Un weekend ricco di nuove e succulente novità! Non perdiamo altre parole, ecco cosa In Central Perk consiglia:
Marilyn
Michelle Williams si è guadagnata la terza nomination all'Oscar interpretando la bella e fragile Marilyn. Gli attori sono tutti di alto livello (Julia Ormond, Kenneth Bragan, Emma Watson e Judi Dench) che ridanno vita all'avventura della Monroe in Inghilterra per girare un film con Laurence Olivier. Da non perdere!
Guarda il Trailer
La guerra è dichiarata
I registi Valérie Donzelli e Jérémie Elkaim sono partiti dalla loro esperienza personale per raccontare la storia di questi genitori che si ritrovano a pochi mesi dalla nascita del loro primo figlio a dover affrontare il calvario di un tumore al cervello del piccolo. Nonostante la paura e il dolore, affronteranno ogni giorno con il sorriso sulle labbra, pronti alla guerra in nome dell'amore!
Guarda il Trailer
Love & Secrets
Ryan Gosling e Kirsten Dunst danno vita a questo thriller ispirato ad una storia vera. Nel 1982 la giovane Katie scompare nel nulla e tutto farebbe pensare ad una vendetta del marito, figlio di una facoltosa famiglia newyorchese di cui lei sembra aver scoperto i segreti. Mistero e amore per due degli attori più dotati degli ultimi anni.
Guarda il Trailer
Margaret
Girato ancora nel 2005 ma nelle sale statunitensi solo l'anno scorso, arriva anche da noi questo film con un cast di tutto rispetto -Anna Paquin, Matt Damon, Mark Ruffalo. La protagonista è una diciassettenne che si sente la causa di un incidente per cui una donna ha perso la vita, inizierà un duro percorso di punizione e redenzione.
Guarda il Trailer
Lorax - Il guardiano della foresta
Gli autori di Cattivissimo me tornano con un sicuro successo che coinvolgerà grandi e piccoli. Protagonista è Lorax, guardiano della foresta che si vede scontrare con un mondo ormai di plastica che ha dimenticato la bellezza della natura. Solo Ted sente il bisogno di un ritorno al verde...
Guarda il Trailer
31 maggio 2012
30 maggio 2012
Chronicle
Andiamo al Cinema (un po' in ritardo).
Prendi tre giovani americani, ancora studenti, che rappresentano i cliché più classici della filmografia: il leader carismatico pronto a conquistare il titolo di rappresentate d'istituto, il bravo ragazzo che cerca di far colpo con la cultura, l'asociale, o lo sfigato, preso di mira da tutti i compagni con una famiglia disastrata alle spalle. Prendi questi tre e dagli dei superpoteri -la possibilità di spostare gli oggetti con la mente e di volare- e vedi cosa ne fanno. Non cercheranno di salvare il mondo, no, come farebbe un qualunque eroe Marvel, né dovranno affrontare avventure al limite del normale come i disadattati di Misfits ma, semplicemente, inizieranno a goderseli, a sperimentare e a sfruttarli per migliorare la loro posizione. Ma se non si è stabili emotivamente prima, come poterlo essere dopo? Così Andrew, con un padre alcolizzato e la madre morente, si ritrova sì inaspettatamente popolare, ma anche incapace di avere un reale controllo sui suoi poteri e soprattutto sulla sua ira creando conseguenze devastanti.
Con una trama simile, semplice ed efficace ci voleva però un'idea per renderlo ancora più d'impatto. C'ha pensato Max Landis, figlio del grande John, sceneggiatore di Chronicle in cui tutto viene visto dalla telecamera che manovra Andrew stesso, fin dall'inizio, per documentare le sue giornate e con l'arrivo dei poteri gli esperimenti e le buffonate che ne seguono. Ma a differenza di altri film creati con lo stesso metodo del found footage (vedi The Blair witch Project o i vari Paranormal Activity) qui non c'è il genere horror a rendere più adrenalinica la visione, sono l'azione e l'uso degli effetti speciali a renderla più affascinante, facendo delle mancanze dei fuori campo le curiosità che muovono lo spettatore. E con l'avanzare delle capacità di governare i propri poteri Andrew riuscirà a riprendersi da più punti di vista, muovendo la telecamera con il pensiero ed integrando, nel finale, i vari punti di vista con filmati a circuito chiuso o con i telefonini dei passanti.
Semplici ma efficaci scelte quindi, sia a livello di trama che di tecnica, fanno di Chronicle un film fresco e nuovo, che nonostante il disperdersi nel finale, è segno di un cinema indipendente e di giovani volenterosi (il regista Josh Trank e Landis) che alla loro prima opera sanno già lasciare il segno!
Prendi tre giovani americani, ancora studenti, che rappresentano i cliché più classici della filmografia: il leader carismatico pronto a conquistare il titolo di rappresentate d'istituto, il bravo ragazzo che cerca di far colpo con la cultura, l'asociale, o lo sfigato, preso di mira da tutti i compagni con una famiglia disastrata alle spalle. Prendi questi tre e dagli dei superpoteri -la possibilità di spostare gli oggetti con la mente e di volare- e vedi cosa ne fanno. Non cercheranno di salvare il mondo, no, come farebbe un qualunque eroe Marvel, né dovranno affrontare avventure al limite del normale come i disadattati di Misfits ma, semplicemente, inizieranno a goderseli, a sperimentare e a sfruttarli per migliorare la loro posizione. Ma se non si è stabili emotivamente prima, come poterlo essere dopo? Così Andrew, con un padre alcolizzato e la madre morente, si ritrova sì inaspettatamente popolare, ma anche incapace di avere un reale controllo sui suoi poteri e soprattutto sulla sua ira creando conseguenze devastanti.
Con una trama simile, semplice ed efficace ci voleva però un'idea per renderlo ancora più d'impatto. C'ha pensato Max Landis, figlio del grande John, sceneggiatore di Chronicle in cui tutto viene visto dalla telecamera che manovra Andrew stesso, fin dall'inizio, per documentare le sue giornate e con l'arrivo dei poteri gli esperimenti e le buffonate che ne seguono. Ma a differenza di altri film creati con lo stesso metodo del found footage (vedi The Blair witch Project o i vari Paranormal Activity) qui non c'è il genere horror a rendere più adrenalinica la visione, sono l'azione e l'uso degli effetti speciali a renderla più affascinante, facendo delle mancanze dei fuori campo le curiosità che muovono lo spettatore. E con l'avanzare delle capacità di governare i propri poteri Andrew riuscirà a riprendersi da più punti di vista, muovendo la telecamera con il pensiero ed integrando, nel finale, i vari punti di vista con filmati a circuito chiuso o con i telefonini dei passanti.
Semplici ma efficaci scelte quindi, sia a livello di trama che di tecnica, fanno di Chronicle un film fresco e nuovo, che nonostante il disperdersi nel finale, è segno di un cinema indipendente e di giovani volenterosi (il regista Josh Trank e Landis) che alla loro prima opera sanno già lasciare il segno!
28 maggio 2012
On y va sur la Croisette #5 - Speciale Cannes
C'est fini! Il festival ha chiuso ieri i battenti con una premiazione controcorrente, che non ha del tutto rispettato i pronostici lasciando fuori dai giochi i film hollywoodiani e francesi su cui in molti contavano. Se il commovente Amour di Haneke era dato da subito tra i favoriti e ha giustamente vinto la Palma d'oro -non potendo così, purtroppo, gareggiare nella categoria per i migliori attori- gli altri premi, compreso il Grand Prix della giuria al nostro Matteo Garrone (conferma che quando il cinema italiano si prende sul serio sa arrivare in alto) sono stati inaspettati dimostrando che Nanni Moretti sa osare. Ma ecco tutti i vincitori:
Palma d'oro al miglior film
Amour di Michael Haneke
Gran Premio della Giuria
Reality di Matteo Garrone
Premio della giuria
The Angels' share di Ken Loach
Miglior attrice
Cosmina Stratan e Cristina Flutur per Beyond the Hills
Miglior attore
Mads Mikkelsen per Jagten
Miglior regia
Carlos Reygadas per Post Tenebras Lux
Camera d'or
Beasts of the Southern Wild di Benh Zeitlin
Miglior Sceneggiatura
Cristian Mungiu per Beyond the Hills
24 maggio 2012
Silenzio in Sala
E' giovedì, giorno di presentazione delle uscite del fine settimana, ma prima di dedicarci ai nuovi film presto in sala, diamo un occhio a quel che succede a Cannes, dove il Festival si avvicina alla sua conclusione...
Ieri è stata la giornata di Bertolucci, il suo Io e te è stato accolto con 12 minuti di standing ovation, oltre a lui in questi giorni hanno fatto un'ottima impressione anche Holy Motors di Leos Carax, l'adattamento del classico On the road con un cast stellare e il sempre bravo Ken Loach, che si mormora tra i favoriti con The Angels' Share. Non convincono invece Brad Pitt e il suo assassino capace di pietà in Killing them softly e la sexy Kidman di The paperboy... Il verdetto è vicino, chi conquisterà la palma d'oro il 27 maggio? Sono aperte le scommesse!
Ma passiamo ora ai film in programmazione da domani:
Cosmopolis
Direttamente da Cannes arriva il nuovo film di David Cronenberg tratto dal complesso romanzo di Don DeLillo e che vede come protagonista un inaspettato Robert Pattinson affiancato da Juliette Binoche e Paul Giamatti. Basterebbero solo questi nomi a far correre al cinema ma aggiungiamo che con una trama che sottende una critica all'oggi, l'azione si muove dentro la limousine del ricco Robert, immersa nel traffico e nelle proteste in cui incontri e discussioni, amori e follie si scontrano.
Guarda il Trailer
La fuga di Martha
Martha, Marlene e Marcy May. Sono tutte la stessa persona, la stessa giovane e fragile ragazza che si trova invischiata in una setta in mezzo alla campagna da cui riuscirà a fuggire e a trovare rifugio nella villa della sorella. Ma i ricordi e il dolore riaffiora inesorabile. Premiato al Sundance, l'opera prima di Sean Durkin vede protagonista una bravissima Elizabeth Olsen.
Guarda il Trailer
Ieri è stata la giornata di Bertolucci, il suo Io e te è stato accolto con 12 minuti di standing ovation, oltre a lui in questi giorni hanno fatto un'ottima impressione anche Holy Motors di Leos Carax, l'adattamento del classico On the road con un cast stellare e il sempre bravo Ken Loach, che si mormora tra i favoriti con The Angels' Share. Non convincono invece Brad Pitt e il suo assassino capace di pietà in Killing them softly e la sexy Kidman di The paperboy... Il verdetto è vicino, chi conquisterà la palma d'oro il 27 maggio? Sono aperte le scommesse!
Ma passiamo ora ai film in programmazione da domani:
Cosmopolis
Direttamente da Cannes arriva il nuovo film di David Cronenberg tratto dal complesso romanzo di Don DeLillo e che vede come protagonista un inaspettato Robert Pattinson affiancato da Juliette Binoche e Paul Giamatti. Basterebbero solo questi nomi a far correre al cinema ma aggiungiamo che con una trama che sottende una critica all'oggi, l'azione si muove dentro la limousine del ricco Robert, immersa nel traffico e nelle proteste in cui incontri e discussioni, amori e follie si scontrano.
Guarda il Trailer
La fuga di Martha
Martha, Marlene e Marcy May. Sono tutte la stessa persona, la stessa giovane e fragile ragazza che si trova invischiata in una setta in mezzo alla campagna da cui riuscirà a fuggire e a trovare rifugio nella villa della sorella. Ma i ricordi e il dolore riaffiora inesorabile. Premiato al Sundance, l'opera prima di Sean Durkin vede protagonista una bravissima Elizabeth Olsen.
Guarda il Trailer
22 maggio 2012
Pollo alle Prugne
Andiamo al Cinema (un po' in ritardo).
Una favola romantica al sapore d'oriente, dove l'amore espresso al massimo delle sue sofferenze è protagonista. La regista Marjane Satrapi con Vincent Parronaud torna ad incantare il pubblico con un film tratto da una sua grafic novel passando dal bianco e nero dell'animazione di Persepolis al carne ed ossa, colorato e sognante di Pollo al prugne.
Protagonista è Nasser Ali famoso e riconosciuto violinista che decide di stendersi a letto e aspettare la morte, che secondo i suoi calcoli arriverà a trovarlo in otto giorni. Il motivo? Futile, sembrerebbe, la rottura dell'amato violino e l'impossibilità di trovare un degno sostituto. In questi otto giorni Nasser ripensa alla sua vita e indaga, per quanto possibile, il futuro dei suoi cari: vediamo quindi i suoi bimbi ormai adulti ma anche il passato di una moglie devota e mai amata. E così facendo scopriamo poco a poco che quel semplice violino era in realtà un simbolo, un memento, ora fatalmente distrutto che segna così il destino di Nasser.
A dargli corpo è un bravissimo Mathieu Almaric che diverte nella sua interpretazione stralunata e sofferta, così come gli altri attori tra cui spicca Chiara Mastroianni anche se il personaggio che ruba la scena (nonostante i pochi minuti di comparsa) è l'angelo della morte Azrael, capace di terrorizzare e divertire al tempo stesso.
Al di là della trama, comunque del tutto particolare, Pollo alle prugne ha il suo tocco distintivo nella messa in scena con il cambiamento di registro, come tante preziose fiabe, a caratterizzare ognuna delle digressioni alla storia principale. Così si trovano insieme cartoni animati, parodia dei filmini americani, poetici colori a rappresentare avventure, ricordi e sogni in cui c'è spazio anche per il potere erotico della nostra Sofia Loren. Tutto questo per raccontare uno struggente amore, incorniciato nei luoghi da favola della Persia degli anni '50. Da non perdere.
21 maggio 2012
On y va sur la Croisette #4 - Speciale Cannes
La 65ª edizione del Festival di Cannes è iniziata e proseguirà fino al 27 maggio. In Central Perk ci tiene a tenervi informati!
Un fine settimana all'insegna dei grandi autori. Dopo Garrone che ha convinto pubblico e critica con Reality, dopo il mezzo fiasco del Dracula 3D di Argento, è arrivato il turno di Haneke che con il suo intenso Amour si presenta non solo tra i favoriti alla vittoria (ha già vinto nel 2009 con Il nastro bianco) ma mette anche i suoi protagonisti -Trintignant in primis- tra i probabili premiati.
Ma occupiamoci intanto dell'ultima categoria presa in analisi in questa carrellata: è quella della Quinzaine de Réalisateurs, arrivata quest'anno alla sua 44ª edizione. Segnaliamo (per importanza di temi e di registi) i seguenti:
Un fine settimana all'insegna dei grandi autori. Dopo Garrone che ha convinto pubblico e critica con Reality, dopo il mezzo fiasco del Dracula 3D di Argento, è arrivato il turno di Haneke che con il suo intenso Amour si presenta non solo tra i favoriti alla vittoria (ha già vinto nel 2009 con Il nastro bianco) ma mette anche i suoi protagonisti -Trintignant in primis- tra i probabili premiati.
Ma occupiamoci intanto dell'ultima categoria presa in analisi in questa carrellata: è quella della Quinzaine de Réalisateurs, arrivata quest'anno alla sua 44ª edizione. Segnaliamo (per importanza di temi e di registi) i seguenti:
The We and the I
L'ultima opera del regista sperimentale Michel Gondry è il film di apertura. L'azione si svolge quasi tutta all'interno di un autobus in cui man mano che il viaggio verso casa prosegue, i rapporti e le personalità in gioco (studenti all'ultimo giorno di scuola) si scontrano ed emergono, mostrando le dinamiche del gruppo.
No
Ispirato a fatti realmente accaduti, il film di Pablo Larraìn parte alla vigilia del referendum del 1988 in Cile che avrebbe portato alla fine della dittatura di Pinochet. Protagonista Gael Garcia Bernal nei panni del pubblicitario che trovò la formula giusta per combattere la propaganda governativa.
La noche de enfrente
Ultimo film dello scomparso Raùl Ruìz, considerato la sua quintessenza. Al centro della trama c'è infatti un anziano prossimo alla morte che vaga per la notte accompagnato dalle visioni della sua infanzia.
18 maggio 2012
On y va sur la Croisette #3 - Speciale Cannes
La 65ª edizione del Festival di Cannes è iniziata e proseguirà
fino al 27 maggio. In Central Perk ci tiene a tenervi informati!
Marion Cotillard incanta la critica con la sua interpretazione in De rouille et d'os, candidandosi come probabile vincitrice nella categoria miglior attrice; oggi però è il giorno dell'Italia con Matteo Garrone e il suo Reality, unico connazionale in concorso. Qui invece, è arrivato il momento di presentare i film Fuori competizione che a Cannes vengono proiettati in anteprima, nomi di eccezione anche per quest'anno, ecco i più attesi:
Marion Cotillard incanta la critica con la sua interpretazione in De rouille et d'os, candidandosi come probabile vincitrice nella categoria miglior attrice; oggi però è il giorno dell'Italia con Matteo Garrone e il suo Reality, unico connazionale in concorso. Qui invece, è arrivato il momento di presentare i film Fuori competizione che a Cannes vengono proiettati in anteprima, nomi di eccezione anche per quest'anno, ecco i più attesi:
Io e Te
Ritorno alla macchina da presa di Bertolucci a 10 anni da The Dreamers. Il regista sceglie di trasporre sul grande schermo l'omonimo romanzo di Niccolò Ammaniti, che racconta il fragile e delicato rapporto tra fratello e sorella.
Hemingway e Gellhorn
Film TV prodotto dall'HBO in cui Nicole Kidman e Clive Owen danno corpo e voce alla corrispondente di guerra Martha Gellhorn e allo scrittore Ernest Hemingway. Marito e moglie per 5 anni, il film di Philip Kaufman fa luce sugli avvenimenti intimi e pubblici di quegli anni segnati dalla Guerra civile di Spagna.
Madagascar 3
Torna anche lo scatenato gruppo di animali formati da Alex, Melman, Gloria e Marty, la cui avventura si sposta questa volta in Europa. Partiti dall'Africa alla ricerca del pinguino Skipper in luna di miele, il gruppo viene reclutato da un circo itinerante che farà tappa a Roma, ma la polizia è sulle loro tracce...
Thérèse D
Tratto dal romanzo Thérèse Desqueyroux di François Mauriac, Audrey Tautou è la protagonista, moglie giovane ed insofferente alla noia della vita di famiglia e della provincia, che cercherà in tutti i modi di ribellarsi.
17 maggio 2012
Silenzio in Sala
Mentre a Cannes ci si divide sull'ultima opera di Wes Anderson, Moonrise Kingdom, nel nostro fine settimana sono previste parecchie nuove uscite. Ecco le consigliate:
Guarda il Trailer
Guarda il Trailer
Guarda il Trailer
Damsel in Distress
Whit Stillman torna al suo cinema indipendente e colorato confezionando una commedia che prende di mira tutti i cliché da teen-movie. Le quattro ragazze protagoniste non sono oche né nerd, ma predicano l'intelligenza e la cultura in un college dal sapore finalmente reale.
Guarda il Trailer
Guarda il Trailer
Il pescatore di sogni
Il giurato del festival, Ewan McGregor, è il protagonista del nuovo film di Lasse Hallström. L'attore scozzese interpreta uno scienziato impiegato al Ministero dell'agricoltura e della pesca che si vede chiamare da uno sceicco yemenita, disposto a tutto pur di introdurre la pesca nel suo paese. Il governo non si lascerà scappare l'occasione per migliorare i rapporti con lo Yemen, ma anche per lo scienziato ci saranno delle sorprese, con l'amore che sta dietro l'angolo nelle vesti di Emily Blunt.Guarda il Trailer
Another Earth
Rhoda è una brillante studentessa di astrofisica. Una sera, distraendosi a causa di una visione nel cielo, provoca un incidente stradale in cui perdono la vita la moglie e il figlio di John. Uscita di prigione non solo cercherà di stringere dei rapporti con John ma il mondo intero si troverà spiazzato dall'avvicinamento di un pianeta che è speculare alla Terra. Come per Melancholia, una fantascienza dei sentimenti.Guarda il Trailer
Margin Call
Analisi finanziaria di una banca dei giorni nostri: le sue ore contate, le scelte forzate e le battaglie con l'etica e la morale per salvarsi. Cast di primo piano (Kevin Spacey, Paul Bettany, Jeremy Irons tra gli altri) per un film che si muove sul filone di Wall Street ma con più approfondimento.Guarda il Trailer
Whit Stillman torna al suo cinema indipendente e colorato confezionando una commedia che prende di mira tutti i cliché da teen-movie. Le quattro ragazze protagoniste non sono oche né nerd, ma predicano l'intelligenza e la cultura in un college dal sapore finalmente reale.
Guarda il Trailer
Molto forte, incredibilmente vicino
Tratto dall'omonimo romanzo di Jonathan Safran Føer, il film prende le basi dalla tragedia dell'11 settembre per seguire l'avventura di un bambino che perso il padre nell'attentato, cercherà disperatamente di far luce su un giallo: cosa apre la chiave che gli ha lasciato? Tom Hanks, Sandra Bullock, Viola Davis e Max von Sydow gli attori. In uscita mercoledì.Guarda il Trailer
16 maggio 2012
On y va sur la Croisette #2 - Speciale Cannes
Inizia oggi la 65ª edizione del Festival di Cannes che proseguirà
fino al 27 maggio. In Central Perk ci tiene a tenervi informati!
E' il giorno dell'apertura ufficiale che vede già l'incursione di Sacha Baron Cohen nei panni di un dittatore arabo con tanto di dromedario al seguito sul tappeto rosso. Nel frattempo Nanni Moretti, presidente di giuria, svela a Liberation il suo vademecum per la kermesse "Non applaudire, nè prima nè dopo le proiezioni, guardare tutti i film, non andare ai party e fare spesso delle riunioni".
Dopo i film in competizione per la Palma d'oro, oggi parliamo della sezione Un certain regard, la cui giuria sarà presieduta dall'attore Tim Roth. Ecco i più importanti in gara:
E' il giorno dell'apertura ufficiale che vede già l'incursione di Sacha Baron Cohen nei panni di un dittatore arabo con tanto di dromedario al seguito sul tappeto rosso. Nel frattempo Nanni Moretti, presidente di giuria, svela a Liberation il suo vademecum per la kermesse "Non applaudire, nè prima nè dopo le proiezioni, guardare tutti i film, non andare ai party e fare spesso delle riunioni".
Dopo i film in competizione per la Palma d'oro, oggi parliamo della sezione Un certain regard, la cui giuria sarà presieduta dall'attore Tim Roth. Ecco i più importanti in gara:
7 Dìas en La Habana
Girato in una settimana nella capitale cubana, il film procede ad episodi diretti ognuno da un regista diverso (spiccano i nomi di Benicio del Toro e Gaspar Noé) per raccontare l'isola e il suo spirito. Emir Kustorica tra i protagonisti.
Elefante Blanco
Film argentino del regista Pablo Trapero in cui due preti lottano con tutte le loro forze per abbattere la corruzione in una bidonville di Buenos Aires.
Antiviral
Esordio nel lungometraggio per il figlio di David Cronenberg, Brandon. Il film prende spunto da alcuni temi cari al padre: l'ossessione e la malattia. In un futuro imprecisato, alcuni fan si fanno iniettare da una clinica le stesse malattie dei loro beniamini vip .
Confession d'un enfant du siècle
Liberamente ispirato al romanzo autobiografico omonimo di Musset, Charlotte Gainsbourg e Pete Doherty (al suo esordio come attore) danno vita all'amore tra George Sand e Alfred de Musset divampato nel 1830.
Renoir
Il film di Gilles Bourdos chiuderà le proiezioni.15 maggio 2012
On y va sur la Croisette - Speciale Cannes
Inizia domani la 65ª edizione del Festival di Cannes che proseguirà fino al 27 maggio. In Central Perk ci tiene a tenervi informati!
La giuria, presieduta dal nostro Nanni Moretti, vede tra i giurati nomi di spicco come Jean Paul Gaultier, Alexander Payne (regista di Sideways) e gli attori Diane Krüger e Ewan McGregor. Madrina della manfestazione sarà invece Bérénice Bejo, un anno d'oro il suo grazie alla consacrazione di The Artist, che proprio qui vinse lo scorso anno il premio per il miglior attore (Jean Dujardin).
Passando al toto Palma d'oro, sono 23 i film in competizione. Questi i più importanti da tenere d'occhio:
La giuria, presieduta dal nostro Nanni Moretti, vede tra i giurati nomi di spicco come Jean Paul Gaultier, Alexander Payne (regista di Sideways) e gli attori Diane Krüger e Ewan McGregor. Madrina della manfestazione sarà invece Bérénice Bejo, un anno d'oro il suo grazie alla consacrazione di The Artist, che proprio qui vinse lo scorso anno il premio per il miglior attore (Jean Dujardin).
Passando al toto Palma d'oro, sono 23 i film in competizione. Questi i più importanti da tenere d'occhio:
Moonrise Kingdom
Film di apertura del festival diretto dal grande Wes Anderson. Ambientato nell'estate del 1965 nel New England, la trama racconta della fuga di due dodicenni innamorati che porta lo scompiglio nella loro cittadina. Un cast esemplare che va dagli immancabili Jason Schwartzman e Bill Murray a Bruce Willis e Frances McDormand, Tilda Swinton e Edward Norton.
Amour
A tre anni da Il nastro bianco, torna al festival il regista Michael Haneke con un'opera sulla forza dell'amore. Protagonisti una coppia di ottantenni il cui rapporto viene messo alla prova dalla malattia degenerativa della donna. Jean-Luis Trintignant e Isabelle Huppert tra gli attori.
De rouille et d'os
Marion Cotillard interpreta in questa pellicola belga-francese una ragazza che a causa di un grave incidente finisce in sedia a rotelle. Tratto dalla raccolta di racconti Ruggine e ossa di Craig Davidson.
Reality
Matteo Garrone è l'unico italiano in concorso. Il suo film segue le vicende di un giovane napoletano con il sogno di entrare nella casa del grande fratello. La critica sociale sarà forte.
Lawless
Sceneggiato niente meno che da Nick Cave, il film narra le vicende di tre fratelli diversissimi tra loro che si ritrovano negli anni del proibizionismo nei traffici illeciti di alcolici in Virginia.
Vous n'avez encore rien vu
Il novantenne Alain Resnais non demorde e firma questo film basato sull'Euridice di Jean Anouilh con un gruppo di attori che si ritrova a leggere le volontà del loro deceduto commediografo.
On the road
Rischioso adattamento del capolavoro omonimo di Jack Keruac. Prodotto da Francis Ford Coppola vede tra i protagonisti Sam Riley, Kristen Stewart, Kirsten Dunst e Steve Buscemi.
The Paperboy
Film di Lee Daniels che grida allo scandalo per le scene di sesso in cui Nicole Kidman è coinvolta. L'attrice interpreta una donna che nel 1965 grida all'innocenza di un condannato a morte (John Cusack), due giornalisti (Zach Efron e Matthew McConaughey) verrano incaricati di indagare.
Holy Motors
Regia di Leos Carax con Eva Mendes, Kylie Minogue e Michel Piccoli protagonisti. Il film è l'immersione nelle 24 ore di un uomo, in un futuro imprecisato, capace di passare in diverse vite.
Cosmopolis
Il prolifico Cronenberg si cimenta nell'adattamento dell'omonimo romanzo di Don DeLillo in cui un uomo d'affari, durante il viaggio che da casa lo porta al barbiere di fiducia, incontrerà e riceverà numerose e strane visite nella sua limousine. Robert Pattinson protagonista, Juliette Binoche e Paul Giamatti a fargli da spalla.
14 maggio 2012
Dark Shadows
Andiamo al Cinema.
Tim Burton si è ripreso, o almeno così sembra. Dopo il deludente (anche se non a livello di botteghino) Alice in Wonderland, la sua nuova opera Dark Shadows torna a brillare delle luci gotiche di un tempo. Certo, la distanza con la prima filmografia del regista c'è ancora e si sente, ma si può tirare un sospiro di sollievo perchè il film è decisamente una ventata di aria nuova che fa ben sperare per il prossimo progetto, il lungometraggio su Frankenweenie, il primo e meraviglioso corto di Burton.
Dark Shadows, serie cult negli anni '70 da noi per lo più sconosciuta, è materiale che si trasforma in oro nelle mani del regista visionario. Il protagonista, Barnabas, è un sedicente vampiro -trasformato in tale dalla sensuale strega Angelique a cui aveva spezzato il cuore preferendo la giovane Josette- che si risveglia in pieni anni '70 dopo due secoli di sepoltura. L'incontro con la nuova epoca sarà lo spunto di numerose e riuscite gag e porterà all'incontro con i suoi eredi, la famiglia Collins, un tempo fiorenti commercianti nel settore ittico della città che porta il loro nome che si trova al momento in rovina, con il vecchio e glorioso palazzo in decadenza e con i suoi membri sempre più alla deriva. La madre, una sempre bella Michelle Pfeiffer, cerca di tenere le redini del giogo, il fratello è un avido senza sentimenti il cui figlio, provato dalla morte della madre sostiene di vederla e di parlarci ancora. A completare il quadretto, la ribelle Carolyn, autentica figlia degli anni '70 e la dottoressa Hoffman (l'immancabile Helena Bonham-Carter) psichiatra più dedita al bere che a curare. La quiete famigliare verrà smossa dall'arrivo della nuova intrigante istitutrice Victoria (incarnazione del perduto amore Josette con un segreto ben nascosto) prima, e da Barnabas stesso poi che cercherà di risollevare le sorti dell'azienda per sconfiggere la rivale Angel Bay capitanata niente meno che dalla strega immortale Angelique.
Burton gioca e si perde in questa trama dai mille possibili risvolti, preferendo un tono parodistico (come si intuisce dalla recitazione fin troppo manierata in alcuni punti) e sarcastico che manca a volte di vere innovazioni comiche. Ma la bellezza di Dark Shadows sta tutta nella scenografia, in quei costumi, in quella fotografia in cui i toni cupi e grigi vengono illuminati da scariche di rosso e di biondo improvviso. Il gotico in ogni suo derivato ritorna in grande stile, costruendo un palazzo che è un dedalo di nascondigli e di trovate kitsch da ingolosire gli occhi. La colonna sonora, come sempre affidata a Danny Elfman, si impreziosisce di canzoni d'epoca tra le quali spicca senza dubbi l'interpretazione live di Alice Cooper, in un cameo nel film (da mezionare anche quello di Cristopher Lee, storico Dracula del cinema che non poteva mancare). Il cast è ovviamente centralizzato dal feticcio Johnny Depp, vampiro bello e buffo come pochi, ma a fargli da spalla ci sono la sensualissima Eva Green e Cloë Moretz che ne ha fatto di strada da Kick-Ass!
Insomma, Dark Shadows non è niente male -anche se nel finale i richiami alla Twilight si fanno sentire- e segna una bella tacca nella carriera dei successi di maestro Tim.
10 maggio 2012
Silenzio in Sala
Grandi ritorni e celebrazioni nelle uscite di questa settimana al cinema, vediamo cosa non perdere!
Guarda il Trailer
Guarda il Trailer
Guarda una Presentazione
Dark Shadows
Dopo il deludente Alice in wonderland, Tim Burton torna al mondo del gotico. Johnny Depp si cimenta nei panni del vampiro Barnabas, sciupafemmine nel lontano 1750, che si ritrova risvegliato in pieni anni '70 con la casa "occupata" da una bizzarra famiglia capitanata da Michelle Pfeiffer. Inizierà così la caccia e la lotta alla sexy strega che lo tramutò in succhiasangue. Remake dell'omonima serie tv cult, le prime immagini promettono già scintille!Guarda il Trailer
Sister
La Francia si presenta nelle sale con un film drammatico che ha per protagonisti un fratello e una sorella, soli in un paesino ai piedi di una zona sciistica di lusso. Vivendo di espedienti e di furti ai ricchi vacanzieri dovranno però affrontare una dura realtà e la mancanza di veri sentimenti. Già considerato un piccolo gioiello dopo la partecipazione al Festival di Berlino.Guarda il Trailer
A ciascun il suo cinema
Pensato dall'organizzatore Jil Jacob per festeggiare l'anniversario dei 60 anni del festival di Cannes, A ciascuno il suo cinema è un progetto che vede coinvolti 35 registi, ad ognuno dei quali è stato chiesto di girare un film di 3 minuti con al centro la sala cinematografica. Un omaggio al cinema quindi, che comprende nomi come Lars Von Trier, i fratelli Dardenne, Jane Campion, Cronenberg, i fratelli Coen e tanti tanti altri... Visibile su mymovieslive! da lunedì.Guarda una Presentazione
9 maggio 2012
Un Gelido Inverno
E' già Ieri. -2011-
Definire Un gelido inverno un film lento sarebbe sbagliato.
Questo per l’accezione negativa che si tende a dare all’aggettivo lento e il
suo caratterizzare ritmo, trama o interpretazione. Il film non è invece lento
in nessuno di questi elementi, anzi. Il ritmo è continuo e fluido, non
sincopato certo, ma nemmeno strascicato. La trama è decisamente ricca di
svolte, anche se spesso poco chiare, e di cambi di registro. La recitazione è
infine così ben tenuta e emozionale che coinvolge e mantiene viva l’attenzione
e ha portato alla ventenne Jennifer Lawrence la nomination come miglior attrice
agli Oscar 2011.
Il fatto è che il film di Debra Granik si immerge completamente
nell’ambiente che vuole rappresentare. Quel Missouri così freddo, silenzioso,
isolato e dimenticato, popolato da famiglie e individui allo sbando, vite
precarie. E così è la loro storia a dare ritmo, e se questi lasciano che il
tempo scorra inesorabile così sembra fare anche il film.
Un gelido inverno racconta l’epopea di Ree, una diciasettenne
che si confronta e affronta quotidianamente problemi molto più grandi della sua
età: la madre è malata, il padre spacciatore è in prigione, resta lei a badare
e a nutrire i fratellini più piccoli. Tutto cambia quando il padre esce su
cauzione ipotecando casa e proprietà per poi sparire nel nulla. Se non viene
trovato Ree e la sua famiglia perderanno tutto. Inizia così la disperata
ricerca porta a porta, fatta di domande scomode a parenti e amici molto più
scomodi. Nessuno vuole parlare, nessuno vuole ancora domande.
Questa ricerca non tanto della verità, quanto di aiuto si
rivela essere fitta di misteri che solo in parte vengono risolti nel finale.
L’importante per Ree non è infatti la verità, l’importante è sopravvivere,
continuare anche se precariamente ad andare avanti con la famiglia unita.
7 maggio 2012
Pirati! Briganti da Strapazzo
Andiamo al Cinema.
La premiata ditta Aardman colpisce ancora. Dopo i successi mondiali di Galline in fuga e le pazze avventure di Wallace e Gromit, oltre che del più recente Giù per il tubo, racconta questa volta le buffe gesta di Capitan Pirata e della sua ciurma, in navigazione sui sette mari per conquistare il titolo di Pirata dell'anno. Ma le aspettative di tutti dovranno confrontarsi con la dura realtà in cui Bellamy il moro e Sciabola Liz sono riusciti in imprese incredibili e in conquiste di ricchezze spropositate. Che fare allora per mantenere un po' del vecchio prestigio e far rimangiare a quei gradassi le loro offese? Capitan Pirata e la sua ciurma parte alla volta di nuovi bottini, ma la fortuna non sembra essere dalla sua parte fino a chè non va a sbattere nel famoso Beagle a bordo del quale altri non c'è che un solitario Charles Darwin. E qui avviene la svolta, con la scoperta che dietro le fattezze non certo filiformi del pappagallo-mascotte Polly vi è un rarissimo Dodo, esempio perfetto da portare all'annuale esposizione scientifica di Londra. Il problema? Affrontare la perfida regina Vittoria, da sempre nemica giurata dei pirati, e diffidare di Darwin stesso, pronto ad un voltafaccia per far colpo sull'amata regina. Sarà questa dunque, la più grande avventura di Capitan Pirata, mantenere assieme la sua ciurma e riconquistare valore ai suoi occhi.
Pronti? Via!
Perchè per quanto spesso assurdo e declinato ad un pubblico infatile, Pirati! si dimostra un film che sa di non prendersi sul serio, con gag pensate anche per gli adulti e scelte narrative geniali (come i lunghi viaggi stilizzati nelle cartine d'epoca). La Aardman continua quindi ad incantare con la forza della sua plastilina, azzeccando un successo dietro l'altro e portando la tradizione comica inglese in tutto il mondo.
6 maggio 2012
Spartacus: Blood & Sand
Quando i film si fanno ad episodi.
Dimenticate lo Spartacus polveroso di Kubrick, dimenticate l'antica Roma fatta di orazioni e declami politici. Dimenticatelo perché Sparatcus non appartiene a quel filone seriale che vuole trasporre un'epoca storiograficamente perfetta, anzi. Lo scopo è quello di colpire, di appassionare il pubblico con epiche lotte, intrighi e tradimenti rappresentando una Roma in cui il sesso, l'erotismo e la violenza erano all'ordine del giorno. Ecco perché l'esempio più calzante per far capire cosa aspettarsi da Spartacus è 300, il film che ha cambiato con il suo stile, il modo di adattare le graphic novel al cinema. Come nel film di Zach Snyder, anche nei 13 episodi che compongono la prima stagione la fotografia è draganizzata arrivando a quella tinta ocra in cui il rosso del sangue emerge con tutta la sua potenza e i momenti di rallenti sono molti. E sempre come nel film a farla da padrone, più della storia, sono i momenti delle battaglie, degli scontri corpo a corpo fino all'ultimo sangue e i momenti di sesso, eccessivi e lascivi, che condiscono praticamente ogni puntata.
La storia di Spartacus parte dal momento della sua cattura ad opera del legato romano Glabro, e da lì si sposta nell'arena dove il nostro eroe dimostra tutto il suo coraggio riuscendo a sconfiggere in una volta sola 4 nemici. Ovvio quindi che il lanista Batiato lo compri per addestrarlo nella sua scuola per gladiatori, scuola in cui si muoveranno le gesta del trace per la prima stagione, segnata dalla disperata ricerca della moglie Sura -catturata anch'essa da Glabro- e del successo per concludersi poi nella vendetta. Saranno infatti gli infiniti intrighi, i voltafaccia e i patti disonorati a mettere ancora più pepe alla serie tv, con le donne (la stratega Lucrethia e la perfida Ilithyia) a farla da padrone. Ma anche l'amore ha la sua parte, sia esso impossibile (tra due schiavi) o illecito e non ricambiato (tra schiavo e padrona).
Spartacus ha cambiato nel suo piccolo lo scenario dei telefilm, offrendo al suo pubblico una vicenda nota rivisitata in chiave d'azione senza censura. Prodotta dagli stessi produttori di Hercules e Xena (ritroviamo infatti Lucy Lawless tra i protagonisti) che cambiano totalmente la fascia di pubblico a cui rivolgersi, mirando più in alto e non certo all'intrattenimento per famiglia.
La seconda stagione arriverà a breve anche negli schermi italiani ma con la triste novità riguardante l'attore protagonista. Dopo la scoperta di un tumore che aveva visto la produzione sospendere i lavori in attesa della guarigione di Andy Whitfield, con la sua morte avvenuta l'11 settembre dello scorso anno, si è stati costretti a trovare un nuovo Spartacus, che avrà il volto di Liam McIntyre.
Dimenticate lo Spartacus polveroso di Kubrick, dimenticate l'antica Roma fatta di orazioni e declami politici. Dimenticatelo perché Sparatcus non appartiene a quel filone seriale che vuole trasporre un'epoca storiograficamente perfetta, anzi. Lo scopo è quello di colpire, di appassionare il pubblico con epiche lotte, intrighi e tradimenti rappresentando una Roma in cui il sesso, l'erotismo e la violenza erano all'ordine del giorno. Ecco perché l'esempio più calzante per far capire cosa aspettarsi da Spartacus è 300, il film che ha cambiato con il suo stile, il modo di adattare le graphic novel al cinema. Come nel film di Zach Snyder, anche nei 13 episodi che compongono la prima stagione la fotografia è draganizzata arrivando a quella tinta ocra in cui il rosso del sangue emerge con tutta la sua potenza e i momenti di rallenti sono molti. E sempre come nel film a farla da padrone, più della storia, sono i momenti delle battaglie, degli scontri corpo a corpo fino all'ultimo sangue e i momenti di sesso, eccessivi e lascivi, che condiscono praticamente ogni puntata.
La storia di Spartacus parte dal momento della sua cattura ad opera del legato romano Glabro, e da lì si sposta nell'arena dove il nostro eroe dimostra tutto il suo coraggio riuscendo a sconfiggere in una volta sola 4 nemici. Ovvio quindi che il lanista Batiato lo compri per addestrarlo nella sua scuola per gladiatori, scuola in cui si muoveranno le gesta del trace per la prima stagione, segnata dalla disperata ricerca della moglie Sura -catturata anch'essa da Glabro- e del successo per concludersi poi nella vendetta. Saranno infatti gli infiniti intrighi, i voltafaccia e i patti disonorati a mettere ancora più pepe alla serie tv, con le donne (la stratega Lucrethia e la perfida Ilithyia) a farla da padrone. Ma anche l'amore ha la sua parte, sia esso impossibile (tra due schiavi) o illecito e non ricambiato (tra schiavo e padrona).
Spartacus ha cambiato nel suo piccolo lo scenario dei telefilm, offrendo al suo pubblico una vicenda nota rivisitata in chiave d'azione senza censura. Prodotta dagli stessi produttori di Hercules e Xena (ritroviamo infatti Lucy Lawless tra i protagonisti) che cambiano totalmente la fascia di pubblico a cui rivolgersi, mirando più in alto e non certo all'intrattenimento per famiglia.
La seconda stagione arriverà a breve anche negli schermi italiani ma con la triste novità riguardante l'attore protagonista. Dopo la scoperta di un tumore che aveva visto la produzione sospendere i lavori in attesa della guarigione di Andy Whitfield, con la sua morte avvenuta l'11 settembre dello scorso anno, si è stati costretti a trovare un nuovo Spartacus, che avrà il volto di Liam McIntyre.
5 maggio 2012
Fandango
Once Upon a Time. -1985-
Fan-dan-go:
danza ispanica con musica che varia dal lento al veloce in 3/4,
musica per essa,
atto folle.
In questa semplice definizione che apre il film, già si capisce a cosa si va incontro. Fandango è nel suo piccolo un film generazionale, che racconta di quell'età di divisione, in cui i ragazzi devono diventare uomini e gli uomini devono smetterla di fare i ragazzini. Protagonisti sono i Groovers, una scanzonata compagnia di amici che vive di feste e alcool l'università ma che deve affrontare ora due fatti cruciali: il matrimonio di uno (con la donna amata dall'amico) e la chiamata alle armi, con l'ombra nera del Vietnam che gli si fa sempre più vicina. La decisione più saggia che riescono a trovare è quella di scappare, dapprima muovendosi disperatamente senza meta per il deserto, poi alla fantomatica ricerca di Dom, un qualcosa/qualcuno (lo si scoprirà solo verso il finale) sepolto vicino al confine con il Messico. Il viaggio, come sempre, sarà metafora di un cammino verso la crescita e la maturità, con ragazzate che finiscono per perdere il loro significato e con il moralista del gruppo chiamato a dar prova del suo coraggio con un lancio col paracadute istruito da un folle hippy. Sarà proprio grazie a quest'eroico gesto che il gruppo capirà che l'ora è giunta, la realtà va affrontata, e celebrerà così un matrimonio improvvisato grazie all'aiuto di un'intera cittadina, ponendo fine ai tanti dubbi e alla domande che li circondavano.
I motivi per apprezzare questo film sono molti, dapprima c'è sicuramente quella sana follia che accompagna i membri dei Groovers che in ogni loro scorribanda anticipano di molto tutti quei film americani alla Una notte da leoni, c'è poi il ritrovare un giovane Kevin Costner, affascinante e sarcastico come non mai, infine c'è una colonna sonora da urlo che racchiude classici del rock e del jazz quanto mai azzeccati.
Fandango è quindi un film segnato dal tempo, certo, ma ancora godibilissimo e che riesce con semplicità a strappare più di una risata ma anche a commuovere.
Fan-dan-go:
danza ispanica con musica che varia dal lento al veloce in 3/4,
musica per essa,
atto folle.
In questa semplice definizione che apre il film, già si capisce a cosa si va incontro. Fandango è nel suo piccolo un film generazionale, che racconta di quell'età di divisione, in cui i ragazzi devono diventare uomini e gli uomini devono smetterla di fare i ragazzini. Protagonisti sono i Groovers, una scanzonata compagnia di amici che vive di feste e alcool l'università ma che deve affrontare ora due fatti cruciali: il matrimonio di uno (con la donna amata dall'amico) e la chiamata alle armi, con l'ombra nera del Vietnam che gli si fa sempre più vicina. La decisione più saggia che riescono a trovare è quella di scappare, dapprima muovendosi disperatamente senza meta per il deserto, poi alla fantomatica ricerca di Dom, un qualcosa/qualcuno (lo si scoprirà solo verso il finale) sepolto vicino al confine con il Messico. Il viaggio, come sempre, sarà metafora di un cammino verso la crescita e la maturità, con ragazzate che finiscono per perdere il loro significato e con il moralista del gruppo chiamato a dar prova del suo coraggio con un lancio col paracadute istruito da un folle hippy. Sarà proprio grazie a quest'eroico gesto che il gruppo capirà che l'ora è giunta, la realtà va affrontata, e celebrerà così un matrimonio improvvisato grazie all'aiuto di un'intera cittadina, ponendo fine ai tanti dubbi e alla domande che li circondavano.
I motivi per apprezzare questo film sono molti, dapprima c'è sicuramente quella sana follia che accompagna i membri dei Groovers che in ogni loro scorribanda anticipano di molto tutti quei film americani alla Una notte da leoni, c'è poi il ritrovare un giovane Kevin Costner, affascinante e sarcastico come non mai, infine c'è una colonna sonora da urlo che racchiude classici del rock e del jazz quanto mai azzeccati.
Fandango è quindi un film segnato dal tempo, certo, ma ancora godibilissimo e che riesce con semplicità a strappare più di una risata ma anche a commuovere.
4 maggio 2012
Hunger
Andiamo al Cinema.
Uscito nel 2008, Hunger aveva fatto incetta di premi, tra cui il Caméra d’Or a Cannes. Ora la Bim lo riscopre, complice il successo veneziano e non di Shame e lo porta anche negli schermi italiani.
Se le atmosfere grigie, la fredda analisi dei corpi colpivano già nel film che ha consacrato Michael Fassbender, in Hunger ritroviamo quel corpo immolato per la patria e per Ideali grandi, un corpo però ferito prima, sacralizzato poi. Fassbender interpreta qui Bobby Sands, uno dei leader del movimento indipendentista d'Irlanda assorto a simbolo della ribellione con la sua morte, e lo fa buttandosi letteralmente anima e corpo nel personaggio, arrivando a dimagrire drasticamente per interpretare i suoi ultimi giorni.
Il film racconta quella pagina ancora recente delle lotte e degli scontri, in cui uno stretto pugno di ferro veniva giocato tra governo inglese (qui rappresentato dai duri discorsi di Margareth Tatcher) e indipendentisti,con gli scioperi all'interno del carcere dello sporco, delle coperte e infine quello tragico (che portò a nove morti) della fame.
McQueen mette in scena tutto ciò con un distacco che porta lo spettatore ad aggrapparsi alla propria coscienza, muovendo quel sentimento di pietà che la Tatcher tanto denigra. Lo sguardo del regista osserva nitidamente, ponendosi come unico punto di vista, amalgamandosi allo sfocato e ai dettagli di un'occhio reso umano. La macchina da presa si muove raramente, arrivando a starsene ferma per 17 minuti ad ascoltare il dibattito filosofico-religioso tra Bobby e il prete, ma ad impreziosire e rendere tutto più sopportabile, per quanto possibile, è la fotografia, di una bellezza struggente e che si rende arte. La trama è ridotta all’osso così come i dialoghi, ritrovandosi a seguire le violenze fisiche e psicologiche del carcere, gli espedienti dei detenuti per comunicare con l’esterno, la logorante vita di una guardia, il deperimento e le sofferenze di un corpo ormai svuotato di senso. Tutto questo colpisce, colpisce allo stomaco dapprima per la violenza inaudita e la sensazione reale di sporcizia e disumanità all'interno della prigione, poi per la sofferenza, il coraggio e il dolore di una madre alla vista di un figlio, del suo corpo, che si sta lasciando morire o che stanno pian piano uccidendo.
Più di un film di denuncia, Hunger è un'opera d'arte che comunica attraverso i sensi e le emozioni che lascia, che fa riflettere ed indignare, e che poi ti resta dentro.
Uscito nel 2008, Hunger aveva fatto incetta di premi, tra cui il Caméra d’Or a Cannes. Ora la Bim lo riscopre, complice il successo veneziano e non di Shame e lo porta anche negli schermi italiani.
Se le atmosfere grigie, la fredda analisi dei corpi colpivano già nel film che ha consacrato Michael Fassbender, in Hunger ritroviamo quel corpo immolato per la patria e per Ideali grandi, un corpo però ferito prima, sacralizzato poi. Fassbender interpreta qui Bobby Sands, uno dei leader del movimento indipendentista d'Irlanda assorto a simbolo della ribellione con la sua morte, e lo fa buttandosi letteralmente anima e corpo nel personaggio, arrivando a dimagrire drasticamente per interpretare i suoi ultimi giorni.
Il film racconta quella pagina ancora recente delle lotte e degli scontri, in cui uno stretto pugno di ferro veniva giocato tra governo inglese (qui rappresentato dai duri discorsi di Margareth Tatcher) e indipendentisti,con gli scioperi all'interno del carcere dello sporco, delle coperte e infine quello tragico (che portò a nove morti) della fame.
McQueen mette in scena tutto ciò con un distacco che porta lo spettatore ad aggrapparsi alla propria coscienza, muovendo quel sentimento di pietà che la Tatcher tanto denigra. Lo sguardo del regista osserva nitidamente, ponendosi come unico punto di vista, amalgamandosi allo sfocato e ai dettagli di un'occhio reso umano. La macchina da presa si muove raramente, arrivando a starsene ferma per 17 minuti ad ascoltare il dibattito filosofico-religioso tra Bobby e il prete, ma ad impreziosire e rendere tutto più sopportabile, per quanto possibile, è la fotografia, di una bellezza struggente e che si rende arte. La trama è ridotta all’osso così come i dialoghi, ritrovandosi a seguire le violenze fisiche e psicologiche del carcere, gli espedienti dei detenuti per comunicare con l’esterno, la logorante vita di una guardia, il deperimento e le sofferenze di un corpo ormai svuotato di senso. Tutto questo colpisce, colpisce allo stomaco dapprima per la violenza inaudita e la sensazione reale di sporcizia e disumanità all'interno della prigione, poi per la sofferenza, il coraggio e il dolore di una madre alla vista di un figlio, del suo corpo, che si sta lasciando morire o che stanno pian piano uccidendo.
Più di un film di denuncia, Hunger è un'opera d'arte che comunica attraverso i sensi e le emozioni che lascia, che fa riflettere ed indignare, e che poi ti resta dentro.
3 maggio 2012
Silenzio in Sala
Dopo l'abbuffata di film delle scorse settimane, in questo weekend si respira! Solo due le uscite consigliate da In Central Perk.
Guarda il Trailer
Guarda il Trailer
Gli Infedeli
La Francia continua a trovare terreno fertile per il suo cinema qui da noi. Questo film rimane sul filone della commedia ma si fa questa volta ad episodi con tema comune l'infedeltà maschile. Numerosi i registi coinvolti, altrettanti gli attori star d'oltralpe. Bastino due nomi: l'accoppiata vincente (a Cannes e agli Oscar) Jean Dujardin e Michael Hazanavicius.Guarda il Trailer
Chronicle
Tre giovani a causa di una fortuita esposizione acquistano dei super poteri, ma come Stan Lee insegna: "da grandi poteri derivano grandi responsabilità". Un film più simile ai giovani sbandati di Misfits che a quelli muscolosi della Marvel, Chronicle si avvale nella sceneggiatura del figlio di John Landis, Max, e nella messa in scena dell'espediente mockumentary, con telecamere a circuito chiuso e videofonini a riprendere le imprese e le lotte dei protagonisti.Guarda il Trailer
2 maggio 2012
Hunger Games
Andiamo al Cinema.
Hunger Games aveva tutte le carte in regola per diventare il fenomeno mondiale del momento. Tratto da romanzi di successo che avevano incantato milioni di lettori, una trama di sicura presa emotiva con i continui pericoli e le amicizie precarie che si creano in un mondo altrettanto precario, reso film con cast di rilievo ma con nomi non di grido, reso soprattutto evento dall'efficace campagna promozionale americana.
Da qui il passo a diventare fenomeno adolescenziale sarebbe breve, soprattutto perché il percorso trilogia da romanzo-film d'incasso ha già avuto dei precedenti di lusso come la saga di Twilight.
Ma la marcia in più di Hunger Games si nasconde in quella sottotrama che spesso e volentieri emerge, quella critica ad una società voyeuristica e incapace di reagire, che come antichi romani si gusta gladiatori/tributi in scontri all'ultimo sangue decretando con il loro volere e il loro favore la morte dell'uno o dell'altro, una società drammaticamente simile alla nostra. E' questa la marcia che lo fa diventare un film adatto a tutti e a non relegarlo a quel pubblico giovane ormai fin troppo facilmente accontentabile.
Siamo in un futuro non meglio precisato e per punire quei distretti che in anni passati si sono ribellati, si disputa annualmente un reality che vede protagonisti 24 giovani (2 rappresentati per ogni distretto, un maschio e una femmina) pronti a scontrarsi fino alla morte per diventare l'unico e solo vincitore possibile.
Katniss, figlia volitiva ed esperta cacciatrice, per salvare la sorella estratta a rappresentare il distretto 12 nell'Hunger games, si offre volontaria e si ritrova non solo a combattere ed uccidere suoi coetanei trasformati dal gioco in bestie dall'istinto omicida, ma anche a sopravvivere cercando l'approvazione di persone ipocrite per avere gli sponsor dalla sua parte e aumentare così le possibilità di sopravvivenza, a metterci lo zampino c'è però l'amore, nato dalla necessità e dalla solitudine, per il compagno di distretto Peeta. Come lei anche noi veniamo così catapultati da un momento all'altro dai boschi di caccia in boschi altrettanto pericolosi ma tecnologici e tecnologizzati -in cui ogni cosa (dalla luce del giorno ai mostri malvagi) è controllata scrupolosamente per creare uno spettacolo degno del suo nome- tra preparativi per la battaglia che vanno dall'allenamento fisico a quello personale, perché anche un'intervista e un vestito possono fare la differenza tra la vita e la morte.
Con una trama simile la messa in scena potrebbe essere superflua ma è invece ben curata proponendo un mondo futuro molto burtoniano e con scelte di fotografia e di montaggio che aumentano la suspense e i momenti di azione rendendoli ancora più avvincenti. Così come il cast, con una Jennifer Lawrence già candidata giovanissima ad un Oscar per la sua interpretazione in Un gelido inverno che si conferma una protagonista catalizzante, e comprimari di altrettanto valore -da Donald Sutherland a Stanley Tucci e Lenny Krevitz.
Il clou del film è sicuramente il momento del gioco, in cui le lotte, i voltafaccia e le crudeltà sono così gratuite da impressionare e che portano ad un finale sofferto e veloce (forse troppo) che apre ad un ormai sicuro sequel.
Tutto quindi conferma quel successo che Hunger Games sta vivendo, aspettando al varco i suoi seguiti, con delle aspettative ora ancora più alte.
Iscriviti a:
Post (Atom)