Andiamo al Cinema su Netflix
Da dove comincio?
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Andiamo al Cinema a Noleggio
Ciao, mi chiamo Lisa è ho un problema.
Non sopporto Tom Hanks.
Lo so, lo so, è il più amato dagli americani, l'attore versatile, l'attore che convince tutti, l'attore che è l'uomo comune che diventa eroe, il Forrest Gump sulla sua panchina con i suoi cioccolatini, il naufrago con il suo Wilson, era mio padre e pure la voce di Woody
Ma io non riesco a farmelo piacere.
Non riesco a non vedere Tom Hanks dietro tutti questi personaggi, sempre lui, a cercare di entrarci per bene, di convincere.
Siamo un gruppo ristretto a questo gruppo, quindi mi sento al sicuro.
Va precisato però che Tom Hanks non è nella mia lista nera. Non sta di fianco a Tom Cruise.
È un po' come con Mark Ruffalo. Forse Mark Ruffalo, quello che ha vinto per quella noia di I know this much is true giusto l'altra sera agli Emmy, è il nuovo Tom Hanks.
Ma Tom Hanks c'è ancora e arriva a noleggio con il film che l'ha nuovamente messo fra le grazie dell'Academy che l'ha nominato come Miglior Attore non Protagonista nella scorsa edizione.
Mondo Serial
Io con i videogiochi non ho mai giocato.
Certo, essendo cresciuta in un bar qualche partita a Puzzle Bubble a Trivial Pursuit o a Flipper era la norma.
Ma non ho mai avuto una consolle, dei floppy, il bisogno di connettermi per cercare il gioco giusto.
Mi sono persa qualcosa?
Sembra di sì.
E visti i giochi immersivi che in molti paragonano ai film che escono oggi, il pensiero di non avere le abilità per recuperare fa un po' male.
Ho sopperito con il migliore amico che era ed è il vero appassionato. Tanto da provare a coinvolgermi con combattimenti di Mortal Kombat in cui pigio tasti a caso in ogni combinazione possibile per accontentarlo e facendomi diventare la mente dietro gli enigmi di Tomb Raider mentre lui era il "braccio" a muovere Lara Croft. Ah, i venerdì sera che abbiamo passato così!
Tutto qua.
Com'è allora che sono andata a vedermi una docuserie che di videogiochi parla?
Che ne analizza l'evoluzione, l'impatto, l'ingegno che ci sta dietro?
Alla fine, anche senza red carpet ufficiale, anche se in un triste studio vuoto, gli Emmy si sono lasciati guardare. Qualche problema di connessione, qualche sbirciatina alle case delle star, qualcuno in pigiama, qualcun altro ben vestito e pure gli amici a quattro zampe a prendere il loro posto.
Si sono riempiti spazi per parlare di diversità, ad annunciare le categorie si sono messi gli "eroi comuni" in un buonismo... non troppo eccessivo, mettiamola così visto il periodo storico.
Ma parliamo dei vincitori a partire da Succession che ha sbaragliato tutti e non solo giustamente vista la qualità della serie, ma anche per il miglior discorso della serata fatto di Unthank you politici e mirati. Bravo!
Altra gioia grazie a Zendaya che ce l'ha fatta, nonostante Euphoria sia stata snobbata nel resto delle categorie importanti si è portata a casa anche gli Emmy per il trucco e la musica.
Per le miniserie è andata come previsto, con il giusto riconoscimento alla strepitosa Watchmen anche se, il contentino ad Unorthodox non toglie il fatto che This extraodinary being è un episodio strepitoso per scrittura e regia.
Quanto alle comedy non c'è stata davvero gara con la canadese Schitt's Creek a vincere in ogni categoria possibile, rendendo giustificata la loro scelta di starsene tutti assieme in un ristorante. Un modo perfetto per chiudere e per smuovere me nel recuperarla, a questo punto.
Prima di lasciare spazio ai momenti, gli outfit e le reazioni più belle della serata che trovate in fondo al post, eccoli qui tutti i vincitori:
Sarà ovviamente una cerimonia degli Emmy diversa dal solito.
Nessun Red Carpet, collegamenti virtuali agli attori e autori e produttori dalle loro case.
Come sarà? Difficile dirlo, di certo sarà un'edizione storica che potrebbe essere tanto innovativa quanto triste.
Passando alle serie nominate, qui si tifa spudoratamente Watchmen e dopo il doveroso recupero pure Better Call Saul e Succession, con le certezze Mrs Maisel e The Crown a non perdere forza dopo tre stagioni.
E Zendaya che porta da sola avanti la bandiera della magnifica Euphoria ce la farà a battere un'agguerrita concorrenza?
Andiamo al Cinema su Netflix
Due amici, amici da sempre.
Pomeriggi interi da riempire, in quella provincia americana in cui si gira in bici, si esplorano boschi, si infrangono divieti percorrendo strade e ponti non finiti.
Due amici più due, con quest'altra coppia che si aggiunge e mina i già fragili equilibri, finché in un pomeriggio come gli altri il peggio succede.
Perché se hai una spada, se non la sai maneggiare, finisci per fare un errore.
E non si può più tornare indietro.
Come reagisci, dichiara quello che sei: sei pronto a scusarti, a disperarti, a costituirti? O non vuoi rischiare, nascondi tutto e fingi con tutti?
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Due amici, amici da sempre, dai tempi del collegio.
Un weekend di libertà prima che un figlio nasca a scombinare per sempre la vita di uno dei due.
Una battuta di caccia fra le montagne scozzesi, in quei paesini che sembrano senza vita, in cui la vita si rifugia tutta nello stesso pub.
Sarà un weekend di eccessi e di tentazioni.
Ma sarà alla fine un weekend che cambierà tutto.
Per sempre.
Perché se hai un fucile in mano, non puoi che sparare, e quando quello che colpisci non è un cervo ma un bambino, tutto finisce in un istante.
Come reagisci, dichiara quello che sei: sei pronto a scusarti, a disperarti, a costituirti? O non vuoi rischiare, nascondi tutto e fingi con tutti?
Marcus e Vaughn sembrano non avere scelta, o così pare a loro.
Parte un altro colpo e scappano, camuffano, fingono.
Si fanno vedere da quei paesani che li guardano sempre con più sospetto. Loro che arrivano dalla città, con i loro soldi, a sedurre le loro donne, le loro figlie.
La tensione cresce e la paranoia di entrambi pure.
Soprattutto quando la segnalazione di scomparsa viene fatta.
Andarsene diventa impossibile, scappare e mettersi in salvo pure.