2 maggio 2019

Highwaymen

Andiamo al Cinema su Netflix

Il cinema si sa, adora stare dalla parte dei cattivi.
Raccontare i personaggi al limite, fatti di chiaroscuri, quei fuorilegge dal cuore d'oro, quei criminali con l'asso vincente.
Di Bonnie e Clyde si è sempre parlato, da Arthur Penn a Beyoncé sono delle leggende, delle icone di stile e della cultura popolare che il cinema ha esaltato e raccontato a più riprese perché già leggende, icone di stile e della cultura popolare in vita come nella morte.
Poco, se non nulla, si sapeva invece di chi questi criminali li ha fermati. Vedi pure sotto la voce: crivellati di colpi.
Ci pensa Netflix allora a puntare i riflettori su Frank Hamer e Maney Gault, ranger in quel Texas che aveva da poco mandato in pensione tutti i suoi ranger, ma che da uomini scafati si sono trovati ad essere l'ultima carta da giocare per catturare la banda di Barrow che seminava sangue e violenza da due anni a questa parte.



E chi sono Frank Hamer e Maney Gault?
Sono la più classica coppia di poliziotti che il cinema può raccontare: con il primo silenzioso, serio e granitico, il secondo ciarliero e alla buona. Entrambi capaci, entrambi che non demordono.
Il loro inseguimento non è facile, ostacolato da chi i due criminali li idolatra, li venera. Rallentati da leggi che gli impediscono di sconfinare, di indagare.
Così, quei buoni troppo buoni non sono, raggirano pure loro la legge, usando metodi poco ortodossi.
Peccato che la fine la si conosca, che quell'escamotage per far accostare la Ford Model B di Bonnie e di Clyde sia parte della loro leggenda.
E peccato soprattutto che per arrivare a quella fine, il giro che si prende è davvero lungo. Pesante e polveroso, fatto di un solo inseguimento al cardiopalma, fatto per lo più di indizi e di dritte.


È insomma un film che si dipana stancamente Highwaymen, cercando davvero di raccontare in modo diverso una storia già nota.
Ma i buoni, mai come in questo caso, hanno meno appeal dei cattivi. E anche se i cattivi, se Bonnie e se Clyde, li vediamo in volto solo alla fine, è la loro assenza che si fa sentire.
Non basta allora lo stropicciato Kevin Costner o il solito gigione di Woody Harrelson, né la regia solida e ovviamente polverosa di John Lee Hancock a far scattare l'entusiasmo per un film sonnolento e lento, che ha contro di sé esempi del passato decisamente più gloriosi.
Si parla, ovviamente, di Gangster Story che fin dal titolo promette ben altro. La parte di storia che più interessa.

Voto: ☕☕½/5


11 commenti:

  1. Lisa, A 30 anni dalla scomparsa, avvenuta il 30 aprile 1989, Sky Cinema Collection (canale 303) si trasforma in Sky Cinema Sergio Leone e da oggi, lunedì 29 aprile, a venerdì 10 maggio ospita tutta la filmografia del regista, sceneggiatore e produttore cinematografico italiano, riconosciuto in tutto il mondo come uno dei più importanti cineasti della storia del cinema.

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    1. Con la Promessa2019 ho in programma di vedere finalmente la Trilogia del Dollaro, non sapevo dell'anniversario ma casca a pennello ;)

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    1. Non posso darti torto... Ho approfittato della domenica di pioggia continua, che non ha di certo alleggerito la visione. Meglio i cattivi.

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  3. C'era una volta l'America
    C'era una volta il West

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  4. "Gangster Story" è un titolo fondamentale, questo "Highwaymen" non avrebbe mai potuto reggere il passo, ed in effetti con il suo ritmo calma-calma non lo fa proprio. Però come hai ben notato, ho apprezzato l'idea di raccontare la storia, dal punto di vista, non dei protagonista famosi, ma di quelli che poi sarebbero i buoni, che si sa, hanno sempre meno fascino dei cattivi. Cheers

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    1. Il rovesciamento del punto di vista era quello che mi incuriosiva, e il non vedere fino alla fine in volto Bonnie e Clyde l'ho trovata un'ottima idea. Peccato che il ritmo rasenti il soporifero...

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  5. In pratica, se non ho capito male, la storia di Bonnie e Clyde dal punto di vista di Ford. :)

    Meglio se sto alla larga!

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    1. Ah ah, sì, ho pensato inevitabilmente a Ford durante la visione.
      Ritmi lenti, attori polverosi e con l'azione e la leggenda che stanno da un'altra parte.

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  6. Ovviamente non poteva essere Gangster Story, ma io ho apprezzato proprio il racconto legato ai "grigi buoni" che, come nella Storia, sono stati dimenticati a scapito dei più carismatici "cattivi". Capita nella realtà come al Cinema.

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    1. L'idea di per sé è ottima e portata avanti con onestà, ma il ritmo lento appesantisce un po' troppo il tutto.

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