10 giugno 2014

In The Flesh - Stagione 2

Quando i film si fanno ad episodi

In soli tre episodi lo scorso anno la serie aveva saputo dare un nuovo senso e una nuova strada al tema zombie, decisamente inflazionato e cannibalizzato ultimamente.
Lo aveva fatto in modo intelligente, come solo gli inglesi sanno fare, usando l'espediente per parlare di integrazione, di accettazione del diverso che non può che far pensare agli stessi problemi sorti a suo tempo con i malati di AIDS o con l'omosessualità. Se poi si aggiunge che il protagonista, Kieren, era ed è anche gay, bè, il quadro completo è stilato, e la serie dopo il meritato successo è stata rinnovata raddoppiando la sua lunghezza.


Molte cose cambiano in questi sei episodi, e, bisogna ammetterlo, alcune in meglio altre in peggio.
Lo scenario di Roarton a 5 anni dal grande risveglio non appare poi così mutato, con i malati di PDS che cercano ancora l'integrazione osteggiati però da un minor numero di persone. A smuovere le acque ci pensa l'arrivo di Maxine Martin, esponente politico del movimento estremista Victus che decide di instillarsi nella comunità e di guidarla secondo un suo preciso piano che poco a poco si manifesta. Ed è proprio questo nuovo cattivo il primo elemento tremolante, che funziona poco, ricco di cliché e abbastanza prevedibile, che poteva essere evitato.
Fortunatamente, a fare da contrappeso c'è il ritorno di Amy in compagnia dell'altrettanto misterioso Simon, discepolo dell'ULA (Undead Liberation Army) che sostiene e crede in un secondo risveglio e di cui Kieren non potrà che essere affascinato, nonostante i timori e le titubanze nei confronti del suo credo.
Nel frattempo, a casa Walker, non si capisce bene cosa succede, tra i genitori e Jem stessa che perde il suo carisma e la sua personalità interessante dell'inizio, cambiando umore e idea come il colore dei suoi capelli, facendo perdere alla serie un personaggio che poteva essere molto più decisivo.
A tenere testa, comunque, è la ricerca del primo risorto in quel di Roarton, chiave per la riuscita del secondo risveglio, e l'amore sempre più disperato di Philip per Amy, che regala sicuramente i momenti migliori di questa seconda stagione.


I momenti di calo, dunque, ci sono, e la serie sembra prendere una piega più volta alla risoluzione di un caso che metaforica, ma se il risultato è comunque appassionante, se l'ironia non viene risparmiata e se nel finale le lacrime scendono copiose (aiutate dalla commovente You di Keaton Henson), va bene anche così.
Anche perchè basta una storia toccante e potente come quella di Freddie, o l'inizio al cardiopalma ricco di terrore per risollevare il tutto.
Le possibilità di miglioramento e di proseguire in un'altra stagione ci sono tutte, con il mistero ancora a tenere banco, e con cuori infranti da riparare, in primis quelli degli spettatori.


9 giugno 2014

Biglietto, Prego! - Il Boxoffice del Weekend

Come c'era da aspettarsi, incassi sempre più a picco con il caldo che avanza! E così, a superare la soglia del milione c'è solo la Disney, mentre decisamente più indietro tutti gli altri, complici anche le nuove uscite non certo di richiamo. Spiace comunque che pellicole meritevoli come We are the best, Dom Hemingway e altre più incerte come Incompresa rimangano fuori dalla top 10, costellata di blockbuster e commedie. Resiste, stranamente, la Rohrwacher.


I dettagli:

1 Maleficent
week-end € 1.695.646 (totale: 8.812.676)

2 Edge of Tomorrow - Senza domani
week-end € 420.505 (totale: 1.931.199)

3 X-Men - Giorni di un futuro passato
week-end € 403.422 (totale: 5.502.934)

4 Three Days To Kill
week-end € 250.858 (totale: 250.858)

5 Goool!
week-end € 162.378 (totale: 558.526)

6 Tutta colpa del vulcano
week-end € 145.595 (totale: 146.397)

7 Le meraviglie
week-end € 100.745 (totale: 793.323)

8 Godzilla
week-end € 86.357 (totale: 4.994.925)

9 Fino a prova contraria - Devil's Knot
week-end € 44.343 (totale: 663.848)

10 In ordine di sparizione
week-end € 43.819 (totale: 149.020)

8 giugno 2014

Rumors Has It - Le News dal Mondo del Cinema


Nicolas Winding Refn si è proprio dato all'horror! In attesa di capire se il progetto The Bringing prenderà piede, il regista ha confermato via twitter che il suo prossimo film sarà I walk with the dead, che se tutto è rimasto uguale ad ottobre, vedrebbe Carey Mulligan protagonista e Polly Stenham alla scenegiautra, tacendo così le voci della sua misoginia.
Le riprese inizieranno a Los Angeles.

Dopo la perfetta performance in Locke, si infittisce l'agenda di Tom Hardy, chiamato da Alejandro González Iñárritu, per affiancare Leonardo Di Caprio in The Revenant. Il film non ha niente a che vedere con la serie TV francese, ma parlerà di un cacciatore di orsi abbandonato ferito dai suoi compagni che, ripresosi, inizierà il suo percorso di vendetta.
Il progetto era già passato per le mani di Park Chan-wook e John Hillcoat.

Il regista Damien Chazelle si è fatto notare al Sundance e all'ultimo Festival di Cannes grazie a Whiplash, film che vede protagonista un giovane batterista jazz e il suo rapporto con il severo insegnante del conservatorio. Per il suo prossimo progetto,si parla ancora di musica, anzi, di musical e sono in corso le trattative per fare di Emma Watson la protagonista femminile. La la land vede al centro della trama una coppia (musicista lui, aspirante attrice lei) che cercherà di vivere e sopravvivere nella spietata Los Angeles.
Si prevedono già scintille!

Un remake de I magnifici sette non fa ben sperare, ma se alla sceneggiatura trovi Nic Pizzolatto di True Detective e alla regia l'esperto Antoine Fuqua, il tutto si fa più interessante. Ora restano da capire i nomi che arricchiranno il cast, con Denzel Washington in trattativa e Tom Cruise, Matt Damon, Morgan Freeman e Kevin Costner in passato vicini al progetto.

La Disney forte del suo successo commerciale, continua a preparare e buttarsi su progetti in cui i puristi e i maggiori di 18 anni hanno paura.
Il primo riguarda il reboot di Indiana Jones che, dopo la possibilità di Bradley Cooper a ricoprire i panni che furono di Harrison Ford, vede ora in cima alla lista nientemeno che Robert Pattinson, già, proprio lui.
Aspettando che tutto venga messo a tacere con una smentita, lo studio ha invece annunciato che dopo Maleficent, dopo Cenerentola e dopo Il libro della giungla, anche La bella e la bestia avrà la sua versione live action, e a dirigerla sarà Bill Condon, conosciuto per la saga di Twilight, già.

Mentre Vince Gilligan si dichiara timoroso riguardo lo spin-off Better Call Saul che debutterà il prossimo autunno e potrebbe essere un grosso errore, Bryan Cranston si butta alle spalle Walter White entrando in qualità di produttore e, chissà, di attore in The Dangerous Book for Boys. La serie TV è basata sul bestseller di Conn e Hal Iggulden, e vede protagonisti tre ragazzi pieni di fantasia che crescono senza il padre.

Nuovo progetto anche per Pedro Pascal, ultima vittima in ordine di tempo di George R.R. Martin. ne Il trono di spade, che passa alla Netflix con Narcos. La serie si concentrerà sugli anni '80-'90 e gli sforzi delle forze dell'ordine per smantellare i sempre più pericolosi cartelli messicani guidati da Pablo Escobar.

7 giugno 2014

Pom Poko

Once Upon a Time -1994-

Arrivata quasi alla fine di questa lunga ma piacevolissima maratona Ghibli, non mi aspettavo di trovarmi di fronte ad un film così originale e diverso da quelli finora visti.
Abituata alla fantasia galoppante di Miyazaki alla regia o alla sceneggiatura, ai mondi che si intersecano con la tradizione giapponese creando personaggi unici e strani, abituata ad una narrazione convenzionale, a storie ricche di pathos e di temi importanti come l'ambientalismo, l'amicizia o la crescita, vedere Pom Poko è stata una sorpresa.
Isao Takahata pur rimanendo nel tema fantastico, pur attingendo alla cultura tradizionale facendo dei tanuki i protagonisti del suo film, pur parlando e in modo quanto mai specifico di natura che cambia e ecologismo, rivoluziona il tutto a livello di narrazione.


Sembra così di vedere un film di Wes Anderson senza la sua geometria degli spazi, con una voce narrante che ci racconta e ci si spiega le gesta di questi buffi ma intelligenti animali, dei loro piani machiavellici volti a fermare la distruzione delle colline dove abitano ad opera degli umani, dei loro scherzi talmente divertenti e strani che starebbero benissimo assieme a Mr. Fox e al suo universo altrettanto ostacolato dagli uomini.
Ma ad essere più significativi e più particolari sono i disegni, che si snodano attraverso tre stili differenti per riuscire meglio a raccontare il mondo e la natura dei tanuki: abbiamo i disegni realistici, con animali simili ai procioni, per quando si entra in contatto con gli umani; abbiamo i disegni antropomorfi, per quando i tanuki sono fra di loro e si esercitano nell'arte del trasformismo; e infine abbiamo i disegni stilizzati, che rendono omaggio al mangaka Sugiura Shigeru, per quando gli animali sono in festa o perdono il controllo.


Questi stili si fondono così dando vita a un film particolarissimo, con protagonisti altrettanto particolari che spiazzati dall'arrivo di scavatrici e cemento, mettono in piedi un piano quinquennale per far sloggiare gli umani dalle loro terre.
Per farlo danno vita a una vera e propria scuola di trasformismo, arte di cui sono maestri e che gli permette di assumere qualunque tipo di forma voluta, dagli oggetti comuni a quelle di persone in carne e ossa, sfruttando in particolar modo i loro testicoli (ebbene sì!). Le loro esercitazioni culmineranno in una strategia degli spettri dove in una lunghissima e onirica marcia, tutta la fantasia e la genialità dei disegnatori si sfoga creando magiche forme e allegorie.
A differenza degli altri film Ghibli, qui il protagonista non è unico, anche se su tutti si staglia il giovane e coraggioso Shoukichi, ma l'intera comunità nelle sue sfaccettature, che conta gli estremisti guidati da Gonta, i vecchi saggi Seizaemon e Oroku, il tontolone e incapace di trasformarsi Ponkichi.
Anche il finale si distanzia da quanto finora visto, con un happy end agrodolce ma con ancora della speranza infusa, che si rivolge direttamente a noi spettatori, che non possiamo che essere estasiati per quanto visto e per quanto ascoltato e, si spera, d'accordo con il messaggio che Takahata ha voluto trasmettici attraverso questi buffi ma intelligenti animali.


6 giugno 2014

Dead Man

Once Upon a Time -1995-

Ancora bianco e nero, ancora Jim Jarmusch.
Questa volta, però, la scelta stilistica del regista non sembra più dovuta all'economicità del suo progetto, visto che tra il cast all stars (Johnny Depp, Robert Mitchum, Alfred Molina, Billy Bob Thornton), gli ambienti di ripresa e la colonna sonora (firmata Neil Young, mica scherzi), il mirino è puntato molto più in alto.
E oltre che essere in alto, è anche parecchio pretenzioso, visto il tentativo (riuscito) di tornare al genere western, interpretandolo e ammodernandolo a proprio modo.
In mano a Jarmusch, tutti questi elementi si fondono così dando vita a un film strano, dalle mille sfaccettature e capace di essere amato alla follia e di diventare un cult.


Come?
E' presto detto: gli attori coinvolti danno vita ad un western atipico, capace di mescolare i cliché del genere unendoli a richiami colti, a un'ironia ricorrente e a sprazzi onirici; gli ambienti si fondono con i protagonisti riuscendo a risultare convincenti e volutamente posticci anche quando ricostruiti; la colonna sonora, con le variazioni improvvisate lungo un tema principale, sottolineano alla perfezione i cambi di scena e di umore del protagonista.
E poi, ovviamente, c'è la storia.
La storia di un uomo qualunque, banale, verrebbe da dire, che per una serie di tragiche coincidenze si trova solo in un paese di frontiera, invischiato in un tradimento dove finisce per uccidere l'uomo sbagliato e costretto così alla fuga. Aiutato da un buffo indiano che lo crede una reincarnazione del poeta William Blake (di cui porta il nome), si troverà inseguito da ben 3 spietati cacciatori di taglie, con la sua vita che cambia in modo brusco: il suo viaggio sarà infatti una lunga scia di sangue, di tappe forzate e mistiche, mentre anche chi lo insegue non disdegna l'uso della pistola.


Caricato di ironia e di momenti non-sense (vedasi la battuta ricorrente sul tabacco o il cammeo di Iggy Pop versione femminile), Dead Man non riesce a far risorgere il genere western, ma gli dà una nuova mano di vernice, lo illumina lateralmente con elementi ed espedienti della commedia nera e del dramma rendendolo così un esempio unico, dove c'è spazio anche per la poesia e per le immagini sacre, visivamente potenti.
Bello poi ritrovare quel Johnny Depp degli inizi ancora credibile e non ancora maschera di se stesso, che si converte e si lascia convertire in un viaggio che ha tutto il sapore della scoperta di sé, delle proprie possibilità e libertà.
Ma Jarmusch va oltre questa semplice riflessione, prendendosi il suo tempo, divagando e aspettando, allungando all'inverosimile il viaggio iniziale, ricorrendo ancora una volta alle dissolvenze in nero che dividono le scene in capitoli, regalando infine un film carico di momenti cult, di un finale filosofico.
Rivoluzionando un genere, creandone uno nuovo.


5 giugno 2014

Silenzio in Sala - Le Nuove Uscite al Cinema

I cinema iniziano inevitabilmente a svuotarsi, e così ad essere proposte sono principalmnete pellicole dal basso richiamo che trovano finalmente (ma anche no) il loro posto. Tra queste, però, almeno un paio di titoli che è bene recuperare, per il resto, affidatevi a qualche consiglio:

We Are the Best
Colpevolmente perso all'ultimo festival di Venezia dove ha conquistato pubblico e critica, il film di Lukas Moodysson arriva finalmente in sala pronto a fare lo stesso con chi gli concederà una visione. La storia è quella di tre ragazzine di Stoccolma amanti del punk, che formeranno una band alla faccia del perbenismo famigliare.
Da vedere!
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Incompresa
Da un lato c'è Charlotte Gaingsbourg con un'altra storia sulla ribellione adolescenziale e sulla fatica di essere accettati da genitori presi dalla loro vita, dall'altra, però, c'è Asia Argento alla regia e Gabriel Garko nel cast.
Prevarrà il primo, o il secondo lato, nella buona riuscita del film?
Nell'indecisione, una possibilità gliela si dà.
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Tutta Colpa del Vulcano
Le commedie francesi hanno sempre una marcia in più, e in questo caso ironizzano e giocano con i giorni di stop aereo causati dal vulcano islandese Eyjfjallajökull. A rimanere bloccati all'aeroporto, una coppia divorziata e litigiosa che doveva partire per le nozze della loro figlia.
Innocuo quanto basta, unico neo: il poco digeribile Dany Boon.
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Un Amore senza Fine
Alex Pettyfer torna a mostrare gli addominali dopo Magic Mike ma a favore di una storia romantica buona forse per il pubblico femminile nella sera di San Valentino.
La classica storia dell'amore contrastato tra figlia benestante e ragazzo meccanico, non invoglia certo la visione.
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3 Days to Kill
Dal tonno all'action, Kevin Costner torna al cinema con un film che tanto sa di anni '80: pochi mesi di vita davanti, un passato e una famiglia con cui riconciliarsi, ma un'ultima missione da compiere che potrebbe anche salvargli la vita.
A fare da contorno a questo "già visto", le belle Amber Heard e Hailee Steinfeld.
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Quando si muore... si muore
Classico film che verrà distribuito in 2-3 sale, e che mescola in modo abbastanza comico temi come l'affidamento, ultime vacanze, amicizia e amori sullo sfondo di una Grecia marittima.
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Assolo
Relativamente più interessante (ma sicuramente distribuito allo stesso modo), il film di Massimo Piccolo, che vede protagonista un jazzista napoletano che prima di un grande concerto, ripercorre le donne della sua vita in ricordi legati alla musica.
Realizzazione piuttosto casereccia.
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Controra - House of Shadows
Italiano ma con un pizzico di Irlanda, quest'ennesima variazione su case infestate e fantasmi, con un segreto gelosamente custodito all'interno di una famiglia.
Nemmeno per appassionati.
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365 Paolo Fresu, il tempo di un viaggio
Docu-fiction che mette sotto i riflettori il compositore, trombettista e flicornista Paolo Fresu, seguendolo per un intero anno nei suoi concerti e nei suoi viaggi.
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Walesa - L'uomo della Speranza
Infine, in arrivo domani, l'ultimo film di Andrzej Wajda che racconta la vita e la formazione politica del premio Nobel Lech Walesa, fondatore di Solidarnosc. Un ritratto accurato per conoscere e non dimenticare.
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4 giugno 2014

Stranger Than Paradise

Once Upon a Time -1984-

Dopo la visione del per me convincente -per quanto lento- Only lovers left alive, mi sono sentita in dovere di recuperare parte della filmografia di Jim Jarmush, regista del quale a suo tempo avevo visto solo Broken Flowers, apprezzato ma anche leggermente messo da parte nella mia memoria.
Si inizia così con quello che sotto molti punti di vista è il suo vero debutto, e i segni ci sono tutti: una trama ridotta all'osso, un bianco e nero che sa più di economicità che di radicalchicchismo, troupe assoldata nel cast, attori che si prestano alla colonna sonora, scenari e ambienti quanto mai scarni.


Tutti questi segni sono però necessari per raccontare i tranche de vie di Bela, detto Willie, che si trova suo malgrado ad ospitare la cugina appena arrivata a New York da Budapest, che rovina così i suoi piani di nullafacenza e scommesse ai cavalli. La ragazza non è però senza cervello, anzi, dalla mano lesta riuscirà ad essergli parecchio utile, e poco a poco, nei 10 giorni di convivenza, il loro rapporto, pur nella freddezza generale, cresce e si affiata.
Passato un anno, e vinti parecchi soldi tra scommesse e trucchi con le carte, Willie e l'amico Eddie decidono di partire per Cleveland e andare a trovare Eva, che troveranno ospite di una zia ancora immersa nella cultura ungherese.
Insieme, decideranno poi di partire alla volta della più calda Florida, dove in modo impensabile, le loro strade si divideranno.


Ha tutto il sapore dell'opera teatrale, Stanger Than Paradise, della registrazione di brevi momenti suddivisi dallo sfumare in nero che, in poche e semplici scene con ancora più pochi e semplici dialoghi, inquadrano i protagonisti nella loro vita.
Cenare, guardare la TV, fumare una sigaretta, leggere un fumetto... gesti semplici che Jarmusch inserisce nel suo film, che grazie alla naturale simpatia di John Lurie acquista quella marcia in più riuscendo a passare senza troppi problemi dall'iniziale cortometraggio al lungometraggio, pur avendo un ritmo lento e trascinato.
La vera accelerazione si ha però nell'ultimo atto, quando le vie del destino e del denaro portano i tre protagonisti a sfiorarsi senza mai toccarsi, con il fato che sembra farsi beffa di loro e che li divide in modo ironico e imprevedibile.
A livello tecnico, con i veri e propri quadri dove la macchina da presa solo raramente si muove (tranne nel capitolo introduttivo di New world, con un piano sequenza suggestivo in una New York degradata e sporca), con la fotografia che vira verso quel bianco e nero che rende sempre un po' più poetico e chic il tutto e con quella musica malinconica e blues (I Put a Spell on You di Screamin' Jay Hawkins) che ben si presta ad accompagnare viaggi in auto, Jim Jarmusch mette le basi per un suo stile che saprà sicuramente crescere, ma che ha già un'impronta personale forte e marcata.


3 giugno 2014

The Americans - Stagione 2

Quando i film si fanno ad episodi

Lo scorso anno l'avevo salutata come una delle più gradite sorprese televisive, capace di appassionare e ricreare un clima storico in modo convincente, grazie a protagonisti in parte e uno schema degli episodi molto simile ad un Homeland versione guerra fredda.
Proprio come per la serie della Showtime, però, questo 2014 non è stato dei migliori, anche se è necessaria la premessa il tempo tiranno e i vari impegni non hanno certo aiutato a rendere più scorrevole e unitaria la visione.


Detto ciò, un calo sostanziale a livello di sceneggiatura c'è stato. Come per ogni numero 2, manca quell'effetto sorpresa e quella libertà di creare, dovendo sottostare a regole dell'aderenza e della coerenza per quanto già costruito.
Non pecca fortunatamente la coppia Philip-Elizabeth, che prosegue la costruzione di un amore, ma ciò che gli ruota attorno sbanda notevolmente. A partire dalle new entry: una coppia di agenti quasi speculare a loro che metterà in moto una ricerca di colpevoli e di domande esistenziali sul loro operato, l'entrata in gioco del cattivo di turno che non regge il confronto con l'FBI, e l'FBI stessa che perde lo smalto, al pari di un agente Beeman sottotono, improduttivo e per nulla utile al fine delle indagini preso dalla sua vita privata e amorosa, con Nina pedina nelle mani della Rezidentura.
A questo impasse non sfugge nemmeno la prole dei Jeggins, con Paige che -negli anni dell'amore libero, della droga e del rock 'n roll- fa la ribelle di famiglia seguendo di nascosto dei gruppi cristiani, leggendo la Bibbia e vedendo in Gesù il martire e l'eroe da imitare.
Fortuna che ci sono le operazioni sotto copertura, c'è l'imbarazzante relazione con Martha e il nuovo obiettivo del Centro su aerei antiradar a risollevare le sorti della serie, che come sempre in quanto a travestimenti e svolte riesce ad appassionare.


Ma sarà che l'obiettivo è questa volta meno interessante, o che il tutto viene distillato e dilungato, l'umore generale appare sottotono. Così si finisce per vedere difetti sparsi qua e là, come le numerose e spesso superflue scene di nudo e di sesso, come la colonna sonora che solo ogni tanto torna ad essere presente e interessante.
The Americans riesce però a salvarsi in zona Cesarini, con un episodio finale che svela finalmente colpevoli a sorpresa, che lasciano straniti noi come i protagonisti. E proprio questa soluzione metterà in moto un piano che potrebbe rivoltare e far tornare sui binari la serie per la prossima stagione, donandogli una nuova freschezza e un nuovo scenario tutto da equilibrare.


1 giugno 2014

Rumors Has It - Le News dal Mondo del Cinema



Sembrava ormai archiviato, invece, c'è la possibilità di vedere The Hateful Eight al cinema, dopo che il copione era stato fatto trapelare in rete e Quentin Tarantino, fortemente offeso, lo aveva ridotto ad un reading. Pare che però, proprio durante la lettura, la voglia del regista di animare il progetto si sia risvegliata, facendolo tornare a lavoro per modificare in particolare l'ultimo atto. Che sia la volta buona? Lo speriamo, visto che uno scontro in una merceria isolata dalla neve tra otto personaggi, nelle mani di Tarantino potrebbe diventare una gran cosa!
Nel frattempo, in un'intervista a Cannes, il regista si è lasciato andare ad altre considerazioni che fanno venire l'acquolina in bocca: ci sarebbero ben 90 minuti di materiale inedito su Django Unchained, che potrebbero far diventare il film lungo 4 ore. L'idea potrebbe essere quella di farne una miniserie televisiva divisa in 4 capitoli, a proporlo, proprio Quentin!
Le notizie per lui non finiscono qui, visto che si fanno sempre più forti le voci che vedono finalmente scoppiato l'amore con la sua musa, Uma Thurman, da poco tornata single!

Dall'amore della terza età, a quello più giovane e contemporaneo. Michael Haneke torna alla regia dopo i numerosi riconoscimenti di Amour (Palma d'oro a Cannes, Oscar al miglior film straniero) con Flashmob, le cui riprese inizieranno il prossimo mese. La storia riguarderà l'amore tra ragazzi che scoppia per l'appunto durante un flashmob, e che porterà a inevitabili riflessioni sui media e sull'oggi.
Cosa ne uscirà?

Anche un altro regista dopo un periodo di pausa sta per tornare al lavoro. Alfonso Cuaròn non ha mai nascosto quanta fatica gli sia costato Gravity, e ora cerca un progetto con molti meno effetti speciali a cui dedicarsi. Ecco perchè ha declinato la proposta sul sequel di Harry Potter, Gli animali fantastici, mentre si fa sempre più sicuro il suo nome acanto a Overlook Hotel, il prequel di Shining che mostra il fantomatico Hotel prima dell'arrivo della famiglia Torrance.
Aspettiamo conferme.

Un ruolo finalmente diverso dai cliché Disney a cui sembra abbonato? Lo si spera, visto che la carriera di Johnny Depp non naviga in buona acque qualitative negli ultimi anni! A cambiare il corso potrebbe essere The Secret Life of Houdini: The Making of America’s First Superhero, il film di Dean Parisot che vede l'attore nei panni del mago dell'illusione nonchè detective dell'occulto.

Dopo settimane di rumors, di coinvolgimenti presunti, è tempo di chiarezza per quanto riguarda la seconda stagione di True Detective. La serie più incensata dell'anno non ha scritturato per il momento nessun attore (quindi niente Brad Pitt né Jessica Chastain), a dichiararlo il suo creatore, Nic Pizzolatto, che ha invece detto che il casting è aperto e prevede comunque contatti con nomi importanti. Chiuso il caso Lousiana, la serie si sposterà nei luoghi meno noti della California, e i protagonisti saranno 3, due uomini e una donna.
L'attesa è già alle stelle, vero?