Il fabbricatorte.
Quale modo migliore per concludere e per iniziare l'anno se non con una crema golosissima per addolcire le feste? La crema al mascarpone è l'ideale da mangiare da sola o come accompagnamento a pandori e torte, per festeggiare in famiglia o in compagnia un buon 2012!
INGREDIENTI
5 uova
10 cucchiai di zucchero
500g di mascarpone
PROCEDIMENTO
Separare il tuorlo e l'albume delle uova in due diverse ciotole aggiungendo a ciascuna 5 cucchiai di zucchero.
Ai tuorli amalgamare il mascarpone e incorporare poi i bianchi e lo zucchero montati a neve mescolando dal basso verso l'alto per mantenere la spumosità.
Far raffreddare in frigorifero per un paio d'ore e... Buon e Goloso Appetito!
31 dicembre 2011
29 dicembre 2011
Le idi di Marzo
Andiamo al Cinema.
Che Clooney voglia scollarsi di dosso l’immagine piaciona e
leggera si era capito fin dal suo esordio alla regia con Confessione di una
mente pericolosa. Da lì in poi ci ha abituato ad affrontare temi pesanti e
delicati come il maccartismo di Good Night and Good Luck, e ora ne Le idi di
Marzo l’argomento si fa più spinoso e ancora più attuale trattando la campagna
per le primarie presidenziali d’America.
Il film si compone come una vera e propria guerra senza
esclusione di colpi, dove al posto di scene di cruente battaglie stanno comizi,
strategie, sotterfugi e accordi. I due avversari, il democratico Mike Morris
contro il repubblicano Pullman, non sono però protagonisti di questa battaglia.
I veri e propri interpreti sono i componenti dello staff, strateghi intelligenti
e senza scrupoli che rubano la scena a Clooney (che si ritaglia il ruolo
centrale di Morris ma marginale nella scena) e alle sue edificanti parole sul
futuro della nazione. Il cast stellare svetta, quindi: primo fra tutti l’astro
nascente di Hollywood Ryan Gosling. L’attore interpreta Steven, addetto stampa che
a differenza dei veterani Paul (Philip Seymour Hoffman) e Tom (Paul Giamatti), sembra
avere una marcia in più: giovane, idealista ancora puro pagherà cara la sua
fiducia e la sua moralità. Perché “Puoi scatenare una guerra e
restare ancora in sella, ma non puoi mai scoparti una stagista”. Ed è
questo infatti che succede all’integro Morris nonché a Steven, e tutto crolla.
L’affondo farà male e porterà svolte e colpi di scena, l’incorruttibilità si
farà corrotta.
Le idi di Marzo è un film classico, nella sua trama come
nella sua messa in scena, con una fotografia che esalta i volti e le emozioni
degli attori, con un montaggio lineare e
sempre volto alla semplicità. Il problema è che questo classicismo rasenta
quasi la noia. Il film è pesante, bisogna ammetterlo, sia per come affronta il tema della politica che per
il tema stesso, i dialoghi serrati sono densi, troppo forse, e si rischia
davvero di perdersi nel turbinio di nomi e accordi che si svolgono sotto i
nostri occhi. La storia prende infatti vita e desta interesse solo con l’ingresso
della stagista Molly (la sempre brava Evan Rachel Wood) e del suo flirt con
Steven, vera boccata d’aria d’ironia.
Ma, parlando chiaramente, questa non è una stroncatura. E’
più un avvertimento perché Clooney non ha fatto certamente questo film per puro
intrattenimento, la sua è una profonda analisi del mondo della politica, fatto
di compromessi e strategie al limite della legalità e soprattutto della
moralità. Basta poco per cadere, per compiere quel piccolo e fatale errore che
farà crollare tutto, noi in primis.
28 dicembre 2011
Ultimo Tango a Parigi
Once Upon a Time. -1972-
Film scandalo, criticato, censurato, condannato per offesa al senso del pudore. In realtà capolavoro e riflessione sul senso della vita, della decadenza morale e fisica, della passione e della morte.
Marlon Brando, e il suo corpo affascinante ma segnato inesorabilmente dal tempo, incarna alla perfezione tutti questi temi. L'attore è Paul, 45enne colpito dal suicidio della moglie di cui non riesce ad elaborare il lutto e la perdita, che troverà vero e proprio rifugio in un attico vuoto e disabitato, preso in affitto dalla giovane Jeanne che vive aggrappata ai ricordi di un'infanzia felice su cui si basa il film-documentario del fidanzato Tom. Anche lei incapace di gettarsi in nuove esperienze troverà un luogo sicuro nell'appartamento dove esploderà la passione con i quali i due impareranno a conoscersi pur ignorando tutto l'una dell'altro, persino il nome.
Ma il loro rapporto tormentato non riuscirà a trovare e a far trovare loro l'equilibrio, e la tragedia intrisa di malinconia si consumerà velocemente.
Bertolucci omaggia con semplicità Parigi e la sua filmografia rendendo la città ancora più magica e bohemienne, non dimenticando quanto fatto e imparato dalla Nouvelle Vague scegliendo per il ruolo di Tom l'attore simbolo di quegli anni Jean-Pierre Lèaud.
Con scene di sesso esplicito il film ha subito forti censure (diverse sono le copie in circolazione per minuti di durata) e molte sono le leggende che vi aleggiano ma ciò che però importa è la forza espressiva dei due attori e il segno inimitabile e deciso della regia.
Si è detto molto riguardo ad Ultimo tango a Parigi, e molto ancora si dirà, e in questo sta la forza di un capolavoro, nel saper far sempre parlare di sé: nonostante il tempo che passa, i gusti che cambiano, il cinema resta.
Film scandalo, criticato, censurato, condannato per offesa al senso del pudore. In realtà capolavoro e riflessione sul senso della vita, della decadenza morale e fisica, della passione e della morte.
Marlon Brando, e il suo corpo affascinante ma segnato inesorabilmente dal tempo, incarna alla perfezione tutti questi temi. L'attore è Paul, 45enne colpito dal suicidio della moglie di cui non riesce ad elaborare il lutto e la perdita, che troverà vero e proprio rifugio in un attico vuoto e disabitato, preso in affitto dalla giovane Jeanne che vive aggrappata ai ricordi di un'infanzia felice su cui si basa il film-documentario del fidanzato Tom. Anche lei incapace di gettarsi in nuove esperienze troverà un luogo sicuro nell'appartamento dove esploderà la passione con i quali i due impareranno a conoscersi pur ignorando tutto l'una dell'altro, persino il nome.
Ma il loro rapporto tormentato non riuscirà a trovare e a far trovare loro l'equilibrio, e la tragedia intrisa di malinconia si consumerà velocemente.
Bertolucci omaggia con semplicità Parigi e la sua filmografia rendendo la città ancora più magica e bohemienne, non dimenticando quanto fatto e imparato dalla Nouvelle Vague scegliendo per il ruolo di Tom l'attore simbolo di quegli anni Jean-Pierre Lèaud.
Con scene di sesso esplicito il film ha subito forti censure (diverse sono le copie in circolazione per minuti di durata) e molte sono le leggende che vi aleggiano ma ciò che però importa è la forza espressiva dei due attori e il segno inimitabile e deciso della regia.
Si è detto molto riguardo ad Ultimo tango a Parigi, e molto ancora si dirà, e in questo sta la forza di un capolavoro, nel saper far sempre parlare di sé: nonostante il tempo che passa, i gusti che cambiano, il cinema resta.
27 dicembre 2011
Non è mai troppo Tardi
E' già ieri. -2007-
Chi non l'ha mai pensata, la lista delle cose da fare prima di morire? Quelle cose così pazzesche e così importanti e profonde che davvero si vuole riuscire a realizzare. Ma chi effettivamente si impegnerà e troverà il tempo e, perché no, anche il denaro per farle?
I protagonisti di Non è mai troppo tardi lo faranno.
Carter e Edward non possono essere più diversi: tanto colto, curioso e saggio il primo, quanto sfrontato, egocentrico e ricco il secondo. I due si ritroveranno a dividere la stanza d'ospedale e i dolori che la loro malattia comporta. Il tumore lascia ad entrambi poche speranze e nonostante l'iniziale diffidenza riusciranno non solo a convivere ma ad instaurare una profonda e bizzarra amicizia che li porterà a girare il mondo grazie alla ricchezza di Edward per realizzare le loro volontà: da vedere le piramidi d'Egitto a gareggiare con macchine da corsa, scalare l'Himalaya, lanciarsi da paracadute... fino a conoscersi, con pregi e difetti, e a capire cosa e chi è veramente importante ed essenziale: la famiglia.
Mai sdolcinato, anzi, ironico e coraggioso nell'affrontare il tema della morte, il film mette finalmente assieme due grandi come Jack Nicholson e Morgan Freeman con delle parti decisamente cucite per loro. La pazzia e la flemma saggia si scontrano e si incontrano, commuovendoci, sì, ma anche donandoci un sorriso e una bella lezione che non va' mai dimenticata.
Chi non l'ha mai pensata, la lista delle cose da fare prima di morire? Quelle cose così pazzesche e così importanti e profonde che davvero si vuole riuscire a realizzare. Ma chi effettivamente si impegnerà e troverà il tempo e, perché no, anche il denaro per farle?
I protagonisti di Non è mai troppo tardi lo faranno.
Carter e Edward non possono essere più diversi: tanto colto, curioso e saggio il primo, quanto sfrontato, egocentrico e ricco il secondo. I due si ritroveranno a dividere la stanza d'ospedale e i dolori che la loro malattia comporta. Il tumore lascia ad entrambi poche speranze e nonostante l'iniziale diffidenza riusciranno non solo a convivere ma ad instaurare una profonda e bizzarra amicizia che li porterà a girare il mondo grazie alla ricchezza di Edward per realizzare le loro volontà: da vedere le piramidi d'Egitto a gareggiare con macchine da corsa, scalare l'Himalaya, lanciarsi da paracadute... fino a conoscersi, con pregi e difetti, e a capire cosa e chi è veramente importante ed essenziale: la famiglia.
Mai sdolcinato, anzi, ironico e coraggioso nell'affrontare il tema della morte, il film mette finalmente assieme due grandi come Jack Nicholson e Morgan Freeman con delle parti decisamente cucite per loro. La pazzia e la flemma saggia si scontrano e si incontrano, commuovendoci, sì, ma anche donandoci un sorriso e una bella lezione che non va' mai dimenticata.
24 dicembre 2011
Gocciole!
Il Fabbricatorte.
E' tradizione ormai che a Natale cucini e regali biscotti. Il mio piatto forte sono le gocciole, quest'anno impreziosite, oltre che dal cioccolato, da forme buffe e simpatiche. Un regalo speciale per persone speciali, fatto con tanto amore :)
INGREDIENTI
180g burro
500g farina
2 uova
200g zucchero di canna
100g gocciole o barretta di cioccolato
1 bustina di vanillina
PROCEDIMENTO
1. Mescolare assieme uova e zucchero amalgamando poi la farina e il burro fuso o ammorbidito a temperatura ambiente.
2. Quando il composto si presenta omogeneo e facilmente maneggiabile unire la vanillina e le gocce di cioccolato (si può usare una barretta al latte o fondente a seconda dei gusti, spezzettando in pepite il cioccolato).
3. Stendere parti del composto con un'altezza di circa mezzo centimetro e sbizzarrire la fantasia con l'uso di stampi per biscotti o con le proprie mani.
Infornare per 15 minuti a una temperatura di 180° e... Buon Appetito!!
E' tradizione ormai che a Natale cucini e regali biscotti. Il mio piatto forte sono le gocciole, quest'anno impreziosite, oltre che dal cioccolato, da forme buffe e simpatiche. Un regalo speciale per persone speciali, fatto con tanto amore :)
INGREDIENTI
180g burro
500g farina
2 uova
200g zucchero di canna
100g gocciole o barretta di cioccolato
1 bustina di vanillina
PROCEDIMENTO
1. Mescolare assieme uova e zucchero amalgamando poi la farina e il burro fuso o ammorbidito a temperatura ambiente.
2. Quando il composto si presenta omogeneo e facilmente maneggiabile unire la vanillina e le gocce di cioccolato (si può usare una barretta al latte o fondente a seconda dei gusti, spezzettando in pepite il cioccolato).
3. Stendere parti del composto con un'altezza di circa mezzo centimetro e sbizzarrire la fantasia con l'uso di stampi per biscotti o con le proprie mani.
Infornare per 15 minuti a una temperatura di 180° e... Buon Appetito!!
23 dicembre 2011
Angels in America
Quando i film si fanno ad episodi.
Angels in America rappresenta appieno il titolo della rubrica: quando i film si fanno ad episodi, o meglio, a capitoli. La miniserie dell' HBO si articola infatti in 6 capitoli ma, durata a parte, potrebbe benissimo essere stata presentata al cinema.
La realtà è poi più complessa se si pensa che è stata tratta dalla pièce teatrale di Tony Kushner Angels in America-Fantasia gay su temi nazionali.
Andata in onda nel 2003 rappresenta forse un vertice per quanto riguarda messa in scena e contenuti per la tv. La trama racconta infatti l'intrecciarsi delle vicende di due omosessuali e delle loro rispettive famiglie e amici nella New York di metà anni '80 in piena epoca Regan e nel pieno del diffondersi dell'AIDS.
Politica e costume, religione e malattia si alternano per dare una mordace analisi e visione di un'America razzista e corrotta. La storia di Prior Walter, giovane affetto dall'HIV abbandonato dal fidanzato va' a scontrarsi con quella di Joe, nuovo compagno dell'ex, combattuto però tra il rispetto della sua fede mormone e la sua natura. Attorno a loro pilastri della recitazione: Meryl Streep, Al Pacino (il ricco ed insolente Roy Cohn), Emma Thompson e Mary-Louise Parker che si sdoppiano e si travestono in più ruoli, anche minori, per rispettare le origini teatrali della storia che grazie all'uso di effetti speciali vira verso il sovrannaturale con profezie e un vero e proprio processo a Dio e agli angeli per i mali della società.
Ironico, sfrontato, eccessivo ma mai volgare, Angels in America rappresenta davvero l'esempio perfetto di un cinema che si fa e si adatta alla tv, gli attori non ne sono sminuiti, la trama si può concedere pause e meno condensazione, i contenuti si fanno più profondi. La questione religiosa (sia ebrea che mormone), la politica dal caso Rosenberg ai repubblicani, il diffondersi dell'AIDS e la questione dei gay ne fanno una serie forte e particolare e forse anche per questo degna di essere vista e amata.
Angels in America rappresenta appieno il titolo della rubrica: quando i film si fanno ad episodi, o meglio, a capitoli. La miniserie dell' HBO si articola infatti in 6 capitoli ma, durata a parte, potrebbe benissimo essere stata presentata al cinema.
La realtà è poi più complessa se si pensa che è stata tratta dalla pièce teatrale di Tony Kushner Angels in America-Fantasia gay su temi nazionali.
Andata in onda nel 2003 rappresenta forse un vertice per quanto riguarda messa in scena e contenuti per la tv. La trama racconta infatti l'intrecciarsi delle vicende di due omosessuali e delle loro rispettive famiglie e amici nella New York di metà anni '80 in piena epoca Regan e nel pieno del diffondersi dell'AIDS.
Politica e costume, religione e malattia si alternano per dare una mordace analisi e visione di un'America razzista e corrotta. La storia di Prior Walter, giovane affetto dall'HIV abbandonato dal fidanzato va' a scontrarsi con quella di Joe, nuovo compagno dell'ex, combattuto però tra il rispetto della sua fede mormone e la sua natura. Attorno a loro pilastri della recitazione: Meryl Streep, Al Pacino (il ricco ed insolente Roy Cohn), Emma Thompson e Mary-Louise Parker che si sdoppiano e si travestono in più ruoli, anche minori, per rispettare le origini teatrali della storia che grazie all'uso di effetti speciali vira verso il sovrannaturale con profezie e un vero e proprio processo a Dio e agli angeli per i mali della società.
Ironico, sfrontato, eccessivo ma mai volgare, Angels in America rappresenta davvero l'esempio perfetto di un cinema che si fa e si adatta alla tv, gli attori non ne sono sminuiti, la trama si può concedere pause e meno condensazione, i contenuti si fanno più profondi. La questione religiosa (sia ebrea che mormone), la politica dal caso Rosenberg ai repubblicani, il diffondersi dell'AIDS e la questione dei gay ne fanno una serie forte e particolare e forse anche per questo degna di essere vista e amata.
19 dicembre 2011
Il Grinch
Christmas is All Around. -2000-
Se da noi il Grinch ha iniziato a farsi conoscere nel lontano 2000 quando Ron Howard decise di farci un film natalizio per tutta la famiglia, in America il mostriciattolo verde e scorbutico è conosciuto fin dagli anni '60 in cui Theodor Suess Geisel vi scrisse libri per bambini.
Narrato come le più classiche delle favole, con una voce fuori campo che rima le vicende che si stanno per svolgere, il film di Howard è interamente basato sulle capacità interpretative di Jim Carrey che riesce in modo incredibile a dare voce e corpo al Grinch, abitante vicino al paese di Chinonso che vive dei rifiuti lasciati dai nonsochi. Schivo e burbero viene costretto a partecipare alle pompose festività natalizie della città convinto solo dalla dolcezza della piccola Cindy Lou, ma alla vista di addobbi, luci e doni, un trauma infantile riemerge, e il suo odio verso il Natale e verso gli abitanti esplode. Rovinando il loro Natale, saccheggiando regali e distruggendo le decorazioni, il Grinch non riuscirà però a fermare lo spirito natalizio di bontà e amicizia, facendo aprire gli occhi non solo ai nonsochi ma anche a se stesso sul vero significato del 25 dicembre: lo stare assieme, in allegria e nel condividere.
Come nella più classica commedia americana trionfano quindi i buoni sentimenti, ma è Natale, e questo peccato va' perdonato! Anche perché, morale a parte, ciò che fa di questo piccolo film un grande film, è il suo essere sempre verde, come il suo protagonista! Che si sia grandi o si sia ancora piccini, ci si troverà sempre a ridere, a commuoverci e a sorridere in compagnia del caro vecchio Grinch!
18 dicembre 2011
Jules e Jim
Once Upon a Time. -1962-
" È un inno alla vita e alla morte, una dimostrazione dell’impossibilità di qualunque combinazione amorosa al di fuori della coppia. "
Non potrebbe essere descritto meglio di così, Jules e Jim. Le parole sono del regista Francois Truffaut che con Jules e Jim consacra la sua bravura dopo il grande successo internazionale dei 400 colpi e che grazie alla forza della storia, tratta dal romanzo di Henri-Pierre Rochét, consegna al pubblico quello che diviene un film di culto, osannato da cineasti e critica e che tuttora ha quell'aura di capolavoro che lo porta ad essere simbolo di un'epoca e esempio di buon cinema da citare.
Il merito va ovviamente a Truffaut che porta avanti le regole della Nouvelle Vague con riprese fuori dagli studi, sincronia di registrazione tra immagine e suono, ma anche gli attori fanno la loro parte! Jeanne Moreau è strepitosa nel ruolo di Catherine, la donna insoddisfatta e passionale che dividerà i grandi amici Jules e Jim, austriaco il primo, francese il secondo. I tre sapranno affrontare assieme molto più di un'amicizia speciale, la guerra mondiale, le ideologie, i chilometri non affievoliranno il sentimento che li accomuna ma far convivere una passione così forte, slegarsi dalle convenzioni che la società ci impone in un triangolo amoroso non può e non potrà essere la soluzione. E quale dunque? Un finale epico conclude al meglio una storia d'amore e di amicizia folle, sopra le righe ma decisamente profonda e indimenticabile.
" È un inno alla vita e alla morte, una dimostrazione dell’impossibilità di qualunque combinazione amorosa al di fuori della coppia. "
Non potrebbe essere descritto meglio di così, Jules e Jim. Le parole sono del regista Francois Truffaut che con Jules e Jim consacra la sua bravura dopo il grande successo internazionale dei 400 colpi e che grazie alla forza della storia, tratta dal romanzo di Henri-Pierre Rochét, consegna al pubblico quello che diviene un film di culto, osannato da cineasti e critica e che tuttora ha quell'aura di capolavoro che lo porta ad essere simbolo di un'epoca e esempio di buon cinema da citare.
Il merito va ovviamente a Truffaut che porta avanti le regole della Nouvelle Vague con riprese fuori dagli studi, sincronia di registrazione tra immagine e suono, ma anche gli attori fanno la loro parte! Jeanne Moreau è strepitosa nel ruolo di Catherine, la donna insoddisfatta e passionale che dividerà i grandi amici Jules e Jim, austriaco il primo, francese il secondo. I tre sapranno affrontare assieme molto più di un'amicizia speciale, la guerra mondiale, le ideologie, i chilometri non affievoliranno il sentimento che li accomuna ma far convivere una passione così forte, slegarsi dalle convenzioni che la società ci impone in un triangolo amoroso non può e non potrà essere la soluzione. E quale dunque? Un finale epico conclude al meglio una storia d'amore e di amicizia folle, sopra le righe ma decisamente profonda e indimenticabile.
17 dicembre 2011
Bright Star
E' già ieri. -2009-
Un film che è pura poesia, poesia di immagini, di dialogo, poesia di vita e messa in scena.
Bright Star accoglie in sé tutte queste derivazioni della poesia perché di poesia tratta e di poesia vive raccontando la vita e le opere del romantico John Keats e della sua passione viscerale per lo scrivere ma soprattutto dell'amore contro ogni convenzione dell'epoca intercorso con quella che è stata la sua musa, la giovane Fanny Brawne.
Il tocco sensibile e femminile della regista Jane Campion si sente tutto. Presentato al Festival di Cannes ha sancito il ritorno al successo di critica e di pubblico dei tempi di Lezioni di piano e che ha simile attenzione per il ruolo femminile. Il film è infatti centrato più sulla figura di Fanny, sulla sua ribellione nel voler imparare a scrivere poesie, nel suo essere forte e indipendente (disegna da sé infatti i vestiti che indossa), sulle contraddizioni interne dei suoi sentimenti, attratta da Keats ma allo stesso tempo non pronta per viverne la passione e le sue conseguenze.
Con un finale amaro, in cui il suono del dolore ci coglie, si conclude quest'atto d'amore per un'epoca che fu, un'epoca lontana certo, ma che la Campion ha saputo ricostruire in modo bellissimo, tra costumi, dialoghi e scene che ricordano dipinti . Un film che è una poesia.
Un film che è pura poesia, poesia di immagini, di dialogo, poesia di vita e messa in scena.
Bright Star accoglie in sé tutte queste derivazioni della poesia perché di poesia tratta e di poesia vive raccontando la vita e le opere del romantico John Keats e della sua passione viscerale per lo scrivere ma soprattutto dell'amore contro ogni convenzione dell'epoca intercorso con quella che è stata la sua musa, la giovane Fanny Brawne.
Il tocco sensibile e femminile della regista Jane Campion si sente tutto. Presentato al Festival di Cannes ha sancito il ritorno al successo di critica e di pubblico dei tempi di Lezioni di piano e che ha simile attenzione per il ruolo femminile. Il film è infatti centrato più sulla figura di Fanny, sulla sua ribellione nel voler imparare a scrivere poesie, nel suo essere forte e indipendente (disegna da sé infatti i vestiti che indossa), sulle contraddizioni interne dei suoi sentimenti, attratta da Keats ma allo stesso tempo non pronta per viverne la passione e le sue conseguenze.
Con un finale amaro, in cui il suono del dolore ci coglie, si conclude quest'atto d'amore per un'epoca che fu, un'epoca lontana certo, ma che la Campion ha saputo ricostruire in modo bellissimo, tra costumi, dialoghi e scene che ricordano dipinti . Un film che è una poesia.
16 dicembre 2011
The Kingdom
Quando i film si fanno ad episodi.
Lars von Trier c'ha da sempre abituato allo stupore. E questa sua miniserie, datata 1994, ne è un perfetto esempio.
Ambientato in un labirintico e sinistro ospedale, The Kingdom, segue le vicende indistintamente di medici, pazienti e inservienti che lo abitano. Ma nulla a che vedere con i telefilm drama E.R. o Grey's Anatomy. Ad avvolgere infatti l'intero ospedale sono strani fenomeni soprannaturali, voci e grida, visioni, furti, reincarnazioni, apparizioni di ambulanze fantasma... A cercare di svelare il mistero ci prova Sigrid, anziana sensitiva che scopre come la morte della bimba Mona avvenuta anni addietro sia la causa di tutto ciò. Ma le stranezze non finiscono perché mentre il Dottor Helmer fugge ad Haiti per effettuare un malocchio al rivale Krogshøj, questi assiste attonito alla gravidanza straordinaria della sua ragazza mentre l'oncologo Bondo si autotrapianta un fegato malato di cancro per le sue ricerche. A fare da collante e a commentare le varie situazioni, due lavapiatti affetti da sindrome di Down che sembrano conoscere tutto ciò che accade e a rendere ancora più inquietante ogni puntata.
Distante dai suoi successivi film, almeno per quanto riguarda la trama, rimane però un esempio perfetto della bravura di von Trier e della sua ironia, lui stesso ci appare infatti nei titoli di coda finali ad ammonirci e a prendersi gioco di noi.
Atmosfere a metà tra film horror e splatter, con scene al limite dell'assurdo, questa miniserie è stata trampolino di lancio per il regista danese che si è fatto così conoscere anche in America dove è stato fatto un remake della serie scritto da Stephen King.
Lars von Trier c'ha da sempre abituato allo stupore. E questa sua miniserie, datata 1994, ne è un perfetto esempio.
Ambientato in un labirintico e sinistro ospedale, The Kingdom, segue le vicende indistintamente di medici, pazienti e inservienti che lo abitano. Ma nulla a che vedere con i telefilm drama E.R. o Grey's Anatomy. Ad avvolgere infatti l'intero ospedale sono strani fenomeni soprannaturali, voci e grida, visioni, furti, reincarnazioni, apparizioni di ambulanze fantasma... A cercare di svelare il mistero ci prova Sigrid, anziana sensitiva che scopre come la morte della bimba Mona avvenuta anni addietro sia la causa di tutto ciò. Ma le stranezze non finiscono perché mentre il Dottor Helmer fugge ad Haiti per effettuare un malocchio al rivale Krogshøj, questi assiste attonito alla gravidanza straordinaria della sua ragazza mentre l'oncologo Bondo si autotrapianta un fegato malato di cancro per le sue ricerche. A fare da collante e a commentare le varie situazioni, due lavapiatti affetti da sindrome di Down che sembrano conoscere tutto ciò che accade e a rendere ancora più inquietante ogni puntata.
Distante dai suoi successivi film, almeno per quanto riguarda la trama, rimane però un esempio perfetto della bravura di von Trier e della sua ironia, lui stesso ci appare infatti nei titoli di coda finali ad ammonirci e a prendersi gioco di noi.
Atmosfere a metà tra film horror e splatter, con scene al limite dell'assurdo, questa miniserie è stata trampolino di lancio per il regista danese che si è fatto così conoscere anche in America dove è stato fatto un remake della serie scritto da Stephen King.
12 dicembre 2011
Elf
Christmas is All Around. -2003-
Buddy è un elfo particolare: alto, pasticcione e decisamente poco atto a tutti i lavori che gli elfi svolgono invece con efficienza per aiutare Babbo Natale. Il motivo è semplice, papà-elfo lo ha adottato e ora che la verità è diventata difficile da nascondere manda Buddy a New York alla ricerca del vero padre, lo scorbutico e freddo Walter (James Caan), capo di una casa editrice di libri per bambini.
L'incontro-scontro fra i due e la diversa mentalità di esprimere i sentimenti e di sentire il Natale scatenerà gag e risate a non finire, in cui ci sarà spazio anche per l'amore!
Elf è una commedia moderna che però ha imparato dal passato: adatta a tutta la famiglia si caratterizza per l'esilarante e coinvolgente forza comica di Will Ferrell, il protagonista, e riesce non solo a conquistare i più piccoli ma a rimanere impressa anche ai più grandi per trovate geniali e fuori dal normale! In fin dei conti lasciando libero un elfo per le affollate strade americane in periodo natalizio tutto può accadere! Con un lieto fine dei più classici, in cui i buoni sentimenti trionfano, succede che anche il vero Babbo Natale abbia bisogno del nostro aiuto per tornare a volare, perché non si è ma abbastanza grandi per smettere di credere nella magia!
Buddy è un elfo particolare: alto, pasticcione e decisamente poco atto a tutti i lavori che gli elfi svolgono invece con efficienza per aiutare Babbo Natale. Il motivo è semplice, papà-elfo lo ha adottato e ora che la verità è diventata difficile da nascondere manda Buddy a New York alla ricerca del vero padre, lo scorbutico e freddo Walter (James Caan), capo di una casa editrice di libri per bambini.
L'incontro-scontro fra i due e la diversa mentalità di esprimere i sentimenti e di sentire il Natale scatenerà gag e risate a non finire, in cui ci sarà spazio anche per l'amore!
Elf è una commedia moderna che però ha imparato dal passato: adatta a tutta la famiglia si caratterizza per l'esilarante e coinvolgente forza comica di Will Ferrell, il protagonista, e riesce non solo a conquistare i più piccoli ma a rimanere impressa anche ai più grandi per trovate geniali e fuori dal normale! In fin dei conti lasciando libero un elfo per le affollate strade americane in periodo natalizio tutto può accadere! Con un lieto fine dei più classici, in cui i buoni sentimenti trionfano, succede che anche il vero Babbo Natale abbia bisogno del nostro aiuto per tornare a volare, perché non si è ma abbastanza grandi per smettere di credere nella magia!
11 dicembre 2011
Once
E' già ieri. -2006-
Un film girato a bassismo costo per le strade di Dublino, telecamera a mano, attori praticamente sconosciuti e che arrivano dal mondo della musica. Con questi presupposti nessuno si aspettava un tale risultato: Once non solo è stato acclamato dal pubblico ma anche da critica e da addetti ai lavori arrivando a vincere l'oscar per la miglior canzone!
Questo perchè la storia arriva diretta al cuore e alle orecchie proprio per la sua semplicità e il suo essere immersa nel quotidiano. Il lui e la lei protagonisti, interpretati dai professionisti Glen Hansard e Markéta Irglovà, sono uniti infatti dalla passione viscerale per la musica, nonostante la loro situazione precaria (arrivato da Londra per assistere il padre vedovo lui, madre sola e emigrata dalla Repubblica Ceca lei) saranno disposti a sacrifici per inseguire i loro sogni e aiutarsi a stare meglio. Poco importa che ad unirli non sia qualcosa di più, perché la loro sintonia musicale è forse molto più profonda dell'amore.
E così ci si lascia coinvolgere dalle loro canzoni, dalla bellezza e dal sentimento che da esse scaturisce, protagoniste in più e mai in secondo piano. Once non è un musical, è un bellissimo film che della musica e della sua forza creatrice parla.
Un film girato a bassismo costo per le strade di Dublino, telecamera a mano, attori praticamente sconosciuti e che arrivano dal mondo della musica. Con questi presupposti nessuno si aspettava un tale risultato: Once non solo è stato acclamato dal pubblico ma anche da critica e da addetti ai lavori arrivando a vincere l'oscar per la miglior canzone!
Questo perchè la storia arriva diretta al cuore e alle orecchie proprio per la sua semplicità e il suo essere immersa nel quotidiano. Il lui e la lei protagonisti, interpretati dai professionisti Glen Hansard e Markéta Irglovà, sono uniti infatti dalla passione viscerale per la musica, nonostante la loro situazione precaria (arrivato da Londra per assistere il padre vedovo lui, madre sola e emigrata dalla Repubblica Ceca lei) saranno disposti a sacrifici per inseguire i loro sogni e aiutarsi a stare meglio. Poco importa che ad unirli non sia qualcosa di più, perché la loro sintonia musicale è forse molto più profonda dell'amore.
E così ci si lascia coinvolgere dalle loro canzoni, dalla bellezza e dal sentimento che da esse scaturisce, protagoniste in più e mai in secondo piano. Once non è un musical, è un bellissimo film che della musica e della sua forza creatrice parla.
9 dicembre 2011
Le conseguenze dell'amore
Once Upon a Time. -2004-
Molto prima della collaborazione d'oltreoceano con Sean Penn, prima della vittoria meritata e della consacrazione a Cannes con Il divo, Le conseguenze dell'amore rappresenta il terzo asso nella manica del regista Paolo Sorrentino. Realizzato nel 2004 in Svizzera rappresenta l'ennesima grande interpretazione di Toni Servillo questa volta nei panni di Titta di Girolamo, uomo solo incastrato in una vita fatta di abitudini ed ossessioni in un Grand hotel dove ricicla soldi sporchi per conto della mafia.
Come preannuncia già il titolo, però, sarà l'arrivo dell'amore a portare più di una conseguenza nella sua vita. Lo porterà a rischiare, a scrollarsi di dosso la stanchezza di anni monotoni e sempre uguali, cercando l'Altro nella cameriera del suo bar. Queste conseguenze, però, saranno più coraggiose e più rischiose mettendolo contro proprio alla mafia che lo proteggeva, ma, forse, ne vale la pena.
Girato con un manierismo tecnico d'incanto, in cui fotografia e movimenti di macchina stregano forse più di una trama statica, Sorrentino ci conquista, formando non solo un personaggio indimenticabile ma anche un film che sa restare.
Molto prima della collaborazione d'oltreoceano con Sean Penn, prima della vittoria meritata e della consacrazione a Cannes con Il divo, Le conseguenze dell'amore rappresenta il terzo asso nella manica del regista Paolo Sorrentino. Realizzato nel 2004 in Svizzera rappresenta l'ennesima grande interpretazione di Toni Servillo questa volta nei panni di Titta di Girolamo, uomo solo incastrato in una vita fatta di abitudini ed ossessioni in un Grand hotel dove ricicla soldi sporchi per conto della mafia.
Come preannuncia già il titolo, però, sarà l'arrivo dell'amore a portare più di una conseguenza nella sua vita. Lo porterà a rischiare, a scrollarsi di dosso la stanchezza di anni monotoni e sempre uguali, cercando l'Altro nella cameriera del suo bar. Queste conseguenze, però, saranno più coraggiose e più rischiose mettendolo contro proprio alla mafia che lo proteggeva, ma, forse, ne vale la pena.
Girato con un manierismo tecnico d'incanto, in cui fotografia e movimenti di macchina stregano forse più di una trama statica, Sorrentino ci conquista, formando non solo un personaggio indimenticabile ma anche un film che sa restare.
8 dicembre 2011
Midnight in Paris
Andiamo al cinema.
Woody Allen ci ha ormai abituato ad una filmografia altalenante. Sfornando un film a stagione ha preso il ritmo di dirigere un film bello e pieno di grazia seguito da uno dai toni minori, quasi un passatempo.
Così, dopo il divertentissimo Basta che funzioni è seguito il non memorabile Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni a cui ora succede Midnight in Paris.
Ma l’ultima fatica del regista newyorkese ha una novità: non solo è bello e pieno di grazia ma è forse il suo film più riuscito di questi ultimi tempi, incantevole e geniale, magico e veramente indimenticabile!
E questo non solo per la trama di per sé diversa e che fa molti passi avanti rispetto al raccontare il quotidiano dei suoi predecessori, ma anche e soprattutto per la messa in scena, in cui Parigi rappresenta il personaggio in più, mai secondario, raccontata con il romanticismo e l’incantevole aurea che la circonda.
Il protagonista è Gil, giovane sceneggiatore hollywoodiano pronto a fare il grande passo, non solo quello di sposarsi con la ricca e viziata Inez ma anche di scrivere il suo primo romanzo incentrato su un negozio Nostalgia, perché proprio da questa “malattia” è afflitto. Continua infatti a sognare una Parigi diversa da quella moderna e trafficata, sogna la Parigi degli anni ’20 vero rifugio di artisti e di persone speciali.
E così, quasi per magia, allo scoccare della mezzanotte e con il passaggio di una vecchia -- proprio lì viene trasportato. Passando da un salotto in cui suona Cole Porter, ad un bar in cui beve Hemingway, ad una festa organizzata dai Fitzgerald, al matrimonio in cui presenziano Buñuel, Man Ray e Dalì fino alla casa di Gertrude Stein, Gil conoscerà tutti i suoi idoli, diventando loro amico e accogliendo i loro consigli per migliorare il suo romanzo.
Le sue passeggiate notturne lo porteranno però a riflettere sulla sua vita vera, quella del giorno, in cui la fidanzata si fa sempre più vicina al pedante Paul e su un amore ormai agli sgoccioli. Conoscere poi Adriana, musa nonché amante prima di Modigliani e ora di Picasso, gli farà scoprire l’amore vero.
Ma è davvero così giusto continuar a sognare un’epoca passata, volerla vivere distaccandosi così dal proprio presente? Perché quando con Adriana si ritrova catapultato nella Belle Epoque, la sua età dell’oro, capirà quanto sia ingiusto rinnegare da dove si viene, come sia solo frutto di idealizzazione la propria nostalgia.
E così con un finale perfetto si chiude il film forse più bello degli ultimi tempi di Woody, che concentra un perfetto mix di ironia, comicità e romanticismo. Arricchito come sempre da un cast stellare (Kathy Bates, Marion Cotillard, Rachel McAdams, Adrien Brody nonché il cameo di Carla Bruni)che vede al suo vertice un bravissimo Owen Wilson, degno feticcio del regista, Midnight in Paris ci lascia con gli occhi ancora sognanti per un passato splendido e per un presente che lo è ancora di più.
6 dicembre 2011
Twin Peaks
Quando i film si fanno ad episodi.
Chi ha ussico Laura Palmer? Nel 1990 quando Twin Peaks faceva impazzire non solo gli spettatori italiani ma anche il resto del mondo questa domanda era diventata un vero e proprio tormentone. Chiunque seguisse la serie si chiedeva infatti chi aveva assassinato la giovane e bella Laura, quali altri segreti nascondeva la sua vita apparentemente felice e normale ma in realtà piena di ombre e di oscuri peccati.
La serie cult creata e diretta dal maestro David Lynch ha lanciato nel mondo dello spettacolo il suo attore feticcio, Kyle MacLachlan, interprete dell'agente dell'FBI Dale Cooper incaricato delle indagini. A cercare di capire i misteri dell'omicidio si immischieranno però anche Donna e Bobby, migliore amica e fidanzato di Laura che porteranno a galla sono non solo i segreti di una città tutt'altro che idilliaca in cui droga, prostituzione e tradimenti avvengono a luci spente ma anche presenze soprannaturali che si muovono e si nascondono tra i boschi e tra la gente, i sogni rivelatori di Cooper sono diventati i marchi di fabbrica di Lynch., i tendaggi rossi e il nano danzante ientificano alla perfezione il suo cinema dell'inconscio.
Cancellato alla seconda stagione a causa di un netto calo di ascolti, Twin Peaks ha certo risentito dello svelamento anticipato dell'assassino, voluto fortemente dall'emittente ABC e non concorde con il volere del regista.
Quello che rimane, nonostante gli episodi finali superflui, è una grande serie che ha rivoluzionato i canoni estetici e narrativi della televisione, che ha saputo trattenere gli spettatori con il fiato sospeso per 2 anni e che ancora oggi non risente nel tempo passato.
5 dicembre 2011
Love Actually
Christmas is All Around. -2003-
Il Natale è ormai nell'aria e quale modo migliore di sentirlo anche dentro casa se non quello di guardare tra divano e calde coperte commedie che proprio del Natale parlano? Perché non ci sono solo i cinepanettoni, per fortuna, e questa nuova sezione lo vuole dimostrare.
Love Actually rappresenta forse al meglio la commedia natalizia che si innalza dai classici buoni sentimenti e si spinge oltre per una visione più moderna delle relazioni di coppia.
Diretta dallo stesso regista, Richard Curtis, di Quattro matrimoni e un funerale, il film ne raccoglie l'eredità per quanto riguarda la coralità delle storie narrate che si intrecciano e si evolvono a cinque settimane dal fatidico 25 dicembre. Un cast stellare (da Hugh Grant a Bill Nighy, da Colin Firth a Keira Knightely) si fa interprete della sfaccettature della nuova società inglese e londinese nel particolare.
Si parte dalla storia di Billy Mack, rock star sul viale del tramonto che pubblica in occasione delle festività un CD di cover e spera di scalare le classifiche e tornare al successo, peccato che le sue promozioni siano tutto fuorché politically correct! La sua musica e la sua vicenda fanno da sfondo all'intrecciarsi degli altri personaggi, uniti da relazioni familiari, amorose o di lavoro: c'è lo scrittore tradito dalla fidanzata che troverà conforto e nuovo amore in una giovane aiutante portoghese, il giovane innamorato perdutamente della neo sposa del migliore amico, la famiglia solida e felice messa in crisi da una sexy segretaria, i colleghi di lavoro che da sempre si piacciano ma che non trovano il tempo e il coraggio di dichiararsi, il padre vedovo che deve insegnare al figlio ad amare, due controfigure di film porno che si imbarazzano ingenuamente per il primo bacio... una girandola di avventure e di momenti che hanno forse il loro vertice nella figura del nuovo premier inglese (interpretato da Grant) che si prende una cotta proprio per la sua sbadata domestica. Situazioni comiche certo, ma che lasciano campo aperto ai sentimenti, al romanticismo e anche alle lacrime.
Ottimamente interpretato, Love Actually vuole celebrare non solo il Natale ma anche l'amore e l'amicizia perché, se ci guardiamo attorno l'amore, davvero, è dappertutto!
4 dicembre 2011
Harold & Maude
Once Upon a Time. -1971-
Un amore diverso, quasi impossibile da concepire per i più, ma decisamente romantico e bellissimo.
Harold è un ragazzo particolare, non ha amici e il suo unico divertimento, oltre ad assistere ai funerali altrui, è quello di spaventare la madre fingendo grotteschi e macabri suicidi con cui cerca di attirare l'attenzione.
Maude è una 79enne arzilla e allegra, incurante delle leggi che vive la vita nella sua pienezza, che ha deciso di "farla finita" allo scoccare degli 80 anni e che trova divertenti i funerali a cui partecipa senza invito.
Così i due finiscono inevitabilmente per scontrarsi e conoscersi, e quello che ne nascerà sarà più di un amore, ma un'amicizia profonda che cambierà e arricchirà la vita di entrambi.
Le attività che i due faranno assieme, dal guardare le demolizioni a rubare continuamente automobili anche per piantare e liberare le piante comunali, li uniranno e daranno ad Harold quel soffio vitale che una madre soffocante non riesce a dargli, una madre che non lo capisce e che cerca di guarirlo tra auto nuove e ragazze con cui combinarlo.
Film datato forse solo anagraficamente, Harold e Maude è invece un film sempre originale che dà il meglio di sé nei dialoghi (alcune battute di Maude sono fulminanti) ma soprattutto nella musica composta quasi interamente da canzoni di Cat Stevens. Un film che è ormai un cult e che molta fama ha portato al suo regista Hal Ashby. Una commedia diversa, come diversi sono i suoi protagonisti e diverso l'amore che tra loro nasce ma sempre attuali, sempre profondi gli insegnamenti che la saggia Maude ci dà, perché per vivere appieno la propria vita basta lottare, sempre.
Un amore diverso, quasi impossibile da concepire per i più, ma decisamente romantico e bellissimo.
Harold è un ragazzo particolare, non ha amici e il suo unico divertimento, oltre ad assistere ai funerali altrui, è quello di spaventare la madre fingendo grotteschi e macabri suicidi con cui cerca di attirare l'attenzione.
Maude è una 79enne arzilla e allegra, incurante delle leggi che vive la vita nella sua pienezza, che ha deciso di "farla finita" allo scoccare degli 80 anni e che trova divertenti i funerali a cui partecipa senza invito.
Così i due finiscono inevitabilmente per scontrarsi e conoscersi, e quello che ne nascerà sarà più di un amore, ma un'amicizia profonda che cambierà e arricchirà la vita di entrambi.
Le attività che i due faranno assieme, dal guardare le demolizioni a rubare continuamente automobili anche per piantare e liberare le piante comunali, li uniranno e daranno ad Harold quel soffio vitale che una madre soffocante non riesce a dargli, una madre che non lo capisce e che cerca di guarirlo tra auto nuove e ragazze con cui combinarlo.
Film datato forse solo anagraficamente, Harold e Maude è invece un film sempre originale che dà il meglio di sé nei dialoghi (alcune battute di Maude sono fulminanti) ma soprattutto nella musica composta quasi interamente da canzoni di Cat Stevens. Un film che è ormai un cult e che molta fama ha portato al suo regista Hal Ashby. Una commedia diversa, come diversi sono i suoi protagonisti e diverso l'amore che tra loro nasce ma sempre attuali, sempre profondi gli insegnamenti che la saggia Maude ci dà, perché per vivere appieno la propria vita basta lottare, sempre.
3 dicembre 2011
An Education
E' già ieri. -2009-
Più di un'educazione sentimentale, più di un riscatto femminile all'Orgoglio e Pregiudizio la storia raccontata in An Education incanta e insegna.
Jenny Miller è una brava ragazza londinese, giovane ed intelligente che nel suo futuro vede solo un'università prestigiosa e la possibilità di sfondare.
David Goldman è un uomo affascinante e fiero di sé, vive alla giornata e sembra non aver problemi né di denaro né di morale.
Tra i due nasce inevitabilmente l'amore, da cotta adolescenziale per l'uomo più grande a vera e propria passione con litigi e vacanze parigine comprese. I genitori di lei non ostacoleranno la relazione, anzi, affascinati a loro volta dallo charme di David acconsentiranno anche le nozze.
Ma c'è qualcosa sotto, troppa spregiudicatezza, troppi incanti che portano Jenny a perdersi tra locali e vestiti alla moda, a non vedere oltre alle apparenze e ai luccichii di una vita agiata. Nemmeno le parole della sua insegnante, o le raccomandazioni della preside sull'impossibilità di proseguire gli studi in caso di fidanzamento la fermeranno fino a ché la verità non verrà a galla e solo lì, tra dolore e voglia di riscatto, Jenny prenderà coscienza dei sui desideri e delle sue capacità.
Sceneggiato dal romanziere Nick Hornby, diretto dalla danese Lone Scherfig, An Education rivela un'eleganza di messa in scena e di interpretazione che dà al film quel tocco che incanta. Carrey Mulligan è perfetta nel ruolo della protagonista, una giovane bella e cosciente delle sue potenzialità che incarna il fascino degli anni '60 e che rappresenta l'unione perfetta tra lo stile londinese e parigino, location del film.
A far da spalla all'attrice Peter Sarsgaard, mai così dandy e affascinante.
Più di una storia d'amore quindi, più di un'educazione, la storia di una ragazza e della strada da affrontare per raggiungere i suoi sogni.
Più di un'educazione sentimentale, più di un riscatto femminile all'Orgoglio e Pregiudizio la storia raccontata in An Education incanta e insegna.
Jenny Miller è una brava ragazza londinese, giovane ed intelligente che nel suo futuro vede solo un'università prestigiosa e la possibilità di sfondare.
David Goldman è un uomo affascinante e fiero di sé, vive alla giornata e sembra non aver problemi né di denaro né di morale.
Tra i due nasce inevitabilmente l'amore, da cotta adolescenziale per l'uomo più grande a vera e propria passione con litigi e vacanze parigine comprese. I genitori di lei non ostacoleranno la relazione, anzi, affascinati a loro volta dallo charme di David acconsentiranno anche le nozze.
Ma c'è qualcosa sotto, troppa spregiudicatezza, troppi incanti che portano Jenny a perdersi tra locali e vestiti alla moda, a non vedere oltre alle apparenze e ai luccichii di una vita agiata. Nemmeno le parole della sua insegnante, o le raccomandazioni della preside sull'impossibilità di proseguire gli studi in caso di fidanzamento la fermeranno fino a ché la verità non verrà a galla e solo lì, tra dolore e voglia di riscatto, Jenny prenderà coscienza dei sui desideri e delle sue capacità.
Sceneggiato dal romanziere Nick Hornby, diretto dalla danese Lone Scherfig, An Education rivela un'eleganza di messa in scena e di interpretazione che dà al film quel tocco che incanta. Carrey Mulligan è perfetta nel ruolo della protagonista, una giovane bella e cosciente delle sue potenzialità che incarna il fascino degli anni '60 e che rappresenta l'unione perfetta tra lo stile londinese e parigino, location del film.
A far da spalla all'attrice Peter Sarsgaard, mai così dandy e affascinante.
Più di una storia d'amore quindi, più di un'educazione, la storia di una ragazza e della strada da affrontare per raggiungere i suoi sogni.
1 dicembre 2011
Torta Mandorle e Uvetta
Il fabbricatorte.
L'impasto classico di questo dolce si presta facilamente a scatenare la propria fantasia. Con il freddo che avanza, mandorle e uvetta sono il connubio perfetto per una torta adatta ad ogni occasione!
INGREDIENTI
300g farina
200g zucchero
3 uova
1 bicchiere di latte
1 bicchiere di olio di semi
lievito
sale
mandorle e uvetta a piacere
PROCEDIMENTO
1. Mescolare assieme uova e zucchero e poi incorporare latte, olio e farina fino a impasto morbido e senza imperfezioni. Unire una bustina di lievito per dolci e un pizzico di sale.
2. Aggiungere all'impasto le mandorle tritate o tagliate a pezzetti e l'uvetta che precedentemente si era lasciata ammorbidire in acqua. Per dare freschezza alla torta si può amalgamare la scorza di un limone.
3. Infornare il tutto a 180° per circa una mezzora. Decorare la torta con zucchero a velo e.... Buon Appetito!
L'impasto classico di questo dolce si presta facilamente a scatenare la propria fantasia. Con il freddo che avanza, mandorle e uvetta sono il connubio perfetto per una torta adatta ad ogni occasione!
INGREDIENTI
300g farina
200g zucchero
3 uova
1 bicchiere di latte
1 bicchiere di olio di semi
lievito
sale
mandorle e uvetta a piacere
PROCEDIMENTO
1. Mescolare assieme uova e zucchero e poi incorporare latte, olio e farina fino a impasto morbido e senza imperfezioni. Unire una bustina di lievito per dolci e un pizzico di sale.
2. Aggiungere all'impasto le mandorle tritate o tagliate a pezzetti e l'uvetta che precedentemente si era lasciata ammorbidire in acqua. Per dare freschezza alla torta si può amalgamare la scorza di un limone.
3. Infornare il tutto a 180° per circa una mezzora. Decorare la torta con zucchero a velo e.... Buon Appetito!
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