C'è una parte d'America, una parte delle sue famiglie e della sua economia, che non si conosce.
Famiglie, luoghi di lavoro, dove in un giorno, in un'ora, in un minuto puoi perdere come guadagnare milioni, miliardi.
È l'America che gioca in borsa, con società che si appoggiano ad altre società, con un lavoro che si basa sull'intuizione, su giochi di tempo e di prestigio.
Almeno in teoria.
Perchè ovviamente quando ci sono così tanti soldi di mezzo, o semplicemente i soldi di mezzo, e quando questi soldi non sono nemmeno tutti tuoi, i raggiri, le soffiate, la corruzione, sono dietro l'angolo.
Ed è per questo che una parte del ministero della giustizia americana, è attento ai movimenti della borsa, a bloccare società poco pulite, a far pagare i milionari.
Sì, lo so, come introduzione è piuttosto noiosa, lenta, e ci si aspetterebbe la noia, la lentezza, anche per una serie che di questi raggiri, di questi traffici, e del procuratore distrettuale che cerca di stanare i cattivi tratta.
E invece, Billions è adrenalina. È velocità.
Così veloce che ci si perde anche, tra termini, nomi, milioni, che girano vorticosamente davanti ai nostri occhi.
E allora andiamo con ordine, presentando Bobby Axelrod, colui che si è fatto da solo, dal niente, all'avere un capitale personale pari a quello di uno stato europeo.
Star del mondo della finanza, fedelmente sposato e padre amorevole, con la sua società -la Axe Capital- gestisce fondi propri e altrui, prevedendo crisi, scossoni, picchi.
Un genio, un guru, venerato dai suoi sottoposti, in un ambiente di lavoro libero e furioso.
A dargli la caccia, in modo ostinato e accanito, Chuck Rhodes, procuratore, geloso da un lato di tanto successo, alla ricerca del colpaccio di una carriera: incastrare il beniamino, che sotto sotto, come sappiamo anche noi al cui fascino non sappiamo resistere, tanto pulito non è.
A fare da anello di congiunzione, lei, Wendy, moglie del secondo, terapeuta che con poche parole, con uno sguardo, aggiusta la mente e lo spirito di chi alla Axe lavora, e di Bobby stesso.
Billions, in soldoni, è una caccia tra gatto e topo lunga 12 episodi, una caccia senza esclusione di colpi, dove la distinzione tra buono e cattivo viene meno, dove c'è tanto per cui esaltarsi.
Un esempio?
I Metallica, che compaiono come guest stars.
Tutto bene, quindi?
Nì, perchè in mezzo a tanta velocità, c'è anche un po' di stanchezza per delle dinamiche che presentate nel pilota, non cambiano.
Fortunatamente, è la sceneggiatura che va a ritroso, sono i colpi di scena e di coda, che risollevano il tutto.
E poi, bè, ci sono loro.
Paul Giamatti che appesantito e invecchiato è odioso come non mai.
Damian Lewis che smessi i panni del compianto Brody di Homeland si riscopre carismatico, bello, intoccabile.
E c'è pure Maggie Siff, quasi irriconoscibile elegante, sexy e mistress rispetto ai panni da santarellina odiosa di Sons of Anarchy, odio che qui viene canalizzato da Malin Åkerman, madre che sa ben educare, ma stronza con il resto del mondo.
Ovviamente, ci si concede anche qualche gradita storia secondaria, come quella tra i sottoposti Bryan e Kate che sa distendere i toni e far palpitare i cuoricini.
Insomma, se non lo si era capito al cinema con film frizzanti e scoppiettanti come The Wolf of Wall Street, La Grande Scommessa e anche il recente Money Monster, ora ci pensa la TV a ribadire che l'economia è il nuovo rock!
Con il tema non vado particolarmente a nozze, quindi non so. Provo?
RispondiEliminaGiusto ieri ho visto Money Monster, ma senza troppi entusiasmi.
Pensa te, mi è piaciuto più El desconocido di cui, per pigrizia, non avevo nemmeno parlato. La Foster, purtroppo, non mi è parsa impegnata più degli spagnoli :-/
Serie fighissima!
RispondiEliminaAll'inizio ci si perde, ma poi diventa sempre più coinvolgente. I personaggi, sarà che sono tutti più o meno odiosi, alla fine li ho quasi amati.
E secondo me la seconda stagione potrebbe essere ancora meglio...
Io ai Metallica non ci sono ancora arrivata! La serie mi sta prendendo bene e la Akerman è una major cunt!
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