11 agosto 2023

Hatching

La Settimana Horror

Ah, le famiglie perfette!
Tutti biondi, tutti belli, che vivono in una casa curata nei dettagli, fatta di vasi fragili, di vetri e di fiori.
Una figlia perfetta, che deve agguantare l'ultimo posto rimasto nella competizione di ginnastica artistica, con la madre a seguirla, allenarla, registrarla, in video che compongono il suo blog personale, quello per cui va a fare innumerevoli viaggi.
Ma è davvero tutto così perfetto, dietro ai filtri che appiattiscono le ombre e le rughe?
Ovviamente no.
Ci sono cicatrici passate, ci sono i soliti rimpianti che si sfogano sulla figlia, e c'è un matrimonio aperto che quella figlia non sa processare.


Tutto si sfoga su un corvo, che come una grande metafora entra, nero, in quella casa rosa pastello distruggendo vetri e specchi e finendo ucciso dalle mani di quella madre alla ricerca della perfezione.
L'uovo che stava covando lo prende Tinja, che lo vede crescere, crescere e schiudersi, vede uscirci un corvo antropomorfo di cui prendersi cura, che si trasforma, che sembra collegato alle sue pulsioni di gelosia e vendetta.
Sì, siamo dalle parti del body horror, purtroppo per me che temo più fluidi di ogni genere, e qui tra bave, vomito, sangue e muco il ribrezzo è alto.
Ma non manca comunque la tensione, che cresce a sua volta, attraverso un corpo che cambia, che spia, insegue, attacca.
La metafora è presto servita, tra adolescenza e prime mestruazioni in arrivo, tra quanto una ragazzina deve tenere nascosto e affrontare da sola, con il suo doppio a fare il gioco sporco, come nei classici gotici.


Ma Hanna Bergholm è ben attenta a rendere originale il suo racconto, per quanto prevedibile.
A rendere complesso lo spettro di emozioni che la piccola Tinja deve gestire, tra nuove amiche che potrebbero soffiarle il posto, una sorellastra che potrebbe essere migliore di lei, un fratello spione e le aspettative di una madre e della sua platea virtuale da accontentare.
Se i mostri generano mostri, una madre despota ed egoista finisce per generare un mostro a tutti gli effetti e altrettanto fa un padre che preferisce isolarsi nel silenzio e non sa come gestire la figlia.
E se Sophia Heikkilä si fa odiare come poche altre madri, Siiri Solalinna ha sulle sue esili spalle il film, in un doppio ruolo non facile man mano che quel corvo cambia, interpretato prima da un animatrone spaventoso quanto basta, poi da attori in trucchi prostetici, e infine da Solalinna stessa, che miete vittime in una spirale via via fuori controllo che porta ad un finale amarissimo.


Inquietante quanto lo sanno essere case, blog, profili Instagram di mamme pancine che esaltano la perfezione a colpi di colori pastello, Hatching si inserisce in quel filone horror scandinavo che con poche ma semplici trovate inquieta, appunto.
Crescendo mostri e mostrandoci i veri mostri.

Grado di paura espresso in Leone Cane Fifone:
3 Leoni su 5



1 commento:

  1. Speravo di imbattermi in un nuovo piccolo cult, invece la visione mi ha lasciato parecchio indifferente, purtroppo :(
    Per me zero leoni cani fifoni :)

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