Andiamo al Cinema
Una casa e tutte le famiglie che ci hanno abitato.
Uno spazio e tutto quello che ha contenuto, non solo mobili, divani, invenzioni, ma anche amori, matrimoni, litigi, nascite e morti.
La macchina da presa posizionata lì, fissa, a fissare quello che succede, i personaggi che si alternano, le loro gioie e i loro dolori.
Fin dall'antichità, che corrisponde all'epoca precolombiana, passando per guerre civili e infine, l'oggi.
Con tutto il vuoto che rappresenta.
Un progetto così, facile pensarlo come una graphic novel, con la vignetta uguale a ripetersi e a riempirsi, le parentesi ad aprirsi, i cambiamenti da inserire.
Più difficile pensarlo come un film, pur sentendo la sfida che la camera fissa, lo stesso ambiente da modificare e alterare, può portare.
Una sfida che inizialmente non molti studios hanno accettato, con Robert Zemeckis a non darsi per vinto e forte del lavoro su carta di Richard McGuire, lo ha adattato a sceneggiatura con Eric Roth e ha richiamato a sé una squadra vincente: quella di Forrest Gump.