Mondo Serial
L'avevo snobbata, la credevo troppo patinata, un rifacimento non necessario anche se del film del 1994 che comprendeva un super cast composto da Tom Cruise, Brad Pitt, Kristen Dunst e Christian Slater poco ricordavo.
Giusto il finale di quell'intervista, giusto la rabbia di una giovanissima vampira impossibilitata a crescere fisicamente.
E poi, diciamolo, dopo True Blood, dopo Vampire Diaries, le serie vampiresche sembravano aver fatto il loro corso, un po' come quelle sugli zombie, non fosse che è arrivata The Last Of Us a ricordarci che i vivi sono sempre più interessanti dei non-morti.
Pure a Venezia i vampiri sono tornati alla grande, con quattro titoli spalmati nei quattro concorsi, e con El Conde cileno di Larraìn e i Vampiri Umanisti del Canada a portarsi a casa pure dei premi.
Ma come per la folle What We Do In The Shadows che da 5 stagioni continua a farmi sbellicare dalle risate, il tutto è virato ai toni della commedia nera, prendendo l'immortalità e la mortalità degli altri, la sete di sangue, come degli ostacoli difficili da mantenere ai giorni nostri.
Interview with the Vampire è arrivata con un approccio diverso.
Più serio e serioso all'apparenza, credendo molto nell'universo creato da Anne Rice che ripresi i diritti delle sue opere ha stretto un contratto con AMC poco prima di morire, lasciando in eredità al figlio Christopher la visione d'insieme delle sue opere.
Con il gran parlarne (bene), la critica che acclamava, le alte posizioni nelle classifiche di fine anno, twitter che proponeva e riproponeva scene, la curiosità a insorgere e un certo deserto in questa torrida estate a chiedere recuperi dignitosi, eccomi qui a saltare sul caro dei vincitori.
A diventare una fan anche se l'unica serie vampiresca che ho amato resta quella su una cacciatrice di vampiri.
Si rimaneggia, si ripensa e si adatta quell'Intervista di un tempo e si inizia a Dubai, anno domini 2022, e si torna a New Orleans, negli anni del proibizionismo e della segregazione razziale.
Con una pandemia appena finita e la volontà da parte di Louis de Pointe du Lac di rivedere l'intervista fatta 30 anni prima, richiamando quel giornalista che nel mentre ha avuto poca fortuna e ha un Parkinson difficile da nascondere.
Ma perché rivedere quell'intervista?
Perché cambiare nuovamente i fatti, ripensarli e rimaneggiarli?
Perché raccontare ancora una volta di come Lestat de Lioncourt è entrato nella sua vita, risvegliandolo in ogni senso e soggiogandolo?
Cerca di capirlo Daniel Molloy, sottolineando il loro rapporto malato, la sua sottomissione e le violenze fisiche e psicologiche di cui è stato vittima. Temi attuali, che prendono spazio, così come quello del rapporto amoroso fra i due che il film di Neil Jordan lasciava solo intuire, tra coming out, omofobia, bisessualità qui mai nascosta.
Anzi.
Le scene ad alto tasso erotico non mancano e sono parte dello stile fascinoso e elegante che la serie porta avanti. Anche per questo l'ambientazione a New Orleans, città sospesa, un'America diversa fatta di immigrazione, in cui ci si muove fra ville opulenti, red district e mardi gras è più che giustificata e aumenta il valore di una serie che riparte da zero e che tiene conto del nuovo cast, dell'attualità, senza risultare finta.
Il tragico episodio (...The Ruthless Pursuit of Blood with All a Child's Demanding, 1x04) dedicato all'eterna adolescente Claudia ne è un esempio, e lei che cresce in intelligenza ma non fisicamente, dimostra sul finale una spietatezza a rendere The Thing Lay Still (1x07) godibile in quel tripudio di sangue e sagacia.
La chimica fra i bellissimi Jacob Anderson e Sam Reid è innegabile, e nel loro rapporto di amore e odio, nella loro convivenza a tratti forzata e nel loro modo diverso di vivere da vampiri sta ovviamente gran parte del successo che la serie ha avuto.
Ma il presente non è da meno, in cui un giornalista (Eric Bogosian) indaga, punzecchia e non crede ciecamente alle parole di chi già ha mentito. Cercando di ricordare quanto dimenticato a causa dei fumi delle dipendenze, cercando di cogliere in fallo chi manipola per professione.
È un gioco che si ripete, un allievo che sta dimostrando di aver imparato dal suo maestro e che purtroppo si ferma sul più bello.
Con soli 7 episodi attivi, la seconda stagione è stata bloccata a causa dello sciopero degli sceneggiatori e chissà quando arriverà sui nostri schemi.
Quel che è certo, è che ci sarò anch'io ad aspettarla, una serie vampiresca che ha molto da dire e che lo dice un gran bene, che riporta in alto un genere che non smette di generare copie originali.
Sempre piene di fascino.
Voto: ☕☕☕½/5
Uhmmm interessante. Quasi quasi la recupero. Segnata nel mio lungo infinito elenco di serie da vere😅
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