Sotto le Nuvole
Gianfranco Rosi è sempre lui.
Documentarista puro, che piazza la sua macchina da presa, riprende scene di vita più o meno comune e poi lima il suo messaggio con il montaggio.
Punta il suo sguardo su Napoli, sulle sue contraddizioni, sul suo espandersi su, su fino al cielo con un Vesuvio che fa paura e giù, giù, sottoterra con i tunnel dei tombaroli che vanno a scavare e rubare reperti di quando il Vesuvio ha portato morte.
In mezzo, la vita comune. Quella di cui cresce e deve studiare, quella di chi ha paura e chiama le emergenze per capire che fare, in caso di terremoto privato o naturale, e chi indaga e cerca di fermare la vita sotterranea.
Uno sguardo che in quel di Napoli si carica di involontaria ironia, che alleggerisce la visione e la arricchisce bella com'è con un bianco e nero di rara bellezza.
Un documentario alla Rosi, su Napoli, che stupisce.
Mi accontento di questa soddisfazione.
Ghost Elephants
Un leone d'oro che ancora ruggisce, anzi, facciamo che barrisce.
Werner Herzog ci porta in Africa alla ricerca di misteriosi Elefanti fantasmi, una specie che si crede estinta di dimensioni maggiori rispetto a ogni altro mammifero terrestre e di cui il ricercatore Steve Boyes è ossessionato.
Dopo anni di spostamenti, telecamere nascoste e coli con droni e solo qualche fotografia a poter supportare la sua tesi, parte e si affida ai cacciatori locali, alle loro tecniche antiche fatte di lettura di orme e segni, in un viaggio lungo settimane tra strade sterrate e fiumi da guardare.
Si parte da Washington in realtà, dallo Smithsonian che conserva un esemplare, Henry, si questi elefanti e come per il capitano Acab ci si imbarca per questa missione. Come sempre, ad immagini di rara bellezza si alternano i commenti, le riflessioni, le stoccate di Herzog a rendere unico e personale in documentario naturalistico. Il suo umorismo, come il suo saper trovare connessioni e contraddizioni in re di capanna, in tribù che sembrano tribali ma usano senza problemi gli smartphone.
Adorabile come sempre, con una sguardo attento a raccontare le ossessioni, un leone che andava celebrato.
Nuestra Tierra
L'ex presidente di giuria Lucrecia Martel mette da parte la finzione per raccontare una storia che nei libri di scuola non viene mai studiata. Se si parla di scoperta dell'America, com'è che non si parla di chi in America c'era già? Di chi ha visto le sue terre espropriate e la sua vita messa all'angolo? È ancora così per i Chuschagasta, oggi, che devono combattere con le poche armi a disposizioni avendo la burocrazia sempre contro. Anche quando uno di loro viene ucciso.
Ci sono i filmati, ci sono le testimonianze, ma servono 9 anni per portare a processo chi era sulle loro terre per ricominciare a sfruttarle.
Il processo per la morte di Javier Chocobar è l'occasione da cui parte Martel per raccontare la storia dei Chuschagasta e con loro quella delle terre che abitano, coltivano e vivono. Di una vita fatta di grandi spazi e pochi averi, di libertà che si scontra con i pregiudizi e il razzismo. Raccoglie testimonianze, raccoglie racconti e fotografie in un documentario classico, forse troppo, ma che smuove coscienze e invoca giustizia.
Neanche a dirlo, era il film scelto da mamma nel suo abituale giorno di visita. Da qualcuno avrò pur preso i gusti che vanno a premiare documentari, minoranze.
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