The Darkest Universe

È già Ieri -2016-

Ha esordito parlando di un omicidio che tale non sembra, ha raccontato di aspiranti suicidi, di un'inaspettata coppia di assassini in fuga, e di pazzia artistica. 

E ora, con il suo secondo film, parla di una sparizione. 

Quella di una sorella e del suo fidanzato, scomparsi con la loro barca nei canali d'Inghilterra. 

A cercarli, è un fratello disperato, che sembra perfetto. 

Lui che tappezza la città di volantini, che crea un canale YouTube per tenere vive le ricerche mentre la polizia è preoccupata più per il suo stato mentale che non per chi sembra non voglia farsi trovare.

I flashback sul passato mostrano infatti una situazione meno perfetta. 

Zac è più concentrato su di sé, sul lavoro, sul rapporto complicato con la sua ragazza. 

Alice, la sorella, viene messa da parte, viene relegata su quella barca, troppo timida, troppo disordinata, troppo fragile per far fronte al mondo là fuori, al lavoro vero e proprio.

Per fortuna, lei conosce Toby, altrettanto solo, timido, capace di amarla.

E di organizzare un viaggio per provare un senso di libertà, neanche fossero due alieni.

La lunga ricerca di Zac che passa da momenti di disperazione a quelli di euforia, viene caricata su internet, in un modello pre-social di condivisione totale, in cui come sempre è il viaggio che conta, non la risoluzione finale. 

Alternando telecamerina a bassa risoluzione, sogni color seppia a flashback impegnativi, Will Sharpe racconta una storia più complessa mantenendo il suo stile eccentrico e particolare. 

Mettendosi in gioco in prima persona, coinvolgendo amici, fidanzata, gli attori già presenti in Black Pond. 

Forse meno immediato, ma comunque particolare, quest'universo nero è una chiara metafora dei disordini mentali.

Per quanto confusa, ribadisce l'attenzione che merita questa voce.

Trailer

Voto: ☕☕½/5