5 aprile 2025

La Città Ideale

#LaPromessa2025

Ho inseguito per anni questo film.
Credo di averlo in lista da quando ho iniziato a tenere una lista sui film che non dovevo dimenticare di vedere.
Lì, in attesa del suo momento, in attesa di scavalcare i titoli del momento, i recuperi dovuti, le Promesse stipulate.
La scorsa estate sono stata a un passo dal vederlo, complice una rassegna estiva con tanto di Luigi Lo Cascio ospite, poi i chilometri a dividermi da quella villa e una certa stanchezza, hanno annullato anche questa possibilità.
C'era una sola soluzione, lo sapevo: quella di inserire La Città Ideale in una Promessa.


Eccoci qui, quindi, ormai 13 anni dopo quella volta che il titolo mi è passato davanti e me lo sono appuntata per cercarlo.
In lista c'era finito per un semplice fatto: esordio alla regia di Luigi Lo Cascio.
Attore fortemente amato da queste parti, cotta storica dai tempi de La Meglio Gioventù (e questo, quand'è che mi decido a rivederlo?), impegnato fuori e dentro i set, ma allo stesso tempo ironico e capace di prendersi alla leggera, vedi alla voce The Bad Guy.
Sua unica regia per il cinema, viene da chiedersi perché.
Perché si muove con precisione in quel di Siena, la città ideale del titolo.
I guizzi ci sono, le capacità pure, i tormenti onirici e le trovate per aumentare il senso di disagio e pressione escono dal solito compitino per il cinema italiano.


Michele Grassadonia è finito a Siena proprio perché una città ideale.
Architetto di livello, si muove a piedi o in bicicletta, attento all'ambiente, a ogni rifiuto, a ogni spreco diventando il tormento del suo ufficio e quel tipo strampalato che in casa prova a vivere senza elettricità sfruttando specchi per la luce, acqua piovana per la doccia e dinamo per produrre energia.
Siamo nel 2012 e il tema non era così caldo, non era così scontato, meglio sottolinearlo.
La sua tranquilla vita di provincia cambia quando una notte buia e tempestosa torna sui suoi passi -meglio, sulla sua strada, nella prima volta dopo anni alla guida di un auto- e soccorre un uomo ai bordi della strada.
Ma la sua verità unita a piccole omissioni e gravi coincidenze finisce per portarlo ad essere l'unico sospettato di omicidio colposo. 
Con ogni suo tentativo di chiarimento finirà per scavarsi la fossa un po' più a fondo, con i ricordi che non tornano e procuratori come opinione pubblica e colleghi a essersi già formati la loro idea, lasciando Michele a tormentarsi e a guardarsi dentro.


Non si è circondato di nomi noti, in questo suo esordio, i comprimari sono caratteristi tra cui spicca Roberto Herlitzka. Lo Cascio si prende la regia e si prende la scena, con un personaggio apparentemente perfetto che con il suo dubbio finale sembra finalmente conoscere se stesso.
Non cerca la risoluzione del caso, Lo Cascio, non cerca il vero colpevole o le vere motivazioni, sta addosso al suo protagonista e al suo personaggio, nella sua lenta discesa verso gli inferi, nel contraddirsi non tanto con la sua verità, urlata a ripetizione, quanto con i suoi ideali, ambientalisti e morali che sembrano avere radici antiche e paterne con cui fare i conti.
Il finale resta sospeso, kafkiano e vecchia scuola in una metafora visiva piuttosto onirica, e quella che sembrava una commedia umana si trasforma in un noir all'italiana dove la tensione è interiore, sottolineata dalla colonna sonora di Andrea Rocca.
Non me lo aspettavo così, teso e da interni, La Città Ideale.
Non mi aspettavo, a tredici anni dalla sua uscita, di trovarlo ancora attuale, ancora così puntuale.

2 commenti:

  1. La scelta di Siena non è casuale: Siena è la città ideale... solo per i senesi! (e mi fermo qui). Direi che il soggetto del film rispecchia bene la location. Così come in "Diciannove", che abbiamo visto a Venezia

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  2. l'avevo visto al cinema, un film inquietante come pochi, forse per quello è rimasto in sala solo una settimana

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