15 dicembre 2018

Lontano da Qui

Andiamo al Cinema

Lisa è quella che si potrebbe definire come un'adulta insoddisfatta di quello che la sua vita è diventata.
Liberale e progressista, vede i suoi figli privi di interesse e di arte, pronti a mollare gli studi per arruolarsi in marina, più impegnati a guardare i loro telefoni che a conversare di libri o fotografie.
Cerca se stessa e un insperato successo ad un corso per aspiranti poeti, ma le sue poesie sono banali, da casalinga annoiata, prive di vero talento.
È insegnante in un asilo dove niente di nuovo accade, con amore e metodicità insegna ai suoi alunni a scrivere, ad osservare la natura. Finché un alunno che mai si era fatto notare non esce dal suo silenzio con quello che sembra un haiku perfetto, una poesia piena di magia e dolcezza.
Se la segna, Lisa, la propone come sua al suo corso, ed è un successo.
L'insegnante inizia a notarla, lei si inorgoglisce e decide di proteggere e coltivare il talento di Jimmy, riportando a lui nuove lezioni, interferendo con la sua vita e la sua routine, appuntando e presentando le sue poesie.
Il confine tra buona azione e azione di una psicopatica, si fa però sempre più labile.



Non si capisce dove vuole arrivare Lisa nella sua protezione, nel suo promulgare nuovi punti di vista, nuovi esercizi di stile a Jimmy.
Non si capisce quanto può spingersi oltre, mentendo al padre di lui, al marito, all'insegnate, per poi candidamente sbattere in faccia la realtà ad un pubblico intero.
Questo suo essere una maestra amorevole ma anche un'insoddisfatta che trova più soddisfazione in un bambino sconosciuto che non nella bravura dei figli, la dice lunga sulla sua fragilità.
Maggie Gyllenhaal come sempre riesce a riportare questa dualità, nei panni di un'insegnate dalla carica erotica notevole, ma anche colorata ed infantile, dalla malinconia che fa capolino nei suoi entusiasmi.


I colori accesi e primaverili, la freschezza della messa in scena e la fotografia pulita, sono il marchio del film indie presentato al Sundance, dove non a caso Lontano da qui ha vinto il premio per la regia.
Una freschezza, che fa da ulteriore contrasto a una storia i cui margini con il dramma sono davvero difficili da definire.
Spalleggiata da piccoli ruoli e grandi attori -come il solito affascinante Gael Garcia Bernal- la Gyllenahhal è protagonista assoluta assieme ad un bambino tenero e maturo, di certo più quadrato di lei.
Così si arriva ad un finale che sull'ambiguità continua a giocare, che fa pure un po' paura alimentando dubbi e rivelando proprio lì, con l'ultima frase, una ragione che non si credeva di trovare.


Voto: ☕☕½/5

4 commenti:

  1. Nel suo cogliermi in contropiede, a distanza di giorni, posso dire che mi sia piaciuto tantissimo. Visto per caso, senza aspettative, una sera in cui mi riposavo dai recuperoni importanti che eppure non entusiasmano (Lee su tutti): e ci ho trovato dentro un film piccolo e delicato, ma anche spaventoso, sulla poesia e sulla sua totale assenza nella vita di oggi. Lei straordinaria, e più sfortunata del fratello Jake con l'Academy.

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    1. Mi aspettavo poco anch'io, anzi, mi aspettavo tutt'altro vista la trama. Invece vengono i brividi, non si sa a chi dare ragione, come rimanerci dopo quel finale. Sì, una bellissima sorpresa.

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  2. Psicopatica lei, inverosimilmente geniale lui. Li ho detestati entrambi, così come il film.
    E poi, diciamolo, le poesie presenti sono una cagata pazzesca ahahah


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    1. Sapevo che nonostante A star is born rimanevi il solito cuore di pietra. Lei psicopatica ma con una missione, lui poeticamente geniale. Il tutto fa un effetto strano ma che mi ha affascinato, mi ha scosso.

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