La Settimana di Halloween
Non Padre e figlia escono al cinema nella stessa annata.
Genere horror, anche se con meno brividi e meno colpi di scena che dovrebbe essere il tratto di famiglia.
Chi la spunta?
Trap
Non sempre ci si può fidare di M. Night Shyamalan.
Come per Woody, il gioco è capire se il suo ultimo film fa parte delle annate buone o meno in un gioco tutto interno all'internet che si aspetta colpi di scena e colpi di coda.
Ultimamente, c'è da dirlo, la striscia è nera.
Suggestivo ma poco riuscito Old, senza grande forza narrativa il biblico Bussano alla Porta e ora Trap. Che riporta in auge il buon Josh Harrnett che ci riporta a Philadelphia e che fin dal titolo è una trappola.
È una trappola il concerto della starlette pop Lady Raven per il protagonista e una trappola per noi spettatori, anche, che finiamo per fare il tifo per questo serial killer preciso e intelligente, che si camuffa e che si fa beffe di polizia e FBI con molta sagacia ma anche molta fortuna.
Ulteriore trappola diventa il film stesso, per quando gira e cambia la sua natura richiedendo ben più della classica sospensione dell'incredulità.
Trap funziona mentre siamo dentro ad un concerto sorvegliatissimo.
Funziona nel vedere espedienti e contromosse con cui il padre dell'anno Cooper cerca di proteggersi.
Ma quando si esce dal palazzetto e quando alla raccomandata Saleka è chiesto di andare oltre il ruolo della cantante, tutto si affossa. La figlia minore non è certo in grado di reggere il ruolo e si è più intenti a guardare espressioni vuote e trucco marcato che seguire le nuove possibilità di fuga di Cooper.
Difficile definirlo riuscito, nemmeno a metà.
Non è nemmeno un semplice divertimento, per un regista che non ci fa sentire in trappola, solo delusi dall'ennesimo titolo che non resta e non resterà.
Voto: ☕☕½/5
The Watchers
Da padre in figlia, la maggiore questa volta.
Se una ce l'ha piazzata come co-protagonista in Trap, l'altra esordisce alla regia sotto la sua produzione.
Mica scemo, il signor Shyamalan.
E non lo sembra nemmeno Ishana Night Shyamalan, che pur sbrigando in fretta il modo in cui un'americana finisce in un bosco sperduto dell'Irlanda, rende quel bosco e quel che nasconde molto affascinante.
Una comunità che sopravvive in una casa in cui sono vittime e protagoniste, inseguiti e seguiti da creature misteriose che non possono invadere quella casa.
La nuova arrivata che ha il volto di una Dakota Fanning finalmente tornata in ruoli da adulta, è presto istruita da un cast di comprimari appena abbozzati: ci sono confini, ci sono regole, ci sono sacrifici da fare. Tutto pur di tornare in casa prima del calare del sole.
Ma com'è ovvio, lei non ci sta e tenta la fuga, tenta i diversivi perché una vita così, che vita è per una che già si camuffava per evadere dal dolore personale?
The Watchers funziona proprio come Trap: finché si è in quella casa a vista la tensione c'è. Appena si esce, appena si scopre una verità con immancabile spiegone che si rifà ad antiche leggende folkloristiche, il fascino si perde e l'attenzione pure. La coda finale risulta così più posticcia del dovuto e decisamente poco sorprendente.
La figlia ha preso l'occhio e le passioni del padre, manca ancora l'unitarietà del racconto ma visto come si è involuto lui per primo, chissà che strada prenderà.
Voto: ☕☕½/5
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