7 settembre 2023

Venezia 80 - Film non così minori

The Caine Mutiny Court-Martial

Meglio essere sinceri, fin da subito: non è certo un film perfetto, The Caine Mutiny Court-Martial. E non so se è così che voleva chiudere la carriera William Friedkin.
Con un film processuale classico, tutto chiuso in un'aula di tribunale, verboso, ovviamente, e basato sulla bravura degli attori coinvolti. Poco viene chiesto alla regia, se non si trovare il ritmo, i giusti movimenti, per tenere alta l'attenzione.
Perché di per sé, il caso in questione non è dei più appassionanti: un caso di ammutinamento, appunto, con un sottoposto che prende il posto del suo comandante giudicato inadatto a gestire la nave in un momento di burrasca. Ma in realtà, accusato di essere troppo ferreo, fuori posto e ossessivo con il suo potere.


Che succede in questi casi?
Che sono gli avvocati a rubare la scena, che il cattivo in questione deve dimostrarsi all'altezza.
Jason Clarke e Kiefer Sutherland lo sono, anche se alle prese con personaggi che risultano abbozzati.
Il problema sta anche in una fotografia patinata e televisiva, non siamo dentro un episodio di JAG avvocati in divisa, ma la sensazione, a tratti è quella.

Per fortuna allora che la Mostra ha deciso di omaggiare Friedkin, Leone d'oro alla carriera nel 2013. E grazie alle sentite parole di Barbera e Chazelle, grazie soprattutto al racconto della sua produttrice, si scopre l'uomo, oltre il regista, e la storia della produzione del film più interessante del film stesso. Con un set visitato da Tarantino e Scorsese, con Guillermo del Toro a prestarsi come aiuto regista per fini assicurativi e con la produzione chiusa con un giorno d'anticipo per evitare addii lacrimevoli.
Un giorno, forse, su Friedkin e il suo rapporto con Hollywood ci sarà un film, e il finale sarà bellissimo.

Vampire Humaniste cherche Suicidaire Consentant

È la Mostra dei vampiri.
Dopo il Conte cileno di Larraìn, in Canada abbiamo dei vampiri meno sadici.
Anzi, vampiri che proprio non sanno uccidere.
E che fare in questo caso? Se i canini non scendono, se l'istinto per l'omicidio non c'è?
I genitori non ci stanno a dover sfamare la figlia per sempre, cercando per lei le vittime e riducendole a sacche di sangue usa e getta, la cacciano di casa e sperano nell'influenza della cugina.
 E cosa può cambiare le cose in un'adolescente di 68 anni?
L'amore, ovviamente.
E se l'amore corrisponde ad un giovane che vorrebbe suicidarsi, forse i problemi di entrambi si possono risolvere.


È una commedia nera che si ispira ai tanti film per vampiri della storia e tiene lo stile dei film indie alla Wes Anderson, con personaggi stralunati, look che diventa una divisa, stranezze varie che si fanno tenere.
Ma questi vampiri canadesi riescono ad essere originali e a farsi coinvolgenti, tra bulli da punire, sangue da assaggiare e nuovi vampiri che nascono e con poche battute rubano la scena.
I giovani protagonisti, belli a modo loro e perfetti per il ruolo, rendono tutto più delizioso.
Il titolo lo faceva intuire, questi vampiri umanitari con empatia sono quelli da cercare appena possibile.

Pet Shop Days

In 10 anni di Mostra sono pochi i film che ho mal sopportano dall'inizio alla fine e che ancora per questo ricordo.
Giants Being Lonely è fra questi.
Ritrovare il figlio d'arte Olmo Schnabel mi spaventava, e pur non avendo cambiato il suo target (gli adolescenti troppo ricchi e annoiati) almeno è migliorato nel risultato.


Niente di memorabile in questa amicizia che nasce frea un un newyorchese che non sa che fare o chi amare e il figlio di un boss messicano in fuga dopo la peggiore delle tragedie.
C'è la droga, c'è il sesso, c'è l'amore malato e infine ci sono anche i crimini che tutto mettono in discussione.
E ovviamente ci sono le famiglie, che cercano di capire e di banalizzare, di riportare a casa un figliol prodigo.
Un po' Y tu mama tambien (quanto somiglia Dario Yazbek Bernal al fratellastro) un po' un Larry Clark dei primi tempi, Pet Shop Days aggiunge poco e poco si farà ricordare.
Ma almeno mi sono riconciliata con Schnabel figlio.

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