9 settembre 2023

Venezia 80 - Memory | Lubo | Holly | Kobieta Z...

Una breve carrellata degli ultimi filmino Concorso.

Memory

Michel Franco è una mia grande incognita in Mostra.
Presente quasi ad ogni edizione, con un film diverso, un tema diverso ogni volta.
Quest'anno a illuminare la scena sono due attori che da soli avrebbero le alte aspettative: Jessica Chastain e Peter Sarsgaard.
Ma i drammi, sono davvero troppi.


Lei è un'ex alcolista, abusata fin dalla tenera età che ha un complicato rapporto con la sorella e soprattutto con la madre, che rifiuta di crederle.
Lui soffre di demenza e a un rimpatrio scolastico la segue fino a casa generando ansie e paure.
Chiarita la situazione, lei diventa la sua badante, per arrotondare, per stargli accanto e va da sé che sboccia un amore, reso complicato dai traumi di entrambi, dalle famiglie che non ci stanno.
Drammi, insomma, che si sommano e che risultano di troppo, con una figlia chiamata a gestirli e una sorella chiamata a sistemare le cose.
Ma se i due attori sono complici e hanno la giusta chimica per salvare la visione, Franco dimentica cosa significa davvero la demenza, che non è semplice smemoratezza, e in questo suo amore complicato non convince nemmeno un po'.

Lubo

Diciamolo subito, il problema di Lubo non è tanto la lunghezza che sfora le 3 ore.
È come questa lunghezza non aiuti il film a stare a fuoco.
Tre ore per raccontare le vicissitudini di uno zingaro che in Svizzera deve reinventarsi più di una vita durante e dopo la II Guerra Mondiale e non si capisce se il fuoco è la terribile verità di bambini gitani sottratti alle famiglie e dati in adozione o la sua rinascita come commerciante di tessuti preziosi che si concede alla bella vita fuori e dentro i confini svizzeri mentre colleziona amanti e cerca la verità.
Ma la cerca davvero?


Perché spesso ci si dimentica di quei bambini sottratti concentrandosi su un amore che nasce improvviso, sulla verità su quel denaro che sta sperperando, sui bambini che sta lasciando in giro.
Giorgio Diritti ricostruisce un'epoca alla perfezione, facendoci sognare lungo i laghi svizzeri, al confine con l'Italia, tra alberghi dalle suite curate e abiti sartoriali.
Franz Rogowski che non invecchia di un anno nonostante i 20 che passano, è più dimesso e più trattenuto del solito.
Ma sembra spesso di essersi persi dei pezzi, di voler allungare sul brodo, di andare avanti senza una vera motivazione o un peso , con svolte chiave che non hanno il pathos necessario.
Le tre ore, quindi, risultano di troppo non per la loro pesantezza (che c'è) ma per come divagano perdendo il centro del racconto.

Kobieta Z...

Che donna è Aniela?
È una donna che prima era Andrzej, ragazzo capace di arrampicarsi ovunque, di innamorarsi appassionatamente di una moglie all'oscuro del suo sentire, di farci un figlio pure, ma con la sensazione di essere nel corpo sbagliato.
Assumere gli ormoni della madre non aiuta, il basso livello di testosterone non può essere sistemato, e più gli anni passano, più si vorrebbe vivere in quegli abiti femminili, con i capelli lunghi e il trucco sistemato.


Ma come fare negli anni '90 della Polonia, come farlo capire a una moglie che si ama ancora mentre lei come il resto della famiglia prova solo imbarazzo e odio?
È una storia che il cinema ha affrontato spesso e che nei politici giorni nostri non può mancare. Una storia che emoziona, anche se non raccontata nel migliore dei modi con gli anni che passano, gli attori che invecchiano improvvisamente, e la messa a fuoco che arriva sul finale.
Un film importante per la Polonia di oggi, ma che non lascerà il segno nel cinema impegnato.

Holly

Che ragazza è Holly?
Evitata e bullizzata a scuola, chiamata la strega.
E strega sembra esserlo quando si assenta da scuola per un brutto presagio e un incendio si porta via 10 dei suoi compagni.
Le voci iniziano a girare, e un professoressa che la osserva vede in lei poteri guaritori che possono aiutare chi bene non sta.
Lei, quindi, si schiude.


Trova conforto nel poter aiutare, si ritrova improvvisamente con del denaro da spendere, ma l'attenzione è troppa, le gelosie non tardano ad arrivare, e gestire la situazione diventa complicato.
Anche a livello di sceneggiatura, che tieni i toni bassi, non eccede.
Ci si basa sui primi piani intensi di una protagonista dimessa, su una fotografia delicata e sui ritmi lenti, e forse anche per questo il film di Fien Troch prodotto dai Dardenne resta più terreno che etereo, senza riuscire a bucare o arrivare davvero al cuore.

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