Christian, Raymond, Antoine, Zachary e Yvan.
C.R.A.Z.Y.
Così il dispotico Gervais ha voluto chiamare i suoi figli, un omaggio forse inconscio forse razionale alla sua cantante preferita, Patsy Cline, e al suo meraviglioso brano.
Nel Canada francofono questa numerosa famiglia sembra aver già il destino segnato con un acronimo del genere, e infatti negli anni i problemi da affrontare saranno molti.
Il film si concentra però soprattutto su Raymond e Zachary. Tanto ribelle e incurante delle regole il primo quanto timido e sottomesso l'altro. Seguendoli infatti fin dalla loro infanzia negli anni '70 li vediamo crescere e sperimentare sia dal punto di vista sessuale che culturale ed entrati nel boom degli anni '80, nella loro adolescenza piena si troveranno a fare i conti con quanto lasciato di irrisolto nel passato e se Raymond sceglierà la droga per rimarginare le ferite, Zachary farà di tutto per non accettare la sua omosessualità, tanto criticata da amici e dalla famiglia.
Ma nonostante un deprecabile percorso di analisi, nonostante i vani tentativi di andare con le ragazze, Zach deve fare i conti con sé stesso, ed ormai adulto si allontana da un padre che dichiara di non accettarlo per ritrovarsi solo, lontano, in una Gerusalemme ancora preso da paure.
Al suo ritorno a casa sarà cambiato, sarà maturato e cresciuto, pronto a volersi così com'è.
Il film di Jean-Marc Vallèe riesce con grazia e mai con banalità ad affrontare il tema gay. Dai problemi che l'accettazione crea nella famiglia alle chiacchiere di paese, tutto è messo in scena in modo naturale, purtroppo. Ma il finale positivo, certo, ma del tutto sincero ci mostra anche come forse solo il tempo riesce a far comprendere quello che per molti ancora non è accettabile. E se ce l'ha fatta Gervais, perché non ce la può fare ognuno di noi?
Tematica sociale a parte, ciò che rende ancora più bello C.R.A.Z.Y. è la sua colonna sonora. Con la musica veniamo letteralmente balzati all'interno di un'epoca... Dai Rolling Stones a Bowie, dai Pink Floyd a Charles Aznavour tutto è perfettamente calibrato e Marc-André Grondin (Zach) è un gran bel timoniere, pronto a trasformarsi e cambiare il suo stile.
Insomma, uno spettacolo per gli occhi e per le orecchie!
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