In attesa di capire se davvero Woody si fermerà con un prossimo film a New York, meglio goderci la sua ultima commedia parigina.
Alla ricerca di finanziatori, continua a trovarli in Europa e pesca dal cassetto una sceneggiatura semplice e diretta, senza troppi fronzoli e che in fondo solo a Parigi poteva essere ambientata.
Ci sono sempre lui e lei, marito e moglie non troppo soddisfatta, che si sente ma non è un trofeo.
C'è un amore di gioventù, meglio, una cotta di gioventù, trovata per caso per strada e da cui nasce un flirt prima, un amore poi, che potrebbe portarla a lasciare quel marito ricco perché rende gli altri più ricchi.
Che però se ne accorge, la scopre, e decide di risolvere le cose a modo suo.
Inizialmente, si parlava di un Woody che ritorna ai tempi di Match Point.
In realtà, se lo spunto della sceneggiatura è simile (un omicidio da compiere e camuffare) lo stile è completamente diverso: siamo dalle parti della commedia a tratti nera, a tratti grottesca e in questo caso il tema centrale non è il senso di colpa, ma la fortuna. Quella che ha portato due amanti a unirsi, una madre a salvarsi.
È un Woody come te lo aspetti, che riprende una Parigi autunnale, la bellezza si Lou de Laâge e di Melvil Poupaud, che lancia le sue frecciatine e le sue freddure, anche se la fotografia di Storaro appare minore.
Minore è anche questo Woody, in spolvero comunque migliore rispetto agli ultimi titoli, che non demorde e rende felice il suo pubblico, che ritrova negli appartamenti, nelle musiche, i toni solo apparentemente semplici a cui ci ha abituato.
Io bimbo di Woody da sempre. Non vedo l'ora di vederlo, mi manca troppo.
RispondiEliminaWoody Allen è un mostro sacro e ha diritto ad essere celebrato sempre 😊
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