Tempo di Festival a Roma
E’ partita oggi la VI edizione del Roma Fiction Festival, occasione unica per conoscere le nuove serie TV italiane e non in arrivo. Quest’anno verranno premiate Stefani Sandrelli per la sua passione e dedizione al lavoro e Gillian Anderson mentre freme l‘attesa per le anteprima di True Blood e Hunted.
Manca poco, invece, all’inaugurazione del nuovo Festival del cinema di Roma targato Marco Muller. Le prime indiscrezioni iniziano a trapelare anche se il programma ufficiale verrà presentato solo il 10 ottobre. La presenza di nomi come Quentin Tarantino e il suo atteso Django Unchained , Gabriele Muccino con Playing For Keeps e l’ennesima trasposizione de I Miserabili, questa volta ad opera di Tom Hooper, con Hugh Jackman, Russell Crowe e Anne Hathaway nel cast sono però già sicuri. Non manca lo spazio per l’animazione con Le 5 leggende della DreamWorks.
Lavori in corso
La Dreamworks non sta però con le mani in mano e dopo il successo di Madagascar e il Natale marchiato Le 5 leggende ha già pronto I Croods. La storia avrà per protagonisti una famiglia cavernicola, l’uscita è prevista per il 22 marzo. Non si sa ancora quando sarà pronto invece il nuovo capitolo della saga de I ghostbusters. Ivan Reitman ha infatti dichiarato che il percorso della sceneggiatura ha trovato diversi ostacoli e non è esclusa la possibilità di fare un remake. Il nome di Bill Murray resta però confermato nel cast.
Serie da favola
Passato (fortunatamente) il ciclone vampiri, le serie TV sembrano ora concentrarsi sul mondo delle favole. Visti i successi di Once upon a Time e Grimm, non solo partirà tra pochi giorni Beauty and the Beast ma sono previste altri pilot. Tra questi spuntano sicuramente Sleepy Hollow di cui abbiamo già parlato e Wunderland che porta la firma di McG.
30 settembre 2012
29 settembre 2012
Reality
Andiamo al Cinema.
Shock da Grande Fratello? Esiste, e Matteo Garrone riesce a mostrarcelo in tutta la sua assurdità.
Dopo il successo di Gomorra, il premiato regista italiano abbandona i toni foschi della mafia per portarci nei rioni napoletani e il loro colore. Protagonista è Luciano, un pescivendolo che s’arrangia anche con truffe assieme alla moglie, che è da sempre considerato un personaggio per via della sua esuberante simpatia e la parlantina facile. Fulminato sulla via di Damasco dal successo e l’osannazione che Enzo, un ex concorrente del Grande Fratello, ottiene e al lusso che la sua vita sembra promettere, decide anche per amore delle figlie di partecipare ad un provino per entrare nella famosa casa. Ma da qui in poi, la discesa nel vortice della paranoia diventa irrefrenabile: convinto di essere osservato, di essere un futuro concorrente, cambia il suo stile di vita per rendersi più interessante alle telecamere rovinando così l’equilibrio famigliare.
Vincitore a Cannes del Gran Prix della giuria, Reality riesce ancora una volta a mostrare il lato malato del nostro bel Paese, con un protagonista infarcito di false speranze e intrigato dai soldi facili. L’interpretazione di Aniello Arena, formatosi nel carcere e che per girare il film aveva un permesso speciale per uscire dalle sbarre, sorprende. Naturale, simpatico ed empatico, trasmette con semplicità i suoi sentimenti. Non da meno è la sua numerosissima famiglia, emblema del pubblico medio, pronta a sostenere il suo beniamino fino a che è nell’onda del successo salvo poi ammettere l’errore lasciandolo invischiato in problemi sempre più gravi.
Ma al di là della trama, che compone una godibile commedia che molto ricorda i toni di Pirandello o di Eduardo de Filippo, a colpire è soprattutto la realizzazione. Grazie ad una fotografia nitida che carica i colori e ad una musica leggera e lieve composta da Alexandre Desplat (e ispirata chiaramente a quelle di Danny Elfman), Reality assume i contorni di una fiaba. Il finale non può quindi che essere una happy end sottolineato dalla risata contagiosa di Luciano.
Garrone si conferma così un regista capace di affrontare non solo storie drammatiche (anche Primo Amore e L’imbalsamatore si muovevano su questo genere) ma anche la leggerezza di temi che nascondono in realtà una profondità sempre più presente.
Shock da Grande Fratello? Esiste, e Matteo Garrone riesce a mostrarcelo in tutta la sua assurdità.
Dopo il successo di Gomorra, il premiato regista italiano abbandona i toni foschi della mafia per portarci nei rioni napoletani e il loro colore. Protagonista è Luciano, un pescivendolo che s’arrangia anche con truffe assieme alla moglie, che è da sempre considerato un personaggio per via della sua esuberante simpatia e la parlantina facile. Fulminato sulla via di Damasco dal successo e l’osannazione che Enzo, un ex concorrente del Grande Fratello, ottiene e al lusso che la sua vita sembra promettere, decide anche per amore delle figlie di partecipare ad un provino per entrare nella famosa casa. Ma da qui in poi, la discesa nel vortice della paranoia diventa irrefrenabile: convinto di essere osservato, di essere un futuro concorrente, cambia il suo stile di vita per rendersi più interessante alle telecamere rovinando così l’equilibrio famigliare.
Vincitore a Cannes del Gran Prix della giuria, Reality riesce ancora una volta a mostrare il lato malato del nostro bel Paese, con un protagonista infarcito di false speranze e intrigato dai soldi facili. L’interpretazione di Aniello Arena, formatosi nel carcere e che per girare il film aveva un permesso speciale per uscire dalle sbarre, sorprende. Naturale, simpatico ed empatico, trasmette con semplicità i suoi sentimenti. Non da meno è la sua numerosissima famiglia, emblema del pubblico medio, pronta a sostenere il suo beniamino fino a che è nell’onda del successo salvo poi ammettere l’errore lasciandolo invischiato in problemi sempre più gravi.
Ma al di là della trama, che compone una godibile commedia che molto ricorda i toni di Pirandello o di Eduardo de Filippo, a colpire è soprattutto la realizzazione. Grazie ad una fotografia nitida che carica i colori e ad una musica leggera e lieve composta da Alexandre Desplat (e ispirata chiaramente a quelle di Danny Elfman), Reality assume i contorni di una fiaba. Il finale non può quindi che essere una happy end sottolineato dalla risata contagiosa di Luciano.
Garrone si conferma così un regista capace di affrontare non solo storie drammatiche (anche Primo Amore e L’imbalsamatore si muovevano su questo genere) ma anche la leggerezza di temi che nascondono in realtà una profondità sempre più presente.
28 settembre 2012
Crostata di Frutta
Il Fabbricatorte
L’autunno è arrivato e quale occasione migliore per ritrovare la classica crostata. Con un tripudio di frutta fresca e crema pasticcera è poi una golosità anche per gli occhi!
INGREDIENTI
6 cucchiai di zucchero
1 uovo
100g di burro
Farina q.b.
1 cucchiaino di lievito
Per la crema
50g di farina
500ml di latte
6 tuorli d’uova
1 baccello di vaniglia
150g di zucchero
PROCEDIMENTO
Iniziare mescolando assieme zucchero e l’uovo unendo poi il burro ammorbidito a temperatura ambiente o fuso a fuoco lento. Una volta che il composto è omogeneo unire farina, non c’è una misura precisa, basta riuscire a impastare il tutto senza difficoltà. Quando la palla di impasto è pronta, stenderla su una tortiera e mettere in forno a 180° per circa mezzora.
Lasciare e nel frattempo fare la crema pasticcera: sobbollire il latte in una capiente casseruola con un baccello di vaniglia, tolto dal fuoco e lasciarlo in infusione per 10 minuti.
In una terrina a parte lavorare i tuorli con lo zucchero fino a creare una crema spumosa. Unire a questo composto un terzo del latte e incorporare pian piano la farina. Tolto il baccello di vaniglia, riportare il tutto ad ebollizione, lasciando sobbollire per alcuni minuti.
Una volta raffreddata stendere sopra la crostata pronta e decorare a piacere con frutta fresca… buona appetito!
L’autunno è arrivato e quale occasione migliore per ritrovare la classica crostata. Con un tripudio di frutta fresca e crema pasticcera è poi una golosità anche per gli occhi!
INGREDIENTI
6 cucchiai di zucchero
1 uovo
100g di burro
Farina q.b.
1 cucchiaino di lievito
Per la crema
50g di farina
500ml di latte
6 tuorli d’uova
1 baccello di vaniglia
150g di zucchero
PROCEDIMENTO
Iniziare mescolando assieme zucchero e l’uovo unendo poi il burro ammorbidito a temperatura ambiente o fuso a fuoco lento. Una volta che il composto è omogeneo unire farina, non c’è una misura precisa, basta riuscire a impastare il tutto senza difficoltà. Quando la palla di impasto è pronta, stenderla su una tortiera e mettere in forno a 180° per circa mezzora.
Lasciare e nel frattempo fare la crema pasticcera: sobbollire il latte in una capiente casseruola con un baccello di vaniglia, tolto dal fuoco e lasciarlo in infusione per 10 minuti.
In una terrina a parte lavorare i tuorli con lo zucchero fino a creare una crema spumosa. Unire a questo composto un terzo del latte e incorporare pian piano la farina. Tolto il baccello di vaniglia, riportare il tutto ad ebollizione, lasciando sobbollire per alcuni minuti.
Una volta raffreddata stendere sopra la crostata pronta e decorare a piacere con frutta fresca… buona appetito!
27 settembre 2012
Silenzio in Sala
Questo è l’ultima settimana in cui i film usciranno di venerdì, dalla prossima infatti sarà il giovedì il giorno delle nuove uscite. Vediamo quindi cosa ci aspetta:
Garrone ha conquistato il Gran Prix a Cannes con questa commedia che mostra i lati oscuri di un paese allo sbando. Il protagonista è infatti un padre di famiglia napoletano scelto per entrare nella casa del Grande Fratello che si farà travolgere dal successo facile.
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Quando il lavoro di giornalista prende sul personale. Juliette Binoche è infatti incaricata di intervistare due studentesse che per mantenersi si prostituiscono la loro condotta influenzerà la vita perfetta di una moglie e madre. Dopo la sexy segretaria di Cosmopolis, l’attrice si lascia andare ancora di più in un film di denuncia che sorprende.
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Ad allegerire delle uscite seriose ci pensa questa commedia. In americano hanno capito che l’argomento matrimonio funziona e così ecco la storia di due eterni fidanzati che di anno in anno rimandano il grande evento, ma il quel giorno sembra essere arrivato. Protagonisti Emily Blunt e Jason Segel (How I mt your mother), a produrre gli stessi de Le amiche della sposa.
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L’era glaciale 4
Quarto capitolo per la saga più glaciale. Dopo il disgelo e i dinosauri cosa combineranno Sid, Manny e Diego? Incontreranno dei buffi pirati! Definito già da molti più divertente del precedente capitolo è già un successo assicurato e anche le avventure di Scrat e la sua ghianda continuano.
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26 settembre 2012
Magic Mike
Andiamo al Cinema.
Ci sono due domande che sorgono dopo aver visto Magic Mike.
La prima è che è successo a Steven Soderberg? Che fine ha fatto il regista impegnato che aveva firmato dei lavori come Erin Brokovich e Traffic? O dove se ne è andato lo stile ironico e scanzonato della trilogia di Ocean? Sì, perchè la sua regia in questa commedia è davvero irriconoscibile, dialoghi stancanti e prevedibili, una trama banale che fagocita la maggior parte dei cliché americani –la caduta del giovane nella spirale del successo facile e l’amore che salvifica giusto per dirne due- e degli attori che rispetto ai cast di un tempo (Julia Roberts, George Clooney o Brad Pitt) fa seriamente dubitare. Giovani, carini e stereotipati, i personaggi che compongono Magic Mike sono infatti relegati alla loro maschera con una Cody Horn rigida nella sua smorfia arrabbiata o il piacione Channing Tatum che riesce a convincere solo in parte, per non parlare di un Matthew McCounaghey narcisista e da noi rovinato ancor più da un doppiaggio che lo sfigura.
La seconda domanda è come ha fatto questo film, che potrebbe benissimo essere paragonato ad uno dei tanti (troppi) Step up, a raggiungere un successo di tale proporzione, sconvolgendo il boxoffice americano prima ancora di quello italiano? Le donne che compongono la fetta maggiore del suo pubblico hanno quindi deciso di intraprendere la strada del piacere visivo dopo quello letterario che ha impazzato per tutta l’estate con le 50 sfumature? Davvero si esce soddisfatte dalla sala per aver visto uomini scatenarsi nel palco e fuori, esibendosi come merce e trattando la folta platea come tale?
Sembrerebbe di sì, perché Magic Mike sembra essere costruito solo attorno alle esibizioni dei ragazzotti dello Xquisite, veri numeri di danza che sono forse una delle poche cose da salvare in quanto a potenza visiva e che il pubblico aspetta impaziente senza far troppo a caso al resto. Perché il resto, è noia. Una trama scontata e un lavoro di fotografia che rende tutto ancora più patinato non aiutano il film, ma questo non sembra fare la differenza per le orde di donne pronte a mettersi in coda al prossimo spettacolo, e per accontentarle arriverà addirittura un sequel.
Ci sono due domande che sorgono dopo aver visto Magic Mike.
La prima è che è successo a Steven Soderberg? Che fine ha fatto il regista impegnato che aveva firmato dei lavori come Erin Brokovich e Traffic? O dove se ne è andato lo stile ironico e scanzonato della trilogia di Ocean? Sì, perchè la sua regia in questa commedia è davvero irriconoscibile, dialoghi stancanti e prevedibili, una trama banale che fagocita la maggior parte dei cliché americani –la caduta del giovane nella spirale del successo facile e l’amore che salvifica giusto per dirne due- e degli attori che rispetto ai cast di un tempo (Julia Roberts, George Clooney o Brad Pitt) fa seriamente dubitare. Giovani, carini e stereotipati, i personaggi che compongono Magic Mike sono infatti relegati alla loro maschera con una Cody Horn rigida nella sua smorfia arrabbiata o il piacione Channing Tatum che riesce a convincere solo in parte, per non parlare di un Matthew McCounaghey narcisista e da noi rovinato ancor più da un doppiaggio che lo sfigura.
La seconda domanda è come ha fatto questo film, che potrebbe benissimo essere paragonato ad uno dei tanti (troppi) Step up, a raggiungere un successo di tale proporzione, sconvolgendo il boxoffice americano prima ancora di quello italiano? Le donne che compongono la fetta maggiore del suo pubblico hanno quindi deciso di intraprendere la strada del piacere visivo dopo quello letterario che ha impazzato per tutta l’estate con le 50 sfumature? Davvero si esce soddisfatte dalla sala per aver visto uomini scatenarsi nel palco e fuori, esibendosi come merce e trattando la folta platea come tale?
Sembrerebbe di sì, perché Magic Mike sembra essere costruito solo attorno alle esibizioni dei ragazzotti dello Xquisite, veri numeri di danza che sono forse una delle poche cose da salvare in quanto a potenza visiva e che il pubblico aspetta impaziente senza far troppo a caso al resto. Perché il resto, è noia. Una trama scontata e un lavoro di fotografia che rende tutto ancora più patinato non aiutano il film, ma questo non sembra fare la differenza per le orde di donne pronte a mettersi in coda al prossimo spettacolo, e per accontentarle arriverà addirittura un sequel.
25 settembre 2012
C'era una Volta
Quando i film si fanno ad episodi.
C’era una volta un paese incantato, in cui i personaggi delle favole vivevano avventure che andavano al di là dei loro libri, in cui Biancaneve e il suo principe coronavano il loro sogno d’amore con un matrimonio sfarzoso e una figlia e in cui la perfida Regina ordiva piani e pozioni per distruggere questa felicità. C’era un volta, perché ora quel paese non c’è più, al suo posto Storybrooke, nel Maine, dove gli abitanti vivono come sospesi nel tempo, perché Regina ha raggiunto il suo intento, sciogliendo l’amore e portando tutti gli eroi e le principesse nel mondo reale, senza magia. Ma c’è chi conosce la verità, racchiusa in un vecchio libro, e cercherà l’eroe, pardon, l’eroina, che possa spezzare questo incantesimo: la figlia di Biancaneve!
Meno ironico di Shrek, più reale e serio di Come per incanto, C’era una volta riesce a far coesistere in modo credibile un mondo fantastico con quello reale.
Come? Semplice, grazie ad un produttore d’eccezione, la Disney, e gli sceneggiatori Adam Horowitz e Edward Kitsis, quelli di Lost tanto per dire.
E proprio come in Lost gli episodi sono strutturati presentando puntata dopo puntata la vita vecchia e nuova dei personaggi dal Grillo parlante a Cappuccetto Rosso, da Pinocchio a Tremotino, anche se i personaggi principali restano Biancaneve e l’amore tormentato con il suo principe azzurro e Emma, la loro figlia cresciuta orfana e vagabonda che fatica a credere alle fantasie che suo figlio (adottato nientemeno che da Regina) cerca di raccontare.
Fiore all’occhiello è poi un cast forte, che riesce a calarsi nei panni difficili di eroi contemporanei capeggiati dall’ormai star del piccolo schermo Jennifer Morrison (già in Dottor House), tutti belli (tanto, vedi i costumi) e bravi. Da segnalare la presenza di volti già visti in Lost come Emile de Ravin (Belle) e Alan Dale (re George).
Domenica inizierà la seconda stagione negli USA, dopo il finale a sorpresa delle prime promette scintille!
C’era una volta un paese incantato, in cui i personaggi delle favole vivevano avventure che andavano al di là dei loro libri, in cui Biancaneve e il suo principe coronavano il loro sogno d’amore con un matrimonio sfarzoso e una figlia e in cui la perfida Regina ordiva piani e pozioni per distruggere questa felicità. C’era un volta, perché ora quel paese non c’è più, al suo posto Storybrooke, nel Maine, dove gli abitanti vivono come sospesi nel tempo, perché Regina ha raggiunto il suo intento, sciogliendo l’amore e portando tutti gli eroi e le principesse nel mondo reale, senza magia. Ma c’è chi conosce la verità, racchiusa in un vecchio libro, e cercherà l’eroe, pardon, l’eroina, che possa spezzare questo incantesimo: la figlia di Biancaneve!
Meno ironico di Shrek, più reale e serio di Come per incanto, C’era una volta riesce a far coesistere in modo credibile un mondo fantastico con quello reale.
Come? Semplice, grazie ad un produttore d’eccezione, la Disney, e gli sceneggiatori Adam Horowitz e Edward Kitsis, quelli di Lost tanto per dire.
E proprio come in Lost gli episodi sono strutturati presentando puntata dopo puntata la vita vecchia e nuova dei personaggi dal Grillo parlante a Cappuccetto Rosso, da Pinocchio a Tremotino, anche se i personaggi principali restano Biancaneve e l’amore tormentato con il suo principe azzurro e Emma, la loro figlia cresciuta orfana e vagabonda che fatica a credere alle fantasie che suo figlio (adottato nientemeno che da Regina) cerca di raccontare.
Fiore all’occhiello è poi un cast forte, che riesce a calarsi nei panni difficili di eroi contemporanei capeggiati dall’ormai star del piccolo schermo Jennifer Morrison (già in Dottor House), tutti belli (tanto, vedi i costumi) e bravi. Da segnalare la presenza di volti già visti in Lost come Emile de Ravin (Belle) e Alan Dale (re George).
Domenica inizierà la seconda stagione negli USA, dopo il finale a sorpresa delle prime promette scintille!
24 settembre 2012
Emmy Awards - I Vincitori
Presentati dal comico Jimmy Kimmel si sono svolti nella notte i classici premi per le serie TV americane. Mad Men che comandava gli Emmy da ormai 4 anni se n'è tornato a casa a mani vuote sbaragliato da Homeland. la serie TV si è infatti aggiudicata i premi maggiori. buoni risultati anche per Modern Family che ha vinto ancora una volta come miglior serie comica. Ma ecco l'elenco dei premiati:
MIGLIOR SERIE TV DRAMMATICA
Boardwalk Empire
Breaking Bad
Downton Abbey
Game of Thrones
Homeland
Mad Men
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Kathy Bates, Harry’s Law
Glenn Close, Damages
Claire Danes, Homeland
Michelle Dockery, Downton Abbey
Julianna Margulies, The Good Wife
Elisabeth Moss, Mad Men
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Hugh Bonneville, Downton Abbey
Steve Buscemi, Boardwalk Empire
Bryan Cranston, Breaking Bad
Michael C. Hall, Dexter
Jon Hamm, Mad Men
Damian Lewis, Homeland
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Aaron Paul, Breaking Bad
Giancarlo Esposito, Breaking Bad
Brendan Coyle, Downton Abbey
Jim Carter, Downton Abbey
Peter Dinklage, Game of Thrones
Jared Harris, Mad Men
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Anna Gunn, Breaking Bad
Maggie Smith, Downton Abbey
Joanne Froggatt, Downton Abbey
Archie Panjabi, The Good Wife
Christine Baranski, The Good Wife
Christina Hendricks, Mad Men
MIGLIOR GUEST STAR MASCHILE IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Mark Margolis, Breaking Bad
Dylan Baker, The Good Wife
Michael J. Fox, The Good Wife
Jeremy Davies, Justified
Ben Feldman, Mad Men
Jason Ritter, Parenthood
MIGLIOR GUEST STAR FEMMINILE IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Martha Plimpton, The Good Wife
Loretta Devine, Grey’s Anatomy
Jean Smart, Harry’s Law
Julia Ormond, Mad Men
Joan Cusack, Shameless
Uma Thurman, Smash
MIGLIOR SERIE TV COMICA
The Big Bang Theory
Curb Your Enthusiasm
Girls
Modern Family
30 Rock
Veep
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV COMICA
Zoey Deschanel, New Girl
Lena Dunham, Girls
Edie Falco, Nurse Jackie
Tina Fey, 30 Rock
Julia Louis-Dreyfus, Veep
Melissa McCarthy, Mike & Molly
Amy Poehler, Parks and Recreation
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV COMICA
Alec Baldwin, 30 Rock
Don Cheadle, House of Lies
Louis CK, Louie
Jon Cryer, Two and a Half Men
Larry David, Curb Your Enthusiasm
Jim Parsons, The Big Bang Theory
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV COMICA
Ed O’Neill, Modern Family
Jesse Tyler Ferguson, Modern Family
Ty Burrell, Modern Family
Eric Stonestreet, Modern Family
Max Greenfield, New Girl
Bill Hader, Saturday Night Live
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV COMICA
Mayim Bialik, The Big Bang Theory
Kathryn Joosten, Desperate Housewives
Julie Bowen, Modern Family
Sofia Vergara, Modern Family
Merritt Wever, Nurse Jackie
Kristen Wiig, Saturday Night Live
MIGLIOR GUEST STAR MASCHILE IN UNA SERIE TV COMICA
Michael J. Fox, Curb Your Enthusiasm
Greg Kinnear, Modern Family
Bobby Cannavale, Nurse Jackie
Jimmy Fallon, Saturday Night Live
Will Arnett, 30 Rock
Jon Hamm, 30 Rock
MIGLIOR GUEST STAR FEMMINILE IN UNA SERIE TV COMICA
Dot-Marie Jones, Glee
Maya Rudolph, Saturday Night Live
Melissa McCarthy, Saturday Night Live
Elizabeth Banks, 30 Rock
Margaret Cho, 30 Rock
Kathy Bates, Two and a Half Men
MIGLIOR MINISERIE O FILM PER LA TELEVISIONE
American Horror Story
Game Change
Hatfields & McCoys
Hemingway and Gellhorn
Luther
Sherlock: A Scandal in Belgravia
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE O FILM PER LA TELEVISIONE
Kevin Costner, Hatfields & McCoys
Benedict Cumberbatch, Sherlock: A Scandal in Belgravia
Idris Elba, Luther
Woody Harrelson, Game Change
Clive Owen, Hemingway and Gellhorn
Bill Paxton, Hatfields & McCoys
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE O FILM PER LA TELEVISIONE
Connie Britton, American Horror Story
Ashley Judd, Missing
Nicole Kidman, Hemingway and Gellhorn
Julianne Moore, Game Change
Emma Thompson, The Song of Lunch
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE O PER LA TELEVISIONE
Frances Conroy, Moira in "American Horror Story"
Jessica Lange, Constance Langdon in "American Horror Story"
Sarah Paulson, Nicolle Wallace "Game Change"
Mare Winningham, Sally McCoy in "Hatfields & McCoys"
Judy Davis, Jill Tankard in "Page Eight"
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE O PER LA TELEVISIONE
Denis O'Hare, Larry Harvey in "American Horror Story"
Ed Harris, John McCain in "Game Change"
Tom Berenger, Jim Vance in "Hatfields & McCoys"
David Strathairn, John Dos Passos in "Hemingway & Gellhorn"
Martin Freeman, Dr. John Watson in "Sherlock: A Scandal in Belgravia"
MIGLIOR SERIE TV DRAMMATICA
Boardwalk Empire
Breaking Bad
Downton Abbey
Game of Thrones
Homeland
Mad Men
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Kathy Bates, Harry’s Law
Glenn Close, Damages
Claire Danes, Homeland
Michelle Dockery, Downton Abbey
Julianna Margulies, The Good Wife
Elisabeth Moss, Mad Men
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Hugh Bonneville, Downton Abbey
Steve Buscemi, Boardwalk Empire
Bryan Cranston, Breaking Bad
Michael C. Hall, Dexter
Jon Hamm, Mad Men
Damian Lewis, Homeland
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Aaron Paul, Breaking Bad
Giancarlo Esposito, Breaking Bad
Brendan Coyle, Downton Abbey
Jim Carter, Downton Abbey
Peter Dinklage, Game of Thrones
Jared Harris, Mad Men
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Anna Gunn, Breaking Bad
Maggie Smith, Downton Abbey
Joanne Froggatt, Downton Abbey
Archie Panjabi, The Good Wife
Christine Baranski, The Good Wife
Christina Hendricks, Mad Men
MIGLIOR GUEST STAR MASCHILE IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Mark Margolis, Breaking Bad
Dylan Baker, The Good Wife
Michael J. Fox, The Good Wife
Jeremy Davies, Justified
Ben Feldman, Mad Men
Jason Ritter, Parenthood
MIGLIOR GUEST STAR FEMMINILE IN UNA SERIE TV DRAMMATICA
Martha Plimpton, The Good Wife
Loretta Devine, Grey’s Anatomy
Jean Smart, Harry’s Law
Julia Ormond, Mad Men
Joan Cusack, Shameless
Uma Thurman, Smash
MIGLIOR SERIE TV COMICA
The Big Bang Theory
Curb Your Enthusiasm
Girls
Modern Family
30 Rock
Veep
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV COMICA
Zoey Deschanel, New Girl
Lena Dunham, Girls
Edie Falco, Nurse Jackie
Tina Fey, 30 Rock
Julia Louis-Dreyfus, Veep
Melissa McCarthy, Mike & Molly
Amy Poehler, Parks and Recreation
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV COMICA
Alec Baldwin, 30 Rock
Don Cheadle, House of Lies
Louis CK, Louie
Jon Cryer, Two and a Half Men
Larry David, Curb Your Enthusiasm
Jim Parsons, The Big Bang Theory
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV COMICA
Ed O’Neill, Modern Family
Jesse Tyler Ferguson, Modern Family
Ty Burrell, Modern Family
Eric Stonestreet, Modern Family
Max Greenfield, New Girl
Bill Hader, Saturday Night Live
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA SERIE TV COMICA
Mayim Bialik, The Big Bang Theory
Kathryn Joosten, Desperate Housewives
Julie Bowen, Modern Family
Sofia Vergara, Modern Family
Merritt Wever, Nurse Jackie
Kristen Wiig, Saturday Night Live
MIGLIOR GUEST STAR MASCHILE IN UNA SERIE TV COMICA
Michael J. Fox, Curb Your Enthusiasm
Greg Kinnear, Modern Family
Bobby Cannavale, Nurse Jackie
Jimmy Fallon, Saturday Night Live
Will Arnett, 30 Rock
Jon Hamm, 30 Rock
MIGLIOR GUEST STAR FEMMINILE IN UNA SERIE TV COMICA
Dot-Marie Jones, Glee
Maya Rudolph, Saturday Night Live
Melissa McCarthy, Saturday Night Live
Elizabeth Banks, 30 Rock
Margaret Cho, 30 Rock
Kathy Bates, Two and a Half Men
MIGLIOR MINISERIE O FILM PER LA TELEVISIONE
American Horror Story
Game Change
Hatfields & McCoys
Hemingway and Gellhorn
Luther
Sherlock: A Scandal in Belgravia
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE O FILM PER LA TELEVISIONE
Kevin Costner, Hatfields & McCoys
Benedict Cumberbatch, Sherlock: A Scandal in Belgravia
Idris Elba, Luther
Woody Harrelson, Game Change
Clive Owen, Hemingway and Gellhorn
Bill Paxton, Hatfields & McCoys
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE O FILM PER LA TELEVISIONE
Connie Britton, American Horror Story
Ashley Judd, Missing
Nicole Kidman, Hemingway and Gellhorn
Julianne Moore, Game Change
Emma Thompson, The Song of Lunch
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE O PER LA TELEVISIONE
Frances Conroy, Moira in "American Horror Story"
Jessica Lange, Constance Langdon in "American Horror Story"
Sarah Paulson, Nicolle Wallace "Game Change"
Mare Winningham, Sally McCoy in "Hatfields & McCoys"
Judy Davis, Jill Tankard in "Page Eight"
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA IN UNA MINISERIE O PER LA TELEVISIONE
Denis O'Hare, Larry Harvey in "American Horror Story"
Ed Harris, John McCain in "Game Change"
Tom Berenger, Jim Vance in "Hatfields & McCoys"
David Strathairn, John Dos Passos in "Hemingway & Gellhorn"
Martin Freeman, Dr. John Watson in "Sherlock: A Scandal in Belgravia"
Biglietti, Prego!
Magic Mike a colpi di danza sbaraglia tutti! Prometeus lascia infatti il primo posto alla banda di spogliarellisti che hanno fatto impazzire il boxoffice. Tante anche le new entry, mentre Venezia si sparisce dalla classifica, ecco i dettagli:
1° Magic Mike
week-end € 1.326.795 (totale: 1.326.795)
2° Prometheus
week-end € 1.000.689 (totale: 3.897.992)
3° The Brave – Ribelle
week-end € 928.922 (totale: 6.006.567)
4° Madagascar 3 – Ricercati in Europa
week-end € 661.318 (totale: 21.027.661)
5° Candidato a Sorpresa
week-end € 484.026 (totale: 484.026)
6° The Dark Knight Rises
week-end € 436.858 (totale: 14.099.928)
7° Il rosso e il blu
week-end € 353.980 (totale: 392.662)
8° Cosa aspettarsi quando si aspetta
week-end € 264.791 (totale: 1.011.873)
9° The words
week-end € 247.590 (totale: 247.590)
10° I bambini di Cold Rock
week-end € 187.270 (totale: 187.270)
1° Magic Mike
week-end € 1.326.795 (totale: 1.326.795)
2° Prometheus
week-end € 1.000.689 (totale: 3.897.992)
3° The Brave – Ribelle
week-end € 928.922 (totale: 6.006.567)
4° Madagascar 3 – Ricercati in Europa
week-end € 661.318 (totale: 21.027.661)
5° Candidato a Sorpresa
week-end € 484.026 (totale: 484.026)
6° The Dark Knight Rises
week-end € 436.858 (totale: 14.099.928)
7° Il rosso e il blu
week-end € 353.980 (totale: 392.662)
8° Cosa aspettarsi quando si aspetta
week-end € 264.791 (totale: 1.011.873)
9° The words
week-end € 247.590 (totale: 247.590)
10° I bambini di Cold Rock
week-end € 187.270 (totale: 187.270)
Fonte: mymovies.it
23 settembre 2012
Rumors Has It
Dopo qualche settimana di pausa dovuta al Festival di Venezia e laurea imminente, torna la rubrica domenicale che vi tiene aggiornati sulle news del cinema. Pronti? Partiamo!
Lavori in corso
Emma Thompson e Tom Hanks saranno i protagonisti di un film decisamente interessante. Saving Mr. Banks parlerà infatti della difficile trattativa che a suo tempo Walt Disney intraprese per comprare i diritti di Mary Poppins. Uscita prevista per il 2013, Colin Firth e Rachel Griffith a completare il cast, produzione –ovviamente- Disney. Sempre Firth si incontra per la prima volta con Cameron Diaz per una commedia in uscita in Italia a marzo. In Gambit, remake dell’omonima commedia datata 1966 con protagonisti Michael Caine e Shirley McLaine, dove i due sono dei truffatori che uniscono le forze per un colpo. A firmare la sceneggiatura nientemeno che i fratelli Coen.
La corsa agli Oscar
Mancano ancora alcuni mesi ma si devono già delineare i film che concorreranno per il miglior film straniero. La Francia sarà rappresentata dal successo del boxoffice Quasi Amici, per l’Italia ci sono ancora dei dubbi e, più che altro, delle polemiche. Paolo Sorrentino ha infatti deciso di uscire dalla commissione dell’Anica che deve delineare la pellicola che ci rappresenta. La decisione sarà presa il 26 settembre, indiscrezioni parlano di Reality di Garrone, La bella addormentata di Bellocchio e Cesare deve morire dei fratelli Taviani tra i favoriti.
Serie TV, si ricomincia!
E’ settembre è la maggior parte delle serie TV tornano a popolare il grande schermo con le loro stagioni inedite. Ecco quelle da non perdere:
American Horror Story seconda stagione: Ottobre 2012
Boardwalk Empire terza stagione: 16 settembre
Dexter settima stagione: 30 Settembre 2012
Fringe quinta stagione: 28 Settembre 2012
Misfits quarta stagione Ottobre 2012
Once Upon A Time seconda stagione 30 Settembre 2012
Person Of Interest seconda stagione 27 Settembre 2012
The Walking Dead terza stagione 14 Ottobre 2012
Fonti: Comingsoon.it
Filmforlife.it
Subfactory.it/news
Lavori in corso
Emma Thompson e Tom Hanks saranno i protagonisti di un film decisamente interessante. Saving Mr. Banks parlerà infatti della difficile trattativa che a suo tempo Walt Disney intraprese per comprare i diritti di Mary Poppins. Uscita prevista per il 2013, Colin Firth e Rachel Griffith a completare il cast, produzione –ovviamente- Disney. Sempre Firth si incontra per la prima volta con Cameron Diaz per una commedia in uscita in Italia a marzo. In Gambit, remake dell’omonima commedia datata 1966 con protagonisti Michael Caine e Shirley McLaine, dove i due sono dei truffatori che uniscono le forze per un colpo. A firmare la sceneggiatura nientemeno che i fratelli Coen.
La corsa agli Oscar
Mancano ancora alcuni mesi ma si devono già delineare i film che concorreranno per il miglior film straniero. La Francia sarà rappresentata dal successo del boxoffice Quasi Amici, per l’Italia ci sono ancora dei dubbi e, più che altro, delle polemiche. Paolo Sorrentino ha infatti deciso di uscire dalla commissione dell’Anica che deve delineare la pellicola che ci rappresenta. La decisione sarà presa il 26 settembre, indiscrezioni parlano di Reality di Garrone, La bella addormentata di Bellocchio e Cesare deve morire dei fratelli Taviani tra i favoriti.
Serie TV, si ricomincia!
E’ settembre è la maggior parte delle serie TV tornano a popolare il grande schermo con le loro stagioni inedite. Ecco quelle da non perdere:
American Horror Story seconda stagione: Ottobre 2012
Boardwalk Empire terza stagione: 16 settembre
Dexter settima stagione: 30 Settembre 2012
Fringe quinta stagione: 28 Settembre 2012
Misfits quarta stagione Ottobre 2012
Once Upon A Time seconda stagione 30 Settembre 2012
Person Of Interest seconda stagione 27 Settembre 2012
The Walking Dead terza stagione 14 Ottobre 2012
Filmforlife.it
Subfactory.it/news
22 settembre 2012
The Words
Andiamo al Cinema.
Una trama intricata, composta da storie che si incasellano tra loro avvolte nel mistero. Un cast che comprende tra gli altri un bravo Jeremy Irons, Dennis Quaid e le star più giovani e sulla cresta del successo Bradley Cooper, Olivia Wilde e Zoe Saldana. Un finale a sorpresa, aperto, che lascia dubbi e intriga.
Allora perché la critica americana ha massacrato questo film? Perché lo stesso pubblico non l’ha premiato?
Partiamo dalla trama, che come una matrioska si compone di strati tra loro connessi: Clay Hammond, uno scrittore si appresta alla lettura pubblica del suo romanzo di successo, veniamo quindi immersi nella storia di Rory, un altro scrittore, che con il suo romanzo di esordio è diventato inaspettatamente celebre e celebrato, ma qualcuno lo aspetta nell’ombra, un anziano lo osserva… attraverso un lungo flashback veniamo a sapere che la storia che tutta questa fama gli ha portato non è sua ma l’ha semplicemente trovata in una vecchia borsa che, ovviamente, appartiene a quel vecchio. L’incontro tra i due porterà finalmente Rory ad avere dubbi morali che rischiano di minare anche il suo matrimonio, la storia della vita di quel vecchio, l’amore esploso per una giovane cameriera parigina alla fine della seconda guerra mondiale si interseca a quel romanzo, amore e dolore riemergono e investono appieno Rory.. tornati alla sala di lettura, anche Clay sembra nascondere qualcosa. L’avventura che si appresta a provare con la giovane Danielle svelerà la verità?
The words ci mostra tutto questo intrigo che va avanti e indietro nel tempo, tra realtà e finzione in modo ottimale, con la costruzione di flashback e di intersezioni non banali ma qualcosa manca. Nonostante una fotografia che cambia la sua estetica a seconda dell’ambientazione quello che meno convince è l’interpretazione che gli attori ne danno. Principalmente Bradley Cooper che con la sua aria di americano festaiolo poco riesce a calarsi nei panni drammatici del suo Rory, e certe scelte di dialogo di certo non l’aiutano. Gli ingredienti che potrebbero portare al successo questa pellicola sono infatti minati da tracce di stantio che alcune scene lasciano, sconnesse e poco solide, come un finale, altrove potente, qui smorzato dallo scontro amoroso che lo precede. Il risultato porta a pensare che il libro, fittizio, sarebbe stato decisamente migliore della sua trasposizione.
Ma, capiamoci, il film non è da buttare, anzi, la trama intricata salva l’esordio alla regia di Brian Klugman and Lee Sternthal, ora aspettiamo al varco la loro prossima opera.
Una trama intricata, composta da storie che si incasellano tra loro avvolte nel mistero. Un cast che comprende tra gli altri un bravo Jeremy Irons, Dennis Quaid e le star più giovani e sulla cresta del successo Bradley Cooper, Olivia Wilde e Zoe Saldana. Un finale a sorpresa, aperto, che lascia dubbi e intriga.
Allora perché la critica americana ha massacrato questo film? Perché lo stesso pubblico non l’ha premiato?
Partiamo dalla trama, che come una matrioska si compone di strati tra loro connessi: Clay Hammond, uno scrittore si appresta alla lettura pubblica del suo romanzo di successo, veniamo quindi immersi nella storia di Rory, un altro scrittore, che con il suo romanzo di esordio è diventato inaspettatamente celebre e celebrato, ma qualcuno lo aspetta nell’ombra, un anziano lo osserva… attraverso un lungo flashback veniamo a sapere che la storia che tutta questa fama gli ha portato non è sua ma l’ha semplicemente trovata in una vecchia borsa che, ovviamente, appartiene a quel vecchio. L’incontro tra i due porterà finalmente Rory ad avere dubbi morali che rischiano di minare anche il suo matrimonio, la storia della vita di quel vecchio, l’amore esploso per una giovane cameriera parigina alla fine della seconda guerra mondiale si interseca a quel romanzo, amore e dolore riemergono e investono appieno Rory.. tornati alla sala di lettura, anche Clay sembra nascondere qualcosa. L’avventura che si appresta a provare con la giovane Danielle svelerà la verità?
The words ci mostra tutto questo intrigo che va avanti e indietro nel tempo, tra realtà e finzione in modo ottimale, con la costruzione di flashback e di intersezioni non banali ma qualcosa manca. Nonostante una fotografia che cambia la sua estetica a seconda dell’ambientazione quello che meno convince è l’interpretazione che gli attori ne danno. Principalmente Bradley Cooper che con la sua aria di americano festaiolo poco riesce a calarsi nei panni drammatici del suo Rory, e certe scelte di dialogo di certo non l’aiutano. Gli ingredienti che potrebbero portare al successo questa pellicola sono infatti minati da tracce di stantio che alcune scene lasciano, sconnesse e poco solide, come un finale, altrove potente, qui smorzato dallo scontro amoroso che lo precede. Il risultato porta a pensare che il libro, fittizio, sarebbe stato decisamente migliore della sua trasposizione.
Ma, capiamoci, il film non è da buttare, anzi, la trama intricata salva l’esordio alla regia di Brian Klugman and Lee Sternthal, ora aspettiamo al varco la loro prossima opera.
21 settembre 2012
Eva contro Eva
Once Upon a Time. -1950-
14 candidature ai premi oscar, 6 statuette vinte, di diritto tra i miglior film di sempre non solo d’America ma del cinema mondiale. Vi aspettate il classico film soporifero, con un bianco e nero polveroso? Sbagliato, perché Eva contro Eva a distanza di 62 anni mantiene una freschezza e un’attualità inarrivabili.
L’attrice all’apice della sua fama attanagliata però dall’ansia di invecchiare che si lascia imbambolare da un’apparente povera fanciulla che porterà scompiglio ed intrighi nella sua vita, rischiando di rovinare matrimoni e carriere, è nota e spesso e volentieri viene citata tra serie tv, cartoni animati e altri lungometraggi (da I Simpson a Almodovar, giusto per fare due nomi). La grande diva, dispotica ma dal cuore d’oro contro un’arrivista disposta davvero a tutto la cui natura è ambigua per la maggior parte del film e lascia nel dubbio lo spettatore, il lusso, gli eccessi di un'epoca... Ma la forza di questa pellicola va al di là della trama ricca di colpi di scena e sta soprattutto su come questa viene raccontata: la voce fuori campo del critico teatrale Addison DeWitt e delle varie protagoniste -che è sì un cliché del cinema anni ’40-50 ma prende in Eva contro Eva una vitalità interessante-, un inizio che permette di intravedere un passato ambiguo e che quindi ci viene mostrato in un lungo flashback, ma soprattutto dei dialoghi sublimi, moderni, inarrivabili, come solo Hollywood sapeva costruire.
Tutto questo va unito a delle interpretazioni straordinarie: Bette Davis, Anne Baxter e Celeste Holm danno il meglio di sé e per questo hanno giustamente meritato una candidatura all’Oscar collettiva, tra miglior attrice e miglior attrice non protagonista. Infine, come se tutto questo non fosse già abbastanza, la visione è consigliata per scorgere una giovane e già bellissima Marilyn Monroe, starlette alla prime armi.
14 candidature ai premi oscar, 6 statuette vinte, di diritto tra i miglior film di sempre non solo d’America ma del cinema mondiale. Vi aspettate il classico film soporifero, con un bianco e nero polveroso? Sbagliato, perché Eva contro Eva a distanza di 62 anni mantiene una freschezza e un’attualità inarrivabili.
L’attrice all’apice della sua fama attanagliata però dall’ansia di invecchiare che si lascia imbambolare da un’apparente povera fanciulla che porterà scompiglio ed intrighi nella sua vita, rischiando di rovinare matrimoni e carriere, è nota e spesso e volentieri viene citata tra serie tv, cartoni animati e altri lungometraggi (da I Simpson a Almodovar, giusto per fare due nomi). La grande diva, dispotica ma dal cuore d’oro contro un’arrivista disposta davvero a tutto la cui natura è ambigua per la maggior parte del film e lascia nel dubbio lo spettatore, il lusso, gli eccessi di un'epoca... Ma la forza di questa pellicola va al di là della trama ricca di colpi di scena e sta soprattutto su come questa viene raccontata: la voce fuori campo del critico teatrale Addison DeWitt e delle varie protagoniste -che è sì un cliché del cinema anni ’40-50 ma prende in Eva contro Eva una vitalità interessante-, un inizio che permette di intravedere un passato ambiguo e che quindi ci viene mostrato in un lungo flashback, ma soprattutto dei dialoghi sublimi, moderni, inarrivabili, come solo Hollywood sapeva costruire.
Tutto questo va unito a delle interpretazioni straordinarie: Bette Davis, Anne Baxter e Celeste Holm danno il meglio di sé e per questo hanno giustamente meritato una candidatura all’Oscar collettiva, tra miglior attrice e miglior attrice non protagonista. Infine, come se tutto questo non fosse già abbastanza, la visione è consigliata per scorgere una giovane e già bellissima Marilyn Monroe, starlette alla prime armi.
20 settembre 2012
Silenzio in Sala
Il tempo si fa incerto, l’autunno avanza e anche in sala arriva il vento delle novità! Piovono uscite davvero interessanti, ecco le consigliate:
Magic Mike
Dopo aver sbancato i botteghini oltreoceano anche in Italia arriva il film che accontenta le donne e non solo. L’educazione di un aspirante attore al mondo degli stripper è infatti tanto esilarante quanto appassionante. Non a caso dietro la macchina da presa c’è Steven Sodenberg che di commedie intelligenti se ne intende. Un cast di gran fusti (Channing Tatum, Matthew McConaughey) fa il resto.
The Words
Film intricato nel mondo della letteratura dove nulla è ciò che sembra. Il successo di critica e pubblico del giovane scrittore Clay nasconde infatti un segreto che arriverà presto a reclamare i suoi diritti, minacciando così di distruggere fama e amore. Esordio alla regia di Brian Klugman e Lee Sterntha, protagonisti Bradley Cooper e Zoe Saldana, Jeremy Irons e Dennis Quaid.
Sempre dall’America arriva la spassosa commedia che fa beffe del sistema elettorale presentando due candidati per la presidenza decisamente fuori dagli schemi: Will Ferrell e Zach Galifianakis. In vista di novembre, un po’ di sana ironia non fa male!
Un viaggio realistico e sentito nel mondo della scuola, visto dal punto di vista dei professori. Dall’ormai disincantato al giovane pieno di speranza, fino alla preside meticolosa ma sul punto di cedere, Giuseppe Piccioni mostra l’Italia dai banchi di scuola. Margherita Buy, Riccardo Scamarcio tra i protagonisti.
Il documentario di Robert B. Weide presentato a Cannes arriva finalmente nelle sale. Un modo interessante e ben costruito per mostrare il metodo del regista Allen con attente analisi e interviste agli attori con cui nel tempo ha collaborato. Da non perdere!
Arriva nelle sale martedì 25 un lavoro che ha richiesto al suo creatore Mark Cousins ben 5 anni di studi e che vuole racchiudere la storia della cinematografia mondiale. In 500 minuti, attraverso interviste ed incontri con i più grandi registi e attori (Bertolucci, Von Trier, Van Sant, Jane Campion e Claudia Cardinale tra gli altri), si viaggia nel buon cinema!
19 settembre 2012
Dottora (Bis)
Il silenzio e i pochi post di questi giorni hanno una spiegazione: ieri, 18 settembre, la mia carriera universitaria si è conclusa! Dopo una laurea triennale su Charlie Kaufman, la Pixar e il suo fantastico megaminimondo (che presto posterò anche qui) mi hanno aiutato a finire la specialistica e ora mi trovo pronta ad entrare in un futuro di precarietà lavorativa.
La speranza è l'ultima a morire, però, e se si hanno la passione e la voglia di farcela dalla propria parte si può arrivare ovunque!
Quindi mi autofaccio le congratulazioni e prometto che d'ora in poi In Central Perk sarà puntuale ad aspettarvi ogni giorno con delle novità!
Che il buon cinema sia con tutti voi!
La speranza è l'ultima a morire, però, e se si hanno la passione e la voglia di farcela dalla propria parte si può arrivare ovunque!
Quindi mi autofaccio le congratulazioni e prometto che d'ora in poi In Central Perk sarà puntuale ad aspettarvi ogni giorno con delle novità!
Che il buon cinema sia con tutti voi!
p.s.: Il costume spero lo riconosciate!
17 settembre 2012
Biglietti, Prego!
Nuova rivoluzione nel podio del boxoffice. Le numerose uscite di questo fine settimana consegnano l’oro al Prometheus di Ridley Scott mentre la Pixar guadagna il secondo posto. Batman scivola così già in quarta posizione. Il vincitore di Venezia, viste le poche copie con cui è stato distribuito e un mercato allergico ai film orientali si deve accontentare dell’ultimo posto. Ecco i dettagli:
1° Prometheus
Week-end € 1.966.287 (totale: 1.966.287)
2° The Brave – Ribelle
Week-end € 1.341.646 (totale: 4.637.244)
3° Madagascar 3 – Ricercati in Europa
Week-end € 1.070.309 (totale: 20.004.210)
4° The Dark Knight Rises
Week-end € 902.292 (totale: 13.246.661)
5° Cosa aspettarsi quando si aspetta
Week-end € 502.309 (totale: 502.309)
6° The Bourne Legacy
Week-end € 399.476 (totale: 1.386.261)
7° Shark 3D
Week-end € 305.803 (totale: 1.289.285)
8° La Bella Addormentata
Week-end € 230.120 (totale: 862.812)
9° E’ stato il figlio
Week-end € 218.612 (totale: 231.915)
10° Pietà
Week-end € 118.401 (totale: 134.328)
1° Prometheus
Week-end € 1.966.287 (totale: 1.966.287)
2° The Brave – Ribelle
Week-end € 1.341.646 (totale: 4.637.244)
3° Madagascar 3 – Ricercati in Europa
Week-end € 1.070.309 (totale: 20.004.210)
4° The Dark Knight Rises
Week-end € 902.292 (totale: 13.246.661)
5° Cosa aspettarsi quando si aspetta
Week-end € 502.309 (totale: 502.309)
6° The Bourne Legacy
Week-end € 399.476 (totale: 1.386.261)
7° Shark 3D
Week-end € 305.803 (totale: 1.289.285)
8° La Bella Addormentata
Week-end € 230.120 (totale: 862.812)
9° E’ stato il figlio
Week-end € 218.612 (totale: 231.915)
10° Pietà
Week-end € 118.401 (totale: 134.328)
Fonte: mymovies.it
15 settembre 2012
Hesher è stato Qui
E’ già Ieri. -2010-
Ci sono molti modi per affrontare un lutto. C’è chi si nasconde nella propria depressione, creando un muro attorno a sé che non permette ai sentimenti o agli altri di entrare, c’è chi si attacca alle cose e con rabbia le difende, infine c’è chi accetta il proprio posto, come ancora sicura su cui gli altri possono contare. Questi tre modi appartengono ognuno alla famiglia Forney che dopo aver perso la moglie, la madre e la cognata si ritrovano in un momento di transazione difficile da gestire. Se Paul infatti non si muove da casa, o meglio dal divano, e la nonna cerca di mantenere l’ordine nel caos, il piccolo T.J. si ritrova suo malgrado in situazioni paradossali per riuscire a riavere indietro l’auto che si è portata via la madre entrando in una vera e propria lotta con il bullo Dustin. Ma nel suo cammino incappa in Hesher, un metallaro vagabondo, apparentemente menefreghista, che si installa senza nulla chiedere in casa. Il nuovo ospite smuoverà la situazione dalla sua polvere e porterà T.J. a credere nelle sue capacità. Angelo custode e tentatore, Hesher entrerà nel cuore anche di Nicole, una sfortunata cassiera di cui T.J. si innamora, e che sarà causa della rottura e quindi della rinascita del loro rapporto.
Hesher, infatti, attraverso paradossali storielle riuscirà a dare veri e propri insegnamenti morali, perché chi l’ha mai detto che un linguaggio volgare, aneddoti a luci rosse non possono contribuire a insegnare e ad aprire gli occhi?
Joseph Gordon-Levitt ci dimostra che è possibile, grazie alla sua interpretazione come sempre encomiabile, ci porta a ridere e commuoverci costruendo un personaggio indimenticabile e fuori dal comune. Assieme a lui, Natalie Portman (sempre bella e brava) e un sorprendente e promettente Devin Brochu.
Il film si fa dunque notare per la sua storia particolare, per una sceneggiatura a volte classica ma con sorprese che appartiene senza dubbio ad un panorama indipendente ghiotto di episodi di redenzione e ai margini che, come in questo caso, fanno centro nel cuore dello spettatore.
Ci sono molti modi per affrontare un lutto. C’è chi si nasconde nella propria depressione, creando un muro attorno a sé che non permette ai sentimenti o agli altri di entrare, c’è chi si attacca alle cose e con rabbia le difende, infine c’è chi accetta il proprio posto, come ancora sicura su cui gli altri possono contare. Questi tre modi appartengono ognuno alla famiglia Forney che dopo aver perso la moglie, la madre e la cognata si ritrovano in un momento di transazione difficile da gestire. Se Paul infatti non si muove da casa, o meglio dal divano, e la nonna cerca di mantenere l’ordine nel caos, il piccolo T.J. si ritrova suo malgrado in situazioni paradossali per riuscire a riavere indietro l’auto che si è portata via la madre entrando in una vera e propria lotta con il bullo Dustin. Ma nel suo cammino incappa in Hesher, un metallaro vagabondo, apparentemente menefreghista, che si installa senza nulla chiedere in casa. Il nuovo ospite smuoverà la situazione dalla sua polvere e porterà T.J. a credere nelle sue capacità. Angelo custode e tentatore, Hesher entrerà nel cuore anche di Nicole, una sfortunata cassiera di cui T.J. si innamora, e che sarà causa della rottura e quindi della rinascita del loro rapporto.
Hesher, infatti, attraverso paradossali storielle riuscirà a dare veri e propri insegnamenti morali, perché chi l’ha mai detto che un linguaggio volgare, aneddoti a luci rosse non possono contribuire a insegnare e ad aprire gli occhi?
Joseph Gordon-Levitt ci dimostra che è possibile, grazie alla sua interpretazione come sempre encomiabile, ci porta a ridere e commuoverci costruendo un personaggio indimenticabile e fuori dal comune. Assieme a lui, Natalie Portman (sempre bella e brava) e un sorprendente e promettente Devin Brochu.
Il film si fa dunque notare per la sua storia particolare, per una sceneggiatura a volte classica ma con sorprese che appartiene senza dubbio ad un panorama indipendente ghiotto di episodi di redenzione e ai margini che, come in questo caso, fanno centro nel cuore dello spettatore.
14 settembre 2012
Il Trono di Spade
Quando i film si fanno ad episodi
E’ uno dei casi televisivi degli ultimi anni e non a caso porta la firma del colosso HBO, da sempre una garanzia per i serial. Un po’ Spartacus, un po’ fiabesco e un po’ Signore degli anelli, Il trono di spade è la trasposizione della famosa e appassionante saga scritta da George R. R. Martin. Tre modi per vederlo e per entrare in un mondo nuovo, diviso in regni in lotta tra loro per aggiudicarsi il famoso trono, pronti a tutto, anche a creare nuovi dei da venerare per raggiungere tale obiettivo. Se nella prima stagione infatti i personaggi delle diverse casate (gli Stark d’Inverno, “i buoni”; i Lannister, “i cattivi”; i Targaryen) ci vengono presentati mostrando intrighi e altarini che ogni famiglia nasconde, nella seconda la trama si fa molto più interessante mostrando la vera e propria guerra che per vendetta o per diritto di regnare ogni casata intraprende dopo la morte di re Robert Baratheon.
La forza della serie Tv sta nel creare dei personaggi autentici e caratterialmente forti, Eddard Stark rappresenta la moralità così come Cersei e suo figlio Geoffrey Lannister sono la cattiveria impersonata mentre il fratello e zio Tyrion l’intelligenza.
Distante dalla forza visiva e dall’epica di Spartacus, Il trono di spade si rivela comunque un prodotto di facile presa e costruito con ambienti da favola che fanno sognare. I misteri uniti alle tante leggende (vedi la rinascita dei draghi) che popolano dei mondi così distanti ammaliano il pubblico, immergendolo in atmosfere fantasticanti, in battaglie cruente e in passioni inimmaginabili. A marzo arriverà la terza stagione, e l’attesa è già alta: il finale a sorpresa della seconda porta infatti tutti i requisiti per degli episodi ad alto tasso di adrenalina, dove il destino dei nostri eroi verrà segnato.
E’ uno dei casi televisivi degli ultimi anni e non a caso porta la firma del colosso HBO, da sempre una garanzia per i serial. Un po’ Spartacus, un po’ fiabesco e un po’ Signore degli anelli, Il trono di spade è la trasposizione della famosa e appassionante saga scritta da George R. R. Martin. Tre modi per vederlo e per entrare in un mondo nuovo, diviso in regni in lotta tra loro per aggiudicarsi il famoso trono, pronti a tutto, anche a creare nuovi dei da venerare per raggiungere tale obiettivo. Se nella prima stagione infatti i personaggi delle diverse casate (gli Stark d’Inverno, “i buoni”; i Lannister, “i cattivi”; i Targaryen) ci vengono presentati mostrando intrighi e altarini che ogni famiglia nasconde, nella seconda la trama si fa molto più interessante mostrando la vera e propria guerra che per vendetta o per diritto di regnare ogni casata intraprende dopo la morte di re Robert Baratheon.
La forza della serie Tv sta nel creare dei personaggi autentici e caratterialmente forti, Eddard Stark rappresenta la moralità così come Cersei e suo figlio Geoffrey Lannister sono la cattiveria impersonata mentre il fratello e zio Tyrion l’intelligenza.
Distante dalla forza visiva e dall’epica di Spartacus, Il trono di spade si rivela comunque un prodotto di facile presa e costruito con ambienti da favola che fanno sognare. I misteri uniti alle tante leggende (vedi la rinascita dei draghi) che popolano dei mondi così distanti ammaliano il pubblico, immergendolo in atmosfere fantasticanti, in battaglie cruente e in passioni inimmaginabili. A marzo arriverà la terza stagione, e l’attesa è già alta: il finale a sorpresa della seconda porta infatti tutti i requisiti per degli episodi ad alto tasso di adrenalina, dove il destino dei nostri eroi verrà segnato.
13 settembre 2012
Silenzio in Sala
L’autunno si avvicina e quale miglior modo di impegnare le serate se non in una sala accogliente? Nel fine settimana che porta il segno di Prometeus, altre importanti novità arrivano nei nostri cinema, e portano il segno di Venezia.
Pietà
Il vincitore annunciato della 69° edizione arriva già nelle sale. Il maestro Kim Ki-duk torna a stupire con una storia forte di un figlio malavitoso che ritrova la madre che lo aveva abbandonato. Violenza e sesso condiscono una storia limite.
E’ stato il figlio
Il direttore della fotografia Daniele Ciprì si mette dietro la macchina da presa e firma un film basato sulla famiglia. Dopo un attentato che ha colpito la figlia più piccola, i Cirauolo iniziano così un lungo calvario per avere un risarcimento dello stato per le vittime della mafia ma la fame di soldi è dietro l’angolo. Toni Servillo protagonista.
Gli Equilibristi
Si parla di crisi e di giovani adulti costretti a vivere in un equilibrio precario nel film di Ivano de Matteo presentato a Venezia. Valerio Mastandrea è un padre che al momento del divorzio si ritrova a non riuscire a far quadrare i conti con uno stipendio che a stento basta per coprire gli alimenti. Lontano dai toni satirici di Verdone, Gli equilibristi si fa più serio ed impegnato.
Cosa a spettarsi quando si aspetta
12 settembre 2012
La Bella Addormentata
Andiamo al Cinema.
E’ il film che ha fatto discutere Venezia, prima durante e dopo la sua proiezione. La bella addormentata di Marco Bellocchio, accolto dalle polemiche della chiesa per il tema scottante dell’eutanasia, osannato da 16 minuti di applausi e infine tacciato di autoreferenzialità dai giurati del Festival e escluso dai premi maggiori.
Parlare di morte dolce, del caso di Eluana Englaro non può che scatenare attese e risentimenti, ma la forza del film sta nel trattare l’argomento non solo da diversi punti di vista ma anche in modo per quanto possibile distaccato, lasciando lo spazio ai personaggi di emergere con le loro idee e le loro ipocrisie.
C’è il senatore con problemi di coscienza obbligato al voto dal suo partito; c’è sua figlia, cattolica convinta, che parte per pregare la salvezza di Eluana; c’è una madre devota alla figlia e speranzosa nel suo risveglio mentre il figlio si sente trascurato e ingelosito da questo amore; c’è una tossica, anaffettiva che tenta per l’ennesima volta il suicidio vegliata però da un medico responsabile che la capisce. Queste storie si intrecciano e si muovono nelle ultime ore di vita di Eluana, presenza sempre presente ma mai vista, annunciata da telegiornali e quotidiani.
Quello che ne esce è un prodotto sicuramente ben curato, con una fotografia eccezionale ad opera di Daniele Ciprì (che il caso ha voluto ugualmente in concorso con E’ stato il figlio), interpretazioni ai massimi livelli (il solito mostro di bravura Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Gian Marco Tognazzi e Isabelle Huppert bilingue) e una costruzione del montaggio intelligente e misurata ma con delle debolezze.
Raccontare infatti più storie, tra loro intricate, è pericoloso e, come in questo caso, il tema finisce per schiacciare i personaggi, trasformandoli in semplici strumenti per esporre delle tesi di pensiero. Abbandonandoli al loro destino senza una vera conclusione, ci fa uscire un po’ perplessi dalla sala, sicuramente colpiti da ciò che il Bellocchio vuol dire, quella libertà urlata che tutti dovremmo acclamare ma al tempo stesso ci si chiede perché? Il film sarebbe benissimo potuto concludersi una mezzora prima, in modo superbo con la dignità e le conseguenze che la morte di Eluana ha scatenato il 9 febbraio 2009, ci si dilunga invece in altre questioni, ugualmente interessanti, come il diritto al suicidio, ma che fanno disperdere l’attenzione.
Non certo polemico, non certo autoreferenziale, La bella addormentata smuove la propria coscienza e per una volta, questo basta.
E’ il film che ha fatto discutere Venezia, prima durante e dopo la sua proiezione. La bella addormentata di Marco Bellocchio, accolto dalle polemiche della chiesa per il tema scottante dell’eutanasia, osannato da 16 minuti di applausi e infine tacciato di autoreferenzialità dai giurati del Festival e escluso dai premi maggiori.
Parlare di morte dolce, del caso di Eluana Englaro non può che scatenare attese e risentimenti, ma la forza del film sta nel trattare l’argomento non solo da diversi punti di vista ma anche in modo per quanto possibile distaccato, lasciando lo spazio ai personaggi di emergere con le loro idee e le loro ipocrisie.
C’è il senatore con problemi di coscienza obbligato al voto dal suo partito; c’è sua figlia, cattolica convinta, che parte per pregare la salvezza di Eluana; c’è una madre devota alla figlia e speranzosa nel suo risveglio mentre il figlio si sente trascurato e ingelosito da questo amore; c’è una tossica, anaffettiva che tenta per l’ennesima volta il suicidio vegliata però da un medico responsabile che la capisce. Queste storie si intrecciano e si muovono nelle ultime ore di vita di Eluana, presenza sempre presente ma mai vista, annunciata da telegiornali e quotidiani.
Quello che ne esce è un prodotto sicuramente ben curato, con una fotografia eccezionale ad opera di Daniele Ciprì (che il caso ha voluto ugualmente in concorso con E’ stato il figlio), interpretazioni ai massimi livelli (il solito mostro di bravura Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Gian Marco Tognazzi e Isabelle Huppert bilingue) e una costruzione del montaggio intelligente e misurata ma con delle debolezze.
Raccontare infatti più storie, tra loro intricate, è pericoloso e, come in questo caso, il tema finisce per schiacciare i personaggi, trasformandoli in semplici strumenti per esporre delle tesi di pensiero. Abbandonandoli al loro destino senza una vera conclusione, ci fa uscire un po’ perplessi dalla sala, sicuramente colpiti da ciò che il Bellocchio vuol dire, quella libertà urlata che tutti dovremmo acclamare ma al tempo stesso ci si chiede perché? Il film sarebbe benissimo potuto concludersi una mezzora prima, in modo superbo con la dignità e le conseguenze che la morte di Eluana ha scatenato il 9 febbraio 2009, ci si dilunga invece in altre questioni, ugualmente interessanti, come il diritto al suicidio, ma che fanno disperdere l’attenzione.
Non certo polemico, non certo autoreferenziale, La bella addormentata smuove la propria coscienza e per una volta, questo basta.
11 settembre 2012
La mia Vita a Garden State
Once Upon a Time. -2004-
Il vero pericolo delle serie TV è quello di rimanere imprigionati in certi ruoli. E’ quello che, purtroppo o per fortuna, è successo a Zach Braff, l’indimenticabile J.D. di Scrubs. Timido, romantico e infantile nel telefilm sembra esserlo anche nella vita e il suo esordio alla regia non serve a scollargli di dosso un ruolo che forse gli si addice e corrisponde a realtà.
Il suo Andrew, protagonista di La mia vita a Garden State, rispecchia infatti le insicurezze di un giovane aspirante attore partito dalla provincia per farsi una carriera che ancora stenta a decollare e che probabilmente hanno pesato anche sullo Zach alle prime armi.
Il film si compone come un percorso di crescita che coinvolge il protagonista, assuefatto ormai alle medicine che prende fin dalla tenera età e che anestetizzano ogni sua emozione. Il classico topos del ritorno a casa come nuova nascita viene affrontato attraverso il confronto con una famiglia fredda e distante, un lutto di cui si è in parte responsabili e una città in cui tutti hanno grosse aspettative.
Ma il film si differenzia da altri con lo stessa tema per la freschezza della messa in scena, curata e fresca come solo un’opera prima indipendente può essere, e per la presenza di comprimari di tutto rispetto che danno vita a personaggi forti e d’effetto e che permetteranno a Andrew di spiccare finalmente il volo, di lasciarsi andare e di amare. Natalie Portman, ad esempio, regala un’interpretazione curata e naturale, l’ anima gemella capace di farsi amare e di capire il malessere che anni di solitudine possono lasciare.
Il tocco in più (come se servisse) è dato dalla colonna sonora, messa assieme dallo stesso Braff che comprende brani rock classici e chicche di gruppi indipendenti.
La mia vita a Garden State è il film perfetto per il Sundance e per chi ama questo genere di commedie, e non a caso proprio lì è stato presentato.
Il vero pericolo delle serie TV è quello di rimanere imprigionati in certi ruoli. E’ quello che, purtroppo o per fortuna, è successo a Zach Braff, l’indimenticabile J.D. di Scrubs. Timido, romantico e infantile nel telefilm sembra esserlo anche nella vita e il suo esordio alla regia non serve a scollargli di dosso un ruolo che forse gli si addice e corrisponde a realtà.
Il suo Andrew, protagonista di La mia vita a Garden State, rispecchia infatti le insicurezze di un giovane aspirante attore partito dalla provincia per farsi una carriera che ancora stenta a decollare e che probabilmente hanno pesato anche sullo Zach alle prime armi.
Il film si compone come un percorso di crescita che coinvolge il protagonista, assuefatto ormai alle medicine che prende fin dalla tenera età e che anestetizzano ogni sua emozione. Il classico topos del ritorno a casa come nuova nascita viene affrontato attraverso il confronto con una famiglia fredda e distante, un lutto di cui si è in parte responsabili e una città in cui tutti hanno grosse aspettative.
Ma il film si differenzia da altri con lo stessa tema per la freschezza della messa in scena, curata e fresca come solo un’opera prima indipendente può essere, e per la presenza di comprimari di tutto rispetto che danno vita a personaggi forti e d’effetto e che permetteranno a Andrew di spiccare finalmente il volo, di lasciarsi andare e di amare. Natalie Portman, ad esempio, regala un’interpretazione curata e naturale, l’ anima gemella capace di farsi amare e di capire il malessere che anni di solitudine possono lasciare.
Il tocco in più (come se servisse) è dato dalla colonna sonora, messa assieme dallo stesso Braff che comprende brani rock classici e chicche di gruppi indipendenti.
La mia vita a Garden State è il film perfetto per il Sundance e per chi ama questo genere di commedie, e non a caso proprio lì è stato presentato.
10 settembre 2012
Biglietti, Prego!
Chiusi i battenti del Festival e in attesa di venir sommersi dai film in concorso nei prossimi mesi, il boxoffice di questa settimana vede un nuovo numero uno! Ma molte, anzi moltissime, sono le nuove entrate, la nuova stagione cinematografica è proprio iniziata! Ecco i dettagli:
1° The Dark Knight Rises
week-end € 1.665.528 (totale: 11.142.553)
2° Madagascar 3 – Ricercati in Europa
week-end € 1.550.486 (totale: 17.925.981)
3° The Brave – Ribelle
week-end € 1.437.933 (totale: 2.249.407)
4° The Bourne Legacy
week-end € 571.876 (totale: 571.876)
5° Shark 3D
week-end € 444.538 (totale: 701.556)
6° La Bella Addormentata
week-end € 328.660 (totale: 392.966)
7° I mercenari 2
week-end € 129.427 (totale: 5.286.315)
8° Come non detto
week-end € 92.602 (totale: 92.602)
9° Monsieur Lazhar
week-end € 80.081 (totale: 284.910)
10° Cena tra amici
week-end € 31.890 (totale: 740.492)
1° The Dark Knight Rises
week-end € 1.665.528 (totale: 11.142.553)
2° Madagascar 3 – Ricercati in Europa
week-end € 1.550.486 (totale: 17.925.981)
3° The Brave – Ribelle
week-end € 1.437.933 (totale: 2.249.407)
4° The Bourne Legacy
week-end € 571.876 (totale: 571.876)
5° Shark 3D
week-end € 444.538 (totale: 701.556)
6° La Bella Addormentata
week-end € 328.660 (totale: 392.966)
7° I mercenari 2
week-end € 129.427 (totale: 5.286.315)
8° Come non detto
week-end € 92.602 (totale: 92.602)
9° Monsieur Lazhar
week-end € 80.081 (totale: 284.910)
10° Cena tra amici
week-end € 31.890 (totale: 740.492)
Fonte: mymovies.it
8 settembre 2012
Venice is not Sinking - Speciale Festival #3
Un'emozionata Kasia Smutniak, madrina del festival, presenta i premi di questa 69° edizione. Ecco i dettagli:
Premio Speciale Orizzonti
Tango Libre - Frédéric Fontayne
Premio Orizzonti Miglior Film
Three Sisters - Wang Bing
Premio Opera Prima Luigi de Laurentiis
Mold - Ali Aydin
Miglior Contributo Tecnico
E' stato il figlio - Daniele Ciprì
Miglior Sceneggiatura
Aprés Mai - Olivier Assayas
Premio Marcello Mastroianni (Attore emergente)
Fabrizio Falco - E'stato il figlio e La bella addormentata
Coppa Volpi per Miglior interpretazione femminile
Hadas Yaron - Fill the Void
Coppa Volpi per Miglior interpretazione maschile
Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix - The Master
Premio Speciale della Giuria
Paradies: Glaube- Ulrich Seidl
Leone d'Argento per la miglior regia
Paul Thomas Anderson - The Master
Leone d'Oro per la miglior regia
Pieta - Kim Ki-duk
Premio Speciale Orizzonti
Tango Libre - Frédéric Fontayne
Premio Orizzonti Miglior Film
Three Sisters - Wang Bing
Premio Opera Prima Luigi de Laurentiis
Mold - Ali Aydin
Miglior Contributo Tecnico
E' stato il figlio - Daniele Ciprì
Miglior Sceneggiatura
Aprés Mai - Olivier Assayas
Premio Marcello Mastroianni (Attore emergente)
Fabrizio Falco - E'stato il figlio e La bella addormentata
Coppa Volpi per Miglior interpretazione femminile
Hadas Yaron - Fill the Void
Coppa Volpi per Miglior interpretazione maschile
Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix - The Master
Premio Speciale della Giuria
Paradies: Glaube- Ulrich Seidl
Leone d'Argento per la miglior regia
Paul Thomas Anderson - The Master
Leone d'Oro per la miglior regia
Pieta - Kim Ki-duk
7 settembre 2012
Silenzio in Sala
A Venezia si è ormai agli sgoccioli di un Festival caratterizzato da film controversi che non sempre hanno saputo mantenere le aspettative. Se Malick e Anderson hanno infatti un po’ deluso, Spring Breakers ha stupito in modo positivo,anche se i favoriti sono al momento Pieta di Kim Ki-duk e La bella addormentata di Bellocchio accolto da 16 minuti di applausi. Proprio quest’ultimo è già da ieri nelle sale, in attesa di scoprire i vincitori della kermesse, vediamo cos’altro ci aspetta al cinema:
The Bourne Legacy
Come non detto
L’intervallo
The Bourne Legacy
Nuovo capitolo per la trilogia dell’agente segreto Bourne. Cambio di protagonista sia nella finzione che nella realtà, con Jeremy Renner a dare vita a Aaron Cross, un'altra mina vagante della fantomatica organizzazione che tra fughe e inseguimenti spettacolari promette suspense a non finire. Nel cast anche Rachel Weisz e Edward Norton nei panni del cattivo di turno.
Come non detto
A volte la commedia italiana dimostra di sapersi prendere sul serio. Al centro di questo film è infatti un giovane gay ancora non pronto a dichiararsi alla famiglia. Prima della partenza verso Madrid e una nuova vita con il suo ragazzo, troverà il coraggio di aprirsi. Personaggi centrati e colorati caratterizzano il film.
L’intervallo
La pausa di cui parla il titolo è quella che due giovani si ritrovano a dover scontare dalla modernità. Reclusi infatti in un ospedale abbandonato, lui e lei, vittima e carceriere troveranno solo in questa dimensione la forza per raccontarsi e conoscersi. Fotografia del grande Bigazzi, regia di Leonardo di Costanzo.
6 settembre 2012
The Brave - Ribelle
Andiamo al Cinema.
Un po’ in ritardo, ma la Pixar ritorna! Dopo i successi strepitosi di Up e Cars 2 l’azienda più pazza del mondo del cinema torna a stupire con un film decisamente diverso. A prima vista infatti, The Brave – Ribelle sembrerebbe il classico lungometraggio Disney, con protagonista una principessa stanca delle regole della corte e decisa a tutto pur di vivere la vita come più le aggrada: libera e autonoma, lontana dai precetti di una madre opprimente che non la capisce. I richiami sono quindi forti, soprattutto dopo che la casa di Topolino è tornata al successo con Rapunzel che proprio su una principessa indipendente e femminista si basava e la presenza di canzoni a tema (da noi cantati da Noemi) in puro stile Disney. Ma la Pixar si sa, ha una marcia in più e ambienta difatti questa eroina, Merida –ornata da un’indomita capigliatura rossa che fa da subito trasparire il suo carattere vulcanico e incontenibile- nell’antica Scozia divisa in clan presieduti da tipi bizzarri e burberi facendo così del tradizionale castello bianco una fortezza rude e affascinante immersa nel verde. Proprio ai figli di questi Merida deve andare in sposa ma grazie all’aiuto di 3 ragazzini indemoniati, i suoi fratellini, silenziosi e goliardici riuscirà a scamparla pur combinando qualche (serio) pasticcio.
Il film scorre dunque veloce e senza interruzioni, carico di una fluidità e una linearità insolita per un film Pixar ma non per questo meno convincente, anche se alcuni spunti di trama sembrano infatti deboli (una maga che ricorda Maga Magò e il suo corvo Anacleto de La spada nella roccia), vengono subito rafforzati dalla potenza visiva delle immagini costruite su paesaggi d’incanto e “riprese” con movimenti di macchina sorprendenti.
La morale che sorregge l’intero film -l’importanza della famiglia e la capacità di ascoltare l’altro- è poi così universale che non mancano i momenti di commozione nonostante il pathos e l’azione del finale, e il tutto, unito ai momenti di comicità che una coprotagonista ingombrante porteranno, ne fanno un film di tutto rispetto che va ad allinearsi alle perle finora realizzate negli studi di Emeryville.
Un a parte merita il poetico cortometraggio La luna che apre il film. Realizzato dall’italiano Enrico Casarosa ci trasporta in un modo incantevole e fiabesco nello spazio lasciandoci piacevolmente a bocca aperta!
Un po’ in ritardo, ma la Pixar ritorna! Dopo i successi strepitosi di Up e Cars 2 l’azienda più pazza del mondo del cinema torna a stupire con un film decisamente diverso. A prima vista infatti, The Brave – Ribelle sembrerebbe il classico lungometraggio Disney, con protagonista una principessa stanca delle regole della corte e decisa a tutto pur di vivere la vita come più le aggrada: libera e autonoma, lontana dai precetti di una madre opprimente che non la capisce. I richiami sono quindi forti, soprattutto dopo che la casa di Topolino è tornata al successo con Rapunzel che proprio su una principessa indipendente e femminista si basava e la presenza di canzoni a tema (da noi cantati da Noemi) in puro stile Disney. Ma la Pixar si sa, ha una marcia in più e ambienta difatti questa eroina, Merida –ornata da un’indomita capigliatura rossa che fa da subito trasparire il suo carattere vulcanico e incontenibile- nell’antica Scozia divisa in clan presieduti da tipi bizzarri e burberi facendo così del tradizionale castello bianco una fortezza rude e affascinante immersa nel verde. Proprio ai figli di questi Merida deve andare in sposa ma grazie all’aiuto di 3 ragazzini indemoniati, i suoi fratellini, silenziosi e goliardici riuscirà a scamparla pur combinando qualche (serio) pasticcio.
Il film scorre dunque veloce e senza interruzioni, carico di una fluidità e una linearità insolita per un film Pixar ma non per questo meno convincente, anche se alcuni spunti di trama sembrano infatti deboli (una maga che ricorda Maga Magò e il suo corvo Anacleto de La spada nella roccia), vengono subito rafforzati dalla potenza visiva delle immagini costruite su paesaggi d’incanto e “riprese” con movimenti di macchina sorprendenti.
La morale che sorregge l’intero film -l’importanza della famiglia e la capacità di ascoltare l’altro- è poi così universale che non mancano i momenti di commozione nonostante il pathos e l’azione del finale, e il tutto, unito ai momenti di comicità che una coprotagonista ingombrante porteranno, ne fanno un film di tutto rispetto che va ad allinearsi alle perle finora realizzate negli studi di Emeryville.
Un a parte merita il poetico cortometraggio La luna che apre il film. Realizzato dall’italiano Enrico Casarosa ci trasporta in un modo incantevole e fiabesco nello spazio lasciandoci piacevolmente a bocca aperta!
5 settembre 2012
A Single Man
E’ già Ieri. -2009-
Può uno stilista di fama mondiale reinterpretarsi artista e lasciare ugualmente a bocca aperta? Si può, a patto che non stravolga la sua natura, che, umilmente, si metta a servizio dell’arte e lasci libera la sua creatività. Tom Ford è la prova che, se fatto con intelligenza, il proprio lavoro, qualunque esso sia, sarà grande. L’uomo che ha rilanciato il marchio Gucci c’ha ormai abituato alle sue collezioni classiche e semplici, senza sfarzo e senza urli con cui si è imposto nelle passerelle per uno stile sobrio e ricercato, così quando, temerariamente, si è cimentato dietro la macchina da presa in molti erano pronti a scommettere su un suo passo falso. E invece Tom ha saputo stupire ancora una volta, confezionando un film a sua misura, dove l’eleganza regna sovrana e dove le scene sono costruite per incantare grazie a una luce e ad una fotografia che avvolgono i personaggi di un’aura incantata.
La storia ha il sapore forte dell’amore: George è un rinomato professore, amato dai suoi studenti e dai colleghi, che perde il compagno di una vita, Jim, in un incidente stradale e decide quindi di togliersi la vita. Nella giornata in cui l’intero film si svolge sono gli incontri a segnare, come tappe impreviste, il suo percorso: dapprima quello con Kenny, studente attratto da lui e volenteroso nell’aiutarlo, poi Charlotte, amica ed ex compagna che cerca di riconquistarlo annebbiata dai fumi dell’alcool nei quali annega la sua disperazione di divorziata e madre fallita. Queste due amicizie, con le conseguenze inaspettate che porteranno, faranno riflettere George sulla sua decisione, il suo cuore sarà altrettanto forte?
Con un'interpretazione intensa e degna della Coppa Volpi vinta a Venezia, Colin Firth dà vita ad un personaggio lontano da ogni stereotipo e per questo credibile e in empatia con gli spettatori. A fargli da spalla, un altrettanto brava e bella Julianne Moore, insieme -rimanendo fedeli al romanzo da cui il film è tratto (Un uomo solo di Isherwood, capostipite della moderna letteratura gay)- sono il tessuto sul quale Ford lavora per confezionare il suo abito. L’atmosfera anni ’60, la raffinatezza di vestiti e ambienti uniti ad un sapiente uso del montaggio e del colore sono gli accessori irrinunciabili che fanno di A single man un debutto sorprendente e che, davvero, colpisce.
Può uno stilista di fama mondiale reinterpretarsi artista e lasciare ugualmente a bocca aperta? Si può, a patto che non stravolga la sua natura, che, umilmente, si metta a servizio dell’arte e lasci libera la sua creatività. Tom Ford è la prova che, se fatto con intelligenza, il proprio lavoro, qualunque esso sia, sarà grande. L’uomo che ha rilanciato il marchio Gucci c’ha ormai abituato alle sue collezioni classiche e semplici, senza sfarzo e senza urli con cui si è imposto nelle passerelle per uno stile sobrio e ricercato, così quando, temerariamente, si è cimentato dietro la macchina da presa in molti erano pronti a scommettere su un suo passo falso. E invece Tom ha saputo stupire ancora una volta, confezionando un film a sua misura, dove l’eleganza regna sovrana e dove le scene sono costruite per incantare grazie a una luce e ad una fotografia che avvolgono i personaggi di un’aura incantata.
La storia ha il sapore forte dell’amore: George è un rinomato professore, amato dai suoi studenti e dai colleghi, che perde il compagno di una vita, Jim, in un incidente stradale e decide quindi di togliersi la vita. Nella giornata in cui l’intero film si svolge sono gli incontri a segnare, come tappe impreviste, il suo percorso: dapprima quello con Kenny, studente attratto da lui e volenteroso nell’aiutarlo, poi Charlotte, amica ed ex compagna che cerca di riconquistarlo annebbiata dai fumi dell’alcool nei quali annega la sua disperazione di divorziata e madre fallita. Queste due amicizie, con le conseguenze inaspettate che porteranno, faranno riflettere George sulla sua decisione, il suo cuore sarà altrettanto forte?
Con un'interpretazione intensa e degna della Coppa Volpi vinta a Venezia, Colin Firth dà vita ad un personaggio lontano da ogni stereotipo e per questo credibile e in empatia con gli spettatori. A fargli da spalla, un altrettanto brava e bella Julianne Moore, insieme -rimanendo fedeli al romanzo da cui il film è tratto (Un uomo solo di Isherwood, capostipite della moderna letteratura gay)- sono il tessuto sul quale Ford lavora per confezionare il suo abito. L’atmosfera anni ’60, la raffinatezza di vestiti e ambienti uniti ad un sapiente uso del montaggio e del colore sono gli accessori irrinunciabili che fanno di A single man un debutto sorprendente e che, davvero, colpisce.
4 settembre 2012
Come Ammazzare il Capo e Vivere Felici
E’ già Ieri. -2011-
Ci sono alcune commedie americane che si differenziano dal mucchio selvaggio solitamente di bassa lega e per il grande pubblico. Anni fa c’era stato l’exploit di Una notte da leoni, dove si rideva, tanto, ma la comicità presentata era intelligente e distante dal volgare becero stile American Pie. Lo scorso anno, invece, a prevalere sugli altri è stato Come ammazzare il capo e vivere felici.
La trama del film è semplice e parte proprio dal desiderio nascosto di molti lavoratori: far fuori il capo tanto odiato e tanto opprimente. Così tre amici, un assistente dentista, un ragioniere e un tecnico, decidono di passare all’azione viste le continue vessazioni che quotidianamente subiscono. Per farlo cercano di ingaggiare nel Bronx un delinquente (un sorprendente Jamie Foxx) che ovviamente li fregherà alla grande ma, tra piani saltati e svolte inaspettate, il finale soddisferà tutti.
I momenti comici di questa commedia si dilatano per tutta la durata del film, si ride di gusto senza mai scadere nel banale e nel già visto, Come ammazzare il capo è quindi il perfetto esempio di commedia americana intelligente e non a caso a far da spalla ai protagonisti –Jason Bateman, Charlie Day e Jason Sudeikis- sono tre attori di tutto rispetto: Kevin Spacey (un perfetto str***o psicotico), Colin Farrell (irriconoscibile da grasso, stempiato e cocainomane) e Jennifer Aniston (dentista ninfomane, impegnata in scene sexy). Basterebbe questo cast a convincere, un film perfetto per una serata disimpegnata firmato, non a caso, da uno dei registi della serie TV The Office. Ultime notizie parlano di un sequel già in cantiere, staremo a vedere!
Ci sono alcune commedie americane che si differenziano dal mucchio selvaggio solitamente di bassa lega e per il grande pubblico. Anni fa c’era stato l’exploit di Una notte da leoni, dove si rideva, tanto, ma la comicità presentata era intelligente e distante dal volgare becero stile American Pie. Lo scorso anno, invece, a prevalere sugli altri è stato Come ammazzare il capo e vivere felici.
La trama del film è semplice e parte proprio dal desiderio nascosto di molti lavoratori: far fuori il capo tanto odiato e tanto opprimente. Così tre amici, un assistente dentista, un ragioniere e un tecnico, decidono di passare all’azione viste le continue vessazioni che quotidianamente subiscono. Per farlo cercano di ingaggiare nel Bronx un delinquente (un sorprendente Jamie Foxx) che ovviamente li fregherà alla grande ma, tra piani saltati e svolte inaspettate, il finale soddisferà tutti.
I momenti comici di questa commedia si dilatano per tutta la durata del film, si ride di gusto senza mai scadere nel banale e nel già visto, Come ammazzare il capo è quindi il perfetto esempio di commedia americana intelligente e non a caso a far da spalla ai protagonisti –Jason Bateman, Charlie Day e Jason Sudeikis- sono tre attori di tutto rispetto: Kevin Spacey (un perfetto str***o psicotico), Colin Farrell (irriconoscibile da grasso, stempiato e cocainomane) e Jennifer Aniston (dentista ninfomane, impegnata in scene sexy). Basterebbe questo cast a convincere, un film perfetto per una serata disimpegnata firmato, non a caso, da uno dei registi della serie TV The Office. Ultime notizie parlano di un sequel già in cantiere, staremo a vedere!
3 settembre 2012
Biglietti, Prego!
A Venezia è stato il weekend dei favoriti anche se la critica si è divisa. L’attesissimo The Master ha convinto ma ci si aspettava di più, un po’ peggio è andata a Malick e al suo To the Wonder accolto da fischi e da applausi. Mentre al lido le proiezioni proseguono, diamo un occhio al boxoffice: la gang di Madagascar 3 resiste in vetta ma il ciclone Dark Knight si piazza al secondo posto dopo solo 3 giorni di programmazione… ecco i dettagli:
1° Madagascar 3 – Ricercati in Europa
week-end € 4.170.430 (totale: 14.080.754)
2° The Dark Knight Rises
week-end € 3.935.372 (totale: 6.960.075)
3° I mercenari 2
week-end € 647.937 (totale: 4.765.035)
4° Biancaneve e il cacciatore
week-end € 153.259 (totale: 8.725.496)
5° Monsieur Lazhar
week-end € 135.042 (totale: 135.042)
6° LOL Pazza del mio migliore amico
week-end € 92.297 (totale: 516.870)
7° Cena tra amici
week-end € 57.968 (totale: 679.050)
8° The amazing Spiderman
week-end € 52.294 (totale: 11.765.860)
9° Quasi Amici
week-end € 28.942 (totale: 14.908.268)
10° Bed Time
week-end € 23.083 (totale: 771.122)
1° Madagascar 3 – Ricercati in Europa
week-end € 4.170.430 (totale: 14.080.754)
2° The Dark Knight Rises
week-end € 3.935.372 (totale: 6.960.075)
3° I mercenari 2
week-end € 647.937 (totale: 4.765.035)
4° Biancaneve e il cacciatore
week-end € 153.259 (totale: 8.725.496)
5° Monsieur Lazhar
week-end € 135.042 (totale: 135.042)
6° LOL Pazza del mio migliore amico
week-end € 92.297 (totale: 516.870)
7° Cena tra amici
week-end € 57.968 (totale: 679.050)
8° The amazing Spiderman
week-end € 52.294 (totale: 11.765.860)
9° Quasi Amici
week-end € 28.942 (totale: 14.908.268)
10° Bed Time
week-end € 23.083 (totale: 771.122)
Fonte: mymovies.it
1 settembre 2012
Urlo
E' Già Ieri. -2010-
Uno dei grossi problemi del cinema è l'adattamento di un'opera di successo, si sa.
L'urlo è però un esempio su come un poema tanto difficile quanto controverso possa essere messo su schermo senza snaturarne il linguaggio provocatorio e liberatorio che ha simboleggiato alla sua uscita a metà degli anni '50.
Presentato al Sundance Festival prima e a Berlino poi, l'Urlo ha avuto da subito il consenso della critica e degli addetti ai lavori per l'interpretazione magistrale di James Franco -che ha voluto modellare la sua voce a quella delle registrazioni di Ginsberg- e per la meticolosità della ricerca della verità che il regista Jeffrey Friedman ha intrapreso.
Per far questo il film non si struttura quindi come una storia lineare che progredisce assieme ai suoi protagonisti ma cerca, attraverso la visione di tre diverse situazioni, di far luce sulle parole di Ginsberg e sulla loro origine.
Da una parte vi è dunque la ricostruzione del processo che l'editore Lawrence Ferlinghetti subì per aver pubblicato Howl and other poems e per cui venne accusato di oscenità e devianza sessuale, dall'altra la narrazione da parte di Ginsberg stesso della sua giovinezza, dell'amicizia e la stima per Kerouac e gli altri scrittori beat, dei viaggi attraverso l'America e della consapevolezza e l'accettazione dell'omosessualità prima e del suo genio poetico poi.
Infine c'è la lettura di parti del poema che prende così vita davanti ai nostri occhi grazie a sequenze animate che tanto dal futurismo e dal naïf prendono.
Siamo quindi di fronte ad un documentario che parla il linguaggio stesso di Ginsberg più che a un film di fiction nella sua accettazione classica e forse proprio per questo la visione risulta così ostica. Ma dopo un'iniziale diffidenza, ci si lascia trasportare dal ritmo e dalla forza delle parole del poeta che acquistano, purtroppo, un valore ancora attuale.
Uno dei grossi problemi del cinema è l'adattamento di un'opera di successo, si sa.
L'urlo è però un esempio su come un poema tanto difficile quanto controverso possa essere messo su schermo senza snaturarne il linguaggio provocatorio e liberatorio che ha simboleggiato alla sua uscita a metà degli anni '50.
Presentato al Sundance Festival prima e a Berlino poi, l'Urlo ha avuto da subito il consenso della critica e degli addetti ai lavori per l'interpretazione magistrale di James Franco -che ha voluto modellare la sua voce a quella delle registrazioni di Ginsberg- e per la meticolosità della ricerca della verità che il regista Jeffrey Friedman ha intrapreso.
Per far questo il film non si struttura quindi come una storia lineare che progredisce assieme ai suoi protagonisti ma cerca, attraverso la visione di tre diverse situazioni, di far luce sulle parole di Ginsberg e sulla loro origine.
Da una parte vi è dunque la ricostruzione del processo che l'editore Lawrence Ferlinghetti subì per aver pubblicato Howl and other poems e per cui venne accusato di oscenità e devianza sessuale, dall'altra la narrazione da parte di Ginsberg stesso della sua giovinezza, dell'amicizia e la stima per Kerouac e gli altri scrittori beat, dei viaggi attraverso l'America e della consapevolezza e l'accettazione dell'omosessualità prima e del suo genio poetico poi.
Infine c'è la lettura di parti del poema che prende così vita davanti ai nostri occhi grazie a sequenze animate che tanto dal futurismo e dal naïf prendono.
Siamo quindi di fronte ad un documentario che parla il linguaggio stesso di Ginsberg più che a un film di fiction nella sua accettazione classica e forse proprio per questo la visione risulta così ostica. Ma dopo un'iniziale diffidenza, ci si lascia trasportare dal ritmo e dalla forza delle parole del poeta che acquistano, purtroppo, un valore ancora attuale.
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