19 agosto 2020

You Should Have Left

Settimana Horror

"Devi andartene!".
Un imperativo che chissà quanto volte ci siamo trovati a urlare ai protagonisti dei film horror.
Che immancabilmente non lo ascoltavano, se ne stavano lì in quella casa, in quel bosco, in quella cittadina dai contorni sinistri, dai rumori inquietanti, dalle presenze che poco a poco si facevano sentire.
Theo e Susanna sembrano stranamente ascoltarlo questo nostro urlo, quella scritta che Theo si troverà nel suo diario di analisi, scritta in matita come un messaggio dal suo inconscio, li porta a fare le valigie, preparare la macchina e andarsene.
Sembra un sogno?
Un film horror che finisce troppo in fretta?



Theo e Susanna sono finiti in questa casa sulle colline del Galles.
Lei una giovane e famosa attrice in trasferta per lavoro.
Lui più vecchio e famoso per tutt'altro, per un passato oscuro e misterioso che lo assilla.
Insieme fanno la bella vita, si amano in modo appassionato e hanno la piccola Ella a cui badare.
Ella che vuole sapere perché il suo papà è altrettanto famoso, proprio come noi.
Che però, spiragli di questo suo passato lo abbiamo grazie agli incubi che fa, incubi raggelanti.
Ma più che Theo e Susanna, a catturare è la casa in cui finiscono per passare quello che dovrebbe essere un weekend di stacco.
Una casa moderna che cozza nel mezzo di quella campagna inglese, pardon, gallese, una casa concepita da un architetto sotto i fumi dell'alcool fatta com'è di corridoi infiniti, di stanze che si aprono su altre stanze, di luci che si accendono ma non si spengono, di tortuosi labirinti.
Che qualcosa non vada, lo si capisce da subito.
Dalla prima occhiata, dalla prima sera passata a cercare di spegnerle tutte quelle luci.


Poi andrà solo peggio, con le ossessioni e le paure a prendere il sopravvento sia nei confronti di misurazioni che non tornano, di angoli che mancano, che di una gelosia latente che si fatica a tenere a bada.
E lo continuiamo ad urlare, noi, "Dovete andarvene!"
Dovete prendere le vostre cose, lasciar perdere scampoli di gelosia, e lasciarvi quella casa alle spalle.
Invece, come sempre, non ci si ascolta.
Lo dicevano in Scream e niente è cambiato.


In questo horrorino patinato che inizialmente sembra uscito dalle notti thriller di Rai2 anche se con un cast capitano dal sempre affascinante Kevin Bacon e dalla solita antipatica Amanda Seyfried, c'è però una cura maggiore.
Sia a livello di fotografia che con i suoi chiaroscuri illumina benissimo la casa e il suo essere sinistra, sia a livello di trama, che per quanto diventi un'ovvia metaforona ha il suo perché, soprattutto in quegli incubi che si fanno rivelatori portando ad un finale in cui i brividi si possono placare a favore di una riconciliazione logica almeno in parte.
Come già scritto su La casa di foglie, ritrovare corridoi e stanze e scale nascoste proprio come ne La versione di Navidson ha reso la lettura e la visione del film ancora più spaventosa.
Una coincidenza o un omaggio (del film verso il libro, chiaramente) che spero sia voluta ad innalzare almeno leggermente la sua resa ai miei occhi.



Grado di paura espresso in Leone Cane Fifone:
2 Leoni su 5

5 commenti:

  1. Ben fatto, ma piuttosto mediocre.
    Bacon se la cava, ma la Seyfried - che eppure a me piace - qui mi è parsa proprio "cagna maledetta". L'ho già dimenticato.

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    1. Quella casa assieme a quella del libro le ho fuse assieme, quando si dice rimanere sul tema.
      La Seyfried spero recitasse come il suo personaggio cagnesco pretendeva, non trovo altra spiegazione.

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  2. A me è piaciuto per i motivi che tu stessa citi, pur non considerandolo ovviamente chissà quale grande film, porta a casa il risultato e lui è perfetto per il ruolo secondo me.

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    1. Esatto, horrorino estivo con cui passare qualche brivido.
      Va bene anche così a volte.

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  3. Il signor Pancetta avrà sempre la mia approvazione, ma dai momenti soft/core alle frecciatine a letto per quanto ammiccanti a certi tipi di film... lo rendono quel tipo di film.

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