1 settembre 2023

Venezia 80 - Ferrari

Dovevano arrivare gli americani per raccontare la storia di Enzo Ferrari.
Non che non lo si sia fatto, tra fiction e titoli in cui faceva da presenza ingombrante, ma arrivano loro, in gran spolvero e tutto si ferma.
Non è un film biografico in senso stretto, però, il Ferrari di Mann.


È uno stralcio della sua vita, che prende gli anni di crisi personale e aziendale che solo la vittoria alla corsa delle 1000 miglia potrebbe salvare.
È già un uomo ferito, dai lutti in famiglia (il fratello, il figlio) e quelli fra i suoi piloti, è già un uomo accusato di molto e con un matrimonio aperto che mostra sempre più crepe.
Si passa, così, continuamente tra pubblico e privato, con quest'ultimo aspetto che sa quasi da soap opera, con Adam Driver e Penelope Cruz a fare a gare di intensità -vince lei, ma calca molto la mano-, con Shailene Woodley non troppo in parte in quelle dell'amante amata. Va meglio su pista, ovviamente, dove Mann può sfogarsi, dove l'adrenalina sale, che sia per un test contro la Maserati o in giro per le strade d'Italia per giorni e miglia consecutive.

I motori rombano, la sfida si fa avvincente, e il film prende quella marcia in più che non riesce comunque a renderlo memorabile.
Colpa di quell'italianità che noi italiani non possiamo fare a meno di notare come mancante o come resa a cliché.
Colpa di un Adam Driver che non aderisce all'immaginario o a quello che ci si aspetta da un Ferrari e a tragedie annunciate che colpiscono meno del previsto.
Il pensiero corre a quello che è un classico ormai, il Ford vs Ferrari che immergeva meglio nei motori, pur parlando degli uomini che c'erano dietro.
Molto fumo, ma a questa Ferrari manca qualche giro.

1 commento:

  1. Ma poi dico... Adam a Ferrari non ci assomiglia per niente... Forse che l'hanno scelto perché... Driver?

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