12 febbraio 2013

Hereafter

E' già Ieri. -2010-

Una delle regole d’oro del cinema è: conquista il pubblico nei primi 3 minuti, da lì si decreterà il tuo successo.
Clint Eastwood sembra conoscere bene questa regola e riesce a catturare, emozionare e sorprendere con un inizio film sorprendente .
L’instancabile ottantenne prosegue la sua esplorazione nell’animo umano e racconta dopo il successo di Gran Torino, l’esperienza che la morte lascia a chi rimane.
Tre storie che si intrecciano, tre vicende umane che con la morte sono costrette a convivere e fare i conti.
Marie è una famosa giornalista francese scampata dallo tsunami del 2004. Esperienza che la cambia, che porta mutamenti importanti nella sua vita affettiva e lavorativa, e che la costringerà ad indagare e a scrivere sulla verità scomoda e silenziosa dell’aldilà e della sua esistenza.
Marcus è un bambino che ha imparato presto a cavarsela nella vita, la madre è una tossicodipendente poco intenzionata a smettere, il fratello, James, maggiore (ma solo di 12 minuti) che lo protegge ma che muore tragicamente abbandonandolo ad un destino di servizi sociali e solitudine. Da qui parte la sua ricerca per ristabilire un contatto con James, attraverso medium e ciarlatani, per avere conforto e coraggio.
Infine c’è George, un medium che possiede davvero il dono di entrare in contatto con i defunti e che, dopo esser stato sfruttato dal fratello, ritiene questo suo dono una condanna e cerca, vanamente, un equilibrio e la normalità.
Parigi, Londra, San Francisco, tre vite e tre mondi che si intrecciano e che s’incroceranno per cambiare e migliorare, tre vite segnate dalla morte, dalla sua esperienza, dall’essere rimasti e dalla voglia di andare avanti. Perché una vita basata sulla morte non è vita.
Clint si dimostra con questo lavoro il saggio artigiano che fin dal lontano 1971, anno della sua prima regia, è stato. Ogni dettaglio è studiato alla perfezione, inquadrature e movimenti di macchina magistrali, il film scorre così con un ritmo lento ma coinvolgente che portano però ad un finale forse un po’ troppo frettoloso e non così encomiabile. Meno forte di altri suoi lavori, meno sentito (non a caso il film gli è arrivato fra le mani dopo essere passato in in quelle di diversi produttori) e forse anche un po’ meno personale.



11 febbraio 2013

Revenge

Quando i film si fanno ad episodi.

Arrivato in TV come una rivisitazione in chiave moderna del Conte di Montecristo, Revenge è molto di più. Certo, la storia si incentra sulla vendetta -come già si evince dal titolo- ma approfondisce con essa molti sentimenti, spesso contrastanti, che la riguardano e che danno il titolo man mano ad ogni episodio.
Ma partiamo dalla trama. La protagonista è la bella e intelligente Emily, che arriva negli Hamptons come una ricca ereditiera dedita alla beneficenza. Il suo intento non è però quello di godersi l'estate tra party esclusivi e nuotate, perché Emily è in realtà Amanda Clarke, la figlia di David Clarke, accusato anni or sono di aver preso parte ad un attentato terroristico che fece esplodere un aereo. Morto in carcere, Emily scopre grazie ai diari lasciategli la sua innocenza e il complotto machiavellico che i Greyson -i suoi datori di lavoro- hanno intrecciato per farlo accusare. Ecco quindi che Emilie è pronta a vendicare l'ingiustizia subita, partendo dai collaboratori dei Greyson fino ad entrare nella famiglia grazie al fidanzamento con il loro figlio, Daniel. Aiutata dall'eccentrico multimilionario Nolan Ross, Emily cercherà di sconfiggere la perfida e algida Victoria e di annientare il doppiogiochista senza rimorsi Conrad. L'attuazione del piano non sarà però così semplice, non solo perché l'amore ci metterà il suo zampino, ma perché il passato torna spesso e volentieri a bussare alla sua porta.


Tra intrighi, colpi di scena e piani perfezionati fino all'ultimo dettaglio, Revenge si differenzia dal resto delle serie TV perché raccoglie in sé molti aspetti dei suoi predecessori: i costumi (che noi ragazze invidieremo) di Gossip Girl, lo scenario ricco di O.C., la spietatezza e la doppia vita di Dexter (anche se qui i toni si abbassano notevolmente) e -ma anticipo un po' la seconda stagione- la teoria del complotto di Prison Break.
Frullando tutto questo si ottiene un bel mix di glamour e tensione, mantenuto alto dall'interpretazione della promettente Emily VanCamp e dalla rediviva Madeleine Stowe, il cui viso super botulinato per una volta si presta bene alla ricca senza scrupoli Victoria. Con una spruzzata di trash che non guasta mai, la serie prende il via dopo i primi episodi -che sembravano promettere una rivincita a puntata- diramandosi a livello orizzontale in modo decisamente più efficace.
Ora che la seconda stagione è arrivata anche in Italia, non resta che fare il tifo per Emily e la sua vendetta.


Biglietti, Prego!

Il freddo ha fatto rintanare molti in sala, ecco quindi che il boxoffice subisce uno stravolgimento del podio. Il nuovo Twilight arriva così in testa, seguito da The Impossible che guadagna la medaglia di argento e Lincoln che si deve accontentare di quella di bronzo. Tarantino non demorde comunque, mentre le altre nuove uscite sono in fila dietro tra Mark Wahlberg, Fabio Volo e Kathryn Bigelow. Delusione, molto amara, per Re della terra selvaggia che non compare nella top 10... ecco i dettagli:

1° Warm Bodies
week-end € 898.827 (totale: 898.827)

2° The Impossible
week-end € 855.000 (totale: 2.514.294)

3° Lincoln
week-end € 800.207 (totale: 5.287.906)

4° Django Unchained
week-end € 785.346 (totale: 10.816.211)

5° Broken City
week-end € 604.989 (totale: 604.989)

6° Studio Illegale
week-end € 598.626 (totale: 598.626)

7° Zero Dark Thirty
week-end € 539.186 (totale: 539.186)

8° Les Miserables
week-end € 487.471 (totale: 1.410.800)

9° Flight
week-end € 369.864 (totale: 3.099.380)

10° Looper
week-end € 361.903 (totale: 1.286.367)

10 febbraio 2013

BAFTA AWARDS 2013 - I Vincitori

Si sono svolti questa sera a Londra, i premi BAFTA. Se già le nomination ricalcavano molto quelle dei Golden Globe e degli Oscar (con Lincoln a dominarle, seguito da Argo e Les Miserables ma con la differenza di Re della terra selvaggia nominato solo per la sceneggiatura), anche i premiati non sono stati da meno: Spielberg resta nuovamente deluso (anche se il suo è il miglior attore) e Ben Affleck festeggia il nuovo trionfo.
Tra Anne Hathaway, Christoph Waltz e Amour che arriveranno alla sera del 24 ancora più forti, con quest'ultimo che oltre a miglior film straniero si è portato a casa anche il premio per miglior attrice battendo la favorita Jessica Chastain. La vera sorpresa è però Skyfall, grazie soprattutto all'orgoglio britannico che si porta a casa un po' di premi...
Ma ecco tutti i risultati:

MIGLIOR FILM
Argo
Les Misérables
Vita di Pi
Lincoln
Zero Dark Thirty

FILM BRITTANICO
Anna Karenina
Marigold Hotel
Les Misérables
Sette Psicopatici
Skyfall

DEBUTTO PER UNO SCRITTORE, REGISTA E PRODUTTORE BRITTANNICO
Bart Layton (Director), Dimitri Doganis (Producer) The Imposter
David Morris (Director), Jacqui Morris (Director/Producer) McCullin
Dexter Fletcher (Director/Writer), Danny King (Writer) Wild Bill
James Bobin (Director) The Muppets
Tina Gharavi (Director/Writer) I Am Nasrine

FILM NON IN LINGUA STRANIERA
Amour
Headhunters
Il sospetto
Un sapore di ruggine e ossa
Untouchable

FILM di ANIMAZIONE
Brave
Frankenweenie
Paranorman

REGIA
Michael Haneke – Amour
Ben Affleck – Argo
Quentin Tarantino – Django Unchained
Ang Lee – Vita di Pi
Kathryn Bigelow – Zero Dark Thirty

SCENEGGIATURA ORIGINALE
Michael Haneke – Amour
Quentin Tarantino – Django Unchained
Paul Thomas Anderson – The Master
Wes Anderson, Roman Coppola – Moonrise Kingdom
Mark Boal – Zero Dark Thirty

SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
Chris Terrio – Argo
Lucy Alibar, Benh Zeitlin – Re della terra selvaggia
David Magee – Life Of Pi
Tony Kushner – Lincoln
David O. Russell – Silver Linings Playbook

ATTORE
Ben Affleck – Argo
Bradley Cooper – Silver Linings Playbook
Daniel Day-Lewis – Lincoln
Hugh Jackman – Les Misérables
Joaquin Phoenix – The Master

ATTRICE
Emmanuelle Riva – Amour
Helen Mirren – Hitchcock
Jennifer Lawrence – Silver Linings Playbook
Jessica Chastain – Zero Dark Thirty
Marion Cotillard – Un sapore di ruggine e ossa

ATTORE NON PROTAGONISTA
Alan Arkin – Argo
Christoph Waltz – Django Unchained
Javier Bardem – Skyfall
Philip Seymour Hoffman – The Master
Tommy Lee Jones – Lincoln

ATTRICE NON PROTAGONISTA
Amy Adams – The Master
Anne Hathaway – Les Misérables
Helen Hunt – The Sessions
Judi Dench – Skyfall
Sally Field – Lincoln

 MUSICA ORIGINALE
Anna Karenina – Dario Marianelli
Argo – Alexandre Desplat
Vita di Pi – Mychael Danna
Lincoln – John Williams
Skyfall – Thomas Newman

FOTOGRAFIA
Anna Karenina – Seamus McGarvey
Les Misérables – Danny Cohen
Vita di Pi – Claudio Miranda
Lincoln – Janusz Kaminski
Skyfall – Roger Deakins

MONTAGGIO
Argo – William Goldenberg
Django Unchained – Fred Raskin
Vita di Pi – Tim Squyres
Skyfall – Stuart Baird
Zero Dark Thirty – Dylan Tichenor, William Goldenberg

PRODUCTION DESIGN
Anna Karenina – Sarah Greenwood, Katie Spencer
Les Misérables – Eve Stewart, Anna Lynch-Robinson
Life Of Pi – David Gropman, Anna Pinnock
Lincoln – Rick Carter, Jim Erickson
Skyfall – Dennis Gassner, Anna Pinnock

COSTUMI
Anna Karenina – Jacqueline Durran
Great Expectations – Beatrix Aruna Pasztor
Les Misérables – Paco Delgado
LIincoln – Joanna Johnston
Snow White And The Huntsman – Colleen Atwood

TRUCCO
Anna Karenina – Ivana Primorac
Hitchcock – Julie Hewett, Martin Samuel, Howard Berger
The Hobbit: An Unexpected Journey – Peter Swords King, Richard Taylor, Rick Findlater
Les Misérables – Lisa Westcott
Lincoln – Lois Burwell, Kay Georgiou

SUONO
Django Unchained – Mark Ulano, Michael Minkler, Tony Lamberti, Wylie Stateman
The Hobbit: An Unexpected Journey – Tony Johnson, Christopher Boyes, Michael Hedges, Michael Semanick, Brent Burge, Chris Ward
Les Misérables – Simon Hayes, Andy Nelson, Mark Paterson, Jonathan Allen, Lee Walpole, John Warhurst
Life Of Pi – Drew Kunin, Eugene Gearty, Philip Stockton, Ron Bartlett, D. M. Hemphill
Skyfall – Stuart Wilson, Scott Millan, Greg P. Russell, Per Hallberg, Karen Baker Landers

EFFETTI SPECIALI
The Dark Knight Rises – Paul Franklin, Chris Corbould, Peter Bebb, Andrew Lockley
The Hobbit: An Unexpected Journey – Joe Letteri, Eric Saindon, David Clayton, R. Christopher White
Viti di Pi – Bill Westenhofer, Guillaume Rocheron, Erik-Jan De Boer
Marvel Avengers Assemble – Nominees TBC
Prometheus – Richard Stammers, Charley Henley, Trevor Wood, Paul Butterworth

THE EE RISING STAR AWARD (votato dal pubblico)
Elizabeth Olsen
Andrea Riseborough
Suraj Sharma
Juno Temple
Alicia Vikander

Foto da: Bestmovie.it

Rumors Has It

A guidare le news di questa settimana sono soprattutto dei progetti di registi che sono ormai diventati dei beniamini qui In Central Perk.

PROSSIMAMENTE NEI CINEMA

Partiamo da Thomas Vinterberg il regista firmatario del Dogma 95, che dopo il successo di Cannes ha già in cantiere il prossimo film The Commune. Tratto da una sua piéce teatrale, racconta di una famiglia che verrà schiacciata dalla vita in un piccolo villaggio. Coautore della sceneggiatura Tobias Lindholm, già collaboratore per Il sospetto.

Ellen Page dopo le soddisfazioni come attrice passa anche dietro la macchina da presa. Sta infatti lavorando per il suo debutto come regista nel film Miss Stevens con protagonista Anna Faris. La pellicola è ambientata nel mondo scolastico dove una professoressa cerca di preparare al meglio la sua classe per un concorso letterario. Sceneggiatura di Julia Hart.

Anche sul debutto di Ryan Gosling alla regia c'è molto fermento! How To Catch A Monster prevedeva già Christina Hendricks, Ben Mendelsohn, Rob Zabrecky e la fidanzata Eva Mendes nel cast, ma finalmente si è trovato anche il protagonista: Matt Smith, l'attuale Doctor Who della serie TV inglese.

IL MONDO SERIAL

Lena Dunham ha di che esultare! Dopo la vittoria agli ultimi Emmy per il suo Girls che è già stato rinnovato per una terza stagione, ora l'attrice/regista è al lavoro su una nuova commedy. Il titolo dovrebbe essere All Dressed Up And Everywhere To Go e si incentrerà sulla figura di Betty Halbreich, la personal shopper del Bergdorf Goodman di New York che ha curato lo stile di star come Meryl Streep, Sarah Jessica Parker e Katie Couric, oltre che consulente d’immagine per i film di Woody Allen e per la serie Sex And The City.
Produce l'HBO, quindi è già attesa!

Girls non è però l'unico telefilm ad essere stato rinnovato, l'anno prossimo ritroveremo infatti:

Shameless US - 4 stagione
Ripper Street - 2 stagione
The Killing - 3 stagione
Misfits - 5 stagione

9 febbraio 2013

Les Miserables

Andiamo al Cinema.

Tom Hooper alla regia.
Hugh Jackman, Anne Hathaway, Russel Crowe, Samanda Seyferied nel cast.
Una storia intensa e classica come I Miserabili.
Il musical da questa tratto che già ha sbancato a Broadway e nel West End.
Otto nomination agli Oscar e già tre Golden Globe vinti (Miglior film commedia o musicale, Miglior attore in un film commedia o musicale e Migliore attrice non protagonista).
Con queste premesse Les Miserables avrebbe tutte le carte in regola per essere un film solido, emozionante e fantastico.
Purtroppo tutto questo è vero solo in parte.


Partiamo con il dire che sì, ridurre a film il romanzo di Victor Hugo non è cosa facile e già in molti c'hanno provato negli anni. Le pagine e pagine che lo compongono devono essere sezionate e alcune scelte devono essere fatte per sacrificare fatti e personaggi.
Ecco quindi che nel film si privilegia, ovviamente, Jean Valjean e la sua fuga nella prima parte, mentre nella seconda a prevalere è la storia d'amore tra Cosette e Marius, dove sullo sfondo si staglia la rivoluzione popolare, tra barricate e comizi. Il fatto che questa riduzione duri comunque ben 158 minuti appare più come un peso per lo spettatore che un sollievo per non vedere sacrificati troppe vicende, visto che comunque la rivoluzione e la lotta del popolo non sono troppo approfondite, e perché, soprattutto, questi 158 minuti sono quasi tutti cantati.
Certo, Les Miserables è un musical, e così deve essere. Ma allora perché inserire delle parti recitate che appaiono deboli, perché altre, che meglio sarebbe state se interpretate normalmente, vengono cantate su arie e temi non certo indimenticabili? Non si discute sulla potenza emotiva di I dreamed a dream, né della trascinante Do you hear the people sing?, ma molte parti canore sono scialbe e potevano rendere di più, anche per gli attori stessi, in modalità parlato.
Gli attori, almeno, sono tutti in parte. Hugh Jackman oltre a svelare ancora una volta le sue potenzialità di cantante, è un Jean Valjean sofferto e sofferente, Russel Crowe un perfido Javert (anche se la sua voce non è fenomenale come le altre) e Anne Hathaway offre un'interpretazione intensa di Fantine, che nonostante duri gran poco nel minutaggio complessivo del film, lascia il segno. Ecco perché l'attrice si è già portata a casa un Golden Globe e molto probabilmente bisserà la sera del 24, anche se qualche smorfia in meno poteva anche farla. I meno convincenti sono comunque Sacha Baron Coen e Helena Bonham Carter (che già aveva dato prova delle sue doti canore in Sweeny Todd), i cui personaggi sono delle macchiette divertenti che stemperano l'atmosfera e l'umore del film con qualche risata, ma nulla di più.


Il film raggiunge molta più partecipazione nella seconda parte, dove il popolo inizia a ribellarsi, dove finalmente barricate improvvisate e guerriglie prendono piede. Anche qui però queste durano gran poco, rispetto soprattutto alle pagine che Hugo aveva loro dedicato. La splendida Do you hear the people sing? riecheggia nell'aria come canto di protesta, come grido di un popolo sofferente e straziato da fame e povertà. Hooper mostra tutta la sporcizia, tutta la degradante situazione di una Parigi che non trova pace dopo la sua Rivoluzione. Il sangue deve ancora scorrere, ma ancora una volta l'azione si sposta sui protagonisti, sull'amore di Marius, sulla sfida e la caccia perenne tra Javert e Valjean. E così è anche il film stesso, che offre molti piani stretti quando la vera emozione arriva con quelle inquadrature grandi, aeree a mostrare la decadenza della città, delle sue zone più degradate, dell'immensità delle sue chiese e dei suoi spazi.
Con un prefinale un po' troppo veloce si arriva comunque ad una conclusione maestosa, con quelle barricate costruite in tutta la loro precarietà, con quel canto che si fa inno ad innalzare i toni del film, ad emozionare. Salvandosi in zona cesarini, Les Miserables resta un kolossal, che per durata, per genere e per trasposizione non può convincere tutti.
Poteva essere un film solido, emozionante e fantastico.
Purtroppo tutto questo è vero solo in parte.




8 febbraio 2013

Frittelle di Carnevale!

Il Fabbricatorte

Dopo i crostoli, non potevano mancare le frittelle. Se fosse per me le mangerei tutto l'anno ma tradizione vuole che siano un dolce di carnevale e allora meglio fare scorta in questi giorni. Come ho già spiegato non sono un granché con i fritti, per cui anche questa volta quelle fotografate sono opera della mia nonna, detentrice pure della ricetta che fa concorrenza a quelle di pasticceria!

INGREDIENTI (per 1 vassoio abbondante di frittelle)
3 etti di zucchero
7 uova
1 litro di latte
1/2 etto di uvetta
farina q.b.

PROCEDIMENTO
Prima di iniziare, mettere in ammollo l'uvetta in una ciotola di acqua calda in modo da idratarle.
Iniziare facendo la crema che non servirà per il ripieno ma per la pasta stessa delle frittelle rendendole così più leggere e golose. Versare in un pentolino il latte e metterlo sul fuoco assieme a 2 uova e 3 cucchiai di farina, continuare a mescolare fino all'addensarsi del composto e lasciare sobbolire per un paio di minuti.

Mentre la crema si raffredda preparare l'altro impasto mescolando assieme le 4 uova rimaste con lo zucchero. Unite poi l'uvetta  e la crema, e versare farina quanto basta per rendere il tutto omogeneo e della consistenza lavorabile.

Ora procedere alla frittura: in olio ben caldo versare con l'aiuto di un cucchiaio l'impasto a piccole palline, lasciare dorare per bene entrambi i lati, asciugare dall'olio in eccesso e, una volta pronte tutte, cospargere di zucchero a velo le frittelle.
Bene, date il via alla scorpacciata, buon appetito!


7 febbraio 2013

Silenzio in Sala

Come per Gennaio, anche Febbraio inizia nel migliore dei modi, con due dei titoli più attesi dell'anno e giustamente tra i favoriti agli imminenti Oscar. Qualche altra pellicola minore a fare da contorno, per un weekend di cinema mooolto interessante. Ecco cosa vedere:

Re della Terra Selvaggia 
Esordio alla regia per Benh Zeitlin e esordio come attrice per Quvenzhané Wallis, 9 anni, ma già 4 nomination a portata di mano (miglior film, regia, attrice e sceneggiatura non originale). La favola di una bambina che deve imparare a cavarsela da sola, con il padre malato e un uragano pronto a funestare la sua terra nel Lousiana è così ricco e magico da aver conquistato tutti, dall'Accademy a Obama.




Zero Dark Thirty 
Kathryn Kigelow ci riprova e sembra colpire nel segno. Dopo gli Oscar portati a casa per The Hurt Locker, torna a parlare di guerra incentrando il film sull'operazione della CIA che portò alla morte di Osama Bin Laden. A guidare il manipolo di soldati speciali coinvolti, la sempre più bella e brava Jessica Chastain, ovviamente candidata per la sua interpretazione.





Warm Bodies 
Annunciato come il nuovo Twilight potrebbe essere qualcosa di più, almeno dal lato comico e registico vista la firma di Jonathan Levine (50 e 50). Uno zombie che torna a provare sentimenti, ovvero l'amore, per la figlia del generale pronto a tutto pur di sterminare la sua razza non eccelle in originalità, ma può intrattenere senza pensieri.





Broken City 
Un ex poliziotto ora detective privato, il sindaco di Brooklyn che lo ingaggia per seguire la moglie forse fedifraga, il suo passato, tra corruzione e fascino del potere che torna a bussare. Sulla carta nulla di nuovo, il cast con Mark Wahlberg, Russell Crowe, Catherine Zeta-Jones e Jeffrey Wright non convince troppo. In America è stato un flop, vedremo cosa accadrà qui.





Studio Illegale 
Lui avvocato fannullone e apatico sciupafemmine, lei francese, grintosa e dedita al lavoro. Come da copione, l'iniziale diffidenza reciproca si trasforma in amore, ma questo non basterà a salvare l'azienda per cui lavorano. Fabio Volo (nella solita parte di eterno Peter Pan con cui lo vediamo al cinema) è il protagonista dell'ennesima commedia italiana che sicuramente si presenterà al boxoffice di lunedì.




Zambezia 
Film di animazione decisamente in tono minore e adatto ad un pubblico infantile. Protagonista un giovane Falcon che, a dispetto del divieto del padre, vuole raggiungere la meta paradisiaca del titolo, dove si rifugiano uccelli di ogni specie, per entrare nel corpo di difesa di questa. Produzione sudafricana.

6 febbraio 2013

Apres Mai - Qualcosa nell'Aria

Andiamo al Cinema.



Parigi e dintorni, anni '70. Gli ideali sessantottini continuano a perdurare tra i giovani, sempre più politicamente schierati. Tra manifestazioni, infissioni abusive e proteste, i comitati studenteschi vogliono far sentire la loro voce, anche se le prime fazioni interne iniziano a crearsi. Tra loro c'è Gilles, taciturno e artista quanto basta, leader mancato che oscilla tra schiere e ideali di diversa estremizzazione, così come il suo stile di pittura continua a mutare, attraversando le varie correnti della storia dell'arte e così come anche i suoi sentimenti sono combattuti tra l'attraente Laure e la più semplice Christine.
I loro destini si intrecciano nella notte in cui, dopo aver imbrattato di scritte di protesta la scuola, la sorveglianza reagisce ad una bomba incendiaria e una guardia finisce in coma. Per non agitare le acque gli amici decidono di partire per l'Italia, dimorando in case sontuose e luoghi da sogno. Il viaggio porterà a galla l'insicurezza di tutti, dall'amore di Gilles verso Christine e il suo futuro di artista -diviso tra cinema e pittura- a Alain, che si innamora di un'americana seguendola fino in Medio Oriente.
Tornato a Parigi Gilles continuerà a cercare la sua strada, tra lavori saltuari con il padre -ricco produttore televisivo, ovviamente- e la scuola d'arte, ma sarà nuovamente l'incontro con Laure a cambiare le cose e a fargli prendere quella che potrebbe essere la strada giusta.

Gilles rappresenta appieno lo sbando che in quegli anni attanagliava una gioventù alla deriva, ricca di ideali per cui battersi e per cui rischiare ma senza ben sapere che direzione prendere in concreto per la propria vita. La vita in comune, l'amore libero, l'uso smodato di droghe viene rappresentato da Olivier Assays in modo dettagliato, portandoci all'interno di quelli che con il tempo si sono trasformati in cliché.
La frammentarietà della trama, che si snoda in Paesi e paesaggi diversi, si riscontra, purtroppo, anche nella regia. Nulla da dire sulla fotografia luminosa e carica che inquadra di volta in volta i personaggi e l'ambiente naturale che li circonda e le citazioni colte da Pascal a Simenon, ma quello che viene meno è una certa linearità al tutto. Il ritmo sembra infatti ricalcare l'insicurezza e la divagazione che lo stesso Gilles, così come la sua generazione, attraversa. Senza concentrarsi troppo su alcuni dettagli, senza dare peso ai dialoghi che spesso appaiono un po' troppo abbozzati, Assays lascia scorrere i suoi personaggi senza dar loro il peso necessario. Gli ideali politici si fanno sentire solo nella prima parte, poi il film si chiude sul suo protagonista e con lui cerca la strada da intraprendere, scegliendo, assieme, non certo quella del cinema politico e classico ma quella di un cinema più sperimentale che si poggia sulle immagini.