Era lì, che mi aspettava dai tempi della sua uscita.
Ricordo le sale piene, le code, il tanto parlarne, la lunghezza fiume e la commozione che spingeva fan e non fan a riascoltare vecchie canzoni, a parlare ancora e ancora dei Beatles.
Ricordo le sale piene, le code, il tanto parlarne, la lunghezza fiume e la commozione che spingeva fan e non fan a riascoltare vecchie canzoni, a parlare ancora e ancora dei Beatles.
All'epoca, anche se si tratta di soli 13 anni fa, mi schieravo ancora dalla parte dei Rolling Stones.
Più trasgressivi, più rock, più la loro musica nelle orecchie.
Non so quando tutto è cambiato, quando andando all'università ho iniziato a rilassarmi con le loro numero 1, quando mi sono convertita.
Di certo, ora alla fatidica domanda risponderei: i Fab Four.
Era lì che mi aspettava questo documentario, dicevo, e che mi guardava storto: com'è che avevo dato la precedenza a Get Back?
Com'è che lo avevo eletto serie dell'anno, com'è che finivo per parlarne entusiasta a ogni occasione, che se ci penso, ci sono ancora scene che mi danno i brividi, e Living in the Material World ancora non lo avevo visto?
Com'è che ho preferito Peter Jackson a Martin Scorsese?
Recupero ora, con ancora più ritardo, per prepararmi a una trasferta a Liverpool che, secondo i piani di un piccolo viaggio organizzato in fretta, mi vedrà oggi già a Manchester in realtà.