Andiamo al Cinema
Scoppia una bomba, e devi stare attento.
Non ad esserci vicino, ad essere travolto dalla sua onda distruttrice.
Devi stare stare attento se sei un islamico, se hai la pelle scura e pure se sei bianco.
Sì, bianco.
No, non è uno di quegli strani comizi degli uomini bianchi che in epoca #metoo si sentono vittime di razzismo (pensa te in che mondo viviamo!).
È un comizio contro quei pregiudizi che non vanno a scavare nella verità, si fermano in superficie.
Quindi, se sei un uomo bianco, se hai da parecchio superato la maggiore età ma vivi ancora con tua madre, se hai un passato nelle forze militari, aspiri ancora a tornarci, se sei in qualche modo "strano", (quello "strano" difficile da spiegare ma avete capito cosa intendo), bé, l'FBI potrebbe decidere che siete voi il colpevole: voi avete piazzato quella bomba, voi volevate essere un eroe a tutti i costi.
Ora non è più un comizio.
È un film.
Ed è anche la verità.
31 gennaio 2020
30 gennaio 2020
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 30 Gennaio
Agli Oscar manca poco più di una settimana e ci sono ancora titoli che devono trovare posto nella programmazione nostrana.
Arrivano così un biopic di classe, ma anche tante commedie.
Judy
Arriva più in sordina del previsto il film biografico su Judy Garland per cui Renée Zellweger potrebbe vincere il secondo Oscar.
Il fatto che la sua sia l'unica candidatura fa mettere le mani avanti, ma lo si vedrà.
Trailer
Villetta con Ospiti
I ricchi e i loro vizi.
Una famiglia e tutti i peccati nascosti dietro le sue splendide mura.
Niente di nuovo, però, nonostante il fido Marco Giallini.
Trailer
Il Diritto di Opporsi
Storia vera di un avvocato che decide di stare dalla parte degli ultimi, ovvero di quei condannati a morte in Alabama colpevoli prima di tutto di avere la pelle nera.
Alto tasso di retorica, ma a fin di bene.
Con Michael B. Jordan, Brie Larson e Jamie Foxx.
Trailer
Dolittle
Ennesimo remake non richiesto, ennesimo ruolo eccentrico per Robert Downey Jr.
Le famiglie saranno accontentate.
Trailer
Odio l'estate
Si grida già al gran ritorno del trio Aldo, Giovanni e Giacomo.
Tornano in pieno inverno con un film più estivo che mai e che non sembra troppo distante da altre commedie degli equivoci.
Trailer
Underwater
La vera domanda non è da cosa devono scappare degli scienziati rimasti intrappolati sott'acqua dopo un terremoto.
È cosa ha costretto Kristen Stewart, Vincent Cassel, John Gallagher Jr. e Mamoudou Athie a partecipare a questo film.
Trailer
Arrivano così un biopic di classe, ma anche tante commedie.
Judy
Arriva più in sordina del previsto il film biografico su Judy Garland per cui Renée Zellweger potrebbe vincere il secondo Oscar.
Il fatto che la sua sia l'unica candidatura fa mettere le mani avanti, ma lo si vedrà.
Trailer
Villetta con Ospiti
I ricchi e i loro vizi.
Una famiglia e tutti i peccati nascosti dietro le sue splendide mura.
Niente di nuovo, però, nonostante il fido Marco Giallini.
Trailer
Il Diritto di Opporsi
Storia vera di un avvocato che decide di stare dalla parte degli ultimi, ovvero di quei condannati a morte in Alabama colpevoli prima di tutto di avere la pelle nera.
Alto tasso di retorica, ma a fin di bene.
Con Michael B. Jordan, Brie Larson e Jamie Foxx.
Trailer
Dolittle
Ennesimo remake non richiesto, ennesimo ruolo eccentrico per Robert Downey Jr.
Le famiglie saranno accontentate.
Trailer
Odio l'estate
Si grida già al gran ritorno del trio Aldo, Giovanni e Giacomo.
Tornano in pieno inverno con un film più estivo che mai e che non sembra troppo distante da altre commedie degli equivoci.
Trailer
Underwater
La vera domanda non è da cosa devono scappare degli scienziati rimasti intrappolati sott'acqua dopo un terremoto.
È cosa ha costretto Kristen Stewart, Vincent Cassel, John Gallagher Jr. e Mamoudou Athie a partecipare a questo film.
Trailer
29 gennaio 2020
1917
Andiamo al Cinema
6 aprile 1917 gli ordini sono chiari e sono pericolosi: fermare un attacco, non far cadere i propri commilitoni in una trappola, salvare un fratello, dei fratelli; il problema è che per dare questo ordine si rischia la vita, la propria vita, andando in prima linea, superandola, attraversando la terra di nessuno, la terra da poco abbandonata dai nemici tedeschi, finendo in una città occupata e in fiamme, per poi arrivare in un bosco dove quell'attacco dovrebbe partire, facile? no di certo, né a dirsi né a farsi, anche perché si è in due, e si rischia la vita ad ogni passo, tra trincee dove regna lo sconforto e il dolore, campagne private dei loro frutti, comandanti restii ad aiutare.
Stacco
La storia di 1917 è tanto semplice da raccontare quanto difficile da potare in scena, perché Sam Mendes decide di immergerci negli orrori, nelle paure, nell'insensatezza della guerra costruendo questo suo film quanto mai personale (basato com'è sui racconti del nonno) in quello che sembra un unico piano sequenza, un continuo seguire, anticipare, circondare e accompagnare Sco e Blake nella loro missione impossibile, correndo veloci in trincee strette strette, attraversando cadaveri, campi minati, prati in fiore, lasciando senza fiato, facendo propria compagna un'ansia che si fatica a smaltire
Stacco
Respiriamo, prendiamo tempo.
Perché 1917 non è un film fatto in unico piano sequenza, non come quel gioiello di Victoria, non come quell'inizio magistrale di La La Land o di Spectre, con cui Mendes si è fatto le ossa.
Ma è fatto di molti piani sequenza, un po' come Birdman, il più lungo dei quali è comunque di 10 minuti, raccordati tra loro grazie a montaggio quanto mai invisibile, un po' come aveva fatto Sir Hitchcock in Nodo alla Gola, pur non rimanendo qui nello stesso set.
Si respira,
quindi, e si arresta pure il ritmo quando cala la notte, quando Sco sviene nel buio e trova rifugio e speranza con una non-madre francese, se possibile unico episodio nella sua missione che fa un po' storcere il naso.
Per il resto: corre Sco, corre con Blake (Dean-Charles Chapman), corre da solo, si tuffa, spara, si nasconde, cerca di restare a galla, di portare quella maledetta lettera al suo destinatario, cerca di salvare vite e lo vedi George MacKay fondersi con il suo personaggio, sentire il peso dei passi nel fango, di corse contro il tempo e contro il pericolo, lo vedi lo sfinimento nei suoi occhi, il dolore pure, e te lo immagini lì sul set per 6 mesi, con Mendes e la troupe a provare ogni passo, ogni movimento e ogni scena, così stupisce che fra le 10 nomination a cui è candidato 1917 non ci sia la sua, lui che regge assieme a quei comprimari che entrano in scena per pochi minuti, pur dominandoli, visto che si parla di Andrew Scott, Benedict Cumberbatch, Colin Firth e Richard Madden.
E con la stessa colonna sonora portentosa di Thomas Newman a farsi protagonista in più.
Stacco
Agli Oscar si privilegia la tecnica, e vorrei ben vedere, anche se i più proprio contro questi tecnicismi si sono scagliati, vedendo in 1917 un giocattolone ispirato ai videogiochi, un film fatto di forma e non di contenuto, di cuore. Ed in parte è vero, perché l'occhio attento è lì a chiedersi dove sono quegli
stacchi
dove sono i raccordi, come sono riusciti a girare una certa scena, un certo salto, una corsa folle. Come sono riusciti a ricostruire un set lungo chilometri, una città devastata.
Domande che ti porti a casa, a cui cerchi di trovare risposta nei video del backstage (QUI se interessa) ma che non coprono, non mettono in ombra nemmeno un po' il cuore della vicenda: un cuore che vuole mostrare l'insensatezza, l'orrore, di un singolo giorno di guerra, di un singolo ordine da portare a termine, che magari, proprio domani, cambierà. Un cuore che mostra quello che molti giovani e giovanissimi hanno vissuto, perdendo se stessi, i propri fratelli.
Un solo giorno, meno di 24 ore, in cui la vita la si è rischiata ad ogni minuto.
È il 7 aprile 1917 ora, si può tornare a riposarsi, tornare a sentire il sole sul volto, l'erba sotto i piedi, pur avendo vinto, avendo perso, nel mentre.
6 aprile 1917 gli ordini sono chiari e sono pericolosi: fermare un attacco, non far cadere i propri commilitoni in una trappola, salvare un fratello, dei fratelli; il problema è che per dare questo ordine si rischia la vita, la propria vita, andando in prima linea, superandola, attraversando la terra di nessuno, la terra da poco abbandonata dai nemici tedeschi, finendo in una città occupata e in fiamme, per poi arrivare in un bosco dove quell'attacco dovrebbe partire, facile? no di certo, né a dirsi né a farsi, anche perché si è in due, e si rischia la vita ad ogni passo, tra trincee dove regna lo sconforto e il dolore, campagne private dei loro frutti, comandanti restii ad aiutare.
Stacco
La storia di 1917 è tanto semplice da raccontare quanto difficile da potare in scena, perché Sam Mendes decide di immergerci negli orrori, nelle paure, nell'insensatezza della guerra costruendo questo suo film quanto mai personale (basato com'è sui racconti del nonno) in quello che sembra un unico piano sequenza, un continuo seguire, anticipare, circondare e accompagnare Sco e Blake nella loro missione impossibile, correndo veloci in trincee strette strette, attraversando cadaveri, campi minati, prati in fiore, lasciando senza fiato, facendo propria compagna un'ansia che si fatica a smaltire
Stacco
Respiriamo, prendiamo tempo.
Perché 1917 non è un film fatto in unico piano sequenza, non come quel gioiello di Victoria, non come quell'inizio magistrale di La La Land o di Spectre, con cui Mendes si è fatto le ossa.
Ma è fatto di molti piani sequenza, un po' come Birdman, il più lungo dei quali è comunque di 10 minuti, raccordati tra loro grazie a montaggio quanto mai invisibile, un po' come aveva fatto Sir Hitchcock in Nodo alla Gola, pur non rimanendo qui nello stesso set.
Si respira,
quindi, e si arresta pure il ritmo quando cala la notte, quando Sco sviene nel buio e trova rifugio e speranza con una non-madre francese, se possibile unico episodio nella sua missione che fa un po' storcere il naso.
Per il resto: corre Sco, corre con Blake (Dean-Charles Chapman), corre da solo, si tuffa, spara, si nasconde, cerca di restare a galla, di portare quella maledetta lettera al suo destinatario, cerca di salvare vite e lo vedi George MacKay fondersi con il suo personaggio, sentire il peso dei passi nel fango, di corse contro il tempo e contro il pericolo, lo vedi lo sfinimento nei suoi occhi, il dolore pure, e te lo immagini lì sul set per 6 mesi, con Mendes e la troupe a provare ogni passo, ogni movimento e ogni scena, così stupisce che fra le 10 nomination a cui è candidato 1917 non ci sia la sua, lui che regge assieme a quei comprimari che entrano in scena per pochi minuti, pur dominandoli, visto che si parla di Andrew Scott, Benedict Cumberbatch, Colin Firth e Richard Madden.
E con la stessa colonna sonora portentosa di Thomas Newman a farsi protagonista in più.
Stacco
Agli Oscar si privilegia la tecnica, e vorrei ben vedere, anche se i più proprio contro questi tecnicismi si sono scagliati, vedendo in 1917 un giocattolone ispirato ai videogiochi, un film fatto di forma e non di contenuto, di cuore. Ed in parte è vero, perché l'occhio attento è lì a chiedersi dove sono quegli
stacchi
dove sono i raccordi, come sono riusciti a girare una certa scena, un certo salto, una corsa folle. Come sono riusciti a ricostruire un set lungo chilometri, una città devastata.
Domande che ti porti a casa, a cui cerchi di trovare risposta nei video del backstage (QUI se interessa) ma che non coprono, non mettono in ombra nemmeno un po' il cuore della vicenda: un cuore che vuole mostrare l'insensatezza, l'orrore, di un singolo giorno di guerra, di un singolo ordine da portare a termine, che magari, proprio domani, cambierà. Un cuore che mostra quello che molti giovani e giovanissimi hanno vissuto, perdendo se stessi, i propri fratelli.
Un solo giorno, meno di 24 ore, in cui la vita la si è rischiata ad ogni minuto.
È il 7 aprile 1917 ora, si può tornare a riposarsi, tornare a sentire il sole sul volto, l'erba sotto i piedi, pur avendo vinto, avendo perso, nel mentre.
Voto: ☕☕☕☕/5
28 gennaio 2020
Years and Years
Mondo Serial
A quasi un mese dall'uscita delle classifiche di fine anno è finalmente arrivato il momento di parlare dell'unica serie TV di cui non avevo ancora scritto.
Una serie che come tante parla di un futuro distopico, e che deve molto alla serie capostipite di questo genere: Black Mirror.
Years and Years si potrebbe tranquillamente prendere come una sua costola estesa, e il fatto che arrivi pure lei dall'Inghilterra conferma il tutto.
C'è una famiglia protagonista.
La famiglia Lyons, agiata, che si divide perfettamente in categorie:
A quasi un mese dall'uscita delle classifiche di fine anno è finalmente arrivato il momento di parlare dell'unica serie TV di cui non avevo ancora scritto.
Una serie che come tante parla di un futuro distopico, e che deve molto alla serie capostipite di questo genere: Black Mirror.
Years and Years si potrebbe tranquillamente prendere come una sua costola estesa, e il fatto che arrivi pure lei dall'Inghilterra conferma il tutto.
C'è una famiglia protagonista.
La famiglia Lyons, agiata, che si divide perfettamente in categorie:
- c'è il fratello finanziariamente benestante, oberato di lavoro, con una moglie che lo è altrettanto,
- insieme hanno due figlie, una delle quali vorrebbe cambiare non sesso, bensì corpo, trasformandosi in una macchina senziente, rilasciando la sua coscienza in microchip.
- c'è la sorella disabile, che deve far fronte a mille problemi, non ultimo l'amore,
- c'è il fratello gay, impegnato umanitariamente, che proprio da un richiedente asilo si sente attratto, nonostante un matrimonio appena sancito,
- c'è l'attivista, la sorella controcorrente e sempre in prima linea e in giro per il mondo,
- e infine c'è lei, nonna 90enne Muriel che questi figli non suoi li ha cresciuti, e che li ospita di anno in anno nella sua casa da sogno nella campagna inglese.
27 gennaio 2020
Il Lunedì Leggo - Heimat di Nora Krug
Tra Maus e Jojo Rabbit si è scritto in questi giorni su come parlare di Olocausto, di quello che è stata la II Guerra Mondiale, in modo diverso.
In modo da attrarre e non spaventare, interessare e non annoiare.
Andando al di là di fredde informazioni statistiche, di racconti troppo brutali o buonisti.
Perché purtroppo, per non dimenticare, si deve anche saper rendere appetibili, originali, pagine di Storia che fanno paura.
A questo elenco si aggiunge ora il libro di Nora Krug.
Che non è solo un fumetto.
Non è solo un libro di ricerca o storico.
È un mix esclusivo di tutto questo, con vignette che si alternano a fotografie, con oggetti che entrano in scena assieme a documenti, in quello che alla fine è un diario di memorie.
In modo da attrarre e non spaventare, interessare e non annoiare.
Andando al di là di fredde informazioni statistiche, di racconti troppo brutali o buonisti.
Perché purtroppo, per non dimenticare, si deve anche saper rendere appetibili, originali, pagine di Storia che fanno paura.
A questo elenco si aggiunge ora il libro di Nora Krug.
Che non è solo un fumetto.
Non è solo un libro di ricerca o storico.
È un mix esclusivo di tutto questo, con vignette che si alternano a fotografie, con oggetti che entrano in scena assieme a documenti, in quello che alla fine è un diario di memorie.
26 gennaio 2020
La Domenica Scrivo - Di Api, di Miele, di Honeyland
Questa Domenica... vi inganno.
Perché se dovevo scrivere: questa Domenica parlo di un documentario macedone uscito a Sarajevo e sottotitolato in inglese... mi avreste saltata a pie pari.
Invece, vi voglio qui.
Vi voglio qui a leggere la storia di Hatidze e dei suoi alveari, la storia di questa donna che ha solo 55 anni ma che ne dimostra 80, che vive in un villaggio sperduto senza nessuna comodità, con una madre che poco ci vede e non si alza dal letto. Vive circondata e in simbiosi con la natura.
Che sia un cane che allontana i lupi e la segue ovunque, che sia una mandria di gatti che ricercano e donano calore, che sia una tartaruga da aiutare, un vitellino da accarezzare, che siano soprattutto le sue api.
Perché se dovevo scrivere: questa Domenica parlo di un documentario macedone uscito a Sarajevo e sottotitolato in inglese... mi avreste saltata a pie pari.
Invece, vi voglio qui.
Vi voglio qui a leggere la storia di Hatidze e dei suoi alveari, la storia di questa donna che ha solo 55 anni ma che ne dimostra 80, che vive in un villaggio sperduto senza nessuna comodità, con una madre che poco ci vede e non si alza dal letto. Vive circondata e in simbiosi con la natura.
Che sia un cane che allontana i lupi e la segue ovunque, che sia una mandria di gatti che ricercano e donano calore, che sia una tartaruga da aiutare, un vitellino da accarezzare, che siano soprattutto le sue api.
25 gennaio 2020
Zombieland - Double Tap
Andiamo al Cinema
Regola #1 per sopravvivere alla dura legge dei sequel
Aspettare.
Non farsi travolgere dal successo, dalla smania di fan scatenati.
Prendere tempo, trovare la giusta idea, la giusta voglia per proseguire la propria storia.
Magari, ecco, non troppa.
Non quei 10 anni che separano dallo Zombieland originale, anche se li possiamo vedere come una celebrazione del decennale di un film cult del genere zombie.
Non se la tua protagonista nel frattempo è passata a titoli più importanti vincendo pure l'Oscar.
Ma sono quisquilie se lo spirito è quello genuino di una gang che si ritrova.
Regola #1 per sopravvivere alla dura legge dei sequel
Aspettare.
Non farsi travolgere dal successo, dalla smania di fan scatenati.
Prendere tempo, trovare la giusta idea, la giusta voglia per proseguire la propria storia.
Magari, ecco, non troppa.
Non quei 10 anni che separano dallo Zombieland originale, anche se li possiamo vedere come una celebrazione del decennale di un film cult del genere zombie.
Non se la tua protagonista nel frattempo è passata a titoli più importanti vincendo pure l'Oscar.
Ma sono quisquilie se lo spirito è quello genuino di una gang che si ritrova.
24 gennaio 2020
Jojo Rabbit
Andiamo al Cinema
C'è chi da piccolo aveva come amico immaginario un gatto, chi il proprio peluche, e chi come Jojo Hitler.
Già.
Spaventoso ma non così strano se Jojo sta crescendo nella Germania nazista in cui il culto, l'occhio e le direttive del Fuhrer sono ovunque.
Jojo è così un mininazista perfetto: che tiene alla sua uniforme, al suo coraggio, che odia gli ebrei, li vede come il male vero, il diavolo incarnato.
Il tutto dall'altezza dei suoi 10 anni.
C'è chi da piccolo aveva come amico immaginario un gatto, chi il proprio peluche, e chi come Jojo Hitler.
Già.
Spaventoso ma non così strano se Jojo sta crescendo nella Germania nazista in cui il culto, l'occhio e le direttive del Fuhrer sono ovunque.
Jojo è così un mininazista perfetto: che tiene alla sua uniforme, al suo coraggio, che odia gli ebrei, li vede come il male vero, il diavolo incarnato.
Il tutto dall'altezza dei suoi 10 anni.
23 gennaio 2020
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 23 Gennaio
Altra settimana, altro paio di titoli da appuntare.
Uno che corre svelto alla notte degli Oscar, uno tutto italiano che sa già come commuovere.
1917
È diventato il più quotato tra i film mancanti per la serata degli Oscar dopo la vittoria del Golden Globe.
Grazie a un Sam Mendes in forma che gira un lungo piano-sequenza sugli orrori della guerra.
Grazie a un cast strepitoso: George McKay, Andrew Scott, Benedict Cumberbatch, Richard Madden.
E allora, non resta che correre a vederlo.
Trailer
Figli
L'ultimo omaggio a Mattia Torre, che aveva commosso con il suo monologo sull'essere padre e che ora da quel monologo Giuseppe Bonito ha tratto un film.
Immancabile protagonista è Valerio Mastandrea, padre e marito con tutti i problemi e i doveri che questo comporta.
Lo si vedrà.
Trailer
Just Charlie - Diventa chi sei
Altro film che parla di un corpo che non si accetta, di un'identità da definire.
Questa volta siamo nell'Inghilterra in cui il calcio gioca un fattore determinante.
Sarà la copia di Girl e della danza?
Trailer
Tappo - Cucciolo in un mare di guai
Un po' Bolt un po' Un cucciolo a palazzo formato VIP.
Insomma, il solito film di animazione non memorabile salva-genitori.
Trailer
Uno che corre svelto alla notte degli Oscar, uno tutto italiano che sa già come commuovere.
1917
È diventato il più quotato tra i film mancanti per la serata degli Oscar dopo la vittoria del Golden Globe.
Grazie a un Sam Mendes in forma che gira un lungo piano-sequenza sugli orrori della guerra.
Grazie a un cast strepitoso: George McKay, Andrew Scott, Benedict Cumberbatch, Richard Madden.
E allora, non resta che correre a vederlo.
Trailer
Figli
L'ultimo omaggio a Mattia Torre, che aveva commosso con il suo monologo sull'essere padre e che ora da quel monologo Giuseppe Bonito ha tratto un film.
Immancabile protagonista è Valerio Mastandrea, padre e marito con tutti i problemi e i doveri che questo comporta.
Lo si vedrà.
Trailer
Just Charlie - Diventa chi sei
Altro film che parla di un corpo che non si accetta, di un'identità da definire.
Questa volta siamo nell'Inghilterra in cui il calcio gioca un fattore determinante.
Sarà la copia di Girl e della danza?
Trailer
Tappo - Cucciolo in un mare di guai
Un po' Bolt un po' Un cucciolo a palazzo formato VIP.
Insomma, il solito film di animazione non memorabile salva-genitori.
Trailer
22 gennaio 2020
La Dea Fortuna
Andiamo al Cinema
- Un tradimento di coppia
- Una tavolata imbandita con cibi perfetti
- Un'amica speciale, da aiutare
- Una famiglia ingombrante con cui fare i conti
- Case da sogno, arredate con gusto da invidia
- Una colonna sonora retrò
- La presenza di Serra Yılmaz
Sì, c'è tutto.
Lo si può dire senza ombra di dubbio: La Dea Fortuna è un film di Ferzan Ozpetek
Che questa volta si interroga sull'amore a lunga durata, quell'amore che finisce per spegnersi sotto le abitudini, i non-detti, i rimorsi e che viene messo alla prova dall'improvvisata.
Che questa volta ha i panni di una madre malata, che se ne deve stare all'ospedale a tempo indeterminato lasciando così i suoi due figli ad Alessandro e Arturo.
- Un tradimento di coppia
- Una tavolata imbandita con cibi perfetti
- Un'amica speciale, da aiutare
- Una famiglia ingombrante con cui fare i conti
- Case da sogno, arredate con gusto da invidia
- Una colonna sonora retrò
- La presenza di Serra Yılmaz
Sì, c'è tutto.
Lo si può dire senza ombra di dubbio: La Dea Fortuna è un film di Ferzan Ozpetek
Che questa volta si interroga sull'amore a lunga durata, quell'amore che finisce per spegnersi sotto le abitudini, i non-detti, i rimorsi e che viene messo alla prova dall'improvvisata.
Che questa volta ha i panni di una madre malata, che se ne deve stare all'ospedale a tempo indeterminato lasciando così i suoi due figli ad Alessandro e Arturo.
21 gennaio 2020
Sex Education - Stagione 2
Mondo Serial
È la serie teen che condensando il meglio delle serie teen passate, risulta fresca e nuova.
Ci sono i cliché, ci sono le solite situazioni, ma c'è anche una modernità in più.
E c'è soprattutto un sapere di cosa si parla, o meglio, di cosa si vuole parlare.
Di sesso.
E dell'educazione al sesso.
Perché come detto lo scorso anno, in un mondo in cui abbonda la pornografia, la precocità, educare e informare può passare anche attraverso una serie TV.
Si torna a Moordale quindi, e lo si fa con qualche consapevolezza in più.
L'ambientazione è sempre quella: così perfettamente retrò pur essendo i giorni nostri, così americana pur essendo in un'Inghilterra da sogno, dove vorrei prima o poi capire la topografia della città vista la foresta che la circonda e che i protagonisti devono attraversare.
È la serie teen che condensando il meglio delle serie teen passate, risulta fresca e nuova.
Ci sono i cliché, ci sono le solite situazioni, ma c'è anche una modernità in più.
E c'è soprattutto un sapere di cosa si parla, o meglio, di cosa si vuole parlare.
Di sesso.
E dell'educazione al sesso.
Perché come detto lo scorso anno, in un mondo in cui abbonda la pornografia, la precocità, educare e informare può passare anche attraverso una serie TV.
Si torna a Moordale quindi, e lo si fa con qualche consapevolezza in più.
L'ambientazione è sempre quella: così perfettamente retrò pur essendo i giorni nostri, così americana pur essendo in un'Inghilterra da sogno, dove vorrei prima o poi capire la topografia della città vista la foresta che la circonda e che i protagonisti devono attraversare.
20 gennaio 2020
Il Lunedì Leggo - Maus di Art Spiegelman
Parlare di Olocausto non è facile.
Non solo per quello che l'Olocausto è stato ed è.
Ma soprattutto perché negli anni si sono accumulati così tanti libri e film a tema, da risultare tristemente una ripetizioni di loro stessi, e ancor più tristemente poco appetibili per il pubblico che sembra essersi abituato pure a quello che l'Olocausto è stato.
Tra diari di Anna Frank e bambini con il pigiama a righe, ci sono eccezioni però.
Negli ultimi anni, una è stata per me Il figlio di Saul, che porta e fa sentire -con tutti i sensi: odore, tatto, stomaco compresi- l'orrore che è statovivere sopravvivere in un campo di concentramento, un'altra ora è Maus.
Un'ora che va ridimensionato, visto che il fumetto di Art Spiegelman è uscito nel lontano 1986, riuscendo già allora a parlare di nazismo e di memoria in un modo nuovo e diverso.
E non solo per il mezzo che usa -il fumetto- in cui gli esseri umani diventano animali, in cui gli ebrei sono topi, i nazisti dei gatti, i polacchi dei maiali e gli americani dei cani. Con strisce piene di orrore e di bellezza allo stesso tempo.
Ma soprattutto per il modo in cui ne parla.
Non solo per quello che l'Olocausto è stato ed è.
Ma soprattutto perché negli anni si sono accumulati così tanti libri e film a tema, da risultare tristemente una ripetizioni di loro stessi, e ancor più tristemente poco appetibili per il pubblico che sembra essersi abituato pure a quello che l'Olocausto è stato.
Tra diari di Anna Frank e bambini con il pigiama a righe, ci sono eccezioni però.
Negli ultimi anni, una è stata per me Il figlio di Saul, che porta e fa sentire -con tutti i sensi: odore, tatto, stomaco compresi- l'orrore che è stato
Un'ora che va ridimensionato, visto che il fumetto di Art Spiegelman è uscito nel lontano 1986, riuscendo già allora a parlare di nazismo e di memoria in un modo nuovo e diverso.
E non solo per il mezzo che usa -il fumetto- in cui gli esseri umani diventano animali, in cui gli ebrei sono topi, i nazisti dei gatti, i polacchi dei maiali e gli americani dei cani. Con strisce piene di orrore e di bellezza allo stesso tempo.
Ma soprattutto per il modo in cui ne parla.
18 gennaio 2020
Ritratto della giovane in fiamme
Andiamo al Cinema
Per avere un buon ritratto non serve solo avere un buon artista.
Serve anche avere un buon soggetto, ma soprattutto, una buona storia da raccontare.
Per avere un buon ritratto, si devono poi tenere conto di molti fattori.
La motivazione dell'artista
Cosa l'artista vuole dimostrare e rappresentare con il suo ritratto?
Quale amore, quale pretese può avere su quel ritratto?
Qui abbiamo una figlia che deve prendere il posto della sorella. Una donna che si deve sposare per adempiere compiti che non aveva sottoscritto, e che deve mandare il suo ritratto, la sua immagine, al futuro sposo.
Abbiamo un'amicizia, un amore, un'alleanza tutta al femminile, che poco a poco si crea, nel silenzio e nei lenti giorni in vista della partenza.
Mostrandoci un amore che non si può dimenticare e tre sfumature -facciamo anche quattro se contiamo una madre che bada alle apparenze- di donna: che sia indipendente, non compiacente, che sia sottomessa, che sia libera di fare le sue scelte, che sia pronta a pagare per queste scelte.
Per avere un buon ritratto non serve solo avere un buon artista.
Serve anche avere un buon soggetto, ma soprattutto, una buona storia da raccontare.
Per avere un buon ritratto, si devono poi tenere conto di molti fattori.
La motivazione dell'artista
Cosa l'artista vuole dimostrare e rappresentare con il suo ritratto?
Quale amore, quale pretese può avere su quel ritratto?
Qui abbiamo una figlia che deve prendere il posto della sorella. Una donna che si deve sposare per adempiere compiti che non aveva sottoscritto, e che deve mandare il suo ritratto, la sua immagine, al futuro sposo.
Abbiamo un'amicizia, un amore, un'alleanza tutta al femminile, che poco a poco si crea, nel silenzio e nei lenti giorni in vista della partenza.
Mostrandoci un amore che non si può dimenticare e tre sfumature -facciamo anche quattro se contiamo una madre che bada alle apparenze- di donna: che sia indipendente, non compiacente, che sia sottomessa, che sia libera di fare le sue scelte, che sia pronta a pagare per queste scelte.
17 gennaio 2020
The Farewell
Andiamo al Cinema
C'è un detto in Cina: quando qualcuno ha il cancro, muore.
Ma non è il cancro ad ucciderlo, è la paura.
Così, forti di una tradizione, di un modo di agire, la famiglia Wang decide di non dire alla nonna, alla matriarca, che quel cancro ce l'ha.
Una bugia bianca, si dice qui.
Che però deve reggere.
Come salutarla, allora? Come riunire una famiglia che negli anni si è divisa, è immigrata, lasciando la Cina e i suoi problemi?
Organizzando un matrimonio.
Meglio, organizzando piuttosto forzatamente un matrimonio.
C'è un detto in Cina: quando qualcuno ha il cancro, muore.
Ma non è il cancro ad ucciderlo, è la paura.
Così, forti di una tradizione, di un modo di agire, la famiglia Wang decide di non dire alla nonna, alla matriarca, che quel cancro ce l'ha.
Una bugia bianca, si dice qui.
Che però deve reggere.
Come salutarla, allora? Come riunire una famiglia che negli anni si è divisa, è immigrata, lasciando la Cina e i suoi problemi?
Organizzando un matrimonio.
Meglio, organizzando piuttosto forzatamente un matrimonio.
16 gennaio 2020
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 16 Gennaio
Pochi ma buoni.
I distributori italiani sembrano puntare sulla qualità, e pure questa settimana tra nomi importanti e candidature ad attestarlo, ce n'è.
Jojo Rabbit
Un bambino che ha come amico immaginario Hitler.
Basta questo spunto per fare del film di Taika Waititi attesissimo.
E se proprio non bastasse, ci pensa il cast (Scarlett Johansson, Rebel Wilson, Sam Rockwell) a far correre al cinema.
Trailer
Richard Jewell
Prosegue l'analisi dell'uomo comune che si fa eroe ad opera di Clint Eastwood.
Questa volta punta il suo sguardo su una guardia di sicurezza che sventa un attentato... o forse lo ha organizzato. Ne esce una lunga battaglia legale.
C'è serietà, ma ci sono anche Sam Rockwell, Kathy Bates, Jon Hamm e Olivia Wilde.
Trailer
The Lodge
Dopo la morte della moglie, cosa c'è di meglio che chiudersi in uno chalet di montagna con figli e nuova compagna?
Lo spunto horror è servito, ed è anche trito.
La presenza di Riley Keough ci mette una pezza.
Trailer
Me contro Te - Il film
L'inspiegabile successo di due youtuber fra bambini tra i 5 e i 10 anni sbarca al cinema per la gioia dei genitori.
E nessun altro.
Trailer
I distributori italiani sembrano puntare sulla qualità, e pure questa settimana tra nomi importanti e candidature ad attestarlo, ce n'è.
Jojo Rabbit
Un bambino che ha come amico immaginario Hitler.
Basta questo spunto per fare del film di Taika Waititi attesissimo.
E se proprio non bastasse, ci pensa il cast (Scarlett Johansson, Rebel Wilson, Sam Rockwell) a far correre al cinema.
Trailer
Richard Jewell
Prosegue l'analisi dell'uomo comune che si fa eroe ad opera di Clint Eastwood.
Questa volta punta il suo sguardo su una guardia di sicurezza che sventa un attentato... o forse lo ha organizzato. Ne esce una lunga battaglia legale.
C'è serietà, ma ci sono anche Sam Rockwell, Kathy Bates, Jon Hamm e Olivia Wilde.
Trailer
The Lodge
Dopo la morte della moglie, cosa c'è di meglio che chiudersi in uno chalet di montagna con figli e nuova compagna?
Lo spunto horror è servito, ed è anche trito.
La presenza di Riley Keough ci mette una pezza.
Trailer
Me contro Te - Il film
L'inspiegabile successo di due youtuber fra bambini tra i 5 e i 10 anni sbarca al cinema per la gioia dei genitori.
E nessun altro.
Trailer
15 gennaio 2020
Piccole Donne
Andiamo al Cinema
Sono come Beth.
Fragile e timida.
Così mi approccio a Piccole Donne dicendo timidamente che non l'ho mai letto.
Non avevo nemmeno mai visto una sua versione cinematografia (no, nemmeno quella con Winona) o televisiva (no, nemmeno quella dell'anno scorso).
Lo dico piano, ma io non sapevo niente della storia.
L'avevo sempre evitata, maschiaccio qual ero.
Avevo sempre preso in giro la biblioteca materna piena di queste Piccole donne, Piccoli uomini, Piccoli Lord, Fanciulle in fiore..., trovando i patemi di queste ragazzine romantiche ben distanti dai miei giochi, dalle mie letture fissate con Roal Dahl.
Quindi sì, questo è il mio primo Piccole Donne.
Per la prima volta ho conosciuto la famiglia March, ho capito la forza dirompente di Jo, fatto il tifo per lei, la sua indipendenza, i suoi sogni di scrittrice.
Per la prima volta sono stata nel Massachusetts in piena guerra e nella New York città di grandi speranze.
E me ne sono innamorata.
Sono come Beth.
Fragile e timida.
Così mi approccio a Piccole Donne dicendo timidamente che non l'ho mai letto.
Non avevo nemmeno mai visto una sua versione cinematografia (no, nemmeno quella con Winona) o televisiva (no, nemmeno quella dell'anno scorso).
Lo dico piano, ma io non sapevo niente della storia.
L'avevo sempre evitata, maschiaccio qual ero.
Avevo sempre preso in giro la biblioteca materna piena di queste Piccole donne, Piccoli uomini, Piccoli Lord, Fanciulle in fiore..., trovando i patemi di queste ragazzine romantiche ben distanti dai miei giochi, dalle mie letture fissate con Roal Dahl.
Quindi sì, questo è il mio primo Piccole Donne.
Per la prima volta ho conosciuto la famiglia March, ho capito la forza dirompente di Jo, fatto il tifo per lei, la sua indipendenza, i suoi sogni di scrittrice.
Per la prima volta sono stata nel Massachusetts in piena guerra e nella New York città di grandi speranze.
E me ne sono innamorata.
14 gennaio 2020
Classici in Serie: Dracula - Dickinson - Vanity Fair
E svecchiamoli questi classici!
E diamo nuova vita a storie sentite e risentite, raccontiamole ancora cercando di essere diversi, di fare meglio!
Me li vedo i produttori a urlare queste cose nei loro uffici.
Com'è andata?
Ecco qui tre esempi:
La domanda è sempre quella: c'era bisogno di un altro Dracula?
Ovviamente no.
Ma se a riportarlo in vita (ahah) ci pensano due come Mark Gatiss e Steven Moffatt, che con Sherlock e con Doctor Who han saputo fare grandi cose, come non dar loro fiducia?
E infatti il primo episodio è un tripudio di colpi di scena, scrittura sopraffina, parlatine a mitraglietta, un Dracula sinistro e affascinante, un castello pieno di enigmi e soprattutto una suora che non le manda a dire a nessuno.
I problemi arrivano poi.
E diamo nuova vita a storie sentite e risentite, raccontiamole ancora cercando di essere diversi, di fare meglio!
Me li vedo i produttori a urlare queste cose nei loro uffici.
Com'è andata?
Ecco qui tre esempi:
Dracula
La domanda è sempre quella: c'era bisogno di un altro Dracula?
Ovviamente no.
Ma se a riportarlo in vita (ahah) ci pensano due come Mark Gatiss e Steven Moffatt, che con Sherlock e con Doctor Who han saputo fare grandi cose, come non dar loro fiducia?
E infatti il primo episodio è un tripudio di colpi di scena, scrittura sopraffina, parlatine a mitraglietta, un Dracula sinistro e affascinante, un castello pieno di enigmi e soprattutto una suora che non le manda a dire a nessuno.
I problemi arrivano poi.
13 gennaio 2020
Oscar 2020 - Le Nominations
Habemus Nominations!
Gli Oscar hanno svelato le loro carte ma alla fine i favoriti restano quelli: Joker, Storia di un matrimonio, The Irishman e Parasite, con Jojo Rabbit a fare da prezzemolino e Tarantino a poter scombinare le carte in tavola (Brad, mi senti? Ti tifo!).
Altri commenti?
Con qualche sorpresa e qualche esclusione, per praticità metto in elenco puntato.
Le sorprese gradite:
- una doppia Scarlett, protagonista e non protagonista
- un doppio Honeyland, tra i documentari e i film stranieri
- un doppio Parasite! Tra i film stranieri e quelli principali!
- felice per il riconoscimento ad Antonio Banderas in Dolor y Gloria
- curiosità di vedere Kathy Bates all'opera
- il dominio Disney in campo animazione si placa, con la bellissima presenza di Dov'è il mio corpo e Klaus di Netflix
Gli esclusi:
- a Taron Egerton non è bastato vincere ai Golden Globes per avere il suo posto agli Oscar, Rocketman non doppia Bohemian Rhapsody, rimanendo escluso pure nei costumi
- a secco pure le favorite Jennifer Lopez in Hustlers e Awkwafina in The Farewell
- né la regina Beyoncé né la principessa Taylor Swift si prendono la nomination per la canzone
- Lupita 'Nyong'o strepitosa in Noi non ce la fa, l'altra scream queen di Midsommar Florence Pough si può consolare con Piccole Donne
Le domande:
- Judy si poggerà solo sulle esili spalle della Zellweger non avendo altre categorie?
- la coppia Baumbach/Gerwig non si sfiderà nella regia, ma a distanza tra le attrici, un caso?
Ora non resta che recuperare il recuperabile e pazientare fino alla notte del 9 febbraio.
Intanto, eccoli qui tutti i candidati:
Gli Oscar hanno svelato le loro carte ma alla fine i favoriti restano quelli: Joker, Storia di un matrimonio, The Irishman e Parasite, con Jojo Rabbit a fare da prezzemolino e Tarantino a poter scombinare le carte in tavola (Brad, mi senti? Ti tifo!).
Altri commenti?
Con qualche sorpresa e qualche esclusione, per praticità metto in elenco puntato.
Le sorprese gradite:
- una doppia Scarlett, protagonista e non protagonista
- un doppio Honeyland, tra i documentari e i film stranieri
- un doppio Parasite! Tra i film stranieri e quelli principali!
- felice per il riconoscimento ad Antonio Banderas in Dolor y Gloria
- curiosità di vedere Kathy Bates all'opera
- il dominio Disney in campo animazione si placa, con la bellissima presenza di Dov'è il mio corpo e Klaus di Netflix
Gli esclusi:
- a Taron Egerton non è bastato vincere ai Golden Globes per avere il suo posto agli Oscar, Rocketman non doppia Bohemian Rhapsody, rimanendo escluso pure nei costumi
- a secco pure le favorite Jennifer Lopez in Hustlers e Awkwafina in The Farewell
- né la regina Beyoncé né la principessa Taylor Swift si prendono la nomination per la canzone
- Lupita 'Nyong'o strepitosa in Noi non ce la fa, l'altra scream queen di Midsommar Florence Pough si può consolare con Piccole Donne
Le domande:
- Judy si poggerà solo sulle esili spalle della Zellweger non avendo altre categorie?
- la coppia Baumbach/Gerwig non si sfiderà nella regia, ma a distanza tra le attrici, un caso?
Ora non resta che recuperare il recuperabile e pazientare fino alla notte del 9 febbraio.
Intanto, eccoli qui tutti i candidati:
Il Lunedì Leggo - I diari bollenti di Mary Astor di Edward Sorel
A volte la storia di come è nato un libro è più bella del libro stesso.
Era il 1965 e il fumettista Edward Sorel stava ristrutturando il suo appartamento.
I lavori si sono fermati all'improvviso.
Sotto il pavimento che stava togliendo ha ritrovato un colpo di fulmine: riviste e giornali d'epoca, che raccontavano di uno scandalo a luci rosse che stava tenendo Hollywood con il fiato sospeso.
La fulminazione non era solo per un fatto di cronaca rosa di cui poco conosceva, era anche per aver ritrovato l'amore di gioventù, quella Mary Astor elegante e aristocratica che nei pomeriggi al cinematografo gli aveva rubato il cuore e causato i primi turbamenti amorosi.
Se la ritrova lì, sbattuta in prima pagina assieme ai più intimi pensieri che si confidano solo ai propri diari.
Ne nasce un'ossessione.
Che porta Sorel a setacciare mercatini e robivecchi, biblioteche ed esperti dell'era d'oro di Hollywood, a scrivere pure alla figlia della Astor.
Era il 1965 e il fumettista Edward Sorel stava ristrutturando il suo appartamento.
I lavori si sono fermati all'improvviso.
Sotto il pavimento che stava togliendo ha ritrovato un colpo di fulmine: riviste e giornali d'epoca, che raccontavano di uno scandalo a luci rosse che stava tenendo Hollywood con il fiato sospeso.
La fulminazione non era solo per un fatto di cronaca rosa di cui poco conosceva, era anche per aver ritrovato l'amore di gioventù, quella Mary Astor elegante e aristocratica che nei pomeriggi al cinematografo gli aveva rubato il cuore e causato i primi turbamenti amorosi.
Se la ritrova lì, sbattuta in prima pagina assieme ai più intimi pensieri che si confidano solo ai propri diari.
Ne nasce un'ossessione.
Che porta Sorel a setacciare mercatini e robivecchi, biblioteche ed esperti dell'era d'oro di Hollywood, a scrivere pure alla figlia della Astor.
12 gennaio 2020
La Domenica Scrivo - #LaPromessa2020
Con due promesse mantenute su due (quella del 2018 e del 2019), quest'anno ho voluto mescolare un po' le carte in tavola.
Va bene recuperare classici e titoloni, va bene cercare il serio e il faceto, ma per il terzo giro di Promessa, ho voluto cambiare.
Mi sono messa da parte, e ho chiesto a quello che è stato il compagno di visione più appassionato di fare le sue scelte, di sfidarmi e divertirsi con questa sfida: quel migliore amico di cui avete sentito spesso parlare.
Il regolamento -per non sforare, per evitare di andare nel panico come lo scorso anno-, è stato ferreo, ma il migliore amico ha accettato, ha ascoltato consigli, ha fatto chiaramente delle ricerche e mi ha stupito.
Meno film trash (e me li aspettavo, eccome se me li aspettavo!), più serietà musicale.
Lui si è già prenotato per qualche titolo, il resto sta a me che trovo in queste Promesse un senso di condivisione del cinema più sincero e divertente di tanti film che escono in sala.
Va bene recuperare classici e titoloni, va bene cercare il serio e il faceto, ma per il terzo giro di Promessa, ho voluto cambiare.
Mi sono messa da parte, e ho chiesto a quello che è stato il compagno di visione più appassionato di fare le sue scelte, di sfidarmi e divertirsi con questa sfida: quel migliore amico di cui avete sentito spesso parlare.
Il regolamento |
Il regolamento -per non sforare, per evitare di andare nel panico come lo scorso anno-, è stato ferreo, ma il migliore amico ha accettato, ha ascoltato consigli, ha fatto chiaramente delle ricerche e mi ha stupito.
Meno film trash (e me li aspettavo, eccome se me li aspettavo!), più serietà musicale.
Lui si è già prenotato per qualche titolo, il resto sta a me che trovo in queste Promesse un senso di condivisione del cinema più sincero e divertente di tanti film che escono in sala.
Eccola qui, allora, #LaPromessa2020:
11 gennaio 2020
Last Christmas
Andiamo al Cinema
Fermi tutti.
Avete già spento le luci?
Già disfatto l'albero?
Rimesso in naftalina i maglioni con le renne?
No, fermatevi!
Ho ancora un film di Natale di cui parlare!
Un film che potrebbe diventare un nuovo classico di Natale, con i suoi pregi e i suoi difetti.
La sua leggerezza, il suo romanticismo, il suo anti-romanticismo, il suo cercare di essere sopra le righe.
Fermi tutti.
Avete già spento le luci?
Già disfatto l'albero?
Rimesso in naftalina i maglioni con le renne?
No, fermatevi!
Ho ancora un film di Natale di cui parlare!
Un film che potrebbe diventare un nuovo classico di Natale, con i suoi pregi e i suoi difetti.
La sua leggerezza, il suo romanticismo, il suo anti-romanticismo, il suo cercare di essere sopra le righe.
10 gennaio 2020
Il mistero Henri Pick
Andiamo al Cinema
Eccomi di nuovo nei panni dell'investigatrice.
Nessun colpevole questa volta da scovare, ma un'identità da rivelare
Chi è Henri Pick?
Un semplice pizzaiolo, marito silenzioso, padre presente?
Un intenditore di letteratura russa, che coltiva in segreto la passione della scrittura scrivendo il titolo del momento?
O semplicemente una grande truffa, orchestrata da una casa editrice per rendere ancora più appetibile un romanzo già di per sé bellissimo?
Henri Pick non può essere interrogato, lui è morto.
È rimasta una figlia, che per quanto vorrebbe credere alle capacità compositive di un padre che non ha mai visto con un libro in mano, ha qualche dubbio.
A portare avanti le indagini è soprattutto un critico che non ci crede, che sente puzza di bruciato e dopo essersi bruciato da solo la carriera e il matrimonio, vuole sapere la verità.
Fa la spola tra Parigi e la Bretagna, interroga bibliotecarie, club del libro, vecchi cugini e trova una complice inaspettata nella figlia di Henri Pick.
Eccomi di nuovo nei panni dell'investigatrice.
Nessun colpevole questa volta da scovare, ma un'identità da rivelare
Chi è Henri Pick?
Un semplice pizzaiolo, marito silenzioso, padre presente?
Un intenditore di letteratura russa, che coltiva in segreto la passione della scrittura scrivendo il titolo del momento?
O semplicemente una grande truffa, orchestrata da una casa editrice per rendere ancora più appetibile un romanzo già di per sé bellissimo?
Henri Pick non può essere interrogato, lui è morto.
È rimasta una figlia, che per quanto vorrebbe credere alle capacità compositive di un padre che non ha mai visto con un libro in mano, ha qualche dubbio.
A portare avanti le indagini è soprattutto un critico che non ci crede, che sente puzza di bruciato e dopo essersi bruciato da solo la carriera e il matrimonio, vuole sapere la verità.
Fa la spola tra Parigi e la Bretagna, interroga bibliotecarie, club del libro, vecchi cugini e trova una complice inaspettata nella figlia di Henri Pick.
9 gennaio 2020
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 9 Gennaio
Riusciranno le Piccole Donne ad arrestare il fenomeno Zalone?
O ci riuscirà Craxi?
Di certo i buoni titoli (o almeno questi due) non mancano tra le nuove uscite al cinema.
Piccole Donne
C'era bisogno di un nuovo film sul grande classico della Alcott?
Probabilmente no.
Ma la curiosità su questo nuovo adattamento, la regia di Greta Gerwig e il cast perfetto (Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh, Eliza Scanlen, Timothée Chalamet, Laura Dern, Meryl Streep, Louis Garrel) fanno da ovvio richiamo.
Trailer
Hammamet
Un Favino irriconoscibile che diventa Craxi.
Gianni Amelio che ne racconta gli ultimi anni.
Le cose si fanno serie, e anche se di politica italiana ne so gran poco, sarò felice di andare a lezione.
Trailer
La Ragazza d'Autunno
Dramma russo ambientato alla fine della guerra, con due donne piegate dagli orrori vissuti che cercano di aiutarsi a vicenda.
Troppo?
Forse.
Trailer
City of Crime
Classico sparatutto tutto azione, con inseguimenti infiniti alle calcagna di due criminali in realtà ex forze armate, in una Manhattan asserragliata.
Troppo?
Forse.
Trailer
Sulle ali dell'avventura
La storia vera di Christian Moullec, che aiuta le oche orfane a ritrovare la giusta via dell'emigrazione.
Buonismo assicurato per tutta la famiglia.
Trailer
O ci riuscirà Craxi?
Di certo i buoni titoli (o almeno questi due) non mancano tra le nuove uscite al cinema.
Piccole Donne
C'era bisogno di un nuovo film sul grande classico della Alcott?
Probabilmente no.
Ma la curiosità su questo nuovo adattamento, la regia di Greta Gerwig e il cast perfetto (Saoirse Ronan, Emma Watson, Florence Pugh, Eliza Scanlen, Timothée Chalamet, Laura Dern, Meryl Streep, Louis Garrel) fanno da ovvio richiamo.
Trailer
Hammamet
Un Favino irriconoscibile che diventa Craxi.
Gianni Amelio che ne racconta gli ultimi anni.
Le cose si fanno serie, e anche se di politica italiana ne so gran poco, sarò felice di andare a lezione.
Trailer
La Ragazza d'Autunno
Dramma russo ambientato alla fine della guerra, con due donne piegate dagli orrori vissuti che cercano di aiutarsi a vicenda.
Troppo?
Forse.
Trailer
City of Crime
Classico sparatutto tutto azione, con inseguimenti infiniti alle calcagna di due criminali in realtà ex forze armate, in una Manhattan asserragliata.
Troppo?
Forse.
Trailer
Sulle ali dell'avventura
La storia vera di Christian Moullec, che aiuta le oche orfane a ritrovare la giusta via dell'emigrazione.
Buonismo assicurato per tutta la famiglia.
Trailer
8 gennaio 2020
Knives Out - Cena con Delitto
Andiamo al Cinema
Perché vi ho riuniti tutti qui, mi chiedete?
Mi sembra ovvio, non li avete mai letti i gialli di Agatha Christie? Non li avete mai visti nei loro millemila adattamenti? Non avete mai guardato una puntata de La signora in giallo?
No?
E cosa facevate all'ora di pranzo delle vostre estati passate?
Confessate?
No, tranquilli, non è per questo che vi ho riunito qui.
Ma è per capire chi di voi è il colpevole.
Chi di voi non è riuscito a farmi apprezzare a dovere Knives Out?
Perché vi ho riuniti tutti qui, mi chiedete?
Mi sembra ovvio, non li avete mai letti i gialli di Agatha Christie? Non li avete mai visti nei loro millemila adattamenti? Non avete mai guardato una puntata de La signora in giallo?
No?
E cosa facevate all'ora di pranzo delle vostre estati passate?
Confessate?
No, tranquilli, non è per questo che vi ho riunito qui.
Ma è per capire chi di voi è il colpevole.
Chi di voi non è riuscito a farmi apprezzare a dovere Knives Out?
7 gennaio 2020
The Morning Show
Mondo Serial
Siamo qui in esclusiva su In Central Perk per parlare di una nuova serie TV.
(fake news: non è nuova, anzi. AppleTV+ l'ha rilasciata ancora lo scorso 1° novembre).
Una serie acclamata dalla critica.
(fake news: è rimasta miseramente a bocca asciutta ai Golden Globes, e pure qui su In Central Perk -che non sarà il massimo della criticità- si era fermata al ventesimo posto nei suoi awards)
Una serie con un cast strepitoso che vede il ritorno delle sorelle Green Jennifer Aniston e Reese Witherspoon, l'invecchiato splendidamente Steve Carell, Billy Crudup e quel suo non so ché, lo stranamente non fastidioso Mark Duplass, le promettenti Bel Powley e Gugu Mbatha-Raw.
Insomma, un gran bell'assortimento di bravi attori a mostrarci per la prima volta il dietro le quinte di un programma TV, nella fattispecie uno di quei morning show americani da cui han preso i nostri Uno Mattina e Affari Vostri.
(fake news, di film ma anche di serie TV simili ce ne sono stati parecchi. Basti pensare al meraviglioso The Newsroom)
Proprio a The Newsroom si pensa quando il The Morning Show viene travolto dall'onda del #MeToo con il conduttore Mitch Kessler accusato di molestie e condotta promiscua da voci sempre più insistenti.
Partono indagini interne, parte soprattutto un tentativo di non affondare.
Per il programma in sé, che ora viene machiavellicamente governato dal nuovo arrivato Cory Ellison, per la co-conduttrice storica, nonché amica ed ex amante di Mitch, Alex Levy.
Così arriva Bradley Jackson, cronista d'assalto con una sua integrità che non le manda certo a dire, parlando di aborto in diretta, cercando di dare profondità a un contenitore di notizie imbarazzanti.
Proprio come succedeva in The Newsroom.
Qui però c'è più leggerezza, nel mostrare il dorato mondo di New York, tra appartamenti e alberghi da sogno, serate di gala, abiti mozzafiato, scaramucce che invitano alla creazione di meme.
Ma c'è comunque lo spazio per riflettere: su quella cultura del silenzio tanto diffusa, su quello che un uomo può imparare rispetto ai no che non si è sentito dire, rispetto alla sua posizione di potere che non tutto gli permette.
Ecco perché Carell e la Aniston sono molto più credibili, più in parte, di una Reese Witherspoon che esagera in faccette, in occhiatacce.
Mentre gigioneggia che è un piacere il prode Crudup.
Insomma, la serie perfetta è servita?
No, fake news anche questa: onestamente, l'urgenza del racconto, di voler raccontare una pagina di storia ancora in corso si sente.
Si sente la pressione nel voler ergersi ad esempio, di impartire lezioni.
Così i tanti (troppi?) monologhi ad effetto, le tante tirate sul femminismo, sul proprio ruolo nel mondo dell'informazione, alla lunga stancano.
Perché sanno di costruito, sanno di esagerato.
Inaspettatamente, il The Morning Show che voleva essere serio e composto, voleva essere un programma di informazione degno di fiducia, si trasforma quasi in un guilty pleasure, dove contano le storie d'amore, i pettegolezzi, i colpi di scena e le schermaglie in atto.
Bene, ma non benissimo insomma.
A voi la linea.
Siamo qui in esclusiva su In Central Perk per parlare di una nuova serie TV.
(fake news: non è nuova, anzi. AppleTV+ l'ha rilasciata ancora lo scorso 1° novembre).
Una serie acclamata dalla critica.
(fake news: è rimasta miseramente a bocca asciutta ai Golden Globes, e pure qui su In Central Perk -che non sarà il massimo della criticità- si era fermata al ventesimo posto nei suoi awards)
Una serie con un cast strepitoso che vede il ritorno delle sorelle Green Jennifer Aniston e Reese Witherspoon, l'invecchiato splendidamente Steve Carell, Billy Crudup e quel suo non so ché, lo stranamente non fastidioso Mark Duplass, le promettenti Bel Powley e Gugu Mbatha-Raw.
Insomma, un gran bell'assortimento di bravi attori a mostrarci per la prima volta il dietro le quinte di un programma TV, nella fattispecie uno di quei morning show americani da cui han preso i nostri Uno Mattina e Affari Vostri.
(fake news, di film ma anche di serie TV simili ce ne sono stati parecchi. Basti pensare al meraviglioso The Newsroom)
Proprio a The Newsroom si pensa quando il The Morning Show viene travolto dall'onda del #MeToo con il conduttore Mitch Kessler accusato di molestie e condotta promiscua da voci sempre più insistenti.
Partono indagini interne, parte soprattutto un tentativo di non affondare.
Per il programma in sé, che ora viene machiavellicamente governato dal nuovo arrivato Cory Ellison, per la co-conduttrice storica, nonché amica ed ex amante di Mitch, Alex Levy.
Così arriva Bradley Jackson, cronista d'assalto con una sua integrità che non le manda certo a dire, parlando di aborto in diretta, cercando di dare profondità a un contenitore di notizie imbarazzanti.
Proprio come succedeva in The Newsroom.
Ma c'è comunque lo spazio per riflettere: su quella cultura del silenzio tanto diffusa, su quello che un uomo può imparare rispetto ai no che non si è sentito dire, rispetto alla sua posizione di potere che non tutto gli permette.
Ecco perché Carell e la Aniston sono molto più credibili, più in parte, di una Reese Witherspoon che esagera in faccette, in occhiatacce.
Mentre gigioneggia che è un piacere il prode Crudup.
Insomma, la serie perfetta è servita?
No, fake news anche questa: onestamente, l'urgenza del racconto, di voler raccontare una pagina di storia ancora in corso si sente.
Si sente la pressione nel voler ergersi ad esempio, di impartire lezioni.
Così i tanti (troppi?) monologhi ad effetto, le tante tirate sul femminismo, sul proprio ruolo nel mondo dell'informazione, alla lunga stancano.
Perché sanno di costruito, sanno di esagerato.
Inaspettatamente, il The Morning Show che voleva essere serio e composto, voleva essere un programma di informazione degno di fiducia, si trasforma quasi in un guilty pleasure, dove contano le storie d'amore, i pettegolezzi, i colpi di scena e le schermaglie in atto.
Bene, ma non benissimo insomma.
A voi la linea.
Voto: ☕☕½/5
6 gennaio 2020
Golden Globes 2020 - Il Red Carpet
Passato il disappunto, il divertimento, le polemiche sui vinti e i vincitori (che trovate tutti QUI), passiamo al tanto atteso lato leggero della notata: il red carpet!
I PEGGIORI
Jennifer Lopez, mettici un fiocco in più?
Golden Globes 2020 - I Vincitori
Sì, è stata un'edizione piena di sorprese.
Ed è stata una serata senza peli sulla lingua.
Succede se hai un Ricky Gervais che se ne frega di tutto e tutti alla conduzione.
Che accusa la sala gremita di essere troppo ipocriticamente politica, di non aver parlato contro Weinstein, addita Leo per le sue giovanissime fidanzate e conclude la serata con lo splendido: "Get drunk, take your drugs, fuck off".
Quanto ai discorsi di ringraziamento, risate garantite da:
- Stellan Skargaard per le sue sopracciglia,
- Phoebe Waller-Bridge che ringrazia il suo hot priest e Obama
- Bong Joon-ho che invita gli americani all'uso dei sottotitoli
- Brad Pitt che non avrebbe diviso la zattera con Leo, e esorta con il suo sorrisone a compiere un gesto gentile.
Decisamente sentiti e politici quelli di:
- Michelle Williams e le scelte delle donne, ammettendo così di aver abortito
- uno stralunato Joaquin Phoenix che tra una dichiarazione d'amore e l'altra chiede di passare all'azione oltre alle tante belle parole.
Quanto ai premi, il favorito Storia di un matrimonio si è dovuto accontentare di una sola statuetta, The Irishman nemmeno di quella, il Joker di Joaquin ha vinto su Adam Driver, l'irriconoscibile Renée Zellweger su Scarlett.
A sbaragliare la concorrenza, l'outsider 1917 che si fa quindi ancora più atteso.
Nella parte comedy per lo meno, oltre la sorpresa Awkwafina e l'exploit di Rocketman,, c'ha pensato Tarantino a farsi sotto con ben 3 globi portati a casa.
Passando al lato TV, Fleabag continua a farla da padrona, mentre è doveroso recuperare in fretta Succession.
Tra le miniserie, va da sé, l'ha spuntata Chernobyl. Ma non c'era storia.
Questi, comunque, tutti i vincitori della serata:
Ed è stata una serata senza peli sulla lingua.
Succede se hai un Ricky Gervais che se ne frega di tutto e tutti alla conduzione.
Che accusa la sala gremita di essere troppo ipocriticamente politica, di non aver parlato contro Weinstein, addita Leo per le sue giovanissime fidanzate e conclude la serata con lo splendido: "Get drunk, take your drugs, fuck off".
Quanto ai discorsi di ringraziamento, risate garantite da:
- Stellan Skargaard per le sue sopracciglia,
- Phoebe Waller-Bridge che ringrazia il suo hot priest e Obama
- Bong Joon-ho che invita gli americani all'uso dei sottotitoli
- Brad Pitt che non avrebbe diviso la zattera con Leo, e esorta con il suo sorrisone a compiere un gesto gentile.
Decisamente sentiti e politici quelli di:
- Michelle Williams e le scelte delle donne, ammettendo così di aver abortito
- uno stralunato Joaquin Phoenix che tra una dichiarazione d'amore e l'altra chiede di passare all'azione oltre alle tante belle parole.
Quanto ai premi, il favorito Storia di un matrimonio si è dovuto accontentare di una sola statuetta, The Irishman nemmeno di quella, il Joker di Joaquin ha vinto su Adam Driver, l'irriconoscibile Renée Zellweger su Scarlett.
A sbaragliare la concorrenza, l'outsider 1917 che si fa quindi ancora più atteso.
Nella parte comedy per lo meno, oltre la sorpresa Awkwafina e l'exploit di Rocketman,, c'ha pensato Tarantino a farsi sotto con ben 3 globi portati a casa.
Passando al lato TV, Fleabag continua a farla da padrona, mentre è doveroso recuperare in fretta Succession.
Tra le miniserie, va da sé, l'ha spuntata Chernobyl. Ma non c'era storia.
Questi, comunque, tutti i vincitori della serata:
FILM
Miglior film drammatico
The Irishman (Netflix)
Storia di un matrimonio (Netflix)
1917 (Universal)
Joker (Warner Bros.)
I due papi (Netflix)
Miglior film drammatico
The Irishman (Netflix)
Storia di un matrimonio (Netflix)
1917 (Universal)
Joker (Warner Bros.)
I due papi (Netflix)
5 gennaio 2020
Golden Globes 2020 - I Pronostici
Sì, questa edizione dei Golden Globes sembra facile.
Perché i pronostici sono scontati?
No, perché per la prima volta cade in un giorno di vacanza.
In realtà, capire chi potrà spuntarla non è facile perché la qualità è alta con il trio Joker, Storia di un matrimonio, The Irishman a farla sicuramente da padrone nei film.
E quindi:
Joaquin o Adam?
Scarlett o Saoirse?
Tarantino o Scorsese?
Parasite o Dolor y Gloria?
La battaglia sembra più scontata per le serie TV, dove però manca un po' di pepe in scelte piuttosto discutibili (Big Little Lies, Game of Thrones) e sicure ( The Crown, Chernobyl, Fleabag, Maisel), con i grandi esclusi (Euphoria, When they see us) che continuano a chiedere vendetta.
Non resta che divertirsi a scommettere su chi tifare e chi gufare, lasciando a domani i commenti ai vinti, vincitori e soprattutto al red carpet, con la speranza che Ricky Gervais non deluda.
Perché i pronostici sono scontati?
No, perché per la prima volta cade in un giorno di vacanza.
In realtà, capire chi potrà spuntarla non è facile perché la qualità è alta con il trio Joker, Storia di un matrimonio, The Irishman a farla sicuramente da padrone nei film.
E quindi:
Joaquin o Adam?
Scarlett o Saoirse?
Tarantino o Scorsese?
Parasite o Dolor y Gloria?
La battaglia sembra più scontata per le serie TV, dove però manca un po' di pepe in scelte piuttosto discutibili (Big Little Lies, Game of Thrones) e sicure ( The Crown, Chernobyl, Fleabag, Maisel), con i grandi esclusi (Euphoria, When they see us) che continuano a chiedere vendetta.
Non resta che divertirsi a scommettere su chi tifare e chi gufare, lasciando a domani i commenti ai vinti, vincitori e soprattutto al red carpet, con la speranza che Ricky Gervais non deluda.
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