2 settembre 2023

Venezia 80 - Maestro

Si intitola Maestro, è un film sul Maestro Leonard Bernstein, ma la musica si sente e non si vede.
Viene da chiedersi com'è che Bradley Cooper si è buttato su un film biografico su una figura leggendaria in America e non solo, e abbia deciso di lasciare fuori la sua musica, che compone ovviamente la colonna sonora ma in scena entra ogni tanto, così, pure un po' per caso nella sceneggiatura.
Si lascia invece ampio spazio alla sua vita privata, fatta di tradimenti e di un matrimonio aperto, di pettegolezzi sulla sua bisessualità e soprattutto di una moglie comprensiva e sua roccia su cui il film decide di puntare.
Non sempre, però, perché il suo sguardo è quello che illumina un musicista che non sa stare fermo, dalla personalità ingombrante, dall'entusiasmo contagioso.


Il bianco e nero serve quindi per raccontarci il passato, gli esordi rocamboleschi e i primi romantici appuntamenti, la fama conquistata senza mettere da parte la musica non seria.
Poi arriva il colore, e mostra di feste e di bevute, di giovani sempre diversi con cui accompagnarsi, di figli che si indignano e di quella moglie stanca ormai di chiudere gli occhi.
Sono scelte, appunto, e viene da chiedersi se il progetto ventennale di Jake Gyllenhaal sarebbe stato diverso, approfondendo più la parte musicale un po' com'era stato per Tick, Tick... Boom.
L'approccio di Bradley Cooper porta a usare concerti e lezioni per spezzare anni e scene, ma si incolla male alla partitura generale.

Con quel naso posticcio tanto criticato, è più a suo agio nella recitazione questa volta e incappa nell'affannosa sindrome del "ti dimostro quanto sono bravo" con piani sequenza, scene di ballo, lunghi carrelli che sì, mostrano quanto è bravo.
La scena, però, gliela ruba spesso Carey Mulligan, incastrata nel ruolo di Felicia, moglie comprensiva e poi inacidita, su cui ci si sofferma in modo fin troppo insistente nel momento della malattia.


Se l'ouverture fa sognare e riempie gli occhi di bellezza, Maestro prosegue appesantendosi, aprendo parentesi, perdendo e introducendo personaggi, un po' come accadeva al discontinuo A Star Is Born.
Non il Maestro che mi aspettavo, non la musica che volevo mostrata fuori e dentro la testa di Bernstein, ma un film classico che strizza chiaramente l'occhio agli Oscar, ma su cui non punterei.

1 commento:

  1. Non mi ha deluso, perché non avevo aspettateve molto alte già in partenza :)
    La prima parte in bianco e nero mi ha anzi sorpreso in positivo, peccato che poi nella seconda con il colore il film perda parecchio in fascino e si trasformi in un melodrammone strappalacrime abbastanza telefonato. E sì, la musica purtroppo resta quasi sempre troppo sullo sfondo.
    Per una volta se non altro Bradley come attore mi ha convinto, anche se Carey resta di un altro livello

    RispondiElimina