13 settembre 2025

Material Love

Andiamo al Cinema

Lei, Lucy, ha fatto carriera diventando uno delle migliori matchmaker di New York.
Il suo lavoro? Combinare clienti disperati ma ricchi abbastanza da pagare il suo servizio esclusivo per trovare la persona giusta che corrisponde a precise richieste. Un lavoro che si addice a chi capisce in fretta chi ha davanti, come rispondere, come muoversi e che crede più ai soldi che all'amore, puntando a un matrimonio di comodo, più che di sentimento.

Lui, Harry, è il fratello di un cliente di Lucy che fa parte della nona coppia che è riuscita a portare alle nozze. La conosce lì, in un matrimonio in cui l'amore sembra comunque di facciata, mentre sonda il terreno per nuovi clienti. Harry, unicorno irresistibile, punta lei, Lucy.

Lui, John, è un attore squattrinato, che ancora divide l'appartamento con altri squattrinati, che cerca di sfondare come attore e si ritrova a fare da cameriere qua e là. E fa da cameriere al matrimonio del fratello di Harry ed è lì che ritrova Lucy, facendola vacillare e tornare con la mente ai tanti litigi, alle tante arrabbiature che giravano tutti attorno ai soldi e alla mancanza di soldi.


Quello che succede nel film di Celine Son è il più classico dei triangoli amorosi: il nuovo che è bello, ricco, rassicurante, contro l'ex che fa provare nostalgia, che fa battere il cuore, che non si è mai dimenticato anche se sono rimasti gli strascichi di litigi e arrabbiature.
Chi scegliere?
Come scegliere?
Lucy si ritrova al vertice di questo triangolo e alle prese con una crisi di coscienza e lavorativa, mentre affronta nuovi clienti più materialisti di lei, o forse che solo ora vede come tali.
Si muove in un mondo lussuoso che le appartiene in parte, catalogando uomini e donne in base ad altezza e patrimonio, con l'amore che onta fino a un certo punto, conta non sentirsi soli.


Circola da tempo la questione che di commedie romantiche a Hollywood non se ne fanno più.
Non come un tempo, almeno, e a vedere Tutti Tranne Te, il successo della scorsa stagione fin troppo volgare e goliardico nelle sue derive e nei suoi richiami alle commedie di un tempo, viene da dire per fortuna.
Ma per fortuna (sic) Celine Song sa come parlare d'amore anche quando l'amore non sembra entrare in campo presi come si è a giudicare appartamenti, arredi, abiti e ristoranti, con il matrimonio che è un mero contratto che si può rescindere.
L'amore ce lo fa sentire, entrando da subito in intimità con Lucy, con i suoi modi affettati, con la intelligenza e le sue capacità.
Merito di Dakota Johnson, certo, che sa brillare nei piccoli progetti -anche se qui l'A24 ha puntato più in grande-, ma merito anche di dialoghi precisi, di una sceneggiatura che sa quanto e quando rivelare, di una fotografia che riprende una New York calda e umana, di una scenografia e di una colonna sonora retrò e avvolgente.
Pedro Pascal e Chris Evans portano il fascino e le stelle che mancavano in un film che ha diviso su un finale per alcuni non credibile, per me romantico al punto giusto.


L'amore c'è, quindi, e la commedia in parte, di quelle che si dipanano nei silenzi e in una lentezza che è in realtà eleganza, di quelle intime, come già lo era Past Lives.
Song ne riprende i toni, la nostalgia, un certo struggimento di coppia e di domande da porsi su come si era e come si può cambiare.
Se le commedie romantiche fossero tutte così, ne vorrei una al mese, grazie.

Voto: ☕☕/5

2 commenti:

  1. Le recensioni tiepide mi avevano fatto passare la voglia. Grazie a te, la curiosità è tornata!

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  2. Per me una grossa occasione mancata, invece...

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