22 settembre 2020

High Score

 Mondo Serial


Io con i videogiochi non ho mai giocato.

Certo, essendo cresciuta in un bar qualche partita a Puzzle Bubble a Trivial Pursuit o a Flipper era la norma.

Ma non ho mai avuto una consolle, dei floppy, il bisogno di connettermi per cercare il gioco giusto.

Mi sono persa qualcosa?

Sembra di sì. 

E visti i giochi immersivi che in molti paragonano ai film che escono oggi, il pensiero di non avere le abilità per recuperare fa un po' male.

Ho sopperito con il migliore amico che era ed è il vero appassionato. Tanto da provare a coinvolgermi con combattimenti di Mortal Kombat in cui pigio tasti a caso in ogni combinazione possibile per accontentarlo e facendomi diventare la mente dietro gli enigmi di Tomb Raider mentre lui era il "braccio" a muovere Lara Croft. Ah, i venerdì sera che abbiamo passato così!

Tutto qua.

Com'è allora che sono andata a vedermi una docuserie che di videogiochi parla?

Che ne analizza l'evoluzione, l'impatto, l'ingegno che ci sta dietro?



Per il lato umano e geniale che dietro bit e algoritmi c'è, per una qualità di narrazione che fin da subito è visibile e per una serie TV che dopo anni dalla sua chiusura perfetta resta ancora nel mio cuore.

Quand'è che verrà riscoperta Halt and Catch Fire, nel mio podio delle serie preferite, che mostra sviluppatori, ingegneri, appassionati a lavoro nella corsa alla tecnologia negli anni '80?

Netflix, mettilo in catalogo, il momento è quello giusto*!

Questa lunghissima premessa per dire che High Score è capace di appassionare anche un'atea e un'inesperta come me nello stesso modo in cui The Last Dance aveva fatto nei confronti del basket.

Un mondo a parte, costituito da quei nerd che ora sono i tipi cool, che con idee semplici ma geniali, con una curiosità, un'inventiva, un lavoro che nemmeno sembrava tale, hanno accumulato ricchezza e felicità. Hanno cambiato il mondo. O almeno, il loro e il loro settore.

Si parte dall'inizio in questo viaggio, dalle linee fisse di Pong passando per l'invasione aliena di Space Invaders e Pac-Man, i giochi di ruolo dagli albori di Dungeons and Dragons a quesiti in telefax fino ai mondi di Ultima, e per finire, la rivoluzione che è stata Doom.



Di mezzo ci sono le sfide epiche, quella fra Atari e Nintendo, quella fra Nintendo e Sega, con l'arrivo del Personal Computer a cambiare le carte in tavola.

Ci sono sfide effettive, fra giocatori a contendersi la medaglia del migliore al mondo, ci sono sfide di marketing e videogiochi che affondano un intero settore o lo fanno risorgere.

Ci sono le persone, sopratutto, che questi videogiochi li hanno pensati e sviluppati, ci sono le genesi delle loro idee, a partire da un fetta di pizza o da un pomeriggio al luna park, e ci sono quelle minoranze che in un settore diviso fra Giappone e America bianca trovano il loro posto e il modo per farsi sentire, cambiando il colore della pelle a dei giocatori di football, sfogando la rabbia repressa contro politici omofobi, trovando la propria identità nel crearla proprio dentro un videogioco.

Il racconto si fa così aperto e coinvolgente, con la struttura degli episodi che non lascia scampo alla noia ma si diverte a rendere la storia stessa parte di un grande gioco, riproponendola in chiave grafica e giocando fra suoni, icone, voci. Non a caso, a narrare High Score è nientemeno che Charles Martinet, la voce di un certo idraulico chiamato Mario.

Anche se il finale appare frettoloso e lascia fuori una fetta importante di videogiochi facendo sperare in una seconda stagione a coprire il terreno, la voglia di rispolverare Tetris, Pac-Man o di cercare il fantomatico GayBlade è così alta da fare di High Score un successo.

You win!



Voto: ☕☕☕☕/5

*a quanto pare è disponibile in replica su RaiPlay 

ma per un solo giorno dopo la messa in onda. 

Sigh.

8 commenti:

  1. Hai fatto bene a non giocare con i videogiochi, perché attivano i circuiti della dopamina che innesca un meccanismo di dipendenza e si resta "bamboccioni" per sempre.

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    1. Ma aiutano anche la coordinazione, l'intuito e a sviluppare strategie.
      Oltre che a sfogare ansie.

      Poi, se proprio vogliamo sognare, se ci avessi giocato come c'hanno giocato i protagonisti di queste storie creando così la loro e i loro videogiochi, potrei essere milionaria adesso!

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  2. Ecco, come dice Gus io sono un bamboccione, una serie quindi perfetta per me ;)

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    1. In ogni caso sei un bamboccione che si è divertito alla grande. Ci sono anche i bamboccioni sfigati che nemmeno conoscono i videogiochi.

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    2. Se con questi videogiochi c'hai giocato e li conosci, ti appassionerà anche più di me!
      Episodi sviluppati benissimo, grafica perfetta ;)

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    3. Lisa, purtroppo ho visto solo chi ci gioca e l'impressione è stata pessima.

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  3. Se è ai livelli di The Last Dance, mi sa che devo recuperarla. Considerando inoltre che con i videogame ho già un rapporto discreto, nonostante non sia un patito totale, potrebbe coinvolgermi ancora più di te!

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    1. Vedrai che ti verrà voglia di rispolverare il tuo Nintendo, a me ha fatto venir voglia di comprarne uno!
      Non sarà epica come The Last Dance, ma è fatta e strutturata benissimo.

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