8 novembre 2015

Rumour Has It - Le News dal Mondo del Cinema


Il suo ultimo film lo si può ancora gustare nelle sale, e con The Walk Robert Zemeckis è riuscito ancora una volta a raccontare una grande impresa con tanto, tanto cuore.
Ora però pensa al futuro, pensa alla II Guerra Mondiale dove il suo prossimo progetto verrà ambientato.
Protagonisti saranno niente meno che Brad Pitt e Marion Cotillard, nei panni di una coppia di spie che collaborano e finiscono -ma dai- per innamorarsi. Peccato che lei faccia il doppio gioco.
Sulla carta non sembra davvero nulla di originale, non resta che sperare che i gran nomi coinvolti riescano invece a colpire nel segno. A sostenere questo punto di vista, la sceneggiatura di Steven Knight.

Non sta fermo nemmeno Wim Wenders, che dopo Ritorno alla Vita presentato a Berlino, e l'imminente The Beautiful Days of Aranjuez in post produzione, ingaggia il bel James McAvoy come protagonista di Submergence.
Tratto dall'omonimo romanzo di J.M. Ledgard vede protagonista un'altra coppia, costretta però alla lontananza: lui è prigioniero degli jadisti somali, lei in preparazione per una difficile immersione nell'oceano.
Strano? Ci penseranno i flashback del loro primo incontro a dare quel romanticismo in più.

Il suo nome è sulla bocca di tutti dopo il rilascio del trailer di Warcraft, ma Duncan Jones da queste parti si è fatto apprezzare particolarmente con Moon, il suo esordio. Dopo essere stato tentato dal cinema più commerciale con Source Code, il figlio di David Bowie potrebbe tornare alle origini riuscendo a sviluppare un progetto che tiene chiuso in un cassetto da 12 anni, assieme alla graphic novel inedita da cui lo trarrà. Si tratta nuovamente di un film sci-fi, ambientato nella Berlino di 40 anni nel futuro, dove un barista muto che ha perso il suo amore, incontrerà due chirurghi americani che possono aiutarlo.
L'ambientazione e la storia fanno presagire qualcosa di molto succulento, come l'entusiasmo irrefrenabile di Jones che ha assoldato Paul Rudd e Alexander Skarsgård come protagonisti.
Non ci resta che aspettare e sperare davvero di vedere qualcosa fuori dall'ordinario.

Alla faccia dei piccoli film a budget ridottissimo che l'hanno da sempre contraddistinto, ora Shane Carruth si trova tra le mani un cast di prim'ordine che volge senza troppi dubbi al commerciale. Anne Hathaway, Keanu Reeves e Daniel Radcliffe ma anche Chloë Grace Moretz, Jeff Goldblum, Tom Holland, Asa Butterfield e Abraham Attah, saranno infatti i protagonisti di The Modern Ocean.
Ancora poco si sa sulla trama, se non che sarà di ambientazione marina, ma visti i nomi coinvolti si prospetta un bel cambiamento per il regista di Primer.

È sempre così, quando parte un biopic, ne partono sempre degli altri. In questo caso, prima c'è addirittura un documentario che ha convinto e coinvolto fin da Cannes, ma ora la vita di Amy Winehouse potrebbe esserci proposta ben due volte.
Da una parte abbiamo il controverso progetto del padre della cantante, che detiene anche i diritti delle sue canzoni, dall'altra quello di Kirsten Sheridan che ha già scelto come protagonista Noomi Rapace. Il problema più spinoso, vista la contemporaneità dello sviluppo, sarrà assicurarsi di poter utilizzare le canzoni della cantante inglese.
Staremo a vedere.

Concludiamo le news con una bella notizia, perchè probabilmente fino allo scorso anno nemmeno J. K. Simmons pensava di poter mai fare il protagonista in un film. Abituato a ruoli marginali, di spalla o di comparsa, dopo l'Oscar per Whiplash fa solo piacere sapere che sarà lui al centro del nuovo film di Kurt Voelker. In The Bachelors sarà un padre che rimasto vedovo cerca di rifarsi una nuova vita in una nuova città assieme al figlio, anche lui deluso in amore. Ma nuove storie sono dietro l'angolo e questo è il tipico piccolo progetto che potrebbe tanto piacerci!

7 novembre 2015

Non Essere Cattivo

Andiamo al Cinema

Era un lunedì mattina di settembre, ero a Venezia, nella mia stanza di fortuna, e la sveglia per una volta era puntata sul tardi.
I giorni prima erano stati quelli più frenetici: levatacce per organizzarsi con i vaporetti, nottate per riuscire a vedere tutto, a scriverne anche, per la folle decisione di un festival che nei suoi primi giorni ha ammassato tutto quel che più si aspettava.
Il lunedì, invece, sembrava la calma.
Un film italiano in programmazione, fuori concorso, ambientato in quella Roma di cui non avevo così voglia, con alla regia un nome mai sentito.
Potevo farne a meno, mi dicevo.
Potevo approfittarne per dormire finalmente qualcosina di più, per fare la spesa della sopravvivenza e tirare avanti per i prossimi giorni.
Tanto, nel caso, un film italiano in Italia esce sempre.
E infatti è stato così.
Peccato che ora, a distanza di due mesi, dopo aver letto solo un gran bene di Non essere cattivo, mi è dispiaciuto non avergli dato importanza, non aver ritagliato quel po’ di tempo, sottraendolo a me, a un regista che in molti, nella vita vera, hanno trattato probabilmente allo stesso modo.

6 novembre 2015

L'Odore della Notte

Once Upon a Time -1998-

Sono passati 15 anni da quell'esordio, da quell’Amore Tossico che faceva presagire una nuova voce nel cinema italiano, capace di raccontare lo sbando di una gioventù, entrarci dentro, tanto da creare un film neorealista quando il neorealismo sembrava ormai passato.
E invece, appunto, di anni ne sono passati 15.
In mezzo tante idee, tanti progetti, tante sceneggiature, via via però infrante, naufragati, chiuse in un cassetto.
Finché una di quelle idee, uno di quei progetti, una di quelle sceneggiature, prende inaspettatamente il volo, prende vita, e Claudio Caligari torna sul set, torna a dirigere nella sua Roma, nelle sue borgate.

5 novembre 2015

Silenzio in Sala - Le Nuove Uscite al Cinema

Dopo una settimana di apparente calma, arrivano dei gran titoli da 90 al cinema!
Non solo 007, però, anche chi non ama la spia che arriva dall'Inghilterra, avrà di che gioire, tra film che parlano di grandi amori, a ritorni nostalgici in versione animata.
In più, tante piccole pellicole d'essai.
Insomma, ce n'è per tutti, basta andare consigliati:

Spectre 007
Il capitolo 24 della saga dell'agente segreto meno segreto del Regno Unito, è finalmente arrivato!
Pronti a ritrovare Daniel Craig per l'ultima volta nei panni di James Bond? Pronti ad un'altra rocambolesca regia di Sam Mendes? Pronti a scoprire se sarà meglio la bond lady Monica Bellucci o la bond girl Léa Seydoux?
Io sì!
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Freeheld: Amore, giustizia, uguaglianza
Dopo aver conquistato l'Oscar per la toccante interpretazione di Alice, Julianne Moore resta nei panni di una malata, questa volta di cancro, che si batte con tutte le sue forze per far valere i diritti di erede della compagna, scontrandosi contro un sistema e delle leggi che non tutelano gli omosessuali.
Si prevede parecchia intensità, a farle da spalla, la bravissima Ellen Page, più Michael Shannon, Steve Carell e Zach Galifianakis.
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45 anni
Amanti dei vecchini, questo film fa per noi.
Al centro della vicenda, un amore lungo 45 anni, pronto a festeggiare come si deve un tale anniversario, ma che forse vero amore non è.
C'è un passato che bussa alle porte del cuore, e che porta la coppia a riflettere.
Charlotte Rampling e Tom Courtenay sono stati entrambi premiati a Berlino.
Da vedere.
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Rock the Kasbah
Bill Murray, Bruce Willis, Kate Hudson, Zooey Deschanel, un cast che è un signor cast.
Ma a guardare la trama, che ruota attorno alle disavventure di un manager musicale bloccato senza soldi né documenti in Afganistan, e scopre la bellissima voce di una giovane ragazza del luogo, non tutto è oro quel che luccica.
Si prevedono risate, ma non così grasse.
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Snoopy & Friends – Il film dei Peanuts
I disegni in computer grafica fanno storcere il naso ai puristi delle strisce di Charles Schulz, ma diciamocelo, non c'è comunque tanta voglia di rivedere Snoopy, Charlie Brown e tutto il resto della banda su grande schermo?
E allora, si accetta anche questa loro nuova natura, per amore di una ragazzina con i capelli rossi da conquistare.
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Alaska
Ancora la bella vita nostrana, dove invece girano droga e soldi sporchi.
Per arrivarci, però, si parte dalla Francia dove Fausto lavora in un hotel e incontra l'aspirante modella Nadine, e per lei finirà in carcere.
Il loro amore, esclusivo, caratterizza la storia di queste solitudini, che sembra fin troppo pesante rispetto alle altre uscite, nonostante la presenza di Elio Germano.
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Corpi
A proposito di serietà, ecco la proposta d'essai della settimana in arrivo dalla Polonia.
Protagonista, una malata d'anoressia che viene affidata dal padre a una curatrice che crede di parlare con i morti, e cerca di risolvere il rapporto rimasto irrisolto con la madre. Ovvio che lo scetticismo si farà strada.
Nonostante il tema, aria di pesantezza.
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Il Prezzo della Gloria
Solitamente dei francesi ci si fida, anche se raccontano una storia stralunata come quella di due poveri diavoli che decidono di rubare la salma di Charlie Chaplin per arricchirsi.
Invece questa volta c'è gran poco da salvare, leggete QUI cosa ne scrissi a Venezia lo scorso anno.




Condotta
Siamo nella Cuba più degradata, quella in cui i bambini sono costretti a cavarsela da soli, ad affrontare violenze, malattie, diseducazione.
Aria di pesantezza anche qui.
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Malala
Al centro di questo documentario, la storia dell'attivista pakistana Malala Yousafzai, colpita in un attentato assieme alle sue giovani compagne di scuola e diventata la più giovane vincitrice del Premio Nobel per la pace nel 2014 per le sue parole e il suo impegno politico.
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4 novembre 2015

Amore Tossico

Once Upon a Time. -1983-

Claudio Caligari, classe 1948, corta filmografia:
Amore Tossico, 1983.
L’odore della notte, 1998.
Non essere cattivo, 2015.
Proprio quest’ultimo, presentato a Venezia, scelto come film italiano per rappresentarci nella categoria miglior film straniero agli Oscar, è stato la molla fondamentale per farmi finalmente conoscere e apprezzare questo regista.
Un regista colpevolmente mai sentito, mai letto in nessuno dei testi di storia del cinema universitaria, i cui film sono passati in sordina, ai più, a me, finora.
Partiamo queste breve, purtroppo brevissima riscoperta, a partire dal suo esordio nel cinema della finzione, dopo una manciata di documentari che già parlavano di un tema che non lo abbandonerà mai: la droga.


L’ambiente sarà sempre quello, la Roma di borgata, Ostia.
I protagonisti giovani di strada, coatti e sinceri, che della droga si inebriano, uniti tra loro in amicizie particolari, vere.
Amore Tossico questo racconta, l’arrivo di una droga pesante come l’eroina, la rincorsa al prossimo buco, tutti i mezzi possibili per arrivarci, per racimolare abbastanza soldi, muovendosi come un branco a caccia.
Come in un film neorealista, come un film pasoliniano, non ci sono attori professionisti qui, ci sono quei ragazzi che si muovono tra le strade romane, tutti coinvolti in passato, o ancora dentro, alla dipendenza, che si sparano in vena una dose e già cercano la successiva, che si impelagano in mille disavventure per riuscirci.
Per questo il film ha impiegato più del previsto per essere realizzato, aspettando le crisi di astinenza, aspettando il rilascio da eventuali arresti, modificando quella sceneggiatura, che sembra un documentario, che ha quel tocco unico che sa quanto mai di vero, ancora un volta.


Siamo immersi in quel mondo che sembra così distante, così sporco e impensabile nell'Italia del vivere bene: osserviamo, seguiamo Cesare e i suoi amici, dentro quegli anni ’80, dietro a quell’euforia che la droga comporta, che come in un Trainspotting romano lascia da parte –ma solo per poco- tutti i drammi che ne derivano: prostituzione, furti, overdose, morte, AIDS.
E proprio di questa moriranno anni dopo i tre personaggi principali.
Amore Tossico è così un continuo rimando tra finzione e realtà, con dialoghi, situazioni, più vere de vero, dentro quel degrado, dentro quei tormenti, di una gioventù allo sbando, di genitori che non li sanno contenere e capire, che si fa per noia, per piacere, per abitudine.
Amore Tossico entra così dentro, strappando risate amare, diventando un cult con frasi, con fatti, con situazioni, trovando in un tragico finale tutto il suo senso.
Facendo soprattutto pensare a un futuro roseo per quel regista che esordisce così potentemente, e che invece si dovrà aspettare più di 10 per trovare nuovamente in sala.


3 novembre 2015

Hand of God

Quando i film si fanno ad episodi.

Orfani di Sons of Anarchy, orfani soprattutto di tutto quell’odio che Ron Perlman sapeva suscitare nei panni del patrigno di Jax, tenetevi pronti, c’è una nuova serie che lo vede protagonista, e lo vede catalizzare l’odio dello spettatore.
O almeno il mio.


In Hand of God lo troviamo infatti nei panni di un ricchissimo giudice toccato da Dio.
Lo conosciamo nudo, immerso in una fontana del centro, a battezzarsi e pulirsi dai suoi peccati.
Cos'è successo?
Un trauma, probabilmente, uno shock emotivo per quel figlio che giace in ospedale in coma irreversibile dopo essersi sparato a causa dei sensi di colpa nei confronti di una moglie stuprata davanti ai suoi occhi.
Si è pronti a staccarlo dalle macchine che lo tengono in vita, quella moglie, distrutta dal dolore, vede una piccola luce in fondo al tunnel nel potergli dire addio, ma il giudice Pernell Harris, invece, non ci sta: Dio gli ha parlato, deve essere lui a trovare il colpevole, e così facendo, salverà la vita del figlio.
Tra allucinazioni rivelatorie e dialoghi soprannaturali, Pernell sembra sempre più inaffidabile, rischiando così di minare il piano di una vita del sindaco della città pronto con la sua colata di cemento a cementificare per sempre il rapporto con la multinazionale Brooks nella costruzione di un nuovo quartiere che cambierà per sempre l’assetto della città.
Come ben sappiamo, quando si mettono di mezzo politica e affari, tutto è concesso, e un pazzo che tiene le fila di molte proprietà, un pazzo che dice di parlare con il Signore e che inizia delle indagini private che portano, va da sé, ad omicidi, non è quello che ci vuole.
Avranno poco da fare una moglie insoddisfatta e preoccupata più per i suoi interessi che per l’amore della sua vita, quella nuora che è portata a soffrire nuovamente, più del dovuto, più della soglia umanamente sopportabile: Pernell è implacabile, e dalla sua ha un aiutante violento come lui appena convertito, e una coppia formata da un prete e una sensuale assistente che lo raggirano e lo rassicurano in cambio di denaro, in cambio di realizzare il loro sogno di predicatori di successo.


La serie prende così diverse vie, diverse storie da seguire, con altri personaggi il cui destino si intreccia a quello di Pernell, come la sua amante escort e un passato difficile, come i mille raggiri che quel sindaco che non ammette la sconfitta ha da fare.
Nonostante questo, nonostante le tante diramazioni, Hand of God si dimostra una serie solida, seriosa anche, ma mai fino ad annoiare.
Fin dall’episodio pilota approvato dal pubblico di Amazon che ha portato allo sviluppo di quest’intera stagione, la serie ha dalla sua un reparto tecnico notevole, guidato dal regista Mar Forster che mette in scena le allucinazioni sempre più veritiere e quanto mai inquietanti di Pernell, portando lo spettatore a dubitare più volte, a ricredersi e a cedere nuovamente a quanto sta seguendo, con una macchinazione che pian piano rivela i suoi ingranaggi.
Così rimane anche il finale, sospeso solo in parte, in cui si può credere o meno quello che si vuole.
Quello che è sicuro, è che Hand of God sa catturare lentamente, a suon di parabole e sensualità, costruendo un universo sfaccettato di personaggi, ognuno dei quali necessario e a tutto tondo per quanto sembri slegarsi man mano dalla linea principale.
Pernell/Ron Perlman compreso, anche se a prevalere, dal primo all’ultimo fotogramma, è quella sensazione di odio che fin da Charming si prova nei suoi confronti.



P.S.: Probabilmente lo avete notato, probabilmente visto il mio ritardo abituale nel rispondere ai commenti, no.
Sappiate comunque che da tre settimane a questa parte internet funziona a singhiozzi nella mia zona, motivo per cui aggiornare la pagina FB e rispondere a tutti è quanto mai problematico.
Sperando che sua maestà Telecom si sbrighi a risolvere il problema, portate pazienza, i mezzi di fortuna mi assistono giusto per postare quotidianamente, sigh.

2 novembre 2015

Veep - Stagione 4

Quando i film si fanno ad episodi.

E ci siamo.
Eccola qui la stagione incriminata, quella responsabile di un recupero lampo di una serie tanto osannata in patria.
Alla scorsa edizione degli Emmy, Julia Louis-Dreyfus, Tony Hale e Veep stessa, vengono premiati rispettivamente come miglior attrice comica, come miglior attore non protagonista in una comedy, e come serie comedy dell’anno, battendo rivali di alto livello come la favorita Transparent.
È forse perché quando si parla di politica, gli americani lo sanno fare un gran bene?
È forse perché qui le risate sono numerose, le riflessioni profonde, mentre nel prodotto Amazon, pur essendoci entrambe queste caratteristiche, viene sviluppato più l’elemento drammatico, cosa che potrebbe portare -come già per Orange is the New Black- a un cambio di settore per il prossimo anno?
Difficile rispondere.
Quello che è certo, è che Veep finora non aveva mai vinto l'Emmy di categoria, e ora che ci riesce, lo fa senza troppi dubbi con la sua stagione migliore.


I tentennamenti della prima, la solidità della seconda e della terza pur con certi schemi fin troppo ripetitivi, portano infatti a questo quarto anno dove a ben guardare il titolo dovrebbe essere cambiato.
Selina Meyer non è più Veep, non è più VicePresidente, è a tutti gli effetti il primo Presidente donna degli Stati Uniti.
Insediatasi con una gaffe, i problemi non finiscono di certo e riguardano più l’immagine che la sua rotta politica. Non troppo apprezzata dagli elettori, sotto l’occhio delle telecamere per il suo stile, per l’atteggiamento della figlia, per le spese della Casa Bianca, Selina non avrà vita facile anche perché la campagna elettorale va avanti, ci sono voti da conquistare per poter mantenere tutto quel potere.
E per farlo, va da sé, sono necessari dei sacrifici, a nome delle grandi lobby, o anche solo dei giornalisti alla ricerca di un capro espiatorio, e così in questa stagione vediamo uscire Dan e Amy dallo staff presidenziale, mentre anche i ruoli del non più così efficiente Gary e del gaffeuar Mike vengono messi in discussione.
Ma c’è spazio anche per new entry d’eccezione, con l’ex dottor House Hugh Laurie che compare nel carismatico ruolo di futuro Veep, che ruba spesso e volentieri la scena alla Meyer.


In 10 episodi carichi di quell’ironia secca e sottile, dove la comicità si fa ancor più mirata garantendo risate visto come ora si conosce il cast, tutto non può che portare alla grande notte delle elezioni.
Vista e rivista in film e serie televisive, abituati a quell’ansia, a quei numeri e a quei pronostici, Veep sa sorprenderci ancora una volta, lasciando in sospeso il futuro di Selina ma non quello degli spettatore. Perché una volta che provi Veep, non la lasci più.


Biglietto, Prego! - Il Boxoffice del Weekend

In un weekend caratterizzato dal bel tempo un po' ovunque, gli incassi non sono tra i più entusiasmanti, ma a dirla tutta nemmeno le nuove uscite erano così di grido.
A spuntarla, ancora una volta, un italiano, per la precisione Abatantuono che sorpassa Io che amo solo te, mettendo in mezzo pure un Vin Diesel, che ha di certo accontentato chi era alla ricerca di un po' di brividi da Halloween.
Restano fuori tutte le pellicole più impegnate, mentre viene premiato il Ghosthunters per famiglie.
A fare da fanalino di coda, il meritevole e divertente Bogdanovich.


I dettagli:

1 novembre 2015

Rumour Has It - Le News del Mondo del Cinema


Archiviamo una volta per tutte, il tema della forma fisica di Johnny Depp e parliamo della sua carriera che sembra trovare una piccola perla nel suo futuro.
L’attore è infatti pronto a collaborare con Edgar Wright, celebre per la sua Trilogia del Cornetto, che porterà su schermo Fortunately, the Milk tratto dall’omonimo libro per bambini di Neil Gaiman.
La storia? Le mille disavventure raccontate da un padre ai suoi figli di quello volta che uscì a comprare il latte. Tra alieni, piranha e pirati, ci sarà di che ridere!

Lizzie Borden continua ad affascinare Dopo un film Tv e una miniserie, le gesta di questa efferata serial killer che nel 1892 uccise con 41 colpi d’ascia il padre e la matrigna sarà presto portato anche su grande schermo.
A interessarsi della vicenda la regista belga Pieter Van Hees che coinvolge però due grandi nomi: sarà Chloë Sevigny ad interpretare la ragazza, mentre Kristen Stewart sarà la cameriera di famiglia nonchè probabile amante della Borden.
Si aspettano conferme e sviluppi sul progetto.

È sempre più tempo di reboot.
E dopo il Ghostbusters al femminile, arriva anche un Ocean’s Eleven in gonnella. Del progetto in realtà si parlava già un paio d’anni fa, ma la morte del regista della saga originale Jerry Weintraub aveva fermato il tutto. Ora pare che un primo copione sia già a disposizione e che a capitanare la squadra di ladri provetti sarà niente meno che Sandra Bullock. Alla regia, invece, potrebbe esserci Gary Ross.

Oltre che di reboot, è tempo anche per biopic. E si sta preparando l’ennesimo su Jackie Kennedy.
Non che se ne sentisse il bisogno, ma ad interpretare il presidente americano sarà Peter Sarsgaard mentre la malinconica Jackie avrà il volto di Natalie Portman.
Il film di Pablo Larraìn si concentrerà solo sui 4 giorni successivi all’attentato in cui JFK perse la vita, cosa già affrontata più e più volte. Si riuscirà a fare qualcosa di originale con questo punto di vista femminile?
Il dubbio resta.

Si prospetta un filmone quello di Luc Besson solo dal cast che è riuscito a riunire.
Dopo i già confermati Cara Delevingne, Dane DeHaan e Clive Owen, anche Rihanna avrà una sua parte in Valerian and the City of a Thousand Planets, tratto dall’omonimo comic book francese e ambientato in un futuro dove il pianeta Terra è minacciato.
Il risultato, visto anche il controverso Lucy, sarà da tutto da verificare.

Ancora fantascienza, ma questa volta più di cuore.
È decisamente interessante la premessa di The Discovery, che ipotizza un futuro in cui la presenza di vita dopo la morte è stata verificata. Con queste basi parte la storia d’amore tra Nicholas Hoult, il figlio dello scienziato responsabile di tale scoperta, e Rooney Mara che nasconde nel suo passato una tragedia che proprio da questa scoperta potrebbe cambiare le carte in tavola.
Alla regia, oltre che alla sceneggiatura, Charlie McDowell.

Un teen drama per Netflix, ma come c’è da aspettarsi dal colosso dell’on demand, non un teen drama qualunque.
13 Reasons Why racconterà infatti in 13 episodi i motivi che hanno spinto la liceale Hannah Baker a togliersi la vita, utilizzando le 13 registrazioni che la ragazza ha fatto, ognuna delle quali indirizzata a una persona diversa che ha contribuito a farle prendere questa decisione.
Ad interpretare Hannah sarà niente meno che Selena Gomez, che figura anche come produttrice esecutiva.
Da segnare.

Finito tristemente un Hannibal, Bryan Fuller si butta su nuovi progetti e decide di rispolverare un’Amazing Stories andato in onda negli anni ’80 e che vedeva coinvolto in prima persona Steven Spielberg, ma anche grandi nomi del cinema (Martin Scorsese, Clint Eastwood) impegnati a raccontare in ogni episodi una storia incredibile, che fosse fantastica o vera.
Al momento si sa che Fuller dirigerà il pilota, per poi retrocedere a produttore esecutivo.