14 quadri, come 14 sono le stazioni della via crucis, compongono Kreuzweg.
Ognuno dei quali ci mostra la lenta ma inesorabile discesa all’inferno o salita al paradiso (il punto di vista si può dividere) di Maria.
Maria, una ragazzina di appena 14 anni, prossima alla cresima, cresciuta in un famiglia dai modi rigidi nella rigida tradizione cattolica fondamentalista: la musica è satanica, lo specchio induce al peccato, sacrificare anche i piccoli piaceri è un bene.
Maria, sostenuta anche dalle dichiarazioni di un prete che invita i suoi giovani discepoli al sacrificio, decide di sacrificare la sua intera vita a Dio: rinuncia al cibo, rinuncia alla musica, pecca e cade davanti all’infatuazione per un ragazzo che la cerca e la vorrebbe nel coro della sua chiesa, ma si rialza, convinta che Dio accetterà il suo sacrificio, compiendo il miracolo, aiutando il fratellino più piccolo che a 4 anni ancora non ha pronunciato una parola e si sospetta essere autistico.
La sua settimana ci è così raccontata paragonandola alla salita di Cristo sul Golgota, mostrandoci con freddezza tutta la sua caparbietà, tutta la sua fede, cieca.
E si resta attoniti davanti a un estremismo simile, a una religione che predica l’amore (per se stessi, per gli altri, per Dio) e che è invece così chiusa e bigotta, così capace di isolamento: non stupisce che Maria finisca vittima del bullismo, che le sue decisioni sconcertino i suoi professori, la tata del fratello, ma non la madre, che la punisce verbalmente e la supporta inconsapevolmente. Fino alla fine.
Si resta attoniti anche di fronte a una messa in scena secca e maestosa: 14 quadri si diceva, 14 scene con la macchina da presa ferma, ad inquadrare quanto avviene dentro e fuori campo, privilegiando lo sguardo di Maria in una composizione fredda e distaccata ma perfetta. Solo due i movimenti che si concede, simbolicamente miracolosi, senza musica, senza pathos, mostrando asetticamente quanto succede. Quasi dietro quella macchina da presa ci fosse Michael Haneke.
E si resta attoniti, infine, per una vicenda che è difficile non legare all’oggi, a quegli estremismi religiosi che qualunque sia il Dio a cui si è devoti, fanno male, fanno del male.
E portano alla luce tesi e dibattiti che potrebbero continuare all’infinito, sulla fede, sull'interpretazione, sul sacrificio stesso.
Kreuzweg è così un film che nella sua semplicità di trama e messa in scena, nasconde una profondità che lascia pieni di rabbia ma anche di paura, dimostrando una rinascita del cinema tedesco capace di racconti tanto potenti.
Devo vederlo per forza, anche se a pelle mi ispira un po' di noia.
RispondiEliminaSpero di smentirmi, e di trovare un altro film per il (povero) listone di quest'anno. ;)
Di noia non ce n'è traccia, é tutto così asciutto e secco che ci si perde nei dialoghi e nella follia di questa famiglia. Potrebbe piacerti, e non poco, ne sono sicura!
EliminaGran bel film, uno dei migliori che ho visto quest'anno! Sicuramente un pugno nello stomaco, dal messaggio molto pesante, ma di certo non penso sia un film noioso - al contrario di quanto mi sarei aspettato invece.
RispondiEliminaTemevo di subirlo, e invece il pugno allo stomaco lo assestano ben bene. Questi tedeschi ultimamente continuano a stupire!
EliminaSono sempre più curioso.
RispondiEliminaPotrebbe essere una delle sorprese dell'anno oppure prendersi un sacco di bottigliate.
E' in rampa di lancio.
Bottigliate non credo, forse solo perché lanciate dalla rabbia :)
EliminaA me è piaciuto molto, è un film che non lascia indifferenti. Anzi, pare fatto apposta per questi giorni terribili... dove in tanti, troppi, parlano e (s)parlano su un problema delicatissimo. "Kreuzweg" dice una cosa semplice: le religioni non uccidono nessuno, sono le interpretazioni degli uomini che provocano disastri. La Bibbia è una, è uguale per tutti. ma viene interpretata in modo ben diverso da Maria (e soprattutto dai suoi genitori) rispetto alla Chiesa "conciliante" del Papa. Toccante e terribile insieme, un gran bel film.
RispondiEliminaTerribile davvero, da sempre allergica alla religione non sai quanta rabbia mi é salita! Il vero male é l'ignoranza, la chiusura mentale, e se alla fine questa famiglia un po' la si "capisce" non si trova comunque un senso...
EliminaUn film di quelli per cui vale la pena ringraziare Dio.
RispondiEliminaO forse è meglio di no? :)
Meglio di no, va, meglio non rischiare la sua ira :)
Eliminace l'ho in lista da un bel po', direi che a questo punto è l'ora di darci un occhiata :-)
RispondiEliminaDagliela dagliela, ne vale davvero la pena!
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