10 settembre 2023

Venezia 80 - Il Leone di Caffè

Dieci anni di Mostra, tondi tondi.
Dieci anni e ancora non mi sono abituata a orari poco umani per cui esco in ritardo con questo post.
Non è stato facile fare ordine ai 51 (CINQUANTUNO!) film visti in questi 10 giorni, con una qualità media alta, qualche delusione, qualche ciofeca.


Ma lo spazio per le riflessioni lo rimandiamo a più tardi, che è già tardi, con i premi già consegnati e un vincitore annunciato.

Andiamo a scoprire Il Leone di Caffè di quest'anno, via con la classifica:


51. 
Bota jonë
di Luàna Bajrami 


La generazione fantasma del Kosovo che cerca di farsi strada urlando e litigando.
Urta i nervi, non quelli scoperti della Storia però.

50. 
La Bête
di Bertrand Bonello


Per molti IL capolavoro della Mostra.
Rivivere traumi passati per riuscire a guarire in un futuro governato dalle macchine che non accettano emozioni. Nemmeno il fascino dei protagonisti salva da una pesantezza senza eguali.

49.
The Palace
di Roman Polanski


Come si è ridotto Polanski?
A girare un Vacanze di Natale fuori tempo massimo.

48.
L'Ordine del Tempo
di Liliana Cavani


Come si è ridotta Cavani?
A girare una Muccinata che ci crede troppo.

47.
AGGRO DR1FT
di Harmony Korine


Come si è ridotto Korine?
A girare in infrarossi sperimentando a favore dei fan hardcore.
Ma la trama, dov'è?

46.
Holly
di Fion Tronch

 
Una ragazzina dai poteri curativi che suscita interesse e gelosie.
Chiuso in sé, il film annoia e non spicca.

45.
Lubo
di Giorgio Diritti


Tre lunghissime ore fuori fuoco in cui si insegue nei suoi cambiamenti un protagonista con cui è difficile entrare in sintonia.
Anche meno.

44.
Pet Shop Days
di Olmo Schnabel


Nepo baby che racconta di ricche famiglie e di figli in crisi, che si danno al crimine.
Sembra un Larry Clark, ma non graffia allo stesso modo.

43.
Origin
di Ava Duvernay


Fosse stato un documentario, asciugato di tragedie e pathos, sarebbe stato perfetto.

42.
Memory
di Michel Franco


La demenza non è certo così, l'amore non è certo così salvifico.
Se brillano gli attori, pecca in tutta la sceneggiatura.

41. 
Kobieta Z...
di Malgorzata Szumowska e Michal Englert


Puntare il faro sulla difficoltà della riassegnazione di genere in Polonia.
Ma farlo perdendo pezzi (e anni), e coinvolgendo poco.

40.
Hors-Saison
di Stèphane Brizé


Nella parte commedia dolceamara, funziona.
In quella drammatica e romantica molto, molto meno.

39.
The Featherweight
di Robert Kolodni


Il classico film sportivo sul pugile in bancarotta che si traveste da mockumentary.
L'unica scintilla di originalità.

38. 
Making Of
di Cédric Kahn


Il dietro le quinte della realizzazione di un film che tra mancanza di fondi e scioperi imita la finzione che racconta su una fabbrica occupata.
Da commedia impegnata francese, si urla.

37.
In the land of Saints and Sinners
di Robert Lorenz


Vorrebbe imitare lo stile de Gli Spiriti dell'Isola, ma anche se c'è Kerry Condon, non c'è Martin McDonagh.

36.
Sidonie au Japon
di Elise Girard


La rinascita in terra straniera di una scrittrice in lutto.
Un amore fatto di piccoli gesti e di fantasmi che avvicinano.

35.
Finalmente l'Alba
di Saverio Costanzo


È stato definito un tentativo italiano di Babylon.
Ma in realtà è un Costanzo fuori fuoco che spreca buone idee e una buona ricostruzione.

34.
Hokage
di Shinya Tsukamoto


Pace non è fatta con Tsukamoto.
Nel dopoguerra più tragico, gli orrori sono troppi.

33.
Vivants
di Alix Delaporte


Piccolo e innocente film che celebra una redazione di fotoreporter.

32.
Aftab Misahavad
di Ayat Najafi


Più per le riflessioni sul teatro in un Iran occupato, si premia l'inventiva quando per la sicurezza non si mostrano volti o segni riconoscibili degli attori coinvolti.

31.
The Caine Mutiny Court-Martial
di William Friedkin


L'ultimo film di Friedkin.
Una lungo processo, a tratti verbosi, che funziona sapendo della magia dietro le quinte.

30.
Ferrari
di Michael Mann


Non un biopic classico, ma uno stralcio di vita classico.
Niente di fenomenale, con le gare sportive a superare la vita privata.

29.
Enzo Jannacci vengo anch'io
di Giorgio Verdelli


Più che un documentario che si sofferma su una carriera, una celebrazione e un omaggio da parte di amici e colleghi che fa rivivere esibizioni e canzoni.

28.
Dogman
di Luc Besson


L'uomo che sussurrava ai cani per fargli fare rapine e esibirsi da drag queen.
Folle film di Besson, con un protagonista che avrebbe meritato un premio.

27.
Adagio
di Stefano Sollima


Il solito Sollima di genere, bruto e violento, nella Roma di periferia.

26.
Maestro 
di Bradley Cooper


Un film su Bernstein che si dimentica della musica di Bernstein.
Il suo privato, indagato a fondo, è meno interessante.
Fortuna che c'è Carey Mulligan.

25.
Enea
di Pietro Castellitto


Al secondo titolo, Castellitto esagera e vuol dimostrare quanto è bravo, imitato Sorrentino.
Una grande bruttezza che a tratti sa difendersi.

24. 
Die Theorie von Allem
di Timm Kroger


Il Multiverso sulle Alpi svizzere, un noir confuso ma affascinante.

23.
Housekeeping for Beginners
di Goran Stolevski


La famiglia è quella che ti scegli, colorata e caotica ma capace di portare avanti un'eredità d'amore.

23.
Day of the Fight
di Jack Houston


Ritrovare Michael Pitt così in forma, in un film sportivo che dice poco di nuovo, ma lo fa un gran bene.
E con i nomi giusti.

21.
Quitter la Nuit
di Delphine Girard


Una chiamata che unisce e cambia la vita di tre persona, la vittima, il carnefice, chi ha aiutato a distanza.
Si va oltre, per una volta, approfondendo le cicatrici di uno stupro.

20.
Thank you very much
di Alex Braverman


Documentario sentito e commovente che ripercorre la vita di un genio della comicità.

19.
Michel Gondry - Do It Yourself
di François Nemeta


Documentario sentito e divertente che ripercorre la vita di un genio della regia.

18.
Stolen
di Karan Tejpal


L'India che non ti aspetti che parte da un rapimento che mette in luce le differenze di classe e si trasforma in un film d'azione.

17. Coup de Chance!
di Woody Allen


Il solito Woody Allen dei tradimenti e degli amore.
Che però funziona e colpisce.

16.
The Devil Does Not Exist
di Ryusuke Hamaguchi


Immersi in una natura che sta per essere contaminata, dentro una comunità in cui è difficile entrare, da stranieri.
Il ritmo avvolge, per poi cambiare bruscamente.

15.
Io, Capitano
di Matteo Garrone


Un viaggio verso un futuro migliore che diventa un inferno a tappe dove scorci di umanità salvano.

14.
Comandante
di Edoardo De Angelis


Retorica patriottica a parte, una ricostruzione asciutta e solida di una pagina di Storia e di un personaggio storico che andava raccontato.

13.
Bastarden 
di Nikolaj Arcel


Tra le incoltivabili brughiere danesi, il progetto di un uomo che scatena le ire di un sadico nobile.
Un'epopea sanguinosa, in cui brilla Mads Mikkelsen.

12.
Green Border
di Agniesza Holland


Fari puntati su un confine che gioca con le vite dei migranti, su una politica di non inclusione che miete morti.
Racconta a più voci, che trovano il giusto equilibrio.

11./10.
Daaaaaali! e The Wonderful Story of Henry Sugar
di Quentin Dupieux e di Wes Anderson


Piccoli, folli progetti di brillanti autori.
Non è il formato -breve- che fa la differenza.

9.
Tatami
di Guy Nattiv e Zar Amir Ebrahimi


Il film sportivo che acquista valenza politica.
Un'atleta di judo minacciata dal suo Iran, che combatte su due fronti: per la medaglia d'oro, per la libertà.

8.
The Killer
di David Fincher


L'ossessione per i serial killer di Fincher regala un Michael Fassbender in ottima forma.
Era ora.

7.
El Conde
di Pablo Larraìn


Un film sui vampiri che in realtà denuncia gli anni più bui del Cile di Pinochet.
Una sceneggiatura divertita e intelligente.

6.
Vampire Humaniste cherche Suicidaire Consentant
di Ariane Louis-Seize


Altri vampiri, ma questa volta molto più umanitari.
E molto più indie quando non sanno accettare la loro natura assassina.

5. 
Priscilla
di Sofia Coppola


Il cinema di Sofia Coppola fatto di dettagli e raffinatezza incontra la storia di Priscilla Presley e della sua crescita sotto l'ombra di Elvis.

4.
Los Oceanos son los verdaderos continentes
di Tommaso Santambrogio


Tre generazioni nella Cuba da cui si vuole fuggire, i cui si è costretti a stare.
Visivamente, di una bellezza che fa male, con una storia che commuove.

3.
Hitman
di Richard Linklater


Un altro sicario di professione, che è però un semplice professore di filosofia che si reinventa e studiai suoi clienti
Finche non incontra l'amore che gli cambia la vita.
Una commedia nera dalla sceneggiatura calibrata e con un Glen Powell perfetto.

2. 
The Summer with Carmen
di Zacharias Mvroeidis


Il vero colpo di fulmine di questa Mostra, un film nel film che riflette su come scrivere un film, ricordando un'estate passata in città con un cane a cui badare.
Risate e applausi garantiti.

1.
Poor Things
di Yorgos Lanthimos


Non poteva che essere la crescita e la maturazione di Bella Baxter attraverso avventure, viaggi e incontri sessuali a vincere.
Emma Stone si merita ogni premio, mentre Lanthimos costruisce un mondo gotico e fantastico in cui vorrei già tornare.
L'asticella, dopo la sua visione, è sempre stata troppo alta per raggiungerlo.

2 commenti:

  1. Quando il Leone d'oro coincide con il Leone di caffè, mi sa che ne vedremo delle belle!

    Di The Summer with Carmen non avevo ancora sentito parlare. A questo punto me lo segno, sperando che si possa vedere da qualche parte anche all'infuori della Laguna

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    Risposte
    1. Succede raramente, ma quando succede è sempre bello! Un Chazelle che non rinuncia ai premi politici, sacrosanti, ma avrei preferito Landry Jones a Sarsgaard...

      Quanto alle sezioni collaterali, regalano sempre piccoli titoli da scoprire, Carmen è una meraviglia che potrebbe riuscire ad uscire in sala, chissà quando.

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