28 aprile 2012

To Rome with Love

Andiamo al Cinema.


Woody colpisce ancora, ma stavolta mira un po' più in basso. Dopo l'incantamento parigino di Midnight in Paris che lo aveva riportato in stato di grazia anche negli Stati Uniti con la vincita del meritatissimo Oscar per la sceneggiatura originale, con il nuovo To Rome with love il termometro del gradimento si ferma ad una temperatura non così eccezionale.
Sarà che ormai si è abituati ad una filmografia che alterna opere importanti a film più di passaggio (vedi gli ultimi lavori: Basta che funzioni- Incontrerai l'uomo dei tuoi sogni- Midnight in Paris), sarà la struttura ad episodi in cui una marea di personaggi si muove senza mai scontrarsi, saranno alcune ambientazioni un po' da macchietta italiana ma questo To Rome with love convince fin là. Ennesima tappa del tour europeo del signor Allen, che fin'ora lo ha portato da Londra a Barcellona, da Parigi a Roma e ora a Copenhagen, la rappresentazione della città eterna rispecchia la sua immagine da cartolina, facendo scoprire scorci non così turistici e muovendosi con sapienza tra vicoli e resti romani. 
Passando alla storia, o meglio alle storie, la sensazione è che Woody avesse una serie di spunti interessanti e che senza approfondirli troppo abbia preferito inserirli tutti assieme a creare una confusa ma divertente mescolanza di personaggi. I momenti comici sono molti, e funzionano facendo ridere di gusto la sala e forse basta questo. Perché a ben guardare, i neo sposi in seconda luna di miele che finiscono col tradirsi a vicenda, i giovani innamorati divisi dall'arrivo dell'attraente e provocatrice amica di lei, l'anziano che non vuole saperne di andare in pensione che trova nel futuro suocero una voce lirica potente ma apprezzabile solo sotto la doccia sono idee semplici sì, ma che nelle mani del regista si trasformano in sicure storie divertenti in cui la passione viene insegnata a quel neosposo da un'escort di lusso, all'innamorato in tentazione fa da coscienza un Alec Baldwin onnisciente, l'anziano (che poi è Woody stesso, tornato per l'occasione dall'altra parte della macchina da presa) decide di installare sul palco di teatri prestigiosi una cabina doccia per permettere a tutti di ascoltare cotanta bravura... e poi c'è la storia sicuramente più azzeccata con protagonista Benigni, italiano medio che proprio per la sua normalità diventa improvvisamente famoso, seguito ovunque da paparazzi e desiderato da donne impossibili per la sua fama, purtroppo o per fortuna, passeggera. 

Il cast, come sempre, è all stars, con attori italiani che hanno sgomitato per accaparrarsi un cammeo anche di pochi secondi creando una situazione ancora più confusa, ma a primeggiare, oltre ai già citati Allen in persona e Benigni, sono la Cruz versione escort (che recita direttamente in italiano), Alessandra Mastronardi timida e contesa da Albanese e Scamarcio, e il Jesse Eisenberg di The Social Network. Neo del film, il lavoro di doppiaggio, con voci non sempre azzeccate e momenti che proprio a causa della mancanza della lingua originale perdono di significato.
To Rome with love è semplice ma efficace, insomma -soprattutto nella creazione di gag e di battute a raffica con monologhi alleniani per eccezione- nulla di più.


26 aprile 2012

Silenzio in Sala

Come per la scorsa settimana, causa festività del 1° maggio, molte uscite slittano a lunedì, ma c'è di che gioire per i cinefili!

Hunger
Il film d'esordio del visionario Steve McQueen è datato 2008 ma arriva nelle sale italiane solo ora. Protagonista come in Shame, Michael Fassbender con il suo corpo, qui nei panni dell'attivista irlandese Bobby Sands che si lasciò morire di fame durante uno sciopero nel 1981 diventando così simbolo della lotta per l'indipendenza. Un plauso a Bim distribution per il recupero.
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Maternity Blues
Se ne parla poco, ma la depresione post partum è drammaticamente diffusa e spesso porta a compiere il gesto più inimmaginabile per una madre: uccidere il proprio figlio. In questo film viene raccontata l'esperienza di recupero e di condivisione di un gruppo di madri, un'analisi psicologica che ha toccato Venezia.
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Hunger Games
Fenomeno del momento negli Stati Uniti dove è da subito schizzato in testa ai Box Office, Hunger Games è un film che divide il pubblico. Il target sembrerebbe quello adolescenziale, vista la provenienza da una trilogia di romanzi e il cantiere già aperto per la loro trasposizione che molto ricorda il processo di Twilight. Ma la trama è molto più complessa e capace di catturare anche gli adulti. In un futuro non lontanto, per intrattenere la popolazione viene organizzato un reality all'ultimo sangue che vede sfidarsi giovani estratti a sorte per ogni provincia. Katniss si sacrifica per salvare la sorella, trovandosi però a combattere contro il suo amore. Star la bravissima Jennifer Lawrence di Un gelido inverno.
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25 aprile 2012

Scott Pilgrim vs The World

E' già Ieri. -2010-

In origine era un fumetto, di quelli iper pop, ironico e divertente. Poi è diventato un film e nel suo piccolo è riuscito a conquistare pubblico e critica grazie a una messa in scena che rispecchia lo stile del fumetto e di un videogioco e che esalta così colori e azione, con un uso degli effetti speciali del tutto originale. Proprio l'originalità è la caratteristica principale di Scott Pilgrim vs The World, originalità che si può trovare prima di tutto nella trama.
Scott è un giovane rockettaro, un po' nerd un po' affascinante che proprio quando cede alla corte dell'orientale -esaltata- Knives (mal vista dalla sorella e da tutti i suoi amici), incontra l'intrigante Ramona finendo per innamorarsene perdutamente. Quello che non sa, ma che scoprirà presto, è che per arrivare a lei dovrà affrontare e sconfiggere tutti i suoi ex, uniti in una fantomatica alleanza per rivendicare l'orgoglio ferito. Così tra una suonata e l'altra, un concerto con la band Sex Bob-omb, Scott si cimenterà in scontri all'ultimo sangue con i 7 malvagi ex, e come in un videogioco scalerà man mano i livelli per arrivare ad un finale carico di suspense e di emozione.

Interpretato con quell'aria di ragazzo timido e impacciato dall'ormai esperto e lanciatissimo Michael Cera (che è passato in pochi anni dall'indipendente Juno ai blockbuster) e dall'altrettanto "underground" Mary Elizabeth Winstead (Bobby, Factory Girl), Scott Pilgrim rispecchia l'anima indie della sua colonna sonora trasportando lo spettatore in un mondo alternativo che sa di non prendersi sul serio e proprio per questo diverte e conquista!



22 aprile 2012

Harry ti presento Sally

Once Upon a Time. -1989-

E' una delle commedie più amate di tutti i tempi, e a ben ragione!
Harry ti presento Sally incarna infatti tutti i canoni della commedia romantica, riuscendo in un sol tempo a divertire, a commuovere e, perché no, a far pensare. La questione al centro del film è infatti se uomo e donna possano essere amici, e a provarci saranno il cinico Harry e la solare Sally. I due, dopo un burrascoso primo incontro e un altrettanto deludente secondo a distanza di cinque anni, si rincontrano a New York, entrambi soli, disperati, lasciati dalla loro metà. Inizieranno così una splendida amicizia, fatta di complicità e di equilibrio. A far da spalla due amici, buffi e divertenti, che finiranno con lo sposarsi proprio grazie al loro aiuto e che li sostengono e che tifano per il loro amore. Perché si sa e si vede fin dalle prime scene, che in questa amicizia l'attrazione e l'amore possono e devono far capolino. E il finale, romantico come pochi, non deluderà le attese!

Rob Reiner, regista, e Nora Ephron, sceneggiatrice, per scrivere Harry ti presento Sally si basarono sul loro rapporto e sui loro caratteri così opposti ma complementari. I dialoghi reggono e caratterizzano alla perfezione il film, con scene entrate di diritto nella memoria collettiva (come non citare il famoso orgasmo simulato della Ryan?) e con una trama inframmezzata da romantiche coppie ormai anziane che ricordano il giorno in cui si sono conosciute e hanno trovato la persona della propria vita. I due protagonisti poi non hanno bisogno di commenti, Billy Crystal e Meg Ryan sono semplicemente perfetti nella parte. Per finire, la colonna sonora rappresenta l'allegria, la spensieratezza e la dolcezza del film, recuperando classici del jazz riarrangiati da Harry Connick Jr. tra i quali spiccano Frank Sinatra e Louis Armstrong.
Un film consigliatissimo quindi, da vedere e rivedere!



20 aprile 2012

Il Mago di Esselunga

Fuori Categoria

I miei temporanei coinquilini, Alberto e Marco, mi hanno fatto conoscere Il mago dell'Esselunga, e a loro dedico questa recensione.


Il mago di Esselunga non è uno spot né un film, eppure è una pubblicità alla famosa catena di supermercati ed è diretta da Giuseppe Tornatore. Cosa sia saltato in testa al regista di Nuovo Cinema Paradiso è difficile da dire, forse solo tanta voglia di giocare e di divertire, cosa chiara fin dalla trama. 
Una normale famiglia parte per la spesa di casa, la moglie compila la lista, il marito la accompagna, il figlio preferirebbe andare a giocare... ma oggi è un giorno speciale e ad accoglierli al supermercato c'è infatti uno strano e buffo omino, il mago di Esselunga, che li trasporta nel dietro le quinte della produzione, elogiando i suoi dipendenti e illustrando la cura e l'amore nella scelta dei prodotti. 
Prendendo spunto dal classico La fabbrica di cioccolato, Tornatore ha quindi creato un personaggio fuori dalle righe che svela un mondo tutto rosa e fiori (che può però far inorridire gli animalisti).
Ora, chi quotidianamente va a far la spesa faticherà a riconoscersi in questa famiglia allegra e spensierata, così come il supermercato sembra distante anni luce da un luogo che ha più a che fare con la piccola bottega di paese interessata e cordiale... ma si sa, in pubblicità, come al cinema, tutto è consentito! 
Così, anche se alla fine Il mago di Esselunga fa più sorridere per l'ingenuità di interpretazione, la semplicità dei suoi effetti speciali e per la trama stucchevole, resta un prodotto che ha le sue potenzialità a livello visivo, con scelte di composizione che, nonostante tutto, si fanno apprezzare.
Certo, accostare un simile prodotto a Tornatore stride eccome, ma 20 minuti di follia glieli possiamo concedere! 



19 aprile 2012

Silenzio in Sala

Con l'arrivo del ponte del 25 aprile tanti film slittano la loro uscita a mercoledì, ma questa settimana il menù prevede molte pellicole da non perdere!

George Harrison-Living in the material world
Martin Scorsese è sinonimo di garanzia quando si tratta di documentari. Questa volta si è lanciato in un omaggio sentito ed ispirato all'ex Beatles George Harrison. In sala solo oggi e della durata considerevole di 208 minuti, Living in the material world attraverso riprese di repertorio ed interviste a chi lo ha conosciuto ed accompagnato negli anni, si ripercorre la sua carriera e la sua vita, dall'esordio con i fab four agli anni da solista. Da non perdere.
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To Rome with love
Girato a Roma e in uscita in Italia molto prima che in America, la nuova commedia di Woody Allen si presta già ad avere un tono minore rispetto al piccolo capolavoro che è stato Midnight in Paris. Con una struttura ad episodi che prevede grandi attori a livello internazionle e italiano nel cast, racconta vicissitudini e avventure di turisti in passaggio a Roma e di chi la città la vive, un omaggio alla capitale del cinema, ennesima tappa del tour europeo della nuova filmografia alleniana.
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Il castello nel cielo
Recuperato dalla Lucky Red, il film di Hayao Miyazachi è datato 1986. Ma vista la sua filmografia c'è da aspettarsi un cartone che non subisce il passare del tempo e che racconta con lo stile poetico del disegnatore l'avventura magica di Pazu e Sheeta, tra voli e fughe da pirati alla ricerca di una misteriosa città nel cielo.
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The rum diary
Se avete amato Paura e deliro a Las Vegas, questo film potrebbe interessarvi. Non perchè ne riprende i toni e la messa in scena da trip, ma perchè l'autore dei due è lo stesso. Depp incarna ancora una volta l'alter ego Hunter S. Thompson, colui che ha inventato lo stile gonzo, questa volta nei panni di un giornalista alla caccia di scoop nell'estate torrida di Puerto Rico. Si imbatterà in un losco uomo d'affari e nella sua bellissima donna di cui finirà per innamorarsi. Tanta ironia e fiumi di rum.
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16 aprile 2012

Biscotti Girella!

Il Fabbricatorte

Un modo divertente per fare colazione? I biscotti girella! Facilissimi da preparare e ancora di più da mangiare!

INGREDIENTI

200g burro
100g zucchero
270g farina
1 albume d'uovo
30g di cacao

PROCEDIMENTO

Iniziare mescolando assieme il burro freddo da frigo e la farina, lavorare con le mani in modo da scaldare il burro e facilitare il tutto. Aggiungere lo zucchero e continuare ad impastare fino ad avere una frolla liscia ed omogenea.
A questo punto, dividere l'impasto a metà, ad una delle quali mescolare assieme il cacao.

Una volta ottenute le due frolle di diverso colore, stenderle con il mattarello in due foglie rettangolari con spessore di circa 3 mm. Spennellare la parte bianca con l'albume d'uovo e appoggiare sopra la frolla al cacao, schiacciare bene in modo che aderiscano (le parti frastagliate vanno tagliate ma vanno benissimo per fare biscotti con le formine, formando l'effetto marmo con i due colori). Ora con delicatezza procedere arrottolando dal lato più corto formando un tronchetto. Tagliare poi dei dischi di 1 cm di spessore e i biscotti son pronti da essere disposti su una teglia. Infornare a 180° per circa 15 minuti e... Buon Appetito!



14 aprile 2012

Diaz-Don't clean up this blood

Andiamo al Cinema.



Il cinema italiano si fa impegnato. Dopo Marco Tullio Giordana e la sua analisi della strage di piazza Fontana, Daniele Vicari si occupa dei fatti della scuola Diaz, avvenuti durante il G8 a Genova nel luglio del 2001.
Il film colpisce allo stomaco, come un pugno, non solo per la violenza  fisica e psicologica delle scene dei pestaggi, ma per la natura quasi documentaristica della messa in scena.
Non ci sono veri e propri protagonisti, nonostante la presenza di attori bravi e navigati come Elio Germano e Claudio Santamaria, Vicari e Domenico Procacci -che con la sua Fandango ha prodotto il film- virano per un racconto corale, fatto di piccole storie e personaggi che affollavano la caotica Genova in quei giorni e che si vanno a scontrare ed incontrare nella Diaz: i veri Black Block, i giovani del Social Forum, i comandanti della polizia e dei carabinieri, gli innocenti.
Lo stile è dunque quello di una storia d'insieme, con continui passaggi in avanti e indietro nel tempo, sottolineati da tecnicismi a volte anche superflui.
Si evince da subito, però, come e quanto il lavoro documentaristico sia stato ricercato e studiato, lavoro che spesso va a sovrapporsi al girato come testimonianza di verità e aderenza ai fatti, con la macchina da presa che spesso ricalca i punti di vista dei filmati amatoriali trovati e quello dei testimoni.
L'intento del regista, come sottolineato anche dal sottotitolo del film, è quello di non dimenticare, di non lasciarsi fuorviare dagli anni ormai passati in cui le vicende giudiziarie hanno ormai preso il posto sulla scena, perché sangue è stato versato e quel sangue non deve essere pulito, scordato.
Diaz colpisce quindi, lasciando attoniti di fronte ad una violenza insensata e gratuita ai danni di giovani e non che affollavano e cercavano rifugio in quella scuola, in una situazione che va degenerando e che ricorda più un macelleria messicana -come venne definito- che non un'operazione di polizia in un Paese democratico.
Presentato al Festival di Berlino fuori concorso dove si è aggiudicato il secondo posto per il premio del pubblico, Diaz è stato ora acquistato da diversi paesi europei -Irlanda, Germania ed Inghilterra tra gli altri- a conferma di un prodotto di alta qualità dove la storia, anche grazie ai tecnicismi e allo stile di messa in scena, è protagonista.

13 aprile 2012

Romanzo di una Strage

Andiamo al Cinema.


Erano le 16.37 del 12 dicembre 1969. Dopo un caldo autunno fatto di bombe innocenti su treni e stazioni rivendicate da gruppi anarchici in tutta Italia, una bomba, molto più grande e molto meno innocente, esplose alla Banca Nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana, a Milano.
Le vittime furono 17, molti di più i feriti.

Romanzo di una strage parte da questi fatti per analizzare le indagini che seguirono, con altrettanti morti e colpe sospette (prima fra tutte quella dell’anarchico Pinelli) cercando una verità che fatica a farsi scoprire.
Come suggerisce il titolo, il film è costituito come un romanzo, fatto di capitoli e di trame che vanno col tempo ad intrecciarsi: i capi di stato che muovono le fila, gli anarchici e gli estremisti di destra che si fronteggiano e che vengono spiati e fuorviati nelle loro mosse, le indagini alla ricerca dei colpevoli che passano per Milano, per Roma, per Treviso e per Padova. Affianco a tutto ciò la figura del commissario Calabresi emerge, come centro del film, con i suoi dubbi e le sue perplessità su una giustizia che non sembra più essere giusta, con la sua fame di verità ma anche con la paura e l’amore per la famiglia. Proprio con la sua morte, simbolo in qualche modo dell’egemonia della violenza, ha fine questo romanzo. Ma la parola fine, dopo 43 anni, non è ancora stata pronunciata.

Marco Tullio Giordana conferma il suo essere regista impegnato e storico, che attraverso le sue opere vuole riscoprire e far scoprire un passato che non deve essere dimenticato. Dopo il sentito ricordo di Peppino Impastato ne I cento passi, la fotografia generazionale dei giovani d’Italia ne La meglio gioventù e la rivalutazione storica degli attori Valenti e Ferida in Sangue Pazzo, sofferma questa volta il suo occhio in piazza Fontana.
Ad aiutarlo un cast di attori che comprende i grandi nomi del nostro cinema: Favino interpreta un sofferto Pinelli, a cui il film rende omaggio, Mastandrea è Calabresi, Laura Chiatti sua moglie, Luigi Lo Cascio il giudice Paolillo, Fabrizio Gifuni un incredibile Aldo Moro.
L’interpretazione di tutti è attenta e trattenuta, resa ancora più veritiera dal gran lavoro dialettale.
La fotografia e i dettagli storici sono ancora più curati, a conferma che, se vuole, il cinema italiano sa essere davvero grande e sa restituire giustizia laddove ancora questa non c’è.