Per il suo debutto in suolo americano il regista Park Chan-wook ha scelto nientemeno che una sceneggiatura che nel 2010 era finita nella famosa Black list. Scritta dall'esordiente Wentworth Miller (il protagonista di Prison Break) sotto falso nome, Stoker si incentra sulla misteriosa comparsa di un quasi sconosciuto zio in casa della vedova Evelyn e della figlia diciottenne e particolare India, subito dopo la morte di suo fratello.
L'atmosfera carica di mistero e di pathos porterà poco a poco a svelare chi sia questo zio portando con sé la conoscenza da parte di India della sua natura e di se stessa.
Al di là di una trama comunque intrigante, quello che colpisce del film è la maestria con il quale è stato girato. Già i titoli di testa incantano, con le prospettive diverse, le inclinazioni della macchina da presa e i movimenti eleganti e sinuosi. Eleganza che si continuerà poi a trovare nell'intero film, un'eleganza che è però fredda, che si allinea perfettamente con il carattere della protagonista e il suo abbigliamento. Attraverso un montaggio raffinato e una fotografia luminosa come il ghiaccio, Park Chan-wook riesce a dare movimento ad una storia lenta e silenziosa, raggirandoci con colpi di scena e illusioni da grande maestro. Per quanto infatti si capisca fin da subito che dietro la bellezza e la compostezza dello zio Charlie si nasconda qualcosa di più -così come nella stessa India con la sua ostilità e ritrosia verso il prossimo- il dispiego nel finale con un flashback tanto macabro quanto inquietante e la decisione della ragazza non possono non raggelare. Ancora più interessante, poi, chiudere il cerchio lì dove lo si era aperto, con le parole pronunciate inizialmente da India, ma soprattutto con le immagini, che si caricano ora di un nuovo significato.
Nota a parte merita il cast, con una Nicole Kidman in forma anche se defilata, con un disturbante Matthew Goode e con una bravissima e quasi irriconoscibile Mia Wasikowska sotto la chioma corvina, che continua così la sua carriera senza sbagliare un colpo.
Piaciuto anche a me, nonostante come hai detto tu il ruolo dello zio sia intuibile già dalla prima apparizione:)
RispondiEliminaSe è piaciuto a un amante del thriller, mi sento dalla parte giusta :)
Eliminami unisco ai soddisfatti, bel film
RispondiEliminabravo Park
concordo!
RispondiEliminaBel film, sono contenta di leggere qualcosa di positivo al riguardo finalmente, oltre alla mia recensione.
RispondiEliminaFortuna che non ho letto niente prima di guardarlo o sarei partita molto prevenuta visti i giudizi poco felici nella blogosfera...
Eliminaper me questa sceneggiatura faceva meglio a stare nella black list :)
RispondiEliminaSe la sceneggiatura non è proprio originalissima, io son felice sia stata realizzata per la bellezza delle immagini, tiè :)
Eliminanon l'ho visto...
RispondiEliminamannaggia a me
Recupera e fammi sapere!
EliminaVisivamente bellissimo e confezione di gran classe. Però svolgimento deludente a mio modo di vedere: dal regista di 'Old Boy' e 'Lady vendetta' era lecito aspettarsi di più... poco ritmo, suspance appena accennata, finale tutto sommato 'telefonato'. E' un film su commissione e si vede. Ben fatto, ma non certo disturbante come uno s'immagina.
RispondiEliminaPurtroppo di Park devo ancora vedere altro, provvederò a breve a recuperare la sua trilogia della vendetta. Però così mi sono goduta senza troppe aspettative questo.
EliminaFilm vuoto e definito solo dalla confezione.
RispondiEliminaUna delusione che ha perfino messo d'accordo me e il Cannibale! ;)
Ho visto le tue bottigliate... sono tornata a mettervi d'accordo, insomma. Non so se gioirne :)
EliminaContando che Park ha fatto uno dei miei film preferiti ("Oldboy", se non si fosse capito) forse sono partito con troppa hype... ma comunque l'ho trovato un film indegno di esistere, una delle peggiori sceneggiature di sempre.
RispondiEliminaE manco una messa in scena bellissima come questa può salvare un simile piattume intellettuale - sempre a mio parere, sia chiaro...
Come ho scritto di Park non ho visto altro però questo nonostante qualche falla nella sceneggiatura mi è piaciuto molto, inquietandomi e sorprendendomi a livello visivo. Tutto questo odio, quindi, non lo sento proprio.
EliminaVisivamente è quanto di meglio abbia visto recentemente, una cura dei dettagli, dei movimenti di macchina e dei colori davvero maniacale. Però mi accodo, a malincuore, a quelli che si aspettavano una sceneggiatura un tantino meno scontata. Un vero peccato. Tutta colpa di Michael Scoffield.
RispondiEliminaPovero Michael Scoffield, aspettavo che usassero la sua sceneggiatura da due anni... effettivamente il più lo fa l'ambientazione e la bravura della regia/fotografia ma comunque lo trovo un bel film.
EliminaNon sapevo chi avesse scritto la sceneggiatura e da quanto fosse in attesa.
RispondiEliminaio il ruolo dello zio invece non l'ho capito subito, anzi, è proprio scoprire chi fosse che mi ha affascinato.
Continuo a dire che le tematiche affrontate secondo me, almeno per importanza, sono pari alla cifra stilistica, poi magari soprattutto nel finale degli errori di scrittura ci sono.
D'accordo con te comunque :)
Per scoprire chi fosse ho dovuto aspettare anch'io il finale ma che nascondesse un lato losco lo si intuiva fin dalla prima apparizione, quanto disturbante!
EliminaBellissimo, diretto magistralmente e disturbante. Servirebbero più film così, alla faccia del "lavoro su commissione" :P
RispondiEliminaGià già! Quando mi cimenterò con il resto di Park magari vedrò le cose in modo diverso, ma la prima -bellissima- impressione non si scorda mai!
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