Andiamo al Cinema
La Russia, si sa, non è famosa per le famiglie felici.
Ženja e Boris non sono certo l'eccezione.
Anzi, a dirla tutta, famiglia già non lo sono più. Costretti alla convivenza solo fino alla vendita del loro appartamento, di fatto già ognuno in un'altra relazione, più soddisfacente, più felice. Ad unirli, solo un figlio, arrivato come una sorpresa, in realtà mai voluto e cresciuto con questa verità più volte urlata.
Succede però che Alëša non torna più a casa.
Succede che se Boris rimane fuori la notte dall'altra compagna (in attesa di un altro figlio, di certo non propriamente voluto, di fatto un'altra sorpresa che complica la loro storia), Ženja torna altrettanto tardi e nemmeno controlla se Alëša sta bene o è a letto.
Risultato: Alëša non c'è, non torna, non tornerà. La polizia crede in una fuga volontaria, e la tensione, le parole che volano, le disattenzioni di due genitori più impegnati a rifarsi una vita che a darne una degna al figlio che hanno, non aiuta a cambiare idea.
31 gennaio 2018
30 gennaio 2018
Shameless - Stagione 8
Mondo Serial
Dove starà la felicità familiare dei Gallaghers, mi chiedo?
Difficile dirlo, perchè gli anni passano, li si attende sempre con ansia, e sempre poche gioie arrivano.
Ti accorgi poi che le cose cambiano quando pure il piccoletto di casa -Liam- ha una sua storyline, a volte messa da parte, messo a tacere lui, ma insomma, un po' ti senti vecchia a vederlo alle prese con problemi e padri ingombranti.
Ecco, il problema di questa stagione, che deludente non è, è però proprio questo: tante storyline, tanti personaggi ormai da seguire e con cui stare al passo, che si finisce spesso per dimenticarli, o per spingere oltre l'acceleratore.
Prendere Kev e Vi ad esempio, i vicini di casa a cui si vuol bene, ormai costola dei Gallaghers e che con i Gallaghers però ormai non si vedono più, che passano nel giro di 12 episodi dal cancro, alle radici familiari e razziste di Kev finendo con l'eterno triangolo con Svetlana, che risveglia ormoni e fa capire cosa eccita davvero. Un po' troppo, no?
O personaggi che avevamo imparato a conoscere -Neil, Trevor, Brad- relegati in un angolo e presto tagliati di scena, a favore di nuovi ingressi che poco si sopportano. Kassidi, parlo di te, anche se spingi il personaggio di Carl in nuove avventure, lo fai tornare presente, e fai temere per lui.
O vicine lesbiche di Fiona, sostitute di confidenze ai danni di Vi, di Lip, di Ian. Non mi è chiaro il vostro ruolo.
Detta così, sembra che la stagione non mi abbia soddisfatto, ma non fatevi ingannare.
Dove starà la felicità familiare dei Gallaghers, mi chiedo?
Difficile dirlo, perchè gli anni passano, li si attende sempre con ansia, e sempre poche gioie arrivano.
Ti accorgi poi che le cose cambiano quando pure il piccoletto di casa -Liam- ha una sua storyline, a volte messa da parte, messo a tacere lui, ma insomma, un po' ti senti vecchia a vederlo alle prese con problemi e padri ingombranti.
Ecco, il problema di questa stagione, che deludente non è, è però proprio questo: tante storyline, tanti personaggi ormai da seguire e con cui stare al passo, che si finisce spesso per dimenticarli, o per spingere oltre l'acceleratore.
Prendere Kev e Vi ad esempio, i vicini di casa a cui si vuol bene, ormai costola dei Gallaghers e che con i Gallaghers però ormai non si vedono più, che passano nel giro di 12 episodi dal cancro, alle radici familiari e razziste di Kev finendo con l'eterno triangolo con Svetlana, che risveglia ormoni e fa capire cosa eccita davvero. Un po' troppo, no?
O personaggi che avevamo imparato a conoscere -Neil, Trevor, Brad- relegati in un angolo e presto tagliati di scena, a favore di nuovi ingressi che poco si sopportano. Kassidi, parlo di te, anche se spingi il personaggio di Carl in nuove avventure, lo fai tornare presente, e fai temere per lui.
O vicine lesbiche di Fiona, sostitute di confidenze ai danni di Vi, di Lip, di Ian. Non mi è chiaro il vostro ruolo.
Detta così, sembra che la stagione non mi abbia soddisfatto, ma non fatevi ingannare.
29 gennaio 2018
Il Lunedì Leggo - Felicità Familiare di Lev Tolstoj
Gennaio si sa, per me significa andare in Russia.
Se non ancora in vacanza -che se non si è capito ieri, mi piacciono i posti freddi- perlomeno con un libro.
Dopo tanto Dostoevskij, dopo tanti classiconi dalle pagine infinite -ma bellissime- quest'anno c'era voglia di leggerezza, di semplicità.
Felicità Familiare è breve, forse troppo, è un piccolo sunto di vita, scritto in gioventù da Tolstoj.
Come faccia Tolstoj a conoscere così bene le donne, i loro pensieri, i loro moti d'animo, non lo so.
Sarà stata quella moglie, al suo fianco per una vita intera? Saranno state le zie con cui è cresciuto?
Sta di fatto che Maša non ha niente da invidiare alla più famosa Anna, tratteggiata e raccontata com'è.
Una ragazza semplicissima, che la vita ancora non l'ha vissuta, orfana a 17 anni, per 17 anni sempre vissuta in campagna, nella tenuta di famiglia, di cui ora è chiamato a farsi carico l'amico e vicino Sergej. Più grande (dicono anziano, dicono già ritirato dalla vita, a soli 35 anni), che Maša l'ha vista crescere, c'ha giocato come fosse sua figlia, e ora, con gli anni passati, con la maturità di lei avvenuta d'un balzo, qualcosa cambia.
Sguardi, parole, sensazioni.
Se non ancora in vacanza -che se non si è capito ieri, mi piacciono i posti freddi- perlomeno con un libro.
Dopo tanto Dostoevskij, dopo tanti classiconi dalle pagine infinite -ma bellissime- quest'anno c'era voglia di leggerezza, di semplicità.
Felicità Familiare è breve, forse troppo, è un piccolo sunto di vita, scritto in gioventù da Tolstoj.
Come faccia Tolstoj a conoscere così bene le donne, i loro pensieri, i loro moti d'animo, non lo so.
Sarà stata quella moglie, al suo fianco per una vita intera? Saranno state le zie con cui è cresciuto?
Sta di fatto che Maša non ha niente da invidiare alla più famosa Anna, tratteggiata e raccontata com'è.
Una ragazza semplicissima, che la vita ancora non l'ha vissuta, orfana a 17 anni, per 17 anni sempre vissuta in campagna, nella tenuta di famiglia, di cui ora è chiamato a farsi carico l'amico e vicino Sergej. Più grande (dicono anziano, dicono già ritirato dalla vita, a soli 35 anni), che Maša l'ha vista crescere, c'ha giocato come fosse sua figlia, e ora, con gli anni passati, con la maturità di lei avvenuta d'un balzo, qualcosa cambia.
Sguardi, parole, sensazioni.
28 gennaio 2018
La Domenica Scrivo - Solitudine (di Paesi solitari in cui né si nasce né si muore, di solitari per scelta, dello star bene da soli, o quasi)
C'è un'isola in cui si vive, ma in cui non si muore né si nasce.
È un'isola, anzi, un arcipelago, in cui nessuno ha abitato per anni. Solo dall'Ottocento qualcuno lì c'è andato, e ha deciso di fermarsi.
Questione di denaro, ovviamente, di giacimenti da sfruttare e di uomini da lasciare lì, a lavorare e vivere.
Sono isole quasi in capo al mondo, più vicine al Polo Nord che non ad altri Stati, ufficialmente norvegesi, in realtà luogo di nessuno, in cui non ci sono state guerre, non ci sono stati fatti storici degni di nota. Solo qualche paese -città sarebbe un eufemismo- nato e cresciuto, ognuno con lo stile dei lavoratori che c'andavano ad abitare, sovietici, quindi, perlopiù.
Sono isole in cui si andava e si va a vivere alla ricerca di pace, fuggendo da qualcosa più che andando incontro ad altro, in quella solitudine tipica del nord, del freddo e della neve.
È un'isola, anzi, un arcipelago, in cui nessuno ha abitato per anni. Solo dall'Ottocento qualcuno lì c'è andato, e ha deciso di fermarsi.
Questione di denaro, ovviamente, di giacimenti da sfruttare e di uomini da lasciare lì, a lavorare e vivere.
Sono isole quasi in capo al mondo, più vicine al Polo Nord che non ad altri Stati, ufficialmente norvegesi, in realtà luogo di nessuno, in cui non ci sono state guerre, non ci sono stati fatti storici degni di nota. Solo qualche paese -città sarebbe un eufemismo- nato e cresciuto, ognuno con lo stile dei lavoratori che c'andavano ad abitare, sovietici, quindi, perlopiù.
Sono isole in cui si andava e si va a vivere alla ricerca di pace, fuggendo da qualcosa più che andando incontro ad altro, in quella solitudine tipica del nord, del freddo e della neve.
27 gennaio 2018
Pretty Woman
#LaPromessa2018
Lo ripeto per chi si fosse perso la notizia: non avevo mai visto Pretty Woman.
Mai.
Nonostante le millemila repliche, nonostante il suo essere un cult trasmesso con share alle stelle su Rai1, nonostante il suo essere il capostipite di quelle commedie romantiche, i boy meets girl, che tanto mi piacciono.
Ma una promessa è una promessa.
E armata di tisana, coperta e migliore amico, mi sono buttata nel lato più leggero di quella promessa fatta domenica scorsa.
Cos'è successo?
Che sono rimasta piuttosto basita.
Lo ripeto per chi si fosse perso la notizia: non avevo mai visto Pretty Woman.
Mai.
Nonostante le millemila repliche, nonostante il suo essere un cult trasmesso con share alle stelle su Rai1, nonostante il suo essere il capostipite di quelle commedie romantiche, i boy meets girl, che tanto mi piacciono.
Ma una promessa è una promessa.
E armata di tisana, coperta e migliore amico, mi sono buttata nel lato più leggero di quella promessa fatta domenica scorsa.
Cos'è successo?
Che sono rimasta piuttosto basita.
26 gennaio 2018
Chiamami col tuo nome
Andiamo al Cinema
Da qualche parte nel Nord Italia, 1983
Un'estate di sole, di leggerezza, di primi amori e prime passioni.
Quelle estati capaci di segnare una vita, di essere indimenticabili.
È l'estate di Elio, come sempre al presso della famiglia nella tenuta di campagna, dove non mancano le calde notti, le colazioni tardi, la frutta maturata al sole, il fiume in cui andare a rinfrescarsi con gli amici dell'estate, che crescono come lui.
E uno studente, ogni anno diverso, chiamato dal padre-professore come un onore a trascorrere lì qualche settimana.
Quest'anno arriva Oliver.
Americano, bello, imponente, più grande di quello che i suoi 24 anni facevano pensare, ammirato da tutti, da tutti amato, e che trasuda vita, ad ogni dormita profonda, ad ogni pasto divorato, ad ogni bicchiere bevuto con sazietà.
Elio lo invidia.
Lo scruta.
E qualcosa si muove.
Ma può essere quel suo continuo allontanarsi, quel suo mostrarsi capace di inserirsi in ogni situazione -che sia una partita a carte o di pallavolo, o un pranzo- un sintomo in realtà di timidezza?
Di un muoversi simile, dentro?
Mentre Elio osserva, legge, suona e ascolta musica, lo insegue, gli lascia corda.
Da qualche parte nel Nord Italia, 1983
Un'estate di sole, di leggerezza, di primi amori e prime passioni.
Quelle estati capaci di segnare una vita, di essere indimenticabili.
È l'estate di Elio, come sempre al presso della famiglia nella tenuta di campagna, dove non mancano le calde notti, le colazioni tardi, la frutta maturata al sole, il fiume in cui andare a rinfrescarsi con gli amici dell'estate, che crescono come lui.
E uno studente, ogni anno diverso, chiamato dal padre-professore come un onore a trascorrere lì qualche settimana.
Quest'anno arriva Oliver.
Americano, bello, imponente, più grande di quello che i suoi 24 anni facevano pensare, ammirato da tutti, da tutti amato, e che trasuda vita, ad ogni dormita profonda, ad ogni pasto divorato, ad ogni bicchiere bevuto con sazietà.
Elio lo invidia.
Lo scruta.
E qualcosa si muove.
Ma può essere quel suo continuo allontanarsi, quel suo mostrarsi capace di inserirsi in ogni situazione -che sia una partita a carte o di pallavolo, o un pranzo- un sintomo in realtà di timidezza?
Di un muoversi simile, dentro?
Mentre Elio osserva, legge, suona e ascolta musica, lo insegue, gli lascia corda.
25 gennaio 2018
Silenzio in Sala - Le Uscite al Cinema del 25 Gennaio
Tanti, tanti film in uscita.
Titoli su cui puntare in sicurezza (anche se qualche lungaggine è da tenere in conto): due.
Poi ci sono commedie francesi, thriller si spera appassionanti e un Ligabue che chissà com'è.
Poi, ovvio, pullulano i film per la Giornata della Memoria, e i riempitivi del caso.
Chiamami col tuo nome
Arriva finalmente nelle sale l'atteso e già elogiato all'estero film di Luca Guadagnino.
Storia di formazione, e di amore, in quel di Crema. Armie Hammer e Timothée Chalamet già idolatrati, passeranno prestissimo sui miei schermi.
Aspettative altissime.
Trailer
Downsizing
Film di apertura allo scorso Festival di Venezia, Alexander Payne da un soggetto originale e brillante, non ha saputo però mantenere alto (ahah) il ritmo.
Colpa dei 135 minuti di durata? Anche.
Per saperne di più, ne ho scritto QUI.
Made In Italy
Luciano Ligabue torna dietro la macchina da presa e dà vita alle canzoni del suo ultimo concept album.
Storie di quarantenni, di lavoro, di amore e di Italia in crisi, con Stefano Accorsi e Kasia Smutniak.
La voglia, però, non c'è.
Trailer
L'Uomo del Treno
Nonostante la presenza dell'affezionato a fanta-thriller e action dai twist imprevedibili Liam Neeson, il Trailer qualche curiosità l'ha messa.
La vita da pendolare non sarà più la stessa se un'organizzazione segreta ci sta alle costole.
Il resto del cast, poi, è notevole: Vera Farmiga, Patrick Wilson, Sam Neill, Elizabeth McGovern, Jonathan Banks.
Tutti gli uomini di Victoria
Quelle commedie rosa leggere leggere e femminili che arrivano dalla Francia e che fanno assaporare la leggerezza.
Alla primavera manca un po', ma per staccare la spina male non fa.
Trailer
Paradise
Esce con due anni di ritardo il film di Konchalovskiy dedicato all'Olocausto, e ovviamente calcando la Giornata della Memoria che si sta avvicinando.
Peccato che il film, già a Venezia non mi avevesse convinto.
Leggere QUI per saperne di più.
La Testimonianza
Ancora necessità di ricordare, con un film non ambientato durante la guerra, ma negli anni a seguire, con un ebreo che combatte in tribunale per evitare che nel luogo di una strage di suoi concittadini venga costruito un complesso industriale.
Trailer
Gli Invisibili
Altro film a tema Olocausto, questa volta tedesco, questa volta con protagoniste quattro donne e la loro sopravvivenza negli anni della guerra.
A quando qualcosa di diverso che sappia davvero smuovere la nostra coscienza?
Trailer
Finalmente Sposi
Diretta da Lello Arena una commediola leggerissima e che poco farà ridere sugli equivoci dell'amore e della preparazione al matrimonio.
Anche no.
Trailer
Edhel
Meglio le commediole che i tentativi di film fantasy italiani.
Amatorialismo a gogo.
Trailer
Bigfoot Junior
Per le famiglie in crisi, ecco quell'animazione non certo eccelsa e quella trama piuttosto banale con cui i più piccoli -ma solo loro- si divertiranno.
Trailer
Titoli su cui puntare in sicurezza (anche se qualche lungaggine è da tenere in conto): due.
Poi ci sono commedie francesi, thriller si spera appassionanti e un Ligabue che chissà com'è.
Poi, ovvio, pullulano i film per la Giornata della Memoria, e i riempitivi del caso.
Chiamami col tuo nome
Arriva finalmente nelle sale l'atteso e già elogiato all'estero film di Luca Guadagnino.
Storia di formazione, e di amore, in quel di Crema. Armie Hammer e Timothée Chalamet già idolatrati, passeranno prestissimo sui miei schermi.
Aspettative altissime.
Trailer
Downsizing
Film di apertura allo scorso Festival di Venezia, Alexander Payne da un soggetto originale e brillante, non ha saputo però mantenere alto (ahah) il ritmo.
Colpa dei 135 minuti di durata? Anche.
Per saperne di più, ne ho scritto QUI.
Made In Italy
Luciano Ligabue torna dietro la macchina da presa e dà vita alle canzoni del suo ultimo concept album.
Storie di quarantenni, di lavoro, di amore e di Italia in crisi, con Stefano Accorsi e Kasia Smutniak.
La voglia, però, non c'è.
Trailer
L'Uomo del Treno
Nonostante la presenza dell'affezionato a fanta-thriller e action dai twist imprevedibili Liam Neeson, il Trailer qualche curiosità l'ha messa.
La vita da pendolare non sarà più la stessa se un'organizzazione segreta ci sta alle costole.
Il resto del cast, poi, è notevole: Vera Farmiga, Patrick Wilson, Sam Neill, Elizabeth McGovern, Jonathan Banks.
Tutti gli uomini di Victoria
Quelle commedie rosa leggere leggere e femminili che arrivano dalla Francia e che fanno assaporare la leggerezza.
Alla primavera manca un po', ma per staccare la spina male non fa.
Trailer
Paradise
Esce con due anni di ritardo il film di Konchalovskiy dedicato all'Olocausto, e ovviamente calcando la Giornata della Memoria che si sta avvicinando.
Peccato che il film, già a Venezia non mi avevesse convinto.
Leggere QUI per saperne di più.
La Testimonianza
Ancora necessità di ricordare, con un film non ambientato durante la guerra, ma negli anni a seguire, con un ebreo che combatte in tribunale per evitare che nel luogo di una strage di suoi concittadini venga costruito un complesso industriale.
Trailer
Gli Invisibili
Altro film a tema Olocausto, questa volta tedesco, questa volta con protagoniste quattro donne e la loro sopravvivenza negli anni della guerra.
A quando qualcosa di diverso che sappia davvero smuovere la nostra coscienza?
Trailer
Finalmente Sposi
Diretta da Lello Arena una commediola leggerissima e che poco farà ridere sugli equivoci dell'amore e della preparazione al matrimonio.
Anche no.
Trailer
Edhel
Meglio le commediole che i tentativi di film fantasy italiani.
Amatorialismo a gogo.
Trailer
Bigfoot Junior
Per le famiglie in crisi, ecco quell'animazione non certo eccelsa e quella trama piuttosto banale con cui i più piccoli -ma solo loro- si divertiranno.
Trailer
24 gennaio 2018
Io Sono l'Amore
E' già Ieri -2009-
Ci sono film che invecchiano bene, altri che invecchiano male.
E spiace dirlo a Luca Guadagnino, fresco di 4 nomination all'Oscar con il suo Chiamami col tuo nome, ma Io sono l'amore, bene non è invecchiato.
Visto oggi, infatti, pure quei costumi candidati nel 2011 tra i migliori stonano un po', con abiti sì, senza tempo, altri che il tempo l'hanno subito e lo portano addosso come il peggiore dei pesi.
Ma è il suo insieme che fatica a carburare, è una trama ridotta all'osso, e tanti esercizi di stile in cui la fa da padrone una fredda eleganza -dell'arredamento, di culture, di cibo e di spazi, soprattutto, con case, ville, città e orti che diventano personaggi in più.
Con questa scelta, Guadagnino ci racconta e ci presenta la ricca famiglia Recchi.
Ci sono film che invecchiano bene, altri che invecchiano male.
E spiace dirlo a Luca Guadagnino, fresco di 4 nomination all'Oscar con il suo Chiamami col tuo nome, ma Io sono l'amore, bene non è invecchiato.
Visto oggi, infatti, pure quei costumi candidati nel 2011 tra i migliori stonano un po', con abiti sì, senza tempo, altri che il tempo l'hanno subito e lo portano addosso come il peggiore dei pesi.
Ma è il suo insieme che fatica a carburare, è una trama ridotta all'osso, e tanti esercizi di stile in cui la fa da padrone una fredda eleganza -dell'arredamento, di culture, di cibo e di spazi, soprattutto, con case, ville, città e orti che diventano personaggi in più.
Con questa scelta, Guadagnino ci racconta e ci presenta la ricca famiglia Recchi.
23 gennaio 2018
Oscar 2018 - Le Nomination
Un po' in ritardo rispetto al resto del mondo e rispetto al mio solito, eccole qui le nomination agli Oscar.
Sorprese?
Sì, rispetto ai Golden Globe qualche nome si è fatto strada, qualcun altro è stato declassato.
Partiamo dai grandi esclusi, da Spielberg e da McDonagh depennati fra i miglior registi a favore dei giovani Greta Gerwig e Jordan Peele. Voglia di novità da parte dell'Academy?
Tra gli attori, invece, fuori la Chastain e la Stone a lasciare il passo all'ennesima candidatura della Streep, mentre la vera sorpresa è fra gli uomini, con James Franco fresco di denunce lasciato a bocca asciutta, mentre l'ipocrisia regna sovrana con il sostituto di Kevin Spacey, Christopher Plummer, a venire menzionato, nonostante Tutti i soldi del mondo non abbia altre categorie degne di nota in cui concorrere.
Poco altro cambia, allora, rispetto ai Globi, con The Shape of Water e Tre Manifesti... film da battere, anche se guadagnano posizioni sia il discusso Dunkirk (con Nolan che riceve la sua prima nomination), sia quella noia di L'ora più buia chel'italo-americano Chiamami col tuo nome, che riempie di gioia il nostro cuore patriottico.
Sorprese infine nei premi tecnici, con Blade Runner 2049 che fa capolino e pure Logan fra le migliori sceneggiature, mentre fra i film stranieri escluso il vincitore dei Golden Globe In the Fade, esclusa pure Angelina Jolie, con un quintetto eterogeneo a contendersi la statuetta.
Il verdetto si stabilirà la notte del 4 marzo, non resta che aspettare.
Nel frattempo, ecco le nomination:
Sorprese?
Sì, rispetto ai Golden Globe qualche nome si è fatto strada, qualcun altro è stato declassato.
Partiamo dai grandi esclusi, da Spielberg e da McDonagh depennati fra i miglior registi a favore dei giovani Greta Gerwig e Jordan Peele. Voglia di novità da parte dell'Academy?
Tra gli attori, invece, fuori la Chastain e la Stone a lasciare il passo all'ennesima candidatura della Streep, mentre la vera sorpresa è fra gli uomini, con James Franco fresco di denunce lasciato a bocca asciutta, mentre l'ipocrisia regna sovrana con il sostituto di Kevin Spacey, Christopher Plummer, a venire menzionato, nonostante Tutti i soldi del mondo non abbia altre categorie degne di nota in cui concorrere.
Poco altro cambia, allora, rispetto ai Globi, con The Shape of Water e Tre Manifesti... film da battere, anche se guadagnano posizioni sia il discusso Dunkirk (con Nolan che riceve la sua prima nomination), sia quella noia di L'ora più buia chel'italo-americano Chiamami col tuo nome, che riempie di gioia il nostro cuore patriottico.
Sorprese infine nei premi tecnici, con Blade Runner 2049 che fa capolino e pure Logan fra le migliori sceneggiature, mentre fra i film stranieri escluso il vincitore dei Golden Globe In the Fade, esclusa pure Angelina Jolie, con un quintetto eterogeneo a contendersi la statuetta.
Il verdetto si stabilirà la notte del 4 marzo, non resta che aspettare.
Nel frattempo, ecco le nomination:
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