17 settembre 2025

Weapons

Andiamo al Cinema

È uscito come il nuovo horror dell'anno.
E per una volta posso concordare con questa etichetta abusata.
Non solo perché paura ne fa davvero, se fossimo dentro alla Notte Horror si guadagnerebbe facili facili 5 Leoni-Cane-Fifone su 5, ma soprattutto perché è una storia semplice, che diventa complessa, che gioca con il genere approdando su altri generi.
Il soggetto iniziale: 17 bambini escono di casa nel cuore della notte e spariscono nel nulla.
Sono tutti della stessa classe, quella di Alex, l'unico ragazzino a presentarsi il giorno dopo davanti a un'atterrita Justine, l'insegnante su cui subito si punta il dito e che viene tacciata anche di stregoneria.
Dove sono spariti questi bambini?
Come tornare alla normalità?
Non sembra possibile, e tra chi si butta nell'alcool, chi inizia indagini di propria iniziativa e chi incappa in indizi cruciali, ricostruiamo lentamente quel che è successo a Maybrook, Pennsylvania.


Siamo nella più classica delle piccole città di periferia, dove tutti si conoscono solo apparentemente, dove si beve e si flirta al bar, dove i bassi fondi non si frequentano, dove dietro le finestre di casa tutto può succedere.
Gioca con lo stereotipo junghiano d'eccellenza, Zach Cregger, e ci gioca bene smontando il film in più punti di vista, interrompendosi sempre sul più bello, mentre si identificano facce e situazioni, componendo il puzzle che è Weapons.
Smorza la tensione, così facendo, che cresce, che si libera in innumerevoli jumpscares che funzionano bene soprattutto perché si tratta di gente che corre mal coordinata, di gente che aspetta al buio, di gente che fa capolino dove e quando meno te lo aspetti, pure con un trucco che ricorda vagamente quello di un clown. Insomma, Cregger sembra conoscere bene le mie paure e dopo Barbarian che ci portava in meandri nascosti di una casa sinistra, qui alza il tiro, e i punti di vista da raccontare.


E proprio come Barbarian che a metà cambiava registro e toni permettendo di respirare, non perde il gusto di darsi alla commedia nera, riuscendo a rendere ridicole situazioni pericolose (Austin Abrams in primis, che non ha avuto bisogno di stuntman nonostante le innumerevoli cadute del suo spaesato James o i divertenti attacchi portati avanti correndo come dentro Naruto).
Per una volta, posso dirmi felice se quell'impegnatissimo di Pedro Pascal si è reso conto di essere troppo impegnato per partecipare anche a questo film, lasciando posto a Josh Brolin più credibile nei panni di un padre che chiede giustizia, così come Julia Garner con quel suo piglio che non fa subito simpatia funziona meglio di Renate Reinsve, prima scelta. Ma a rubare la scena a tutti, tra apparizioni a sorpresa e trasformazioni spaventose, è Amy Madigan, la cattiva, la chiave di tutto, che quando entra in scena cattura ogni più sinistra attenzione.
Si inizia dalle parti del thriller, quel thriller poliziesco cupo e polveroso che prende spunto da Prisoners, con lunghe cartellate a non mostrare mai il volto dei protagonisti, a farceli conoscere di schiena, con il loro mistero. Si passa poi all'horror psicologico, poi a quello più slasher, poi a quello da commedia nera, infine pure al body horror in un finale ad alto tasso di sangue difficile da reggere ma con le citazioni giuste.
Un finale che però è stato riveduto e corretto facendo tornare la voce narrante che questa favola nera ce l'ha raccontata in modo ipnotico, a dare un filo di speranza.


Ma l'equilibrio Cregger lo sa mantenere e nel suo ricostruire la storia non tanto di chi se n'è andato, ma di chi è rimasto e di chi cerca di capire, porta dentro a una storia nera che probabilmente avrà un suo seguito.
Io lo spero, perché il ragazzo continua a partorire i miei peggiori incubi e a farmene fare di spaventosissimi.
L'horror dell'anno alla fine è arrivato, ha l'alone di film di nicchia ma anche di blockbuster annunciato, che grazie al passaparola ha fatto registrare incassi record come a ribadire il bisogno di spaventarci per altro, oltre la realtà.

Voto: ☕☕☕☕/5

1 commento:

  1. Mi incuriosiva ma temevo la fregatura. Mi hai convinto, spero di riuscire a recuperarlo, nei cinema qua attorno è già passato.

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