19 agosto 2023

The Beanie Bubble

Andiamo al Cinema su Apple TV+

Ah, questi americani!
Capaci di creare un business dal nulla, di specularne e quando falliscono, capaci pure di risollevarsi. Se non creando un nuovo business, almeno dando a sceneggiatori in cerca di storie la storia giusta da raccontare.
È un genere a sé quello delle imprese aziendali, dei sogni americani che si avverano portando alle stelle e molto spesso facendo cadere imprenditori poco accorti.
Se le serie TV lo scorso anno hanno preso di mira le start-up e i loro fondatori dall'ego smisurato, il cinema ha mostrato nel tempo esempi negativi (La Grande Scommessa) e altri positivi (Air) cercando di rendere l'economia e la gestione di un business affare d'intrattenimento.


Ah, questi americani!
Che vedono opportunità di arricchirsi in ogni dove, anche nei peluche.
Peluche a edizione limitata, di cui collezionisti vanno ghiotti, che grazie all'era di internet diventano materiale di scambio sull'appena nato EBay facendo guadagnare milioni e milioni a un'azienda che si vanta di essere americana al 100%, di vendere solo in America, pur facendo fabbricare in oriente i suoi peluche, pur dislocando alcune vendite nel Regno Unito.
Come la racconti, una storia così?
Una storia che parte come sempre dall'idea di un uomo dall'ego molto ingombrante, finalmente libero dai fardelli della sua famiglia e ostinato nel creare il suo peluche?
Lo fai raccontare dalle donne che lo hanno aiutato, sopportato, motivato e che hanno fatto molto più di lui all'interno della Ty Inc. che pur porta il suo nome.


Abbiamo Robbie, che con Ty ha creato la Ty Inc.
Vicina di casa con matrimonio fallimentare in corso, trova nuova linfa, trova la sua strada, come venditrice, imbonitrice, riuscendo a intuire e seguire le giuste strategie di marketing.
Peccato che l'amore non sia altrettanto facile, che le gelosie portino su cattive strade.


Abbiamo Sheila, che di Ty si innamora nonostante le diffidenze iniziali, coinvolgendo le figlie nell'impresa che diventano ideatrici, disegnatrici, parte attiva nella creazione delle nuove linee dei Beanie Babies.


E abbiamo Maya, che parte da receptionist fino a capire bene e prima di tutti come funziona il mercato se di mezzo c'è Internet e soprattutto se è nata una bolla di collezionisti che comprano, vendono e rivendono i loro peluche.


I Ty, che per noi italiani sono i Trudy di serie B che si trovano nell'uovo di Pasqua, in America negli anni '90 sono stati una vera e propria febbre, capaci di creare scandali internazionali, assalti a spedizionieri e di cambiare in meglio o in peggio la vita di chi si è ritrovato a diventarne ossessionato.
Una storia che va a braccetto con un uomo come Ty Warner, dai complessi irrisolti e dalla propensione a eclissare tutti.
Sono Kristin Gore e Damian Kulash Jr. a scriverne la storia, lei figlia del vicepresidente Al, lui cantante degli OK Go, al debutto alla regia che confezionano un film dalla confezione classica, pur nei suoi intenti pop (come la variegata colonna sonora, fatta di pezzi orecchiabilissimi).
Si punta sul colore che identifica ogni personaggio, si punta su una narrazione a più punti di vista, che va avanti e indietro negli anni, si punta su attese e colpi di scena, e pur cercando l'originalità in una sceneggiatura viva e creativa, il risultato godibilissimo va ad affiancarsi al genere di cui La Grande Scommessa è ormai il porta bandiera.


Non un difetto, per carità, soprattutto se diventa una divertente lezione di storia economica tenuta da una sorprendente Geraldine Viswanathan (già amata in Miracle Workers).
Ma parte di un genere che nell'unicità della sua storia non spicca per come questa viene raccontata, in un modo veloce, ritmato, godibile, anche per chi di economia non è appassionato.
Aiuta avere a che fare con nomi noti che fanno drizzare le antenne, quello della sempre perfetta Sarah Snook, di Elizabeth Banks e di un irriconoscibile Zach Galiafianakis.

Ah, questo americani!
Capaci di venderci sogni, peluche e pure un film sui sogni e sui peluche.
Oddio, questo forse no visto che Apple TV+ si dimostra incapace di pubblicizzarlo a dovere pur uscendo quasi in contemporanea con un altro "piccolo" film che parla di giocattoli senza sfruttare l'occasione.

Voto: ☕☕/5

1 commento:

  1. Non è La grande scommessa e non è nemmeno Barbie, però racconta in maniera carina una storia 90s che non conoscevo. Sarà che questi Ty dalle nostre parti non li hanno mai venduti, che io sappia, e non è che sia stata una grossa perdita... :)
    Così come non sapevo che dietro al film c'è anche il cantante degli Ok Go. Thanks per la info!

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