che a razionalizzare i fatti, c'è lo sceriffo Ed Tom Bell, voce narrante del film, uomo solo e ormai non più preparato per stare in un mondo così crudele e malato, un mondo in cui il denaro supera gli affetti, un mondo in cui non sembra esserci più posto per i vecchi.
Con il suo sogno enigmatico si conclude il film che lascia lo spettatore sorpreso e attonito, dopo l'adrenalina e l'ansia che lo stato di continua fuga di Llewelyn ci aveva lasciato, questa pace, questo silenzio, sembrano così irreali.

6 febbraio 2012

Biscottini ai Cereali!

Il Fabbricatorte.

Nella dispensa riposavano ormai da qualche tempo dei cereali al cioccolato. Buttarli non si può, quindi perché non  riutilizzarli per dei buonissimi biscottini?

INGREDIENTI

200g zucchero
150g burro
30g fecola
230g farina
1/2 bustina di lievito
2 uova
cereali quanto basta

PROCEDIMENTO

Impastare lo zucchero con il burro e il rosso dell'uovo. Aggiungere il burro ammorbidito o fuso, la farina, la fecola e il lievito, in ultimo incorporare gli albumi montati a neve.
Con il composto ottenuto formare delle palline aiutandosi con un cucchiaino e passarle nei cereali. Posizionarli in una teglia da forno coperta con la carta apposita ed infornarli a 180° per circa 10-15 minuti e... Buon Appetito!



5 febbraio 2012

Me and You and Everyone We Know

Once Upon a Time. -2005-

Miranda July è un'artista contemporanea che negli anni è riuscita a farsi un nome. Nel 2005 ha deciso di cimentarsi con il cinema con un piccolo film difficile da classificare nel suo genere ma che sa incantare. You and me and everyone we know presenta una serie di personaggi decisamente particolari, c'è l'artista alla ricerca del successo che per mantenersi porta in giro gli anziani, c'è un neo divorziato commesso in un negozio di scarpe che cerca un nuovo equilibrio con i figli alla scoperta della loro sessualità e attaccati al computer, ci sono due giovani e discinte ragazze, c'è una curatrice d'arte, c'è una bambina che già sogna il suo matrimonio e mette da parte la sua futura dote.
Questo caleidoscopio di persone si intrecciano e si scontrano, alla ricerca di soddisfare i loro desideri, con l'amore a far loro da sfondo perché tutti loro, nel bene e nel male, questo cercano.

Colorato e disincantato, certamente di una narrativa diversa, il film ci fa vedere il mondo e i suoi oggetti con occhi nuovi, romantici e sognanti.



4 febbraio 2012

The Help

Andiamo al cinema.


Gli anni ’60 sono gli anni colorati del rock ‘n roll, gli anni del femminismo e del perbenismo. Ma sono soprattutto gli anni delle rivendicazione dei diritti, delle marce di protesta di Martin Luther King, delle lotte al Ku Klux Klan.
Su questo sfondo (scenografico e musicale) si muove il film The help, rivelazione dell’anno, già vincitore ai Golden Globes per la categoria miglior attrice non protagonista e ora in corsa per gli Oscar come miglior film.

Al centro delle vicende un vero scontro culturale e razziale, tra le donne bianche ricche e superficiali e le loro domestiche di colore, sfruttate e sottopagate che gestiscono la loro casa e crescono i loro figli. Il rapporto di sfiducia, di diffidenza è però spezzato dall’intraprendente Skeeter, aspirante giornalista/scrittrice che decide di parlare proprio della condizione delle domestiche e di farlo dal loro punto di vista. Inizialmente solo Aibileen e Minny accetteranno di parlare con lei per avviare questo progetto, le loro storie, commoventi e divertenti apriranno uno squarcio sull’ipocrisia di una società raccontata da chi da sempre è costretto a vivere ai margini e nella paura. Ma l’iniziativa di Skeeter sarà ostacolata proprio dalle sue vecchie amiche, casalinghe fallite più impegnate per la beneficienza di facciata che per l’uguaglianza in casa. Le loro storie e le vicende delle donne di Jackson si intrecciano  e vanno a confluire nel romanzo che sconvolgerà menti e paradisi domestici, mentre gli uomini stanno ai margini, relegati a ruoli minori di spettatori.

Le attrici in questo film incantano, e non solo per la loro eleganza (i vestiti d’epoca sono tutti meravigliosi) ma soprattutto per la loro bravura. Jessica Chastain dopo aver incantato in The tree of life riesce a risultare veramente odiosa nel ruolo della perfida Celia, così come Viola Davis e Octavia Spencer incarnano alla perfezione la bontà e la forza delle madri nere.
Tratto dall’omonimo romanzo del 2009, The help mette molta carne a fuoco, le vicende da raccontare sono tante e anche se il tema della discriminazione le accomuna tutte, fanno sì che il film si prolunghi, forse troppo, per cercare di mostrare la conclusione di ogni vicenda. Il lieto fine è però dietro l’angolo, così come la commozione che molte volte affiora e prende, ma quello che più riesce al film di Tate Taylor è riuscire a farci sorridere e ridere,  e riflettere, perché gli anni della discriminazione non sono poi così lontani.