Archiviati i premi Oscar, spazio a Lars von Trier, se riesce a trovarne nella discussa distribuzione italiana.
Con lui un altro solo titolo a meritare attenzione, il resto sono contorni di leggerezza, brividi e tensione.
La Casa di Jack
Lars von Trier, un efferato serial killer negli anni '70, la censura italiana che fa discutere sulla sua uscita in doppia versione, quella che viene definita la rinascita di Matt Dillon, protagonista affiancato da nomi come Bruno Ganz e Uma Thurman.
Gli elementi di un tipico film di Lars ci sono già tutti, non resta che vederlo e goderne.
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Domani è un altro giorno
Remake all'italiana dello spagnolo Truman, che non era riuscito a convincermi.
Marco Giallini e Valerio Mastandrea sembrano però avere una marcia in più nel raccontare questa amicizia che deve fare i conti con la morte.
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Croce e Delizia
Tipica commedia italiana in cui si cerca di sdoganare l'omosessualità. Questa volta scoperta e vissuta in età avanzata da Alessandro Gassmann e Fabrizio Bentivoglio.
Il risultato lo immagino però discutibile.
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The Vanishing - Il mistero del faro
Tre guardiani, un faro da custodire, paranoie e allucinazioni che prendono piede.
Insomma, da un film con Gerard Butler non ci si può certo aspettare chissà che.
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Ancora auguri per la tua morte
Sequel non troppo richiesto di un teen horror che aveva avuto il suo successo per il racconto alla Ricomincio da capo.
Per fan.
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C'era una volta il principe azzurro
Principi e principesse, veri amori e incantesimi da spezzare come da tradizione.
Per famiglie, ovviamente.
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28 febbraio 2019
27 febbraio 2019
Alps
È già Ieri -2011-
Con la stagione dei premi ufficialmente conclusa e con Yorgos Lanthimos ormai impostosi definitamente ad Hollywood, uno sguardo al prima lo volevo dare.
Scoperto in ritardo, con quel disturbante Kynodontas di cui tutti già parlavano, l'ho ritrovato poi direttamente fuori dalla sua Grecia, anche se non dalle sue tragedie.
Prima del mio approdo a Venezia, a Venezia era approdato lui, con questo Alps uscito poi nelle sale italiane con un ritardo di appena 5 anni e a ridosso delle feste natalizie. Quando si dice saper programmare minuziosamente l'uscita di un film, quando si dice affossare direttamente un titolo.
Con la stagione dei premi ufficialmente conclusa e con Yorgos Lanthimos ormai impostosi definitamente ad Hollywood, uno sguardo al prima lo volevo dare.
Scoperto in ritardo, con quel disturbante Kynodontas di cui tutti già parlavano, l'ho ritrovato poi direttamente fuori dalla sua Grecia, anche se non dalle sue tragedie.
Prima del mio approdo a Venezia, a Venezia era approdato lui, con questo Alps uscito poi nelle sale italiane con un ritardo di appena 5 anni e a ridosso delle feste natalizie. Quando si dice saper programmare minuziosamente l'uscita di un film, quando si dice affossare direttamente un titolo.
26 febbraio 2019
True Detective 3
Mondo Serial
Ero tra i pochi che non avevano apprezzato del tutto la prima stagione: troppo cervello, poco cuore nonostante la rivoluzione di bellezza e solidità che ha portato nel piccolo schermo.
Ero tra i molti che hanno storto il naso di fronte alla seconda stagione, tanto da abbandonarla inesorabilmente al secondo episodio.
Ora, dopo quattro anni di assestamento, Nic Pizzolatto torna, si siede pure dietro la macchina da presa dando vita ad un nuovo True Detective capace di unire cervello e cuore, raccontando una storia che forse molto in comune ha con quella di Rust e Marty, ma sa essere pure più intensa.
E lo dico proprio perché questa intensità e un ventilato cross-over mi han portato a rivedere quella stagione uno, a innamorarmi ancora dei dialoghi filosofici di Cohle, della sua malinconia, perdendomi a Carcosa, ri-godendomi piani sequenza indimenticabili.
Ero tra i pochi che non avevano apprezzato del tutto la prima stagione: troppo cervello, poco cuore nonostante la rivoluzione di bellezza e solidità che ha portato nel piccolo schermo.
Ero tra i molti che hanno storto il naso di fronte alla seconda stagione, tanto da abbandonarla inesorabilmente al secondo episodio.
Ora, dopo quattro anni di assestamento, Nic Pizzolatto torna, si siede pure dietro la macchina da presa dando vita ad un nuovo True Detective capace di unire cervello e cuore, raccontando una storia che forse molto in comune ha con quella di Rust e Marty, ma sa essere pure più intensa.
E lo dico proprio perché questa intensità e un ventilato cross-over mi han portato a rivedere quella stagione uno, a innamorarmi ancora dei dialoghi filosofici di Cohle, della sua malinconia, perdendomi a Carcosa, ri-godendomi piani sequenza indimenticabili.
25 febbraio 2019
Oscar 2019 - Il Red Carpet
Archiviamo con qualche sorpresa, qualche contentino, le vittorie di questi Oscar e lanciamoci senza remore nella leggerezza del Red Carpet che ha saputo dare gioie e dolori.
Pronti a scatenare il vostro Enzo Miccio interiore?
I PEGGIORI
Rachel Weisz, solo una domanda: perché?
Oscar 2019 - I Vincitori
E alla fine, in un'edizione degli Oscar assai spenta, delle sorprese ci sono state.
La prima, quella che ormai nessuno si aspettava, è che ROMA si deve "accontentare" di essere il miglior film straniero e avere il miglior regista e la miglior fotografia, perché a batterlo è quel Green Book piacione, sì, ma anche molto, molto emozionante senza mai scadere nel buonismo, a cui va anche il meritato premio al miglior attore non protagonista Mahershala Ali.
C'era poco da scommetterci ma va benissimo così. Anzi, visto il messaggio, l'attenzione per il pubblico e la sceneggiatura calibrata (premiata a sua volta) non c'è da protestare.
A restare a bocca quasi asciutta -e ne sono felice- è A star is born, con un'emozionata Lady Gaga a vincere l'Oscar per Shallow.
I premi tecnici se li dividono invece Black Panther -che fortunatamente in quelle categorie resta- e Bohemian Rhapsody con Rami Malek che entra nella storia, figlio di egiziani, in un discorso di ringraziamento pieno di importanza per le sue origini e per la storia che condivide con il piccolo Freddie Mercury, con tanto di dichiarazione d'amore verso la collega e compagna Lucy Boynton.
I momenti più emozionanti?
Ovviamente il duetto romantico e strappalacrime fra Bradley Cooper e Lady Gaga, che fanno scintille piano e voce sul palco. A rubargli la scena però c'è lo scatenato Spike Lee che vola in braccio a Samuel L. Jackson prima, e urla felice a Barbara Streisand nella presentazione del suo BlacKkKlansman. E infine, ovviamente, lei: la scatenatissima Olivia Colman, che soffia a Glenn Close (The Wife) quello che sembrava un altro Oscar scontato dando a La Favorita quello che meritava. Sul palco incredula, fa ridere e commuovere tutti, compreso Yorgos Lanthimos e il marito.
Per non scontentare nessuno, un premio è andato anche a Se la strada potesse parlare ma più che meritato vista l'interpretazione di Regina King (scortata sul palco galantemente da Chris Evans), uno al trucco di Vice e pure a First Man per gli effetti speciali. Da segnalare anche che nell'animazione la Disney più pura dopo anni di dominio cede il passo alla Marvel per uno Spider-Man spettacolare.
In una serata senza presentatori c'hanno pensato i comici a turno sul palco a cercare di ravvivare la situazione, che è parsa comunque stanca e piatta come non mai. Onore allora al trio Maya Rudolph-Tina Fey- Amy Poehler e a Melissa McCarthy ricoperta di conigli (a vuoto il suo bellissimo Copia Originale) per averci tentato.
Ma ora largo ai vincitori:
La prima, quella che ormai nessuno si aspettava, è che ROMA si deve "accontentare" di essere il miglior film straniero e avere il miglior regista e la miglior fotografia, perché a batterlo è quel Green Book piacione, sì, ma anche molto, molto emozionante senza mai scadere nel buonismo, a cui va anche il meritato premio al miglior attore non protagonista Mahershala Ali.
C'era poco da scommetterci ma va benissimo così. Anzi, visto il messaggio, l'attenzione per il pubblico e la sceneggiatura calibrata (premiata a sua volta) non c'è da protestare.
A restare a bocca quasi asciutta -e ne sono felice- è A star is born, con un'emozionata Lady Gaga a vincere l'Oscar per Shallow.
I premi tecnici se li dividono invece Black Panther -che fortunatamente in quelle categorie resta- e Bohemian Rhapsody con Rami Malek che entra nella storia, figlio di egiziani, in un discorso di ringraziamento pieno di importanza per le sue origini e per la storia che condivide con il piccolo Freddie Mercury, con tanto di dichiarazione d'amore verso la collega e compagna Lucy Boynton.
I momenti più emozionanti?
Ovviamente il duetto romantico e strappalacrime fra Bradley Cooper e Lady Gaga, che fanno scintille piano e voce sul palco. A rubargli la scena però c'è lo scatenato Spike Lee che vola in braccio a Samuel L. Jackson prima, e urla felice a Barbara Streisand nella presentazione del suo BlacKkKlansman. E infine, ovviamente, lei: la scatenatissima Olivia Colman, che soffia a Glenn Close (The Wife) quello che sembrava un altro Oscar scontato dando a La Favorita quello che meritava. Sul palco incredula, fa ridere e commuovere tutti, compreso Yorgos Lanthimos e il marito.
Per non scontentare nessuno, un premio è andato anche a Se la strada potesse parlare ma più che meritato vista l'interpretazione di Regina King (scortata sul palco galantemente da Chris Evans), uno al trucco di Vice e pure a First Man per gli effetti speciali. Da segnalare anche che nell'animazione la Disney più pura dopo anni di dominio cede il passo alla Marvel per uno Spider-Man spettacolare.
In una serata senza presentatori c'hanno pensato i comici a turno sul palco a cercare di ravvivare la situazione, che è parsa comunque stanca e piatta come non mai. Onore allora al trio Maya Rudolph-Tina Fey- Amy Poehler e a Melissa McCarthy ricoperta di conigli (a vuoto il suo bellissimo Copia Originale) per averci tentato.
Ma ora largo ai vincitori:
24 febbraio 2019
Oscar 2019 - I Pronostici
La nottata più lunga e discussa della stagione cinematografica sta per arrivare, e mettersi a fare dei pronostici è d'obbligo.
Mai come quest'anno è però difficile, perché fra i candidati non ce n'è uno che convinca appieno, che meriti il tifo più sfegatato. Nemmeno quel ROMA che probabilmente sbancherà la serata? Nemmeno quello, perché tocca ammettere che a mesi dalla visione -settembre- non "rivive dentro" come un La La Land o come un Tre Manifesti, per dire, che a distanza di anni fanno ancora sussultare.
E allora come si fa?
Tocca scegliere il meno peggio, portando avanti una dura battaglia contro il sopravvalutato A star is born e contro quella bruttezza di Black Panther.
Così, va bene anche un film che rischia il buonismo come Green Book, o la dura lotta di Spike Lee (BlacKkKlansman). All'emozione che sa dare Rami Malek con il suo Bohemian Rhapsody posso concedere la statuetta per l'attore, con dispiacere per il Bale di Vice e il Van Gogh di Defoe.
E con le attrici? Con le attrici la mettiamo che si tifa contro Glenn Close (The Wife) -premio contentino per una carriera in cui ha saputo fare di meglio- preferendo quella sorpresa che è stata Melissa McCarthy in Copia Originale (che si meriterebbe anche l'Oscar per l'attore non protagonista e per la sceneggiatura non originale, davvero una delle più belle), meglio anche della Colman in La Favourita. E anche se Amy Adams (Vice) una gioia la meriterebbe, pure lei in passato ha avuto ruoli più forti.
Unico film mancante fra i principali è il libanese Cafarnao, a cui comunque si preferisce Cold War che, se l'Academy prosegue con i suoi contentini per tutti, potrebbe anche prevalere qui su ROMA, mentre nell'animazione, pur trovando sorprendente il nuovo universo di Spider-Man , tifo Wes Anderson e la sua Isola dei cani.
Le perplessità continuano in campo sceneggiatura, con nomination ridicole (A star is born ancor più debole in quel campo, Se la strada potesse parlare zuccherosa fino alle carie e sempre quel ROMA, girato con un canovaccio e quindi, la sceneggiatura, perché?!) a confermare che quest'annata non è stata delle migliori. O che forse l'Academy stessa non ha saputo fare delle scelte più sensate, concentrando tutto sugli stessi film, lasciando fuori piccole sorprese in favore del politically correct.
Senza presentatore, con le polemiche che -tra premi off/on air ed esibizioni tagliate ed aggiunte- non scemano, l'appuntamento è per questa notte e per domani, con i vincitori e i vinti, e soprattutto con quella ventata di leggerezza necessaria che sarà il red carpet.
E ora, largo a chi tifo/chi vincerà/chi non dovrebbe vincere:
Mai come quest'anno è però difficile, perché fra i candidati non ce n'è uno che convinca appieno, che meriti il tifo più sfegatato. Nemmeno quel ROMA che probabilmente sbancherà la serata? Nemmeno quello, perché tocca ammettere che a mesi dalla visione -settembre- non "rivive dentro" come un La La Land o come un Tre Manifesti, per dire, che a distanza di anni fanno ancora sussultare.
E allora come si fa?
Tocca scegliere il meno peggio, portando avanti una dura battaglia contro il sopravvalutato A star is born e contro quella bruttezza di Black Panther.
Così, va bene anche un film che rischia il buonismo come Green Book, o la dura lotta di Spike Lee (BlacKkKlansman). All'emozione che sa dare Rami Malek con il suo Bohemian Rhapsody posso concedere la statuetta per l'attore, con dispiacere per il Bale di Vice e il Van Gogh di Defoe.
E con le attrici? Con le attrici la mettiamo che si tifa contro Glenn Close (The Wife) -premio contentino per una carriera in cui ha saputo fare di meglio- preferendo quella sorpresa che è stata Melissa McCarthy in Copia Originale (che si meriterebbe anche l'Oscar per l'attore non protagonista e per la sceneggiatura non originale, davvero una delle più belle), meglio anche della Colman in La Favourita. E anche se Amy Adams (Vice) una gioia la meriterebbe, pure lei in passato ha avuto ruoli più forti.
Unico film mancante fra i principali è il libanese Cafarnao, a cui comunque si preferisce Cold War che, se l'Academy prosegue con i suoi contentini per tutti, potrebbe anche prevalere qui su ROMA, mentre nell'animazione, pur trovando sorprendente il nuovo universo di Spider-Man , tifo Wes Anderson e la sua Isola dei cani.
Le perplessità continuano in campo sceneggiatura, con nomination ridicole (A star is born ancor più debole in quel campo, Se la strada potesse parlare zuccherosa fino alle carie e sempre quel ROMA, girato con un canovaccio e quindi, la sceneggiatura, perché?!) a confermare che quest'annata non è stata delle migliori. O che forse l'Academy stessa non ha saputo fare delle scelte più sensate, concentrando tutto sugli stessi film, lasciando fuori piccole sorprese in favore del politically correct.
Senza presentatore, con le polemiche che -tra premi off/on air ed esibizioni tagliate ed aggiunte- non scemano, l'appuntamento è per questa notte e per domani, con i vincitori e i vinti, e soprattutto con quella ventata di leggerezza necessaria che sarà il red carpet.
E ora, largo a chi tifo/chi vincerà/chi non dovrebbe vincere:
23 febbraio 2019
Copia Originale
Andiamo al Cinema
In un mondo invaso da copie, un film originale.
Che così originale forse non è, visto che è tratto da una biografia, ma tant'è.
La storia lo è senz'altro, e fa la sua figura in mezzo a remake, sequel, prequel, reboot, saghe infinite, biopic che celebrano celebrità.
E cosa c'è di più originale se non parlare di copie? Di chi copia, poi, in modo del tutto originale?
In un mondo invaso da copie, un film originale.
Che così originale forse non è, visto che è tratto da una biografia, ma tant'è.
La storia lo è senz'altro, e fa la sua figura in mezzo a remake, sequel, prequel, reboot, saghe infinite, biopic che celebrano celebrità.
E cosa c'è di più originale se non parlare di copie? Di chi copia, poi, in modo del tutto originale?
22 febbraio 2019
La Paranza dei Bambini
Andiamo al Cinema
La paranza è una danza che si balla nella latitanza, diceva Daniele Silvestri.
La paranza è una frittura di pesce composta prevalentemente da pesci di piccole dimensioni, dice wikipedia.
La Paranza dei bambini è un film, uno di quei film che sulla carta ti immagini pesante.
Pesante perché tratto da un libro di Saviano, che sa essere pesante nel suo stile tanto quanto sanno essere pesanti i suoi detrattori a prescindere, che non sembrano accettare chi si arricchisce con la cultura, chi per farlo ha sacrificato se stesso.
Pesante per quel tema -la mafia, la camorra- che sembra quasi un cliché duro a morire. Con Napoli vista nel suo peggio, con vicoli e quartieri comandati e sotto scacco, con armi e violenza a dirigere il tutto.
Pesante perché recitato in quel napoletano stretto in cui i sottotitoli diventano necessari, ma altra soluzione per aderire alla realtà non c'è. E ci si adatta.
Te la immagini pesante, allora, questa Paranza anche se non è né una danza né una frittura di pesce, ma è un film, di quelli che crescono piano, che sanno su cosa puntare per conquistare.
La paranza è una danza che si balla nella latitanza, diceva Daniele Silvestri.
La paranza è una frittura di pesce composta prevalentemente da pesci di piccole dimensioni, dice wikipedia.
La Paranza dei bambini è un film, uno di quei film che sulla carta ti immagini pesante.
Pesante perché tratto da un libro di Saviano, che sa essere pesante nel suo stile tanto quanto sanno essere pesanti i suoi detrattori a prescindere, che non sembrano accettare chi si arricchisce con la cultura, chi per farlo ha sacrificato se stesso.
Pesante per quel tema -la mafia, la camorra- che sembra quasi un cliché duro a morire. Con Napoli vista nel suo peggio, con vicoli e quartieri comandati e sotto scacco, con armi e violenza a dirigere il tutto.
Pesante perché recitato in quel napoletano stretto in cui i sottotitoli diventano necessari, ma altra soluzione per aderire alla realtà non c'è. E ci si adatta.
Te la immagini pesante, allora, questa Paranza anche se non è né una danza né una frittura di pesce, ma è un film, di quelli che crescono piano, che sanno su cosa puntare per conquistare.
21 febbraio 2019
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 21 Febbraio
Piccoli grandi titoli a sfidare la solita commedia italiana lanciatissima da mesi.
Per fortuna, la qualità c'è, tra film candidati agli imminenti Oscar che meritano tutta l'attenzione.
Copia Originale
Una folle storia vera, di una falsaria più originale degli originali.
Una Melissa McCarthy strepitosa per un film che in mezzo a tanta bastardaggine, ha un bel po' di cuore.
Se ne parlerà presto.
Trailer
The Front Runner
La storia del senatore Gary Hart, travolto in piena campagna presidenziale da scandali privati. Ovvero il primo caso in cui il gossip influì sulla politica.
Con Hugh Jackman, lo si vedrà.
Trailer
Un Uomo Tranquillo
Tipica trama di un film con Liam Neeson: muore qualcuno, lui cerca vendetta.
Per fan. Se ne esistono.
Trailer
Parlami di Te
Classico film dai buoni sentimenti francesi in cui un cattivo (=dipendente dal lavoro) si redime dopo un malore, scoprendo l'amore e i veri valori.
Strano ma vero, questi francesi hanno iniziato a stancare.
Trailer
Quello che veramente importa
La trama sembra un Rosamunde Pilcher al maschile, con un giovane prestante chiamato a vivere nella villa di famiglia per vedere i suoi debiti saldati. Cosa troverà in questo paesino sperduto se non l'amore e la scoperta dei veri valori?
Leggerezza e poco più.
Trailer
L'ingrediente segreto
Tutti pazzi per una torta stupefacente. Succede in Macedonia, succede in una commedia dai buoni intenti che denuncia la povertà di un sistema sanitario.
Trailer
Modalità Aereo
Fausto Brizzi torna al cinema con la più classica commedia degli equivoci in versione attuale, con di mezzo sociale e fake news. Aiutami a dire leggerezza, aiutami a dire Paolo Ruffini protagonista.
Trailer
The Lego Movie 2
Seguito di quel successo strepitoso del primo Lego che... non ho ancora visto.
Per famiglie e non solo.
Trailer
Per fortuna, la qualità c'è, tra film candidati agli imminenti Oscar che meritano tutta l'attenzione.
Copia Originale
Una folle storia vera, di una falsaria più originale degli originali.
Una Melissa McCarthy strepitosa per un film che in mezzo a tanta bastardaggine, ha un bel po' di cuore.
Se ne parlerà presto.
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The Front Runner
La storia del senatore Gary Hart, travolto in piena campagna presidenziale da scandali privati. Ovvero il primo caso in cui il gossip influì sulla politica.
Con Hugh Jackman, lo si vedrà.
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Un Uomo Tranquillo
Tipica trama di un film con Liam Neeson: muore qualcuno, lui cerca vendetta.
Per fan. Se ne esistono.
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Parlami di Te
Classico film dai buoni sentimenti francesi in cui un cattivo (=dipendente dal lavoro) si redime dopo un malore, scoprendo l'amore e i veri valori.
Strano ma vero, questi francesi hanno iniziato a stancare.
Trailer
Quello che veramente importa
La trama sembra un Rosamunde Pilcher al maschile, con un giovane prestante chiamato a vivere nella villa di famiglia per vedere i suoi debiti saldati. Cosa troverà in questo paesino sperduto se non l'amore e la scoperta dei veri valori?
Leggerezza e poco più.
Trailer
L'ingrediente segreto
Tutti pazzi per una torta stupefacente. Succede in Macedonia, succede in una commedia dai buoni intenti che denuncia la povertà di un sistema sanitario.
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Modalità Aereo
Fausto Brizzi torna al cinema con la più classica commedia degli equivoci in versione attuale, con di mezzo sociale e fake news. Aiutami a dire leggerezza, aiutami a dire Paolo Ruffini protagonista.
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The Lego Movie 2
Seguito di quel successo strepitoso del primo Lego che... non ho ancora visto.
Per famiglie e non solo.
Trailer
20 febbraio 2019
Il Primo Re
Andiamo al Cinema
È il film che non ti aspetti dal circuito italiano.
Un film di genere: storico ma non semplicemente in costume, classico ma non per questo non originale, che parla di antichi romani ma non per questo è un kolossal.
Anzi.
Perché Il primo re è un film storico, sì, ambientato com'è nel 753 a.C., è un film classico che si basa su leggende, su testi tramandati che della fondazione di Roma raccontano ed è un film che dei romani parla, dei primi romani, non ancora latini.
Ma Il primo re è più di questo.
È un film pulp, crudo e violento, che la violenza non ce la risparmia mostrando ogni ferita, ogni fiotto di sangue, ogni colpo subito o dato. Ed è un film d'azione, per quanto rarefatta, che ha i suoi momenti migliori in battaglie e scontri, in corpo a corpo duri e ben coreografati.
Ed è sopratutto un film che vive di atmosfera, quella che crea con un lingua proto-latina creata appositamente, con scene e luoghi che si fanno magici e spettrali, con una religione che si insinua nel cuore e nelle paure degli uomini, e va a plasmare l'estetica del tutto.
È il film che non ti aspetti dal circuito italiano.
Un film di genere: storico ma non semplicemente in costume, classico ma non per questo non originale, che parla di antichi romani ma non per questo è un kolossal.
Anzi.
Perché Il primo re è un film storico, sì, ambientato com'è nel 753 a.C., è un film classico che si basa su leggende, su testi tramandati che della fondazione di Roma raccontano ed è un film che dei romani parla, dei primi romani, non ancora latini.
Ma Il primo re è più di questo.
È un film pulp, crudo e violento, che la violenza non ce la risparmia mostrando ogni ferita, ogni fiotto di sangue, ogni colpo subito o dato. Ed è un film d'azione, per quanto rarefatta, che ha i suoi momenti migliori in battaglie e scontri, in corpo a corpo duri e ben coreografati.
Ed è sopratutto un film che vive di atmosfera, quella che crea con un lingua proto-latina creata appositamente, con scene e luoghi che si fanno magici e spettrali, con una religione che si insinua nel cuore e nelle paure degli uomini, e va a plasmare l'estetica del tutto.
19 febbraio 2019
House of Cards - Stagione 6 (e ultima)
Mondo Serial
L'ho vista e non volevo crederci.
L'ho seguita e non mi capacitavo.
Ho aspettato, accantonato, ma il momento di parlare dell'ultima stagione di House of Cards è arrivato.
Una serie seria, di quelle impegnative, di quelle che ha raccontato altarini e retroscena della politica americana, ammiccando, giocando, divertendo a suo modo. Facendoci odiare il suo protagonista, sua moglie e il loro valletto, assistendo invano alla loro ascesa fino allo scalino più alto: quello della porta della Casa Bianca.
E ora?
Ora gli scandali sessuali che coinvolgono Hollywood fanno piazza pulita.
Ora che Kevin Spacey è stato accusato, si è difeso nel peggiore dei modi ed è svanito nel nulla (questo strano, folle video a tema a parte), Netflix ha deciso di andare avanti senza di lui.
L'ho vista e non volevo crederci.
L'ho seguita e non mi capacitavo.
Ho aspettato, accantonato, ma il momento di parlare dell'ultima stagione di House of Cards è arrivato.
Una serie seria, di quelle impegnative, di quelle che ha raccontato altarini e retroscena della politica americana, ammiccando, giocando, divertendo a suo modo. Facendoci odiare il suo protagonista, sua moglie e il loro valletto, assistendo invano alla loro ascesa fino allo scalino più alto: quello della porta della Casa Bianca.
E ora?
Ora gli scandali sessuali che coinvolgono Hollywood fanno piazza pulita.
Ora che Kevin Spacey è stato accusato, si è difeso nel peggiore dei modi ed è svanito nel nulla (questo strano, folle video a tema a parte), Netflix ha deciso di andare avanti senza di lui.
18 febbraio 2019
Il Lunedì Leggo - The Game di Alessandro Baricco
Ci sono storie che già si conoscono ma che è bello sentire ancora.
Storie di cui si sa già il finale, anzi, lo si vive, ma non per questo non è interessante riascoltare.
Soprattutto se a raccontarle è una voce capace di condensare, spiegare, cercare di capire in modo diverso, con la sua particolare prospettiva, il tutto.
Che mi piaccia la voce di Baricco si è ormai capito.
Mi piacciono i suoi articoli, le sue scoperte, le sue riflessioni sull'oggi e su quello che lo circonda, possa essere un festival di musica classica o un concerto di Bruce Springsteen. Il suo modo di raccontare, analizzare e uscirsene con guizzi tutti suoi da queste esperienze, è quello che nel mio piccolo cerco di fare la Domenica.
Per questo leggo anche i suoi romanzi.
The Game, romanzo non è. O almeno, non propriamente: è un saggio in cui Baricco ripercorre la lunga evoluzione della tecnologia che ci ha portato dai primi ingombranti videogiochi agli smartphone di adesso. Passando per computer, internet, siti di vendita e di condivisione.
Insomma, quello che già aveva fatto quella serie così sottovalutata e così bella che è Halt and Catch Fire.
Storie di cui si sa già il finale, anzi, lo si vive, ma non per questo non è interessante riascoltare.
Soprattutto se a raccontarle è una voce capace di condensare, spiegare, cercare di capire in modo diverso, con la sua particolare prospettiva, il tutto.
Che mi piaccia la voce di Baricco si è ormai capito.
Mi piacciono i suoi articoli, le sue scoperte, le sue riflessioni sull'oggi e su quello che lo circonda, possa essere un festival di musica classica o un concerto di Bruce Springsteen. Il suo modo di raccontare, analizzare e uscirsene con guizzi tutti suoi da queste esperienze, è quello che nel mio piccolo cerco di fare la Domenica.
Per questo leggo anche i suoi romanzi.
The Game, romanzo non è. O almeno, non propriamente: è un saggio in cui Baricco ripercorre la lunga evoluzione della tecnologia che ci ha portato dai primi ingombranti videogiochi agli smartphone di adesso. Passando per computer, internet, siti di vendita e di condivisione.
Insomma, quello che già aveva fatto quella serie così sottovalutata e così bella che è Halt and Catch Fire.
17 febbraio 2019
La Domenica Scrivo - Socializzare con i Social
Non scrivo, ma leggo.
In quest'ultimo periodo mi sono presa una meritata vacanza di Domenica, e l'ho passata a svegliarmi prima del solito, a godermi una casa ancora silenziosa, sfogliando pagine e pagine di romanzi.
L'ho passata a guardare e riguardare episodi e film sul divano, con il freddo fuori dalla porta, a volte pure la neve.
È che le storie, mi piaceva più leggerle e vederle, che scriverle.
Una piccola crisi, una mancanza di ispirazione, dovuta anche alle troppe storie che si incrociano oggi. Storie e stories che ci bombardano, di cui magari poco ci interessa, ma che se sei dentro a certi canali, difficilmente ignori.
E pensi: se queste doppie vite hanno senso di essere vissute e condivise, se questo registrarsi, raccontarsi, a questo mondo da un'identità evoluta, come ci siamo arrivati?
In quest'ultimo periodo mi sono presa una meritata vacanza di Domenica, e l'ho passata a svegliarmi prima del solito, a godermi una casa ancora silenziosa, sfogliando pagine e pagine di romanzi.
L'ho passata a guardare e riguardare episodi e film sul divano, con il freddo fuori dalla porta, a volte pure la neve.
È che le storie, mi piaceva più leggerle e vederle, che scriverle.
Una piccola crisi, una mancanza di ispirazione, dovuta anche alle troppe storie che si incrociano oggi. Storie e stories che ci bombardano, di cui magari poco ci interessa, ma che se sei dentro a certi canali, difficilmente ignori.
E pensi: se queste doppie vite hanno senso di essere vissute e condivise, se questo registrarsi, raccontarsi, a questo mondo da un'identità evoluta, come ci siamo arrivati?
16 febbraio 2019
Mirai
È già Ieri -2018-
La famiglia si sostiene sempre su delicati equilibri.
Su amore da dare e da ricevere, da condividere.
Quando però la famiglia si allarga, sembra impossibile che quello stesso amore possa moltiplicarsi, più facile pensare che venga diviso.
È quello che sempre -o quasi sempre- sentono i fratelli maggiori, improvvisamente messi da parte, dimenticati e allontanati, a favore di un piccolo esserino con il quale non si può nemmeno giocare.
È quello che han pensato anche cani e gatti, in realtà, con l'arrivo di quel fratello maggiore.
E come si fa, allora, a conciliare un lavoro da riprendere, una casa da sistemare, un figlio da accompagnare a scuola e nei suoi passi più importanti, con un neonato che piange e ha bisogno delle prime cure?
Quell'equilibrio, per la famiglia, si fa davvero instabile.
La famiglia si sostiene sempre su delicati equilibri.
Su amore da dare e da ricevere, da condividere.
Quando però la famiglia si allarga, sembra impossibile che quello stesso amore possa moltiplicarsi, più facile pensare che venga diviso.
È quello che sempre -o quasi sempre- sentono i fratelli maggiori, improvvisamente messi da parte, dimenticati e allontanati, a favore di un piccolo esserino con il quale non si può nemmeno giocare.
È quello che han pensato anche cani e gatti, in realtà, con l'arrivo di quel fratello maggiore.
E come si fa, allora, a conciliare un lavoro da riprendere, una casa da sistemare, un figlio da accompagnare a scuola e nei suoi passi più importanti, con un neonato che piange e ha bisogno delle prime cure?
Quell'equilibrio, per la famiglia, si fa davvero instabile.
15 febbraio 2019
Se la strada potesse parlare
Andiamo al Cinema
Lo si aspettava al varco Barry Jenkins.
Lui che, al suo secondo film, aveva saputo imporsi con Moonlight, famoso più per aver scippato l'Oscar a La La Land che per l'effettiva bellezza e importanza che aveva.
Ora, che da quell'adattamento di un testo teatrale sono passati - anni, Jenkins torna con l'adattamento di un romanzo, rendendolo più teatrale di quel Moonlight.
Tutto sembra ambientato nello stesso tempo, nello stesso luogo: in quella parte di Bronx negli anni '70 dove la pelle scura abbonda, le disuguaglianze e il razzismo pure. Nonostante i flashback, i ricordi che irrompono in scena, tutto si svolge nel periodo della gravidanza non prevista e non certo felice di Tish.
Lo si aspettava al varco Barry Jenkins.
Lui che, al suo secondo film, aveva saputo imporsi con Moonlight, famoso più per aver scippato l'Oscar a La La Land che per l'effettiva bellezza e importanza che aveva.
Ora, che da quell'adattamento di un testo teatrale sono passati - anni, Jenkins torna con l'adattamento di un romanzo, rendendolo più teatrale di quel Moonlight.
Tutto sembra ambientato nello stesso tempo, nello stesso luogo: in quella parte di Bronx negli anni '70 dove la pelle scura abbonda, le disuguaglianze e il razzismo pure. Nonostante i flashback, i ricordi che irrompono in scena, tutto si svolge nel periodo della gravidanza non prevista e non certo felice di Tish.
14 febbraio 2019
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 14 Febbraio
Gli Oscar sono alle porte, ma San Valentino ha la precedenza e quindi il romanticismo al cinema non manca.
Per i single ci sono azione e brividi, per gli allergici il film impegnato.
Si accontenta tutti.
La Paranza dei Bambini
Da il libro di Roberto Saviano il rapporto bambini-mafia napoletana, piccoli boss cresciuti a soldi e pistole, scalate al potere che finiscono nel sangue. Presentato in questi giorni a Berlino, gli si dà fiducia.
Trailer
Alita - Angelo della Battaglia
James Cameron produce, Robert Rodriguez dirige. Siamo sempre in quel futuro distopico e fantascientifico, siamo sempre con un'eroina che scopre il suo valore.
Insomma, siamo sempre lì: azione ed effetti speciali che non fanno troppa notizia, non suscitano troppa curiosità. Anche se tratto da un manga storico, anche se il cast è composto da Rosa Salazar, Christoph Waltz, Jennifer Connelly e Mahershala Ali.
Trailer
La vita in un attimo
Dai creatori di quella valle di lacrime di This is Us, un film che promette... una valle di lacrime, raccontando di amori e famiglie distanti nello spazio e nel tempo.
Il cast è di quelli notevoli (Oscar Isaac, Olivia Wilde, Annette Bening, Antonio Banderas, Mandy Patinkin, Olivia Cooke), e nonostante il flop in patria una chance gliela si darà.
Trailer
Un valzer tra gli scaffali
Una rom-com tedesca? Sì, ed ambientata in un supermercato.
Di questa leggerezza, di questo romanticismo, sarà San Valentino ma ce n'è bisogno.
Trailer
Un'Avventura
Un musical italiano? Sì, e sulle notte dei pezzi di Battisti-Mogol.
Ad interpretare l'azzardata storia d'amore, Laura Chiatti e Michele Riondino.
Il risultato? Dal Trailer non così buono.
Ognuno ha il diritto ad amare
Viaggio nella sessualità problematica, quella di chi fatica a farsi toccare, quella di disabili che devono cercare l'amore.
Tema impegnativo che è valso l'Orso d'oro a Berlino lo scorso anno, ma che sa di una pesantezza di troppo.
Trailer
Crucifixion - Il male è stato invocato
Ennesimo horror "tratto da una storia vera" su un esorcismo finito male e una giornalista chiamata ad indagare.
Solo per chi non sa rinunciare a facili brividi.
Trailer
Rex - Un Cucciolo a Palazzo
Chi non ama i corgi? Simbolo per eccellenza di sua maestà Elisabetta II ora hanno anche le loro avventure al cinema.
Per bambini e famiglie, e per amanti come me dei corgi.
Trailer
Per i single ci sono azione e brividi, per gli allergici il film impegnato.
Si accontenta tutti.
La Paranza dei Bambini
Da il libro di Roberto Saviano il rapporto bambini-mafia napoletana, piccoli boss cresciuti a soldi e pistole, scalate al potere che finiscono nel sangue. Presentato in questi giorni a Berlino, gli si dà fiducia.
Trailer
Alita - Angelo della Battaglia
James Cameron produce, Robert Rodriguez dirige. Siamo sempre in quel futuro distopico e fantascientifico, siamo sempre con un'eroina che scopre il suo valore.
Insomma, siamo sempre lì: azione ed effetti speciali che non fanno troppa notizia, non suscitano troppa curiosità. Anche se tratto da un manga storico, anche se il cast è composto da Rosa Salazar, Christoph Waltz, Jennifer Connelly e Mahershala Ali.
Trailer
La vita in un attimo
Dai creatori di quella valle di lacrime di This is Us, un film che promette... una valle di lacrime, raccontando di amori e famiglie distanti nello spazio e nel tempo.
Il cast è di quelli notevoli (Oscar Isaac, Olivia Wilde, Annette Bening, Antonio Banderas, Mandy Patinkin, Olivia Cooke), e nonostante il flop in patria una chance gliela si darà.
Trailer
Un valzer tra gli scaffali
Una rom-com tedesca? Sì, ed ambientata in un supermercato.
Di questa leggerezza, di questo romanticismo, sarà San Valentino ma ce n'è bisogno.
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Un'Avventura
Un musical italiano? Sì, e sulle notte dei pezzi di Battisti-Mogol.
Ad interpretare l'azzardata storia d'amore, Laura Chiatti e Michele Riondino.
Il risultato? Dal Trailer non così buono.
Ognuno ha il diritto ad amare
Viaggio nella sessualità problematica, quella di chi fatica a farsi toccare, quella di disabili che devono cercare l'amore.
Tema impegnativo che è valso l'Orso d'oro a Berlino lo scorso anno, ma che sa di una pesantezza di troppo.
Trailer
Crucifixion - Il male è stato invocato
Ennesimo horror "tratto da una storia vera" su un esorcismo finito male e una giornalista chiamata ad indagare.
Solo per chi non sa rinunciare a facili brividi.
Trailer
Rex - Un Cucciolo a Palazzo
Chi non ama i corgi? Simbolo per eccellenza di sua maestà Elisabetta II ora hanno anche le loro avventure al cinema.
Per bambini e famiglie, e per amanti come me dei corgi.
Trailer
13 febbraio 2019
The Mule - Il Corriere
Andiamo al Cinema
C'è chi a 90 anni se ne sta in panciolle sul divano, chi invece si ricicla come corriere di un Cartello messicano e chi infine decide di raccontare la storia di questo 90enne corriere, capace con tranquillità di trasportare in 12 semplici viaggio, chili e chili di cocaina.
Il (quasi) 90enne in questione è il signor Clint Eastwood, che per l'occasione non se ne sta solo dietro la macchina da presa, ma torna protagonista di una storia che sa di polvere d'America, di quegli ultimi di cui poco si parla. L'altro 90enne è Leo Sharp, la cui storia ha ispirato Nick Schenk alla sceneggiatura, veterano dei veterani, con nel curriculum già Gran Torino e The Judge.
C'è chi a 90 anni se ne sta in panciolle sul divano, chi invece si ricicla come corriere di un Cartello messicano e chi infine decide di raccontare la storia di questo 90enne corriere, capace con tranquillità di trasportare in 12 semplici viaggio, chili e chili di cocaina.
Il (quasi) 90enne in questione è il signor Clint Eastwood, che per l'occasione non se ne sta solo dietro la macchina da presa, ma torna protagonista di una storia che sa di polvere d'America, di quegli ultimi di cui poco si parla. L'altro 90enne è Leo Sharp, la cui storia ha ispirato Nick Schenk alla sceneggiatura, veterano dei veterani, con nel curriculum già Gran Torino e The Judge.
12 febbraio 2019
In Breve: Russian Doll | Barry
Russian Doll
Le prende sul serio, Netflix, le serie che va a produrre.
Conosce i suoi pesci -noi, abbonati- e sa cosa proporci: teen drama un po' più educativi e profondi del solito (Tredici, Sex Education), guilty pleasure letterari (You), storie vere di veri boss (Narcos), amarcord degli anni '80 (Stranger Things e Glow).
Insomma, sa che ha a che fare con nostalgici, che a certi stili e tratti vuole un gran bene.
E cosa c'è di più classico, di più adorabile, del tornare indietro nel tempo? Di ripetere in continuazione sempre la stessa giornata?
Come già Bill Murray, come poi Drew Barrymore, come puntate classiche di telefilm andati (Buffy, Doctor Who), anche Russian Doll si basa sulla ripetizione, sul tornare sempre a quella festa organizzata per il suo 36esimo compleanno, e sempre si conclude con lei, Nadia, che muore. In circostanze diverse, in momenti diversi.
Le prende sul serio, Netflix, le serie che va a produrre.
Conosce i suoi pesci -noi, abbonati- e sa cosa proporci: teen drama un po' più educativi e profondi del solito (Tredici, Sex Education), guilty pleasure letterari (You), storie vere di veri boss (Narcos), amarcord degli anni '80 (Stranger Things e Glow).
Insomma, sa che ha a che fare con nostalgici, che a certi stili e tratti vuole un gran bene.
E cosa c'è di più classico, di più adorabile, del tornare indietro nel tempo? Di ripetere in continuazione sempre la stessa giornata?
Come già Bill Murray, come poi Drew Barrymore, come puntate classiche di telefilm andati (Buffy, Doctor Who), anche Russian Doll si basa sulla ripetizione, sul tornare sempre a quella festa organizzata per il suo 36esimo compleanno, e sempre si conclude con lei, Nadia, che muore. In circostanze diverse, in momenti diversi.
11 febbraio 2019
Il Lunedì Leggo - Smith & Wesson di Alessandro Baricco
La Domenica continuo a non scrivere, manca l'ispirazione, il tempo, la voglia.
Ma il Lunedì continuo a leggere, e finalmente qualcosa di bellissimo.
Breve, davvero troppo, ma bellissimo.
Teatrale, nella forma e nella concezione, ma bellissimo.
Così tanto da volerlo vedere in scena subito, non solo nella mia testa.
Così intenso da far piangere lacrime sincere, per una sola frase, un solo sogno.
È l'ennesimo Baricco che mi frega, dai tempi del liceo fino ad oggi.
Ma il Lunedì continuo a leggere, e finalmente qualcosa di bellissimo.
Breve, davvero troppo, ma bellissimo.
Teatrale, nella forma e nella concezione, ma bellissimo.
Così tanto da volerlo vedere in scena subito, non solo nella mia testa.
Così intenso da far piangere lacrime sincere, per una sola frase, un solo sogno.
È l'ennesimo Baricco che mi frega, dai tempi del liceo fino ad oggi.
9 febbraio 2019
Creed II
Andiamo al Cinema
Sono passati tre anni da quando mi sono scoperta un'insospettabile fan di Rocky.
Perché a volte gli Oscar ti costringono a recuperare cose inguardabili come Black Panther, altre di scoprire perle inaspettate come Creed, con uno Stallone commovente e fantastico che quella nomination (e quel Golden Globe) se la meritava tutta.
L'idea di un secondo capitolo, come sempre, non esalta. Anche perché nel mentre quella passione è un po' scemata, alla boxe ti sei trovata a preferire pure il tennis (Borg McEnroe) e i Rocky che volevi recuperare non li hai mai messi nella Promessa.
Ma la curiosità c'è, i paragoni con Shakespeare tirati fuori non solo da critici entusiasti di cui non sai se fidarti, ma da Stallone stesso, invitano a provare.
Così ti ritrovi in sala, una sala gremita, composta per metà da pugili dal naso riconoscibile, dall'altra da vecchi e incalliti fan, in coppia o in amicizia, lì a tifare e a godersi la ripresa di uno scontro epico: Creed vs Drago.
Sono passati tre anni da quando mi sono scoperta un'insospettabile fan di Rocky.
Perché a volte gli Oscar ti costringono a recuperare cose inguardabili come Black Panther, altre di scoprire perle inaspettate come Creed, con uno Stallone commovente e fantastico che quella nomination (e quel Golden Globe) se la meritava tutta.
L'idea di un secondo capitolo, come sempre, non esalta. Anche perché nel mentre quella passione è un po' scemata, alla boxe ti sei trovata a preferire pure il tennis (Borg McEnroe) e i Rocky che volevi recuperare non li hai mai messi nella Promessa.
Ma la curiosità c'è, i paragoni con Shakespeare tirati fuori non solo da critici entusiasti di cui non sai se fidarti, ma da Stallone stesso, invitano a provare.
Così ti ritrovi in sala, una sala gremita, composta per metà da pugili dal naso riconoscibile, dall'altra da vecchi e incalliti fan, in coppia o in amicizia, lì a tifare e a godersi la ripresa di uno scontro epico: Creed vs Drago.
8 febbraio 2019
Green Book
Andiamo al Cinema
Ricetta perfetta per sbancare alle nomination degli Oscar:
- Essere tratti da una storia vera.
[Green Book è tratto da una storia vera, racconta l'amicizia tra il buttafuori/autista/cameriere Tony Villalonga e il pianista Dottor Don Shirley, nata durante la tournée di quest'ultimo nel 1962]
- Parlare di tematiche serie e impegnate, come razzismo, omosessualità, lotte per i diritti.
[Green Book parla dell'impensabile amicizia che nasce fra un italo-americano piuttosto retrogrado e un musicista di colore, che lo assume come autista/guardia del corpo per una tournée nel problematici Stati del Sud. Affronteranno ignoranze reciproche, pregiudizi, bigotti di ogni genere e polizia violenta]
- Parlare di tutto questo con una certa leggerezza, non rinunciando a momenti buonisti.
[Green Book pur parlando di razzismo e mostrandocelo in ogni sua forma, violenta o psicologica, è una commedia, di quella piena di momenti leggeri, di battutine scanzonate, con dialoghi e momenti che sì, sono buonisti, sono piuttosto ruffiani -e prevedibili- in alcuni punti, ma funzionano]
Ricetta perfetta per sbancare alle nomination degli Oscar:
- Essere tratti da una storia vera.
[Green Book è tratto da una storia vera, racconta l'amicizia tra il buttafuori/autista/cameriere Tony Villalonga e il pianista Dottor Don Shirley, nata durante la tournée di quest'ultimo nel 1962]
- Parlare di tematiche serie e impegnate, come razzismo, omosessualità, lotte per i diritti.
[Green Book parla dell'impensabile amicizia che nasce fra un italo-americano piuttosto retrogrado e un musicista di colore, che lo assume come autista/guardia del corpo per una tournée nel problematici Stati del Sud. Affronteranno ignoranze reciproche, pregiudizi, bigotti di ogni genere e polizia violenta]
- Parlare di tutto questo con una certa leggerezza, non rinunciando a momenti buonisti.
[Green Book pur parlando di razzismo e mostrandocelo in ogni sua forma, violenta o psicologica, è una commedia, di quella piena di momenti leggeri, di battutine scanzonate, con dialoghi e momenti che sì, sono buonisti, sono piuttosto ruffiani -e prevedibili- in alcuni punti, ma funzionano]
7 febbraio 2019
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 7 Febbraio
Un grande ritorno che offusca gli altri titoli in uscita... Non che si sentisse il bisogno di remake, operazioni nostalgia e le solite commediole.
Clint, pensaci tu a zittire a tutti.
The Mule - Il Corriere
Sarà il gran ritorno di Clint Eastwood? O sarà un polpettone indigesto come gli ultimi suoi film?
Le premesse per una redenzione ci sono tutte (nonostante la presenza dell'American Sniper Bradley Cooper) ma una chance questo corriere della droga di una certa età, se la merita.
Trailer
Tramonto
È stato il film più strano della Mostra di Venezia. Difficile definirlo, difficile capirlo e difficile dire se mi sia piaciuto o meno.
Lascio a voi il responso, io ne ho parlato QUI
Copperman
Un Forrest Gump italiano con Luca Argentero?
Basta per averne paura? Purtroppo sì.
Trailer
Remi
Il bambino più sfortunato dell'animazione che fu, viene trasposto in film. Rischio zucchero al massimo. Per famiglie nostalgiche.
Trailer
10 giorni senza mamma
La classica commedia italiana, con equivoci e gag non così esilaranti e con il classico Fabio de Luigi nel ruolo di un mammo disperato.
Anche no, anche basta.
Trailer
Le nostre battaglie
L'assenza di una madre in chiave francese: senza risate, senza gag, ma con qualche serietà in più.
I francesi non scherzano, tra depressioni e nuove responsabilità. Nonostante qualche rischio, Romain Duris stuzzica.
Trailer
Il professore cambia scuola
Siamo a tre? Quattro? Ormai ho perso il conto dei film francesi che parlano di professori recalcitranti che trovano nelle banlieue studenti da motivare che gli cambiano la vita.
Anche no. Anche basta.
Trailer
Clint, pensaci tu a zittire a tutti.
The Mule - Il Corriere
Sarà il gran ritorno di Clint Eastwood? O sarà un polpettone indigesto come gli ultimi suoi film?
Le premesse per una redenzione ci sono tutte (nonostante la presenza dell'American Sniper Bradley Cooper) ma una chance questo corriere della droga di una certa età, se la merita.
Trailer
Tramonto
È stato il film più strano della Mostra di Venezia. Difficile definirlo, difficile capirlo e difficile dire se mi sia piaciuto o meno.
Lascio a voi il responso, io ne ho parlato QUI
Copperman
Un Forrest Gump italiano con Luca Argentero?
Basta per averne paura? Purtroppo sì.
Trailer
Remi
Il bambino più sfortunato dell'animazione che fu, viene trasposto in film. Rischio zucchero al massimo. Per famiglie nostalgiche.
Trailer
10 giorni senza mamma
La classica commedia italiana, con equivoci e gag non così esilaranti e con il classico Fabio de Luigi nel ruolo di un mammo disperato.
Anche no, anche basta.
Trailer
Le nostre battaglie
L'assenza di una madre in chiave francese: senza risate, senza gag, ma con qualche serietà in più.
I francesi non scherzano, tra depressioni e nuove responsabilità. Nonostante qualche rischio, Romain Duris stuzzica.
Trailer
Il professore cambia scuola
Siamo a tre? Quattro? Ormai ho perso il conto dei film francesi che parlano di professori recalcitranti che trovano nelle banlieue studenti da motivare che gli cambiano la vita.
Anche no. Anche basta.
Trailer
6 febbraio 2019
Velvet Buzzsaw
Andiamo al Cinema su Netflix
Ah, l'arte contemporanea!
Così concettuale, così strana, così volutamente provocatoria.
Un'arte fatta per stupire e per lasciar parlare le emozioni, che anche se non capita, sbeffeggiata o non presa sul serio, muove milioni.
Ah, i film contemporanei!
Quelli che non arrivano al cinema ma sono disponibili direttamente da casa, su Netflix!
Film che a volte il grande schermo lo meriterebbero proprio (ROMA) altre che vivono come vecchi e desueti blockbuster, in un weekend o una vacanza di gloria (Bird Box).
E Velvet Buzzsaw, che di arte contemporanea parla -spiegandola a suo modo, giocandoci su- dove si staglia?
Ah, l'arte contemporanea!
Così concettuale, così strana, così volutamente provocatoria.
Un'arte fatta per stupire e per lasciar parlare le emozioni, che anche se non capita, sbeffeggiata o non presa sul serio, muove milioni.
Ah, i film contemporanei!
Quelli che non arrivano al cinema ma sono disponibili direttamente da casa, su Netflix!
Film che a volte il grande schermo lo meriterebbero proprio (ROMA) altre che vivono come vecchi e desueti blockbuster, in un weekend o una vacanza di gloria (Bird Box).
E Velvet Buzzsaw, che di arte contemporanea parla -spiegandola a suo modo, giocandoci su- dove si staglia?
5 febbraio 2019
Old but Gold Netflix - Il Metodo Kominsky | Grace & Frankie s05
Il Metodo Kominsky
Si sa, un debole per i vecchini ce l'ho da sempre.
Per le comedy da qualche tempo.
Per le comedy di Netflix da quando hanno iniziato a produrle.
Ecco perché non ho esitato a godermi e macinare questa breve serie di soli 8 episodi con protagonisti due vecchini, che di vecchiaia parlano, in modo leggero e profondo.
Si sa, un debole per i vecchini ce l'ho da sempre.
Per le comedy da qualche tempo.
Per le comedy di Netflix da quando hanno iniziato a produrle.
Ecco perché non ho esitato a godermi e macinare questa breve serie di soli 8 episodi con protagonisti due vecchini, che di vecchiaia parlano, in modo leggero e profondo.
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