4 settembre 2025

Venezia 82 - In the Hand of Dante

Un film nato sotto una cattiva stella, quello che credevo un adattamento americano della Divina Commedia e che per fortuna non è.
O non del tutto, almeno.
I diritti comprati da Johnny Depp prima, i tentativi sempre falliti di realizzarlo, alla fine l'entrata in scena di Julian Schnabel e Oscar Isaac a rimpiazzare Depp, e quando tutto sembrava andare per il verso giusto con la presentazione a Venezia e premio Cartier da ritirare per il regista, ecco che il film sbuca interamente on line, ecco le polemiche inutili contro Gal Gadot e Gerard Butler per il loro (passato?) sostegno all'esercito di Israele.
Partono i boicottaggi, si alzano gli scudi.
Ma alla fine, cos'è e com'è questo The Hand of Dante?


Difficile dirlo, ma difficile davvero diviso com'è in scene che ricostruiscono come Dante Alighieri ha scritto la sua Commedia e un presente (che corrisponde al 2001) in cui uno scrittore maledetto come Nick Tosches che di Alighieri è fan viene coinvolto in una truffa per rubare, autenticare e vendere l'originale mai visto da nessuno della Commedia, già trafugato dal Vaticano e finito nelle mani di un boss mafioso in Sicilia.
C'è tutto questo, compresi omicidi a volontà, un amore improvviso e totalizzante, cammei a non finire.
Qualche nome? Martin Scorsese (che il film lo produce), Al Pacino, Sabrina Impacciatore, Claudio Santamaria, Franco Nero, John Malkovich.
Il film, senza troppo giri di parole, è brutto.
E verrebbe voglia di dire che è così brutto da fare il giro e diventare uno scult di cui ridere e di cui prendersi gioco, ma nemmeno in questo riesce del tutto.
E, frase che mai avrei pensato di scrivere, perde parte del suo fascino con l'uscita di scena di Gerald Butler, sicario senza scrupoli e senza peli sulla lingua ma personaggio quanto mai divertente che regge più di Isaac la prima parte del film. Dopo di lui, arriva Jason Momoa che prova pure a fare il siciliano con qualche "minchia!" urlato qua e là fino ad arrivare a un finale ad alto tasso di assurdità che rende ancora più imbarazzante la visione e ogni sostegno a questo film.

Confuso e pazzo, alterna bianco e nero e 4:3, si fa un po' film in costume con l'italiano di Dante che diventa inglese, un po' noir moderno a cui si fatica a credere.
Un pasticciaccio davvero indifendibile, e per i motivi giusti.

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