4 agosto 2020

I Know This Much Is True

Mondo Serial

So che almeno questo è vero.
Derek Cianfrance dopo il suo Blue Valentine era diventato un regista atteso e richiesto.
Almeno dalla sottoscritta.
Ma queste attese sono state infrante con il non troppo riuscito Come un tuono, con il melenso La luce sugli oceani ricordato ormai solamente per l'amore scoppiato sul set fra Fassbender e la Vikander.
Il suo debutto seriale poteva rimetterlo nella giusta carreggiata?
Forse, mi dicevo.
Certo, aveva scelto Mark Ruffalo come doppio protagonista, aveva scelto le non troppo simpatiche Juliette Lewis e Kathryn Hahn, ma aveva scelto anche la fresca Imogen Poots e Marcello Fonte come narratore.
Il ragionevole dubbio glielo si poteva concedere.



So che almeno questo è vero.
Ho dei problemi con Mark Ruffalo.
Non c'entrano la simpatia o l'antipatia a pelle come nel caso di Tom Cruise o Adam Sandler giusto per citare due attori nella mia lista nera.
C'entra lo sforzo che vedo ogni volta che sceglie un ruolo impegnativo e sofferto per diventare quel personaggio.
Non vedo un giornalista combattivo (Spotlight), non vedo un padre bipolare (Infinitely Polar Bear) o un malato di AIDS arrabbiato (Normal Heart), come qui non vedo i gemelli Birdsey: vedo sempre Ruffalo che s'impegna ad interpretarli.
In modo sentito, intenso, ma pur sempre visibile.


So che almeno questo è vero.
Le miniserie sono belle, sai che sono dei veri e propri film ad episodi che iniziano e si concludono nel giro di una manciata -sei in questo caso- di puntate.
Ma chissà perché, proprio per questo, gli si concede più tempo arrivando a una durata di un'ora l'una che al giorno d'oggi, in questa stagione estiva, sono una vera e propria mazzata.

So che almeno questo è vero.
Il pilot di I Know This Much Is True cattura in parte.
Sì, c'è una voce narrante che come sempre per me fa la differenza.
Ma lo capisci subito che strade si andranno a prendere nello scavare nel rapporto tra due fratelli gemelli così simili e così diversi:
con il responsabile che si prenderà carico di ogni peso fino a soccombere,
con i sensi di colpa e la voglia di fregarsene di quel fratello schizofrenico a sollevarsi ogni tanto,
con questo rapporto di co-dipendenza e di spazi da crearsi analizzato dall'infanzia ad oggi.
Oggi che quel gemello malato si è mozzato da solo una mano, in una biblioteca, come un sacrificio a Dio, che si può fare?
Quanto combattere, farsene carico, mostrando preoccupanti ossessioni e mancanze?
Tragedie ce ne sono, e sembrano occupare tutta la storia della famiglia Tempesta.
Nel passato più recente e in quello più remoto, con quel nonno immigrato dalla Sicilia, egocentrico e paranoico a raccontare in contemporanea la sua storia in un manoscritto da far tradurre alla più inaffidabile e insopportabile delle traduttrici (che fortunatamente scompare presto nel nulla).


So che almeno questo è vero.
Se un pilot non cattura, difficilmente la conquista può arrivare dopo.
E infatti I Know This Much Is True prosegue su quella strada prevedibile come si pensava, tra stanze d'ospedale e di tribunale, sedute dallo psicologo e confessioni alle ex.
Flash del passato a farsi scoprire, vicini e compagni indiani come presenze costanti.
Ma non si capisce perché prendere Juliette Lewis e Imogen Poots per sfruttarle così poco, non si capisce com'è che nonostante le attese, solo un gemello è sempre presente in scena con l'altro rinchiuso e confinato, non si capisce perché Marcello Fonte recita così male (che lo faccia apposta? che facendolo in una lingua a Cianfrance sconosciuta tutto gli era concesso? Mah), non si capisce l'aria di pesantezza che si respira sempre.
Sempre.
E non aiutano la grana grossa della fotografia a richiamare gli anni '80, la regia claustrofobica di Cianfrance e le allucinazioni che si alternano man mano che il Ruffalo responsabile diventa sempre più inaffidabile.


So che almeno questo è vero.
Se quest'estate sembra improvvisamente a corto di titoli seriali da vedere e da non perdere, questo potevo risparmiarmelo.

Voto: ☕☕/5

4 commenti:

  1. Come ci dicevamo in privato, dopo la pesantezza del pilot potrei lasciar perdere. Figuriamoci in questa stagione, poi. Non vedrò un film da un mese. Zero voglia, e i temi pesanti dunque scoraggiano.

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    1. Non sarò certo io a convincerti di dargli una chance nonostante le nomination agli Emmy. Pesante per temi e durata, personaggi odiosi e urlanti... Se non ci fosse questo periodo di magra di nuovi titoli lo avrei abbandonato pure io.

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  2. L'avevo trascurata perché Mark Ruffalo è pure sulla mia lista nera, al contrario di Tom Cruise e Adam Sandler. :)
    Un doppio Mark Ruffalo per me è davvero troppo!

    Per colpa sua, mi era sfuggito persino lo zampino di Derek Cianfrance, che a me è piaciuto anche per i suoi lavori successivi a Blue Valentine.
    La pesantezza non credo però che potrei reggerla...

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    1. Questa volta fidati, il doppio Mark è parecchio insopportabile e l'aria di pesantezza non se ne va mai. Ma proprio mai. Nemmeno nei flashback italiani o in un finale tutt'altro che riuscito.
      Un grande mah.

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