3 settembre 2025

Venezia 82 - The Voice of Hind Rajab

Non è facile scrivere di un film come The Voice of Hind Rajab.
Perché come da schieramenti e pregiudizi dal momento in cui è stato presentato in concorso, è più di un film.
È un atto politico, una presa di posizione della regista e della Mostra, è un documento soprattutto, che parla dell'odore di oggi in Palestina.
Ma qui si parla prima di tutto del film in sé.
Che è potente, che fa male, che non può lasciare indifferenti.


La regista Kaouther ben Hania parte dalle vere registrazioni e le richieste d'aiuto tra la croce rossa palestinese (la Mezza Luna Rossa, in realtà) e Hind Rajab, 6 anni, nascosta in un auto crivellata di colpi da parte di un carro armato israeliano e circondata dai cadaveri della sua famiglia.
Cerca aiuto e quell'aiuto è rappresentato da un'ambulanza che si trova a soli 8 minuti di distanza. Ma ci vorranno ore per raggiungerla in un esito tutt'altro che felice che passa attraverso una burocrazia che questo aiuto lo vuole bloccare, passa attraverso la rabbia e la frustrazione di operatori che non sanno come agire e possono solo stare al telefono, a rassicurare Hind, starle vicino e sperare che la situazione si possa sbloccare.
Noi la vediamo solo in foto, la sua voce invece è proprio la sua mentre Kaouther ben Hania ha ricostruito le azioni e le voci degli operatori con attori. Un unico ambiente, una famiglia che si scontra fra sé e con un mondo là fuori che fa orrore.
La telefonata che ha fatto il giro dei social indignando il mondo ma cambiando poco a livello politico o militare, diventa così un film in cui rimanere indifferenti è impossibile, schiacciati dalla tensione ma anche dall'umanità che ne esce mostrandoci solo alla fine la verità, quell'auto, quel pezzo di Gaza, che non c'è più.

Si parla già di Leone d'oro e c'è già chi polemizza per una decisione politica, ma Kaouther ben Hania non è certo una regista alle prime armi, con L'uomo che vendette la sua pelle era stata il mio colpo di fulmine sempre qui a Venezia, con Quattro sorelle era arrivata alla nomination agli Oscar, e ora si conferma uno sguardo capace di trasmettere la realtà e di scuotere coscienze.
Se il Leone sarà suo, sarà meritato.

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